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Marco Diamanti e Jacopo cardinali rispettIvamente lo scultore e il progettista del Drago per Terni hanno prodotto una piena favorevole, dinamiche culturali rapide, incisive e fortemente aggregative. Il Drago è cosmico.
Il fatto che se ne parli già con così tanta passione ci rendi fieri di aver creduto che fosse importante dare spazio ai miti del nostro territorio; si sente aria di rinascita (Marco Diamanti).

La valenza di “un qualcosa” più spesso non è nel canone di valore dichiarato o mostrato ma nel saper mettere in relazione fatti distanti o apparentemente diversi tra loro ma ugualmente rilevanti e scoprire | capire | mostrare  altro, anche fuori dalle accademie. Mostrare il senso di fondo di azioni con degli obiettivi comuni. Volenti o nolenti quelle di un discorso identitario. Meglio l’identità del fare. In una proiezione del futuro.

Questa la filosofia del Drago per Terni. Operare attivamente sul territorio. Negli intenti dell’associazione Thyrus proponente  e così la racconta  il reportage o editoriale che dir si voglia Around The Nera, oltre il taglio dell’informazione, quando dalle prime notizie della scultura urbana del Thyrus si sono sollevate  posizioni contrastanti tra loro  sul valore attrattivo dell’opera  e altre istanze territoriali. A partire dal caso Pepper e “l’opera  incompleta” Genesis. Questa doveva essere realizzata dalla famosa artista famosa Beverly Pepper (Brooklyn 20 dicembre 1922 – Todi, 5 febbraio 2020), e alloggiata nei pressi della prua Hawaii, compresa idealmente tra questa e l’area dell’ex opificio Siri trasformata nel  centro museale e contemporaneo Caos coronando il proficuo progetto di rigenerazione urbana condotto dal comune di Terni. Non solo, si comprende che la conclusione dell’opera era destinata anche a rivitalizzare il Lungonera che in quell’area di cerniera tra i centri storici, del fiume nel tratto Ponte Carrara e Ponte Garibaldi (ex Hawaii) offre gli spazi per vivere una socialità cittadina, oltre l’attenzione sul valore simbolico del fiume Nera che ha dato vita alla città. Sito dove nonostante gli sforzi concentrati di anni restano una vasca vuota, due pentoloni, due terrazzi sul Nera disabitati, l’opera incompleta around the Nera, il cui vero gioiello resta il “Caos” sede del Museo storico e contemporaneo della città titolato a  Aurelio De Felice , col Teatro Secci e una rosa di iniziative culturali di grande interesse nazionale.

L’opera ristoratrice della Pepper, nella forma di un’alta cascata di acciaio e acqua coronata da due ali  stilizzate e simboliche come unione degli elementi, a generare un sentimento quasi architettonico, praticabile o ristorativo” (Giorgio Finocchio su ‘Ingenium’), era non solo lo specchio del fiume Nera e simbolo delle acque della città e della cascata delle Marmore, ma una precisa opera che l’artista aveva ideato per un omaggio a l’accogliente Terni con la fornitura del materiale e spazi di lavoro per la realizzazione di sue più opere e  più complessivamente come elemento di un Parco Umbro dell’Arte Contemporanea, diffuso, in parte già sviluppato a Todi. Un processo di valorizzazione della regione con la creazione di una rete tra le diverse città in cui si trovassero le sculture e nel più ampio panorama del circuito internazionale dell’arte, data anche la presenza della Fondazione Beverly Pepper, Todi a sostenerne l’ideazione – (e come scriveva Michele Ciribifera Presidente della Fondazione sulla rivista Ingenium n.129 del 2022).

“Genesi” (2004), sebbene  si sia allestita la vasca come base della costosa opera,  che oggi versa in condizioni disastrose, non fu più portata a termine per “mancate sponsorizzazioni” e i cui motivi restano totalmente sconosciuti ed ipotetici, con una passata interrogazione in Consiglio comunale i cui atti, tuttavia, sono secretati.  La stessa Fondazione interpellata nuovamente da SitFeel a oggi non rilascia dichiarazioni.

Quanto a quella  rilasciata il 30 aprile a Terni in rete da Mauro Cinti ex funzionario dell’Urbanistica comunale che ne ha seguito l’iter, e girata contestualmente a SitFeel, non priva di provocazione per la ‘Genesi perduta’, “improvvisamente si trovano i soldi per un drago”, Luca Finistauri  di ONIRICO, membro dell’associazione Thyrus e sponsor tecnico che si occuperà della realizzazione esecutiva del drago in acciaio progettato da Jacopo Cardinali,  torna a precisare “che il Drago per Terni è un dono dell’Associazione stessa alla città e non ha ricevuto alcun fondo dal comune, l’opera non verrà realizzata con fondi pubblici“. Le sponsorizzazioni per la produzione e la messa in opera del Drago  – che è “il frutto di due anni di  lavoro per fare rete con le realtà pro attive” come già aveva espresso Marco Diamanti Il Drago per Terni |Thyrus l’emblema della città … – sono specifiche per la scultura Thyrus, valore che non può essere spostato a piacimento. Di fatto la Thyrus è autorizzata da un patto di collaborazione con l’ente comunale a donare la scultura a Terni.

Il dibattito che si è acceso attorno Il Drago per Terni ha investito anche l’aspetto della valenza artistica dell’opera, che proprio nel concept di fornire un racconto visivo della città con il “mostro” emblema ha suscitato quella meraviglia di spavento e attrazione, parafrasando le parole di Lucrezia Ercoli di Popsophia sulla questione fantasy e avviato un dibattito su domande cruciali e care alla città, in cui l’immaginario infine è immaginazione  e reazione, visuale e creazione.

Non conta altra cifra stilistica, per quanto critiche d’arte possano frapporsi ad un’opera come il Drago di Terni, città che possiede nel suo museo aperto opere, ricordiamo, importanti come Hyperion o la Lancia di Luce  create da artisti con radici umbre o affiliati artisticamente alla città, senza dubbio storicizzati e anche opere avulse da ciò. Marco Diamanti è un giovane scultore di Terni nonché insegnante di scultura ( i suoi giovani studenti si sono già occupati delle prima copie del Tiro più antico), e Jacopo Cardinali con importanti esperienze nella progettazione  3D e l’innovativo  progetto sliced hanno prodotto una piena favorevole,  dinamiche culturali rapide, incisive e fortemente aggregative anche con l’imprenditoria più giovane della città. Sia che l’opera venga collocata sulla rotonda Filipponi o in altra sede come suggerito  in questi giorni in Piazza Ridolfi, nel cuore della città, acquisito a Palazzo Spada in un ottimo connubio tra l’acciaio della scultura e l’antica pietra del palazzo comunale, il Drago è ormai cosmico. Si compie forse un’operazione analoga alla colossale struttura realizzata dal controverso ed enigmatico artista  Gino De Dominicis (custodita nella navata dell’ex Chiesa della SS. Trinità in Annunziata di Foligno) –  per attirare energie sulla terra  – come illustrato in apertura di Umbria Contemporanea, lasciando fuori così ogni equivoco di questa chiamata del Drago in città, uroboro alchemico, a Totem catalizzatore di rinascita.

 

Umbria Contemporanea SITFEEL

 

Il Nera. O la Nera (around the incomplete work) | Drago ormai cosmicoultima modifica: 2023-06-17T19:31:34+02:00da Dizzly