Paolo Torazza, Vallescrivia :” Siamo felici di aver iniziato le attività. Miglioriamo giorno dopo giorno.”

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Intervista a Paolo Torazza, dirigente del Vallescrivia Calcio Femminile. Il Vallescrivia è una società ambiziosa che, nel giro di pochi anni, è diventata un solido punto di riferimento nel panorama ligure. Il sogno di Paolo e di tutto lo staff è quello di avere una squadra di Eccellenza , coltivando il settore giovanile attuale.

Per ascoltare il file, CLICCA QUI

A cura di Denise Civitella

Esclusiva “Stelle in Campo”: intervista a Giuseppina Condidorio, allenatrice del Rupinaro.

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Giuseppina Condidorio, classe 1982, è un’istituzione del calcio femminile ligure. Per anni, ha calcato i campi della Liguria e non solo, vestendo la maglia della Levante e della Virtus Entella nelle Serie C,B e A2.

Giuseppina Condidorio, allenatrice degli Esordienti del'ASD Rupinaro.
Giuseppina Condidorio, allenatrice degli Esordienti del’ASD Rupinaro.

ASCOLTA L’INTERVISTA INTEGRALE CLICCA QUI

Pina è stata una giocatrice che non ha mai tirato indietro la gamba, era una di quelle ragazze su cui l’allenatore poteva sempre contare. Esempio per le compagne di squadra ed i dirigenti. Il suo carattere generoso e genuino l’ha portata a trasmettere questa sua passione per il rettangolo verde anche ai più piccoli.

Nel 2016, ha conseguito il patentino UEFA B da allenatrice e, da qualche mese, è la rappresentante della sezione Tigullio per quanto riguarda l’AIAC, Associazione Italiana Allenatori Calcio.

Ha vissuto diverse esperienze da allenatrice sia con bambini che con bambine: Sammargheritese, Virtus Entella e, adesso, Rupinaro.

Condidorio, giocatrice.
Condidorio, giocatrice.

In questa intervista esclusiva per il nostro podcast, potrete apprezzare tutta l’umiltà e la voglia di fare di questa ragazza che ha un grande sogno: quello di prendere il patentino UEFA A a Coverciano, nella quartier generale del calcio italiano.

In bocca al lupo, Pina! Noi facciamo il tifo per te.

Denise Civitella

Intervista a Manuela Tesse, allenatrice del Pomigliano, attuale capolista della Serie B: “Pomigliano, io ci credo!”

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Questa settimana, è intervenuta ai nostri microfoni, Manuela Tesse allenatrice del Pomigliano, attuale capolista del campionato di Serie B.

Manuela vanta un glorioso passato da calciatrice: 87 presenze con la maglia della Nazionale, ha partecipato a due edizioni degli Europei ed alla fase finale dei Mondiali del 1999 negli Stati Uniti.

Da giocatrice ha vinto: 4 scudetti, 5 Coppa Italia e 1 Supercoppa vestendo le maglie di Torres, Verona, Modena, Milan, Foroni,Torino e Lazio.

I successi sono arrivati anche in panchina, quando, una volta terminata la sua brillante carriera da calciatrice, ha vinto un campionato di Serie B, 1 scudetto, 2 Supercoppe e, nel 2018, una panchina d’argento con la Lazio come miglior allenatrice della serie b.

In questa intervista esclusiva, sono tanti i punti che siamo andati ad approfondire con Manuela, per ascoltare l’intervista integrale CLICCA QUI

Manuela Tesse, allenatrice del Pomigliano. Fonte: sportal.it
Manuela Tesse, allenatrice del Pomigliano. Fonte: sportal.it

Facciamo un passo indietro, raccontaci com’era Manuela da bambina…

“Abitavo in campagna, per socializzare, giocavo a calcio per la strada con i miei amici. Mi sono innamorata di questo sport e non ho mai più smesso di pensare al calcio, da quando sono bambina.”

Tra i tanti allenatori che hai avuto, ne ricordi uno in particolare?

“Ce ne sono due: Sergio Guenza, con un grande passato da calciatore e da secondo allenatore nella Lazio che vinse lo scudetto. Il secondo è Sergio  Vatta, un grande allenatore del settore giovanile del Torino che ebbe una parentesi con noi in Nazionale e che ci portò alla fase finale del Mondiale del 1999.”

Qual è stata una stagione calcistica che ricordi con particolare emozione sia da giocatrice che da allenatrice?

“Da giocatrice, la finale degli Europei del 1997 che abbiamo perso contro la Germania. Vincemmo 2 a 0 contro la Norvegia, fu un risultato incredibile per noi, loro erano campionesse olimpiche. Da allenatrice, vivi le emozioni più da dentro. Sei colei che trascina la squadra. Un ricordo bellissimo fu la prima Champion’s League, perdevamo 3 a 0 e riuscimmo a pareggiare 3 a 3 a Cipro con tripletta di Patrizia Panico , arrivammo ai quarti di finale. Poi, anche la vittoria dello scudetto a casa mia, quando giocavo nella Torres, fu un ricordo indelebile.”

Hai qualche rimpianto?

“Sì,mi è dispiaciuto non essere andata in America quando è partito il professionismo, soprattutto per imparare la lingua.”

Come è vissuto il calcio femminile in Canada e Trinidad Tobago?

“Sono molto più avanti di noi, le bambine, già da piccole, praticano tutti gli sport.”

Qual è stata l’avversaria più forte che hai marcato?

“Sicuramente, Carolina Morace e Patrizia Panico.”

Manuela Tesse con la maglia della Nazionale. Fonte: solocalcio.com
Manuela Tesse con la maglia della Nazionale. Fonte: solocalcio.com

Nel 2020, hai superato il corso di allenatrice MASTER UEFA PRO, ci racconti questa esperienza?

“C’erano tantissimi campioni del Mondo del 2006, ho imparato tantissimo parlando di calcio con giocatori come Andrea Pirlo e Luca Toni che sono stati allenati dai migliori allenatori del mondo. Il corso è stato molto duro, per una donna è molto difficile accedere. Devi avere dei punteggi molto alti, solo in 25 possono accedere e non ci sono le quote rosa. Ho dovuto fare 15 anni di carriera da allenatrice prima di poter accedere, mentre Pirlo, appena ha smesso di giocare, è subito entrato. Lo dico senza alcuna polemica, loro sono molto più avanti da un punto di vista tattico, perchè hanno avuto la possibilità di essere allenati da grandi allenatori e questo ti fa apprendere tanto.”

Questa è stata la tesi che hai presentato al corso: “EVOLUZIONE TECNICO TATTICA NEL CALCIO FEMMINILE :
ITALIA vs BRASILE VENT’ANNI DOPO (mondiali USA 1999 vs mondiali Francia 2019)” relatore Renzo Ulivieri, come ti è nata l’idea di questa tesi?

“Nel sorteggio dei Mondiale del 2019 è capitato il Brasile, proprio come nel 1999. L’idea è nata spontanea. I cambiamenti sono stati tantissimi, sia sotto il profilo tecnico-tattico sia sotto il profilo organizzativo. Inoltre, è stato un modo per riempire la biblioteca di Coverciano perchè ci sono ancora poche tesi sul calcio femminile. Per leggere la tesi di Manuela CLICCA QUI

Qual è la calciatrice che ti ha colpito di più in Italia?

“Elisa Polli, l’ho vista giocare nella Jesina. Lei è un attaccante di grande prospettiva, quest’anno ha la possibilità di giocare ad Empoli, ma nei prossimi anni la vedo molto bene in una squadra di alta fascia.”

Parliamo del tuo presente, il Pomigliano. Che ambiente hai trovato?

“Un ambiente che non mi aspettavo. Il Pomigliano è una società neopromossa che è nata dal niente, è una società dilettante, ma vi assicuro che loro operano come se fossero dei professionisti. A partire dalle infrastrutture, ai componenti dello staff, al presidente che vive il calcio ancora con passione, mi trovo veramente bene.”

La vittoria di Manuela Tesse della Panchina d'Argento nel 2018. Qui con Renzo Ulivieri. Fonte: twitter SSLazio
La vittoria di Manuela Tesse della Panchina d’Argento nel 2018. Qui con Renzo Ulivieri. Fonte: twitter SSLazio

Mancano sei giornate alla fine della Serie B, come lo state vivendo questo finale di stagione così emozionante?

“Il mood deve essere IO CI CREDO. Lotteremo fino alla fine per tentare di conquistare la promozione in Serie A. I sogni devono essere cavalcati.”

Quale squadra di Serie B ti ha impressionato di più e quale giocatrice di Serie B può fare il salto di categoria?

“Sicuramente la Lazio è una squadra fortissima e Martin, capocannoniere del campionato, è una delle candidate per fare il salto di categoria. Mi ha colpito tantissimo.”

Hai un sogno nel cassetto?

“Sogno una casa vista mare. ”

Due aggettivi per descriverti?

“Grintosa e passionale”

Cosa fai nel tuo tempo libero?

“Mi piace andare al mare e leggere.”

Si ringrazia per la disponibilità Manuela Tesse per la concessione dell’intervista.

Denise Civitella

 

La Ciclista Ignorante, ciclomeccanica genovese: “Ho cambiato vita grazie allo studio e alla passione per la bici”

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Adriana Anselmo è conosciuta nel mondo del web come “La Ciclista Ignorante”. Ha cambiato la sua vita nel 2018, quando ha deciso di cambiare vita e aprire da zero la sua ciclo officina a Genova. Ha mollato il “posto fisso” da grafica, ha studiato ciclo meccanica, marketing e social ed ha realizzato il suo sogno di aprire la sua ciclofficina.

Tutto quello che fa è frutto di esperienza e studio.

Adriana non nutre interesse solo per la bicicletta, ma la sua personalità poliedrica e curiosa nei confronti della vita, le permette di affrontare argomenti quali l’arte, la religione, la Vita. Quindi, non solo bici.

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Siete curiosi di conoscerla?

A questo link, potrete trovare una piacevole intervista alla “Ciclista Ignorante”.

Intervista alla “Ciclista Ignorante” AUDIO

Buon ascolto!

Adriana, presentati al nostro pubblico…

“Mi chiamo Adriana, ho superato i 40 anni e due anni fa ho pensato di cambiare totalmente la mia vita, aprendo la mia ciclofficina a Genova. Ho lavorato due anni per arrivare a quel momento, non riuscivo a trovare nessuno che mi insegnasse il mestiere, allora ho deciso di studiare per conto mio e seguire dei corsi. In realtà, il primo corso l’ho seguito per essere indipendente durante i miei viaggi in bicicletta. Da li, mi sono innamorata della ciclo meccanica.”

Da bambina avevi la passione per la bici?

“Da bambina, andavo in giro per Genova, nella zona del Porto Antico, quando ancora non c’era nulla e mi divertivo a fare le acrobazie.Poi, ho avuto il motorino ed ho abbandonato la bici per qualche anno. Nel giugno del 2014, ho deciso di cambiare la mia vita e comprarmi una bicicletta. Dopo 30 minuti di domande al commesso, sono uscita con il mio nuovo mezzo e da lì è nato un amore…”

Qual è il social che preferisci?

“Twitter, soprattutto quello di dieci anni fa. Continuo ad usarlo, ha un limite di caratteri ed è un social dove devi leggere per interagire, mi piace soprattutto per quello. Lo scopo è usare più strumenti possibili per arrivare in maniera capillare a più gente possibile. Ho imparato che si semina e la gente raccoglie quello che vuole.”

Sei una ragazza poliedrica e ti occupi anche di arte digitale…

“Inizio a creare ed a giocare con un app che crea caleidoscopi. Tutti i miei quadri partono da una foto e da lì, vengono modificati. Sono libera di mostrare quello che faccio, mi sono liberata dalla paura di fallire. Ci ho impiegato 12 anni per arrivare dove sono. A volte mi domando se dovessi chiudere quale altro lavoro andrei a fare? Quello che ho cambiato è il mio modo di pensare. E’ un limite degli altri pensare che faccio troppe cose, in realtà aggiustare biciclette e creare arte digitare sono due cose che all’apparenza sembrano molto diverse tra loro, ma in realtà si assomigliano molto. Bisogna avere fantasia e creatività in entrambi i campi.”

Ti piace la musica?

“Mi piace, ho amato follemente Ramazzotti. Ascolto tanta musica italiana e poca straniera, in particolare i Queen. Ricordo ancora il mio primo concerto di Ramazzotti nel palazzetto della Foce di Genova, con una pessima acustica. Era il 1993, l’album di Certi Momenti.”

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Uno è lavorare per 6 mesi e gli altri sei mesi girare in bici. Il secondo è riuscire a creare una scuola seria di ciclomeccanica composta da gente seria che sappia mettere le mani sulla bici. Sotto questo punto di vista, siamo in pochissimi a pensarla così. C’è bisogno di tanta formazione e tornare un po’ indietro e non solo nel campo delle bici.”

 

 

 

 

 

Denise Civitella

Intervista esclusiva ad Anastasia Bagaglini, campionessa di freestyler originaria di Latina. A cura di Denise Civitella e Andrea Gallazzi.

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Continuano le nostre interviste alle freestyler di tutto il mondo in collaborazione con Andrea Gallazzi di

Calcio Femminile Italiano.
Oggi è il turno di Anastasia Bagaglini , campionessa di freestyler, arrivata terza ai campionati mondiali.
Ad oggi, è l’unica ragazza italiana a praticare questa pratica sportiva. Anastasia, dicianovenne originaria di Latina, è un vero talento italiano, ascoltate l’intervista esclusiva a questo link:
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Intervista a Paloma Pujol, nota freesyler spagnola: “Adoro la musica e il pallone”. A cura di Denise Civitella e Andrea Gallazzi.

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Sono lieta di comunicarvi che da oggi è nata una bella collaborazione con Andrea Gallazzi di Calcio Femminile Italiano.

Andrea si occupa di molte cose all’interno del sito www.calciofemminileitaliano.it tra cui anche quello di far conoscere il più possibile le ragazze freestyler di tutto il mondo. Ogni due settimane ci occuperemo di fare delle interviste in giro per il globo alle più famose acrobate in rosa che fanno vere e proprie magie con la palla.

Stasera è la volta di Paloma Pujol, 34 enne di Madrid, che ci ha concesso una bella intervista che potrete ascoltare a questo link:

https://www.spreaker.com/episode/41813112

Invitiamo tutti i nostri ascoltatori ad iscriversi al  Canale YouTube di Calcio Femminile Italiano per vedere dei fantastici contenuti video su queste incredibili atlete!

Andrea Gallazzi di CFI e la freestyler Paloma Pujol
Andrea Gallazzi di CFI e la freestyler Paloma Pujol

Intervista a Rebecca Laface: “Il gioco che cerco di esprimere è quello che mi appartiene.”

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Classe 2000, da diversi anni lontano da casa per seguire il suo sogno: giocare a calcio ad alto livello, con l’obiettivo, un domani, di vestire la maglia azzurra della Nazionale.

Rebecca comincia a giocare a 8 anni, grazie a suo fratello, nella scuola calcio dei suoi genitori. Quest’anno ha militato nel Cesena, in Serie B.

Ecco l’intervista esclusiva per il nostro podcast di “Stelle in Campo”.

Si ringraziano LTA Agengy Italia e Rebecca Laface per la concessione.

Rebecca Laface
Rebecca Laface

Com’è nata la tua passione per il calcio?
Spesso accompagnavo mio fratello agli allenamenti ed alle partite, credo sia iniziato tutto da lì. Il suo entusiasmo e la sua passione mi hanno travolto.

Raccontaci il tuo percorso calcistico…
Ho iniziato a giocare a 8 anni nella scuola calcio dei miei genitori, oggi polisportiva Gi.A.Re. (Giovanni, Adele, Rebecca). Compiuti i 16 anni sono andata nel Nebrodi (Serie B, pre riforma). L’anno seguente ho iniziato la stagione a Trani, ma a dicembre mi sono trasferita a Jesi (Serie B, pre riforma). La stagione dopo ancora a Jesi per poi approdare nel Cesena.

C’è un allenatore o un allenatrice che senti sia stato più determinante di altri per la tua crescita calcistica e non?
Nel percorso della scuola calcio ho avuto dei mister magnifici, con cui ancora adesso parlo e mi confronto. Di sicuro mi hanno dato delle ottime fondamenta..
Nella prima squadra, invece, determinante è stato il percorso con mister Emanuele (Iencinella). Abbiamo fatto un ottimo lavoro sia in campo, che fuori. Anche con lui parlo spesso, per me i suoi consigli sono determinanti.

Il prossimo anno ti vedremo ancora tra le fila del Cesena?
Non credo. Vorrei trovare una realtà più adatta a me per continuare il percorso di crescita.

Come ti sei allenata durante il periodo della quarantena?
Il periodo di quarantena l’ho passato a Torino, da mio fratello. Non avendo molto spazio ho svolto prevalentemente esercizi per migliorare la forza, continuando il percorso iniziato qualche mese prima con un preparatore personale.

Quando non giochi a calcio, quali sono i tuoi hobby?
Amo gli animali e il mare. Quando sono a casa passo molto tempo con Pallottina e Whiskey, i miei due cani. Durante il periodo estivo mi godo il mio mare, vado in canoa o in barca a pescare con mio padre, mio fratello e mia sorella. Per il resto quasi tutto il mio tempo è occupato dall’università e dal calcio, ma nei momenti di relax mi piace leggere.

A quale calciatrice/calciatore ti ispiri?
Non mi ispiro a nessun calciatore o calciatrice in particolare. Cerco di apprendere da tutti, ma non farmi influenzare da nessuno. Il gioco che cerco di esprimere è quello che mi appartiene.
Essendo amante dello sport, prendo come riferimento diversi atleti cultori dei valori alla base del concetto sport. Primi fra tutti il rispetto, il sacrificio, la passione e l’uguaglianza.

Hai un rito scaramantico quando scendi in campo?
No, non ho nessun rito scaramantico.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Ne ho molti di sogni.

A cura di Denise Civitella

Ph. Credit LTA Agency Italia

Intervista esclusiva ad Alessandro Pennestri: “Sia il calcio femminile a cambiare il calcio femminile”

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Continuano le interviste esclusive di “Stelle in Campo”. Questa settimana abbiamo avuto il piacere di intervistare Alessandro Pennestri, agente e responsabile della LTA Agency Italia, agenzia che, ormai da tantissimi anni opera nel mondo del calcio femminile.

Sono tante le riflessioni che Pennestri fa durante la nostra chiacchierata: presente e futuro del movimento femminile in Italia e proposte concrete su come migliorarlo, prendendo come esempio la Premier League inglese.

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Pennestri insieme a Ajara Nchout Njoya, attaccante Cameroon n. 2 al pallone d’oro africano di quest’anno e Augustine Ejangue Siliki ,Capitano della nazionale Camerun

Quando è nato il suo interesse nei confronti del calcio femminile?

“La mia storia nel calcio femminile nasce molti anni fa, ero un collaboratore sportivo nel calcio maschile e davvero non vedevo prospettive nel femminile, poi una mia personale esperienza famigliare mi ha portato ad avvicinarmi a questo mondo. Ho fatto una promessa a mia sorella, che non attraversava un buon periodo di salute, con la quale le assicuravo che insieme ci saremo fatti questa esperienza nel calcio femminile. Purtroppo lei non ha avuto modo di metterla in atto, e quindi ho voluto onorare almeno io la mia parte di promessa. Quindi mi sono avvicinato al calcio femminile, ed ho iniziato prima come Allenatore, poi come dirigente, ed ora lavorando per la LTA.”

 

Ci parli della LTA AGENCY..

“La nostra è un’agenzia internazionale di intermediazione sportiva, lavoriamo moltissimo in Europa, con tutti i più importanti club professionistici femminili. In Italia, il nostro è per ora più un lavoro di consulenza legale sui contratti, ma a breve si aprirà il versante del professionismo e quindi cambierà anche il nostro contributo. Siamo un’agenzia totalmente dedicata al mondo del calcio femminile, non facciamo molto maschile, perché crediamo molto nell’essere vicini alle nostre calciatrici, a seguire i loro bisogni, e quindi aiutarle nel percorso di crescita che stanno facendo. Per questo non vogliamo nemmeno centinaia di calciatrici (e vi assicuro che sono molte le calciatrici che ci contattano per collaborare con noi), ma prendiamo solo quelle che realmente possiamo assistere, e che professionalmente potremo aiutare nella loro carriera. Mi sembra una scelta deontologicamente corretta.”

Cosa manca al calcio femminile per raggiungere il professionismo?

“Io credo che su questo argomento vada fatto un “distiguo”. Innanzitutto, le calciatrici, per impegno, dedizione, e meritocrazia, dovrebbero già essere considerate delle professioniste. Sia come aspetto lavorativo, sia per quanto riguarda quello delle tutele. Ma questo vale in pratica per tutto l’universo sportivo e non, al femminile. Le donne sono la base della società moderna; mamme, sorelle e figlie, svolgono da sempre molteplici attività all’interno della nostra società, lavorando e accudendo case e famiglie, meriterebbero a prescindere il maggior numero di tutele possibili. Altro aspetto invece è quello manageriale. Oggi il calcio femminile, è un investimento su un futuro, speriamo non troppo lontano, di un prodotto che generi economia. La realtà è che oggi non lo crea a sufficienza e che tutte le sue componenti, con molta “coscienza” dovrebbero ammettere e collaborare per rendere le cose migliori. Non basta chiedere i propri diritti, sia pure giustificati, per vederli soddisfatti, va data un visione del futuro del movimento che passa per le calciatrici ed i club, arrivando al professionismo. Ma questo solo se verrà dato a chi vive quotidianamente il movimento, la possibilità di operare e creare “il prodotto calcio femminile”, sviluppandolo e promuovendolo come deve. Per questo fondamentale potrebbe essere una Lega dei club di calcio femminile, dato anche l’ingresso di grandi club, senza tralasciare quelli di puro settore, che io vedo di buon occhio, perché curando i loro giustificati interessi, determineranno il cambiamento del movimento verso il professionismo.”

E’ stato giusto sospendere il campionato di Serie A femminile?

“Io dico, inevitabile. Non ci sono mai state le condizioni di una ripresa in sicurezza ed economicamente sostenibili, per la serie A femminile. Ora però, vanno rimboccate le maniche e operare per il cambiamento. Le parole del ministro Spadafora, in merito alla riforma dello sport, fanno ben sperare, ma non devono essere i burocrati a operare il cambiamento, ma un cambiamento dal basso, partendo da quelle realtà anche piccole che vivono il territorio, che combattono ogni mese per perseguire i propri fini sociali e sportivi. “Che sia il calcio femminile a cambiare il Calcio femminile””

Pensa che questo stop forzato, rallenterà la crescita del movimento femminile?

“Io credo sempre che le cose non accadano mai per caso, che ci sia sempre come una occasione per cambiare il futuro. E’ stato istituito un fondo per lo sport, di cui in parte vi è una porzione per il calcio femminile, utilizziamo questo come punto di partenza per il cambiamento, per rendere le cose migliori, per generare interesse, e condivisione. Rifletto sempre come intelligentemente in Inghilterra utilizzano i fondi per i club di Premier League. Lì, per rendere il prodotto Premier maggiormente interessante, si gestiscono i ricavi del campionato (e vi assicuro che sono bravissimi a scovare sempre nuovi metodi per prezzare il proprio marchio), non distribuiscono i soldi in funzione di “bacini d’utenza” o “dal più forte al più debole”, bensì in modo inverso. I club più piccoli, quelli che magari salgono dal campionato minore, sono quelli maggiormente interessati da questi fondi.  Facendo così si alza livello e lo si uniforma, aggiungendo spettacolo e imprevedibilità al campionato, e quindi interesse. Ma si sa, li sono anglosassoni, noi siamo “latini” facciamo a modo nostro….”

Come cambierà il calcio mercato dopo questa stagione?

“E’ inevitabile, credo, che la crisi stia creando qualche difficoltà a molti club, e non penso solo a quelli di puro settore. La data di ripartenza, poi, si vocifera essere molto ravvicinata, quindi tutti saranno in fermento per completare le rose, e renderle competitive, con le poche risorse che si hanno. Ma ci sono tanti dirigenti competenti, e spero vedano di più al merito/talento, ed alle qualità umane delle calciatrici. Sarà sicuramente un mercato rapido, ed andranno prese al volo le opportunità che si presenteranno.”

Denise Civitella

Si ringraziano Alessandro Pennestri e Isabella Lamberti di LTA Agency per la concessione.

Ph.credit: LTA Agency

Intervista a Valeria Oliveri, speaker di Radio105: “Il calcio, la radio e il mio progetto Bomber Girl”

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Valeria Oliveri nasce a Genova nel 1986. Appassionata di sport e di calcio. L’esordio radiofonico è nel 2010 a Radio 19, la Radio del quotidiano ligure “Il Secolo XIX” .
Arriveà al pubblico nazionale nel 2015 grazie a Radio 105. Conduttrice televisiva ed attrice teatrale. Ha collaborato con Rai 3 e Rai Educational. Si è occupata per diversi anni di programmi sportivi sul web.

Ringrazio Valeria per la disponibilità e la simpatia durante questa intervista. Le redazioni di “Stelle in campo” e “Cartellino Rosa” augurano a Valeria che il suo format “Bomber Girl” possa approdare su importanti canali mediatici ed ottenere tutto il successo che merita.

Valeria Oliveri
Valeria Oliveri

ASCOLTA L’INTERVISTA AUDIO INTEGRALE

https://www.spreaker.com/user/7082423/valeria-oliveri

Riavvolgiamo il nastro della tua vita, com’era Valeria da bambina?
“Ero un maschiaccio, avevo i capelli corti con un pallone in mano e scarpe da ginnastica costantemente rotte. Sempre in giro per le strade a giocare a calcio con i maschietti del mio paese natale: Masone. La mia infanzia è stata molto bucolica, sempre vicina alla natura, sui prati. Fin da piccolina, ho cominciato a dare i calci al pallone. Ho sempre preferito il calcio alla pallavolo, negli anni ’90 era raro trovare una bambina che tirasse calci al pallone e gli adulti che mi vedevano giocare dicevano ai miei genitori:”Che bravo vostro figlio!”
Da quando nasce la tua passione per la radio?
“Sempre da piccola, istintivamente ed in modo naturale mi auto registravo con il Canta Tu. Era un semplice registratore con il microfono. Lo usavo spesso per registrare le canzoni ed avere sempre le hit del momento aggiornate, poi ho cominciato a “chiacchierarmela” da sola, coinvolgendo anche mio fratello più piccolo di me di tre anni. Era molto divertente. A livello amatoriale, ho anche avuto modo di fare recitazione. Poi un giorno, per caso, ho trovato un annuncio su internet di una web radio che cercava degli speaker. Ho mandato una mail specificando che non avessi esperienza radiofonica, ma solo in teatro. Feci il colloquio in maniera amichevole e mi presero sulla fiducia, dandomi un programma di tre ore al giorno. E’ stato un bell’allenamento, poi pian piano ho voluto fare questo nella vita. La fortuna ha voluto che riuscissi a lavorare per Radio 19, la radio regionale del Secolo XIX, poi, sempre nell’ambito della comunicazione, mi sono occupata di sport, calcio, pronostici sportivi a Genova, poi un giorno, spuntò un concorso nazionale in cui il personale di Radio105 cercava tre speaker che facessero gli inviati in EXPO2015 a Milano, facendo delle dirette. Ho mandato il mio curriculum e le mie DEMO e mi chiamarono.”

Valeria ai microfoni di Radio105
Valeria ai microfoni di Radio105

Che consigli daresti ad una persona che vorrebbe intraprendere il percorso per diventare speaker radiofonico?
“Quello che dico spesso ai ragazzi che mi scrivono, è di avvicinarsi alle web radio, basta internet ed un microfono. Oppure, se andate all’Università, informatevi sulle radio che hanno in facoltà. Bisogna approcciarsi alla radio in modo amichevole, senza pensare al network nazionale o alla FM, ci sono tanti mezzi. Attraverso Instagram, i podcast, mettetevi alla prova, come nello sport e in tutti gli altri lavori.Provateci e partite alle piccole realtà!”
Raccontaci del tuo nuovo progetto Bomber girl su Instagram, Facebook e sul sito www.bombergirl.it com’è nato?
“E’ nato dal mio amore per il calcio. Volevo raccontare qualcosa che facesse parte delle mie passioni che sono il calcio e i motori. Ho pensato ai Mondiali di calcio femminile del 2019, non potevo non parlarne vista l’attualità dell’argomento. Ho provato a pensare al format, a scriverlo e ho fatto una puntata zero grazie al Genoa Under17 femminile e da lì, ho riscontrato un interesse variegato. Quello che mi ha stupito, è stata la voglia di saperne di più sul mondo del calcio femminile, anche da parte di persone che non erano minimamente interessate. Ho cercato di coltivarlo e mandarlo avanti, nonostante questi progetti abbiano bisogno anche di un sostegno economico, hai una troupe che ti aiuta per fare le immagini. Poi, purtroppo, è capitata la pandemia e tutto si è fermato, così mi sono chiesta come continuare ed ho iniziato a raccontare, dalla mia cameretta, le storie delle grandi donne del calcio femminile, in pochi minuti. Questo mi ha dato modo di capire che molti ragazzi e tante ragazze sono interessati. Mi chiedo perchè si fatichi ancora tanto a trovare editori che possano scommettere sul calcio femminile.”

Valeria ed il pallone, un rapporto indissolubile.
Valeria ed il pallone sono inseparabili.

Fino ad oggi, hai raccontato le storie di: Alex Morgan, Marta, Nadia Nadim, Megan Rapinoe e Lily Parr la calciatrice che cambò il calcio inglese durante la prima guerra mondiale e Alessandra Massa, giovane bombergirl del Genoa… c’è una ragazza della nazionale italiana che ti piacerebbe raccontare in uno dei tuoi episodi?
“Tra qualche settimana, uscirà un mio racconto che ho fatto per il sito del calcio femminile sui mondiali di calcio delle azzurre, in cui vado a raccontare tutte le partite. Se dovessi scegliere una ragazza è difficile. Tutte le azzurre hanno una storia interessante da raccontare. Quella più rappresentativa è Sara Gama, anche a livello commerciale ha avuto tanto riscontro. Quello che vorrei fare è raccontare non solo le imprese sportive delle calciatrici, ma gli sforzi e le fatiche che ci sono dietro  per arrivare ai loro livelli.”

Cosa manca per fare il salto in più al movimento femminile?
“Manca il coraggio. Nel mio piccolo, ho notato che manca il coraggio da parte degli editori di parlare e mettere in onda argomenti riguardanti il calcio femminile. I soldi che possono essere generati dal femminile, ci sono. Tante realtà sanno che è potenzialmente un ambito che crescerà tantissimo. Le azzurre di oggi hanno un’età in cui, da bambine, non hanno avuto gli allenamenti che hanno le ragazzine di oggi. Presto, vedremo le quattordicenni di oggi giocare i prossimi Mondiali e saranno davvero molto competitive allora, a quel punto, se le azzurre di oggi hanno generato un interesse enorme, pensa a quanto share potrebbero avere le azzurrine del domani che saranno ancora più preparate fisicamente. Gli sponsor vogliono investire, ne hanno la voglia. Gli editori, invece, pensano che non ci sia interesse. Ci sono tante realtà che parlano di calcio femminile, siti web, podcast, programmi su Instagram che sono molto seguiti, ma sono tutte disgregate. E’ un peccato perchè si potrebbe fare qualcosa di ambizioso e grande se ci fosse qualcuno con la potenza del mezzo di informazione.”

Da buona genovese, tifi per il Genoa o la Samp?
“Sono blucerchiata. In realtà, sono una tifosa molto tranquilla. Nella mia famiglia guardavamo le partite, ma non andavamo allo stadio. Poi, nella mia vita, ho conosciuto un ragazzo genoano sfegatato e, adesso, mi ritrovo a guardare il derby con lui. Sono sempre pronta con il telefonino a fare i video al mio fidanzato, durante le partite, lui è un genoano accanito, tutta la sua famiglia che ci crede tantissimo. Volano ciabatte, quando va bene. E’ bello per me, scoprire il tifo vero, a volte non capisco cosa voglia dire soffrire per una squadra.”
Hai qualche sogno nel cassetto che non hai ancora realizzato?
“Il sogno nel cassetto è proprio quello di BomberGirl, la voglia di raccontare lo sport al femminile in un ambito istituzionale più importante. Il mio sito non ha il riscontro mediatico che potrebbe avere una radio grande. Mi piacerebbe poter parlare in radio di questi temi anche su 105. Sarebbe bello, un giorno, arrivare ad un mezzo di comunicazione importante e parlare di questi temi interessanti.”
Tre aggettivi per descriverti
“Insicura, autentica non riesco a fingere, il mio carattere viene sempre fuori, e fiduciosa. Nonostante sia genovese, mugugno come tutti, ma apro sempre la voglia di speranza e cambiamento.”

Un'altra passione di Valeria sono i motori.
Un’altra passione di Valeria sono i motori.

Salutaci con una frase di una delle tue canzoni preferite…
“Da genovese, sono cresciuta con De Andrè. I miei genitori mi facevano ascoltare lui e Guccini. A livello di sonorità, De Andrè mi fa impazzire, ci sono tantissimi strumenti ed ogni volta che ascolti una canzone ne trovi uno nuovo. Le sue sonorità sono bellissime. Quando torno a Milano o rientro a Genova, spesso lo ascolto. Vi saluto con questa frase: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori” sperando che i progetti grezzi possano diventare grandi e che questa frase sia di buon auspicio per tutti.”

Denise Civitella

Ph. Credit Profilo Instagram di Valeria Oliveri @olivally

Storti: “La sinergia tra FIGC e LND sarà fondamentale per la crescita del calcio femminile”

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Debora Storti,livornese, classe 1974,è Responsabile del Settore Femminile per la Lega Nazionale Dilettanti della Regione Liguria. Ci racconta quanto siano importanti i ruoli dirigenziali all’interno del calcio femminile. La sinergia tra FIGC e LND sarà fondamentale per aumentare i numeri di questo sport che può ancora regalarci tante soddisfazioni…

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ASCOLTA L’INTERVISTA AUDIO:

https://www.spreaker.com/user/7082423/debora-storti

Di che cosa ti occupi all’interno della LND?
“Rivesto l’incarico di Responsabile femminile della Regione Liguria,il mio obiettivo principale è sviluppare l’attività, mantenendo i contatti con le società e allo sviluppo del calcio femminile.”

Come sono i tuoi rapporti con gli altri responsabili regionali in territorio nazionale?
“Negli ultimi anni siamo riusciti ad instaurare una bella rete di collegamento tra i vari responsabili, grazie ad una chat che riesce a diminuire le distanze tra di noi. Grazie all’impegno del Presidente Morgana, riusciamo a vederci a Roma ed a presentare le problematiche per sviluppare al meglio le nostre attività anche su territorio nazionale.

Ogni quanto avvengono gli incontri?
“Indicativamente, sono 2 incontri a Roma all’anno. La terza possibilità di incontro è durante il Torneo delle Regioni. Torneo che verrà spostato a data da individuare.”

E’ possibile, quindi, che il Torneo delle Regioni possa essere spostato in autunno?
“Non sappiamo ancora, stiamo navigando a vista. Hanno spostato anche le Olimpiadi di Tokyo2020. Nel nostro piccolo, anche noi non abbiamo ancora individuato un periodo preciso, ma non vogliamo saltare l’appuntamento, solo posticiparlo.”

Settore giovanile scolastico: come si sta svolgendo questa attività?

“Sia a livello regionale che nazionale, è fondamentale che ci sia sinergia tra il Settore Giovanile Scolastico e i Comitati Regionali. Questo perchè le attività vengono svolte insieme. Sia la FIGC che la LND devono collaborare”

Quali sono stati gli aspetti positivi che hanno rilanciato il calcio femminile?
“I Mondiali di Francia 2019 sono stati importantissimi per il nostro movimento. Era un’estate dove tutti avevano voglia di calcio,dovuto anche all’assenza degli Azzurri agli Europei e tutta l’attenzione si è riversata sulla nostra Nazionale femminile, destando non poco stupore. Grazie anche a Rai e Sky che hanno trasmesso le partite, è stato un apporto fondamentale. Sull’onda di questo successo, dopo è importante incrementare e mantenere l’interesse avuto l’estate scorsa”

Che clima hai respirato a Montpellier?
“E’ stata una festa dentro e fuori dal campo, una bellissima giornata di sport. A fine partita, ricordo una foto scattata insieme ai tifosi cinesi. Il calcio femminile è entusiasmante per chi si avvicina per la prima volta a questo mondo”

Denise Civitella

Ph.Credit: Fazzari/Ramella