Una nuova puntata del podcast: Serie A femminile, Serie B e Coppa Italia. A cura di Denise Civitella.

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E’ uscito il podcast sulla terza giornata di campionato di Serie A TimVision.

Sonante vittoria del Milan contro la Lazio per 8 a 1 con Valentina Giacinti autentica mattatrice di giornata che si porta a casa il pallone siglando 4 reti.

Il Pomigliano esonera Manuela Tesse dopo soli 8 mesi di lavoro. Ancora sconosciute le cause.

Questo e molto altro su questa nuova puntata tutta da ascoltare!

https://www.spreaker.com/episode/46501919

Vi ricordo che se volete interagire con me e parlare di calcio femminile per intervenire in trasmissione, scrivetemi a questo indirizzo:

stelleincampo@gmail.com

Denise Civitella

 

Intervista a Manuela Tesse, allenatrice del Pomigliano, attuale capolista della Serie B: “Pomigliano, io ci credo!”

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Questa settimana, è intervenuta ai nostri microfoni, Manuela Tesse allenatrice del Pomigliano, attuale capolista del campionato di Serie B.

Manuela vanta un glorioso passato da calciatrice: 87 presenze con la maglia della Nazionale, ha partecipato a due edizioni degli Europei ed alla fase finale dei Mondiali del 1999 negli Stati Uniti.

Da giocatrice ha vinto: 4 scudetti, 5 Coppa Italia e 1 Supercoppa vestendo le maglie di Torres, Verona, Modena, Milan, Foroni,Torino e Lazio.

I successi sono arrivati anche in panchina, quando, una volta terminata la sua brillante carriera da calciatrice, ha vinto un campionato di Serie B, 1 scudetto, 2 Supercoppe e, nel 2018, una panchina d’argento con la Lazio come miglior allenatrice della serie b.

In questa intervista esclusiva, sono tanti i punti che siamo andati ad approfondire con Manuela, per ascoltare l’intervista integrale CLICCA QUI

Manuela Tesse, allenatrice del Pomigliano. Fonte: sportal.it
Manuela Tesse, allenatrice del Pomigliano. Fonte: sportal.it

Facciamo un passo indietro, raccontaci com’era Manuela da bambina…

“Abitavo in campagna, per socializzare, giocavo a calcio per la strada con i miei amici. Mi sono innamorata di questo sport e non ho mai più smesso di pensare al calcio, da quando sono bambina.”

Tra i tanti allenatori che hai avuto, ne ricordi uno in particolare?

“Ce ne sono due: Sergio Guenza, con un grande passato da calciatore e da secondo allenatore nella Lazio che vinse lo scudetto. Il secondo è Sergio  Vatta, un grande allenatore del settore giovanile del Torino che ebbe una parentesi con noi in Nazionale e che ci portò alla fase finale del Mondiale del 1999.”

Qual è stata una stagione calcistica che ricordi con particolare emozione sia da giocatrice che da allenatrice?

“Da giocatrice, la finale degli Europei del 1997 che abbiamo perso contro la Germania. Vincemmo 2 a 0 contro la Norvegia, fu un risultato incredibile per noi, loro erano campionesse olimpiche. Da allenatrice, vivi le emozioni più da dentro. Sei colei che trascina la squadra. Un ricordo bellissimo fu la prima Champion’s League, perdevamo 3 a 0 e riuscimmo a pareggiare 3 a 3 a Cipro con tripletta di Patrizia Panico , arrivammo ai quarti di finale. Poi, anche la vittoria dello scudetto a casa mia, quando giocavo nella Torres, fu un ricordo indelebile.”

Hai qualche rimpianto?

“Sì,mi è dispiaciuto non essere andata in America quando è partito il professionismo, soprattutto per imparare la lingua.”

Come è vissuto il calcio femminile in Canada e Trinidad Tobago?

“Sono molto più avanti di noi, le bambine, già da piccole, praticano tutti gli sport.”

Qual è stata l’avversaria più forte che hai marcato?

“Sicuramente, Carolina Morace e Patrizia Panico.”

Manuela Tesse con la maglia della Nazionale. Fonte: solocalcio.com
Manuela Tesse con la maglia della Nazionale. Fonte: solocalcio.com

Nel 2020, hai superato il corso di allenatrice MASTER UEFA PRO, ci racconti questa esperienza?

“C’erano tantissimi campioni del Mondo del 2006, ho imparato tantissimo parlando di calcio con giocatori come Andrea Pirlo e Luca Toni che sono stati allenati dai migliori allenatori del mondo. Il corso è stato molto duro, per una donna è molto difficile accedere. Devi avere dei punteggi molto alti, solo in 25 possono accedere e non ci sono le quote rosa. Ho dovuto fare 15 anni di carriera da allenatrice prima di poter accedere, mentre Pirlo, appena ha smesso di giocare, è subito entrato. Lo dico senza alcuna polemica, loro sono molto più avanti da un punto di vista tattico, perchè hanno avuto la possibilità di essere allenati da grandi allenatori e questo ti fa apprendere tanto.”

Questa è stata la tesi che hai presentato al corso: “EVOLUZIONE TECNICO TATTICA NEL CALCIO FEMMINILE :
ITALIA vs BRASILE VENT’ANNI DOPO (mondiali USA 1999 vs mondiali Francia 2019)” relatore Renzo Ulivieri, come ti è nata l’idea di questa tesi?

“Nel sorteggio dei Mondiale del 2019 è capitato il Brasile, proprio come nel 1999. L’idea è nata spontanea. I cambiamenti sono stati tantissimi, sia sotto il profilo tecnico-tattico sia sotto il profilo organizzativo. Inoltre, è stato un modo per riempire la biblioteca di Coverciano perchè ci sono ancora poche tesi sul calcio femminile. Per leggere la tesi di Manuela CLICCA QUI

Qual è la calciatrice che ti ha colpito di più in Italia?

“Elisa Polli, l’ho vista giocare nella Jesina. Lei è un attaccante di grande prospettiva, quest’anno ha la possibilità di giocare ad Empoli, ma nei prossimi anni la vedo molto bene in una squadra di alta fascia.”

Parliamo del tuo presente, il Pomigliano. Che ambiente hai trovato?

“Un ambiente che non mi aspettavo. Il Pomigliano è una società neopromossa che è nata dal niente, è una società dilettante, ma vi assicuro che loro operano come se fossero dei professionisti. A partire dalle infrastrutture, ai componenti dello staff, al presidente che vive il calcio ancora con passione, mi trovo veramente bene.”

La vittoria di Manuela Tesse della Panchina d'Argento nel 2018. Qui con Renzo Ulivieri. Fonte: twitter SSLazio
La vittoria di Manuela Tesse della Panchina d’Argento nel 2018. Qui con Renzo Ulivieri. Fonte: twitter SSLazio

Mancano sei giornate alla fine della Serie B, come lo state vivendo questo finale di stagione così emozionante?

“Il mood deve essere IO CI CREDO. Lotteremo fino alla fine per tentare di conquistare la promozione in Serie A. I sogni devono essere cavalcati.”

Quale squadra di Serie B ti ha impressionato di più e quale giocatrice di Serie B può fare il salto di categoria?

“Sicuramente la Lazio è una squadra fortissima e Martin, capocannoniere del campionato, è una delle candidate per fare il salto di categoria. Mi ha colpito tantissimo.”

Hai un sogno nel cassetto?

“Sogno una casa vista mare. ”

Due aggettivi per descriverti?

“Grintosa e passionale”

Cosa fai nel tuo tempo libero?

“Mi piace andare al mare e leggere.”

Si ringrazia per la disponibilità Manuela Tesse per la concessione dell’intervista.

Denise Civitella

 

Intervista a Rebecca Laface: “Il gioco che cerco di esprimere è quello che mi appartiene.”

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Classe 2000, da diversi anni lontano da casa per seguire il suo sogno: giocare a calcio ad alto livello, con l’obiettivo, un domani, di vestire la maglia azzurra della Nazionale.

Rebecca comincia a giocare a 8 anni, grazie a suo fratello, nella scuola calcio dei suoi genitori. Quest’anno ha militato nel Cesena, in Serie B.

Ecco l’intervista esclusiva per il nostro podcast di “Stelle in Campo”.

Si ringraziano LTA Agengy Italia e Rebecca Laface per la concessione.

Rebecca Laface
Rebecca Laface

Com’è nata la tua passione per il calcio?
Spesso accompagnavo mio fratello agli allenamenti ed alle partite, credo sia iniziato tutto da lì. Il suo entusiasmo e la sua passione mi hanno travolto.

Raccontaci il tuo percorso calcistico…
Ho iniziato a giocare a 8 anni nella scuola calcio dei miei genitori, oggi polisportiva Gi.A.Re. (Giovanni, Adele, Rebecca). Compiuti i 16 anni sono andata nel Nebrodi (Serie B, pre riforma). L’anno seguente ho iniziato la stagione a Trani, ma a dicembre mi sono trasferita a Jesi (Serie B, pre riforma). La stagione dopo ancora a Jesi per poi approdare nel Cesena.

C’è un allenatore o un allenatrice che senti sia stato più determinante di altri per la tua crescita calcistica e non?
Nel percorso della scuola calcio ho avuto dei mister magnifici, con cui ancora adesso parlo e mi confronto. Di sicuro mi hanno dato delle ottime fondamenta..
Nella prima squadra, invece, determinante è stato il percorso con mister Emanuele (Iencinella). Abbiamo fatto un ottimo lavoro sia in campo, che fuori. Anche con lui parlo spesso, per me i suoi consigli sono determinanti.

Il prossimo anno ti vedremo ancora tra le fila del Cesena?
Non credo. Vorrei trovare una realtà più adatta a me per continuare il percorso di crescita.

Come ti sei allenata durante il periodo della quarantena?
Il periodo di quarantena l’ho passato a Torino, da mio fratello. Non avendo molto spazio ho svolto prevalentemente esercizi per migliorare la forza, continuando il percorso iniziato qualche mese prima con un preparatore personale.

Quando non giochi a calcio, quali sono i tuoi hobby?
Amo gli animali e il mare. Quando sono a casa passo molto tempo con Pallottina e Whiskey, i miei due cani. Durante il periodo estivo mi godo il mio mare, vado in canoa o in barca a pescare con mio padre, mio fratello e mia sorella. Per il resto quasi tutto il mio tempo è occupato dall’università e dal calcio, ma nei momenti di relax mi piace leggere.

A quale calciatrice/calciatore ti ispiri?
Non mi ispiro a nessun calciatore o calciatrice in particolare. Cerco di apprendere da tutti, ma non farmi influenzare da nessuno. Il gioco che cerco di esprimere è quello che mi appartiene.
Essendo amante dello sport, prendo come riferimento diversi atleti cultori dei valori alla base del concetto sport. Primi fra tutti il rispetto, il sacrificio, la passione e l’uguaglianza.

Hai un rito scaramantico quando scendi in campo?
No, non ho nessun rito scaramantico.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Ne ho molti di sogni.

A cura di Denise Civitella

Ph. Credit LTA Agency Italia

Intervista a Fabiana Comin, allenatrice del Cittadella: “Il calcio: la mia passione, la mia vita.”

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Questa settimana, Stelle in Campo va in Veneto nella terra natale di Fabiana Comin, classe 1970 , attuale allenatrice del Lady Granata Cittadella società che milita nella Serie B femminile ed ex portiere della Nazionale di calcio italiana. Fabiana ha partecipato al Mondiale del 1999 in America e all’Europeo del 2001 in Germania.  Ha inoltre vinto 3 scudetti, 1 Coppa Italia e 3 Supercoppe Italiane ed è stata eletta miglior portiere italiano per tre anni consecutivi dal 2002 al 2005. E’ stato emozionante intervistarla, dalle sue parole si percepisce quanta passione e quanto lavoro ci sono stati dietro alla sua carriera prima da giocatrice ed oggi da allenatrice. Simpatica, vivace, una vera trascinatrice.
Fabiana Comin, allenatrice del Lady Granata Cittadella.
Fabiana Comin, allenatrice del Lady Granata Cittadella.
Ecco l’intervista integrale che potrete ascoltare anche a questo LINK:
Raccontaci quando è nata la tua passione per il calcio..
“E’ nata grazie a mio fratello. Lui era portiere, mi sono innamorata di questo sport. Ho iniziato a praticarlo tardi, a 12 anni. Nella provincia di Treviso non c’era ancora una squadra femminile, grazie a mister Roberto Gambassin che mi ha portata con lui, ho iniziato in una società prima giocavo solo al circolo del paese.”
La tua carriera è iniziata come portiere o avevi un altro ruolo?
“Quando ho cominciato, ho iniziato come attaccante. Giocavo esterno destro. Ho subito un infortunio muscolare dopo poche partite che mi ha costretta a star fuori dai campi per un periodo abbastanza lungo. Dopo due mesi di tribuna, pur di non rimanere ferma, ho chiesto al mister di farmi giocare in porta, anche se come ruolo non mi piaceva molto inizialmente. Da quel momento, non mi hanno più tirata fuori dai pali.”
Hai avuto tanti allenatori, ne ricordi uno in particolare?
“Ci tengo a citare Anna Mega che è stata la prima allenatrice capace di valorizzare un gruppo di donne. Ci ha insegnato come stare in campo. Poi, ho avuto la fortuna di avere Milena Bertolini che mi ha allenata nel Foroni, al tempo era il secondo di Leonardo Donella e, già al tempo era una grande allenatrice e si faceva valere. Il terzo nome che vorrei fare è quello dell’ex CT della Nazionale azzurra Sergio Guenza, scomparso pochi giorni fa, il quale, ci ha trasmesso tanta passione, anche se ci urlava contro, ci sapeva valorizzare sempre al massimo.”
Qual è stato il ricordo sportivo più bello vissuto da giocatrice?
“Sicuramente il primo scudetto con il Foroni. Era stato favoloso. Era una gran squadra, la parte più dura era stata sostituire Giorgia Brenzan, avevo molta pressione addosso. Tutti facevano un paragone tra me e lei,ma eravamo due portieri completamente diversi. Era un onore per me essere paragonata lei, ma non era giusto, nè per me nè per lei. Nell’uno contro uno o nelle scelte su un tiro avevamo movimenti diversi. Io volavo, lei magari riusciva a tenere una posizione diversa dalla mia e riusciva a prendere la palla stando in piedi. Anche caratterialmente eravamo due persone diverse, lei era più calma e pacata, io molto più esuberante. Lo dico sempre alle mie ragazze che se fossi stata un portiere “normale” non sarei arrivata dove sono.”
Il portiere è un ruolo in cui si ha una visione di gioco  completa, quanto ha influito la tua esperienza in questo ruolo sul diventare un’allenatrice professionista? Quando giocavi eri un’allenatrice in campo?
“Quando fai il portiere, una delle prime cose che ti vengono insegnate è quella di guidare la difesa. Devi sempre farti sentire ed il ruolo ti impone sempre di essere presente. Il portiere bravo è anche quello che in 88 minuti non fa niente, ma nell’unico tiro della partita deve essere pronto e preparato per fare la magia. Se non sei concentrata, è un problema. Il portiere che fa strada è quello che segue le compagne, le incoraggia. Questo fa sì che quando passi dall’altra parte come allentrice o preparatore dei portieri, sei già impostato nel guidare una squadra o un gruppo. E’ più semplice per noi ex portieri provare questa strada.”
Comin in azione tra i pali.
Comin in azione tra i pali.
Come è cambiata la preparazione delle calciatrici negli ultimi anni?
“E’ cambiata tanto soprattutto nel campo della prevenzione degli infortuni. Ci sono molto meno infortuni. Le società si sono attrezzate meglio. Ad esempio, se il mio preparatore non fa prevenzione, “lo alzo”. La stessa squadra dell’anno scorso ha subito molti meno infortuni quest’anno rispetto al precedente. Questo perchè abbiamo messo come prassi una scheda preventiva che le ragazze seguono nei giorni in cui non vengono al campo.”
Fino al momento in cui si è giocato, sei soddisfatta del campionato giocato dalla tua squadra? In cosa bisognerà lavorare in futuro?
“Posso solo parlare bene delle mie ragazze ed elogiarle per quello che stavano facendo, anche se la posizione in classifica non è quella che si meritano. Chiunque abbia giocato contro di noi, un po’ di timore lo aveva. La squadra ha un gioco, non buttiamo via un pallone e partiamo sempre dal fondo. La difficoltà che c’è stata è che le mie ragazze non hanno tanta esperienza nella categoria, sono molto giovani, l’età media è di 22 anni e tante sono arrivate dalla Serie C. Il livello della Serie B si è alzato molto, è difficile dire anche cosa potrebbero fare il prossimo anno, credo che il livello  si alzerà ancora. Voglio vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, nonostante la situazione generale di oggi sia molto difficile, credo che, mantenendo il gruppo, la mia squadra potrà fare più che bene.”
Quali sono le giocatrici che ti hanno impressionato di più nel campionato di Serie B?
“Codecà, l’attaccante della Riozzese, la volevo in squadra. Mi ha sorpreso Barbieri del San Marino, attuale capocannoniere del campionato cadetto, sta mantenendo una media gol molto alta. A livello di portieri, non voglio cadere nel giochino che facevano con me e non voglio paragonare nessuno alla sottoscritta. Voglio però spendere parole di elogio per Laura Giuliani sta facendo veramente bene. Anni fa, era “piantata” tra i pali, ma da quando è approdata alla Juve, è migliorata tantissimo ed ha fatto dei notevoli passi in avanti. Come portieri stranieri, voglio citare Öhrström della Fiorentina che ho allenato e so le qualità che ha, però anche il portiere del Sassuolo, la belga Lemey, anche se ha una statura bassa come Ohrstrom è sempre sul pezzo, sono portieri che comandano. Senza nulla togliere al Sassuolo, mi auguro che nel suo futuro possa esserci una grande squadra perchè se lo meriterebbe. Di giovani ti cito Forcinella del Verona che è una dei portieri del futuro. Dovrei citarle tutte le giovani, stanno lavorando molto bene.”
Come tieni unito il gruppo delle tue ragazze del Lady Cittadella in questo periodo di emergenza sanitaria?
“Facciamo delle web conference con i programmi settimanali. Le ragazze mandano quotidianamente i loro video di quello che stanno facendo. C’è da dire che se ci fosse una ripresa del campionato, sarebbe improponibile partire domenica con la partita, bisognerebbe avere almeno due settimane di allenamenti sul campo per rimetterle in sesto.”
Comin, insieme alla sua inseparabile cagnolina.
Comin, insieme alla sua inseparabile cagnolina.
Saresti favorevole ad una ripartenza dei campionati?
“Sono divisa a metà. Da un punto di vista sportivo ti direi di sì, da un punto di vista della salute no perchè è ancora un po’ pericoloso per le squadre del Nord. Con la squadra parliamo di questo, le ragazze vorrebbero giocare, c’è stato uno stop improvviso, c’è la voglia di stare insieme e questo, purtroppo, crea un contrasto di sentimenti perchè abbiamo visto cosa ha portato questo virus, a me dispiace molto per le famiglie che hanno perso i propri cari.”
La Presidente del Pink Bari, Alessandra Signorile, ha dichiarato qualche giorno fa che il calcio femminile è a rischio estinzione dopo questa emergenza sanitaria, qual è il tuo punto di vista su questo argomento?
“Tante aziende hanno bloccato le sponsorizzazioni e certe società, senza questi introiti, non avranno un sostentamento. Bisognerebbe che le amministrazioni dessero una mano a queste squadre perchè non è facile andare avanti. Nell’hinterland veneto tante aziende stanno facendo fatica a ripartire. Ci sarà un rallentamento del nostro sviluppo, quello che abbiamo ottenuto fino ad ora, teniamolo stretto. La mia paura è che certe società che non hanno affiliazioni con squadre professionistiche, certi standard non potranno tenerli.”
Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi professionali?
“Riprendere in mano la mia squadra e fare sempre meglio, nell’immediato. Voglio migliorarmi sempre e prima o poi, arrivare come primo allenatore in una squadra di Serie A. Difficile, ma non impossibile. Bisogna andare con calma e dimostrare che si è capaci. Nel femminile, noi donne dobbiamo sempre dimostrare qualcosa in più, anche se siamo preparate. Anche quando si è vinto tanto.”
Quali sono i tuoi hobby quando non alleni?
“Leggo , guardo film e passeggio con i miei cani. Una di loro è cieca,mi prendo molto cura di loro.”
Denise Civitella
Fonte foto:
Facebook pagina personale Fabiana Comin
www.ladygranatacittadella.it
www.calciodonne.it