Notizie in Oncologia: Opdivo nel carcinoma renale avanzato o metastatico

 

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Studio CheckMate -025: il 26% dei pazienti con carcinoma renale avanzato o metastatico trattati con Nivolumab è vivo a cinque anni

I risultati di follow-up a 5 anni dello studio di fase 3 CheckMate -025 continuano a dimostrare che il trattamento con Nivolumab ( Opdivo ) fornisce nei pazienti con carcinoma renale ( RCC ) avanzato o metastatico, precedentemente trattato, tassi di sopravvivenza globale ( OS ) e di risposta obiettiva ( ORR ) superiori rispetto a quelli trattati con Everolimus ( Afinitor ).

Nel follow-up minimo esteso di 64 mesi, i pazienti trattati con Nivolumab continuano a dimostrare benefici per la sopravvivenza globale con il 26% dei pazienti vivi rispetto al 18% dei pazienti trattati con Everolimus.
Inoltre, la percentuale di pazienti con una risposta obiettiva è stata del 23% per Nivolumab contro il 4% per Everolimus e la durata mediana della risposta ( mDOR ) per Nivolumab è stata mantenuta più a lungo rispetto a Everolimus ( rispettivamente a 18.2 mesi versus 14 mesi ).

Il profilo di sicurezza generale è risultato coerente con quello osservato nelle analisi precedentemente riportate da CheckMate -025 in pazienti con carcinoma a cellule renali.
Nessun nuovo segnale di sicurezza o decesso a causa del trattamento farmacologico si è verificato con un follow-up esteso.

CheckMate -025 è uno studio di fase 3 randomizzato in aperto di Nivolumab versus Everolimus nei pazienti con carcinoma renale avanzato sottoposto a una precedente terapia anti-angiogenica.
I pazienti ( n = 803 ) hanno ricevuto Nivolumab ( n = 406 ) 3 mg/kg per via endovenosa ( IV ) ogni due settimane oppure Everolimus ( n = 397 ) 10 mg per via orale una volta al giorno fino a progressione della malattia o tossicità inaccettabile.
L’endpoint primario dello studio era la sopravvivenza globale. Gli endpoint secondari includevano il tasso di risposta obiettiva, la sopravvivenza libera da progressione, la qualità di vita e la sicurezza.

( CONTINUA )

 

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Data presented at ESMO provide further insights and greater understanding in using Pembrolizumab ( Keytruda ) in select second-line advanced urothelial carcinoma treatment settings, and importantly, demonstrate an overall survival advantage with Pembrolizumab compared to standard chemotherapy agents Vinflunine, Docetaxel and Paclitaxel, which are common in clinical practice for the treatment of this disease.

For previously treated patients, post-Platinum failure, these findings are also encouraging as they show an overall survival benefit regardless of PD-L1 status or choice of commonly used chemotherapy.

With nearly two years follow-up, these updated phase 3 data continue to show an overall survival benefit with Pembrolizumab in patients with advanced urothelial carcinoma whose cancer has progressed after receiving previous treatment for their disease.

Currently, Merck also has the largest immuno-oncology clinical development program in bladder cancer, with 29 trials underway involving Pembrolizumab as monotherapy and in combination, including four registration-enabling studies.

 

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