#testroad : con la Tipo SW sui grandi laghi e bacini italiani

#Testdrive : con la Fiat Tipo SW S design un’auto per la famiglia, lo sport, il lavoro, e per viaggiare fino all’Idroscalo

Un’auto completa e accessibile che si lascia ammirare ma all’occorrenza fugge via veloce

Ricordate? Abbiamo provato lo scorso anno la #Fiat Tipo 5porte. L’impressione era stata molto buona e si era creata da subito empatia. Ovvero, si era spontaneamente rivelata facile da guidare, gestire, interpretare. In poche parole, utilizzare. Accessoriata con le dotazioni tecnologiche avanzate, ci era parsa fin dall’inizio un’auto completa, maneggevole, veloce, confortevole. In poche parole, versatile. Questo, avendo però avuto da sempre una propensione naturale per le auto familiari. Anche la mia prima auto da rally, la Fiat 127 a te porte, con il portellone, rispondeva a questi requisiti. Così come, in seguito, la Regata SW, la Marea SW. Anche la Tipo prima versione con il portellone, offriva buone possibilità di carico. Embè? Forse avrete capito che mi rimaneva una forte curiosità. Mista a un’attrazione irrefrenabile: dopo la Tipo 5porte provare anche la nuova Tipo SW. L’occasione mi è stata offerta dal destino: la Fiat, gruppo FCA, ha immesso sul mercato la S design, un modello con alcuni restyling non sostanziali, fondati sull’utilizzo del contrasto di colori chiari con le rifiniture in nero, che assicurano ancor più grinta alla vettura.

La Tipo SW Bianca,

fa risaltare queste modifiche, che risultano morbide rispetto alla linea comunque compatta e aggressiva della nuova Tipo. Anche la coda trasmette potenza e grinta. Quasi suggerisse di mostrarla con orgoglio alle auto che seguono. Una volta aperta la coda, il grande portellone, ci si prospetta un piano di carico all’altezza giusta, con un bagagliaio capiente. Che abbassando i sedili posteriori semplicemente sganciando i tasti di ancoraggio, diventa notevole. Ci permette di caricare due biciclette, o grandi valige, o molto altro. Senza difficoltà e in sicurezza. Anche i posti a sedere posteriori sono comodi per i tre passeggeri. Come lo sono, e avvolgenti, quelli anteriori. Il volante, in pelle, reca buona parte dei comandi. Dietro alle razze principali, in questa versione con il cambio manuale a sei marce, ci sono due pulsantini per comandare l’autoradio.

Diesel, 1600 cc, 120 CV.

Lo scatto è deciso fin dai primi giri del motore. Ai semafori si spegne da sola. In viaggio dispone di un cruise control facile da governare. Partiamo, e l’accelerazione è buona. Molto maneggevole, vedremo poi come si comporta qualora sollecitata. Trazione anteriore, la prima cosa che apprezziamo sono i consumi: poco più di 5 l di gasolio per 100 km. Approfondiamo l’argomento e scopriamo che del restyling del design dell’auto fanno parte due prese d’aria sul mascherone anteriore. Servono a ridurre il coefficiente di penetrazione del muso dell’auto, facilitando il deflusso dell’aria che, così, frena di meno l’avanzare della Tipo. Poi, sono state create due scanalature, sul cofano e sul tetto: servono a far scorrere via l’aria in modo più fluido, a ridurre le turbolenze aumentando la capacità della Tipo di penetrare nell’aria che la precede.

Il risultato sono i bassi consumi.

Confermati dalla non eccessiva capacità del serbatoio, sempre commisurata alle esigenze, che comunque consente un’autonomia di oltre 900 km. Ah, dimenticavo: dove stiamo andando? Questa volta verso uno degli specchi d’acqua più apprezzati specialmente d’estate, ma utilizzato per tutto l’anno. Non un lago naturale, questa volta, bensì un bacino artificiale, a pochi passi dalla metropoli e da uno degli aeroporti più trafficati del nostro Paese. Usciamo dal centro di Milano per spostarci verso via Mecenate e l’aeroporto di Linate,

per poter raggiungere l’Idroscalo.

Un grande bacino artificiale, di 1,6 km2, lungo 2600 metri, largo da 250 a 400 metri e profondo da 3 a 5 metri, che fu creato alla fine degli anni ‘20 per essere lo scalo degli idrovolanti. Ma è utilizzato fin dal 1934 per scopi sportivi e ricreativi. Divenendo ‘il mare’ dei milanesi. Raggiungiamo infatti la sponda orientale. Dove ci sono giochi acquatici e stanno praticando la canoa. Dove abbiamo parcheggiato ci sono le strutture di una discoteca all’aperto. Che aprirà con la bella stagione. Sulla sponda settentrionale scorgiamo una grande tribuna destinata a consentire al pubblico di seguire giochi e manifestazioni sportive acquatiche. Davanti a noi stanno allestendo un parco giochi acquatico. Quando fu realizzato l’Idroscalo, gli idrovolanti erano i mezzi di trasporto privilegiati per le grandi distanze con partenza e arrivo nelle vicinanze del capoluogo lombardo. Oggi fa parte del sistema dei parchi di Milano. E la Tipo SW S design? L’avevamo lasciata all’esterno20180420_160347 IMG_042211 IMG_98931 IMG_989811 IMG_9900111 IMG_9901 IMG_990611 IMG_9910 IMG_99751 IMG_98931 IMG_9988 e la riattiviamo a distanza con il telecomando. Possiamo così apprezzare i fari a led che ci aiutano a individuarla nel parcheggio. Che assieme a quelli orientabili situati sempre sul frontale, la sera illuminano con efficacia la nostra strada. Bene! Ora proseguiamo.

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#testdrive #LandRover #Discovery Sport potente e confortevole fuoristrada

IMG_89501IMG_9117IMG_8546IMG_854511IMG_85481IMG_8562IMG_8561IMG_8560IMG_8588IMG_8592IMG_86071IMG_86211IMG_86381Comoda maneggevole e avvolgente e all’occorrenza scattante e veloce

Sorella minore della famiglia Discovery dispone di …soli 240 CV per 2000 kg di peso

Quando l’ho presa in consegna forse l’avevo sottovalutata. Avevo dimenticato di averla provata, seppur sommariamente e da trasportato, nel set di testdrive alla #Barcolana a Trieste. Perché, avevo poi avuto modo di conoscere a fondo la Discovery 3000 diesel 6 cilindri Hse da 249 CV. Che ha sette posti di default, ed è superaccessoriata. Ma dispone anche di una scocca molto importante e voluminosa. La Discovery Sport è un po’ più piccola, 2000 cc, cambio automatico a quattro ruote motrici come l’altra. Ma… mi ero dimenticato che viene promossa come un cavallo da tiro. A #Trieste era proposta con attaccato al gancio di traino il carrello con a bordo una barca a vela. In un video promo viene presentata mentre, su un vecchio ponte ad arco sospeso sul vuoto di una valle profonda,

traina due vecchie carrozze ferroviarie passeggeri…

La Discovery Sport è la terza auto di Jaguar-Land Rover che provo. Dopo anche l’esclusiva Evoque Cabrio. Ma non finisco mai di stupirmi. Per quanta cura sia messa nell’assicurare confort al guidatore e ai passeggeri, su un fuoristrada puro, capace però di grandi prestazioni anche su strada. Come al solito, la formazione motoristica di base mi continua a far considerare le auto e le moto per la loro potenza, e stando alle caratteristiche delle auto di una volta, a trascurare la curva di coppia della potenza del motore. La sua capacità di rispondere a bassi regimi, che per un fuoristrada che aspira a essere utilizzato come una moto da trial, è fondamentale. Per questo, nel primo viaggio, ho fatto sfogliare a chi era in auto con me il libretto dell’auto, e nella penombra, ancorché all’occorrenza si disponga di un’ottima illuminazione interna, mi sento leggere una cifra: 177. Vabbè, ho pensato. È più piccola di quella precedente. 180 CV non sono tantissimi, ma nemmeno pochi. Vediamo: superato il casello dell’autostrada ho girato la praticissima manopolona posizionata al centro del tunnel tra i sedili, sensibile come quella del comando del volume di un impianto Hi-Fi. Premendola leggermente, perché ero già in movimento, e spostandola nella posizione S Sport. E ho schiacciato a fondo l’acceleratore. Ho capito che non si trattava di 177 CV, bensì di 170 KW.

Ovvero: 240 CV. Quasi come la sorella maggiore… Sì, però con circa seicento kg di peso in meno.

Ma questa prerogativa la valuteremo meglio nel fuoristrada. Vediamo i consumi: nella norma per un SUV fuoristrada di questa mole. Affrontabili e gestibili. Proseguiamo il viaggio accendendo l’impianto Meridian con gli effetti surround. Mi sono spaventato quando qualcosa ha cominciato a farmi muovere i pantaloni al di sotto del ginocchio. Dopo una minuziosa verifica, ho capito subito che non si trattava di qualche animale entrato nell’abitacolo, né di un insetto. E nemmeno del getto d’aria dell’impianto di climatizzazione. Era semplicemente frutto dello spostamento d’aria generato dal subwoofer. Che senza essere invasivo, concorre a rendere più pieno lo spettacolo della musica a bordo.

Confort? In linea con gli standard elevati di #Jaguar e #LandRover.

Con i sedili da salotto pregiato. Il tettuccio completamente finestrato per farci apprezzare il paesaggio circostante. Che all’occorrenza si può oscurare con una paratia a scorrimento elettrico. Facciamo un giro per Milano prima di rientrare. Il carattere grintoso della Discovery Sport è racchiuso in una veste elegante che ammorbidisce la struttura del fuoristrada per antonomasia. Così, anche nel cuore della capitale economica del Paese non ci farà sfigurare. Ci attira il grattacielo Unicredit. Il sottostante piazzale Gae Aulenti con le sue fresche fontane. Ma in particolare la risto-libreria Feltrinelli. Che nella mia città non c’è ancora. All’entrata incontriamo i primi libri dal tono ironico: cosa non fare al volante di un fuoristrada. Non è il nostro caso per la #LandRover è versatile. Scelgo un altro volume illustrato sugli errori da non fare in barca in crociera, di Davide Besana. Pensare al mare nel cuore della city fa rilassare come guidare un vero SUV fuoristrada. Anche il parcheggio della Discovery era stato in pieno confort, ancorchè in un sacrificato multipiano. Il display centrale di grandi dimensioni, e una telecamera con la simulazione dello spazio di manovra prescelto assicurano relax al guidatore pure in questa operazione, anche ai principianti.

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#Giulietta #AlfaRomeo nuova sport 1.4 MultiAir da 170 CV con stile e confort in anteprima nella #RivieraFriulana

Una versione aggressiva e completa della media cilindrata del Biscione anticamere delle corse?

Andiamo a cercare frescura con l’abitacolo ben refrigerato sul lago di Como

Premesso che da diversi anni guido Alfa Romeo, perché vi ho ritrovato un buon compromesso tra le prestazioni, i consumi, la guida che all’occorrenza è sportiva e veloce, ma sa essere confortevole e tranquilla, e per lo stile che coniuga lineamenti racing con lo stile dell’auto italiana, avevo già guidato la Giulietta. In diversi modelli, a benzina e diesel. Un’auto comoda, maneggevole, confortevole, dalle giuste dimensioni compatte, adatta per la città ma anche per gli spostamenti. Stavolta però, il #testdrive è su un’anteprima. Quasi a sorpresa mi è infatti stata proposta una Giulietta 2017 1400 MultiAir da 170 CV con cambio automatico Alfa TCT a sei marce. La versione aggressiva della nuova Giulietta. A un passo dal #racing.

Sono un ‘alfista’ da qualche anno ma così corsaiola non me l’aspettavo

Ne avevo già viste parecchie di Giulietta. A me personalmente piace bianca, magari con i cerchi maggiorati. Ma anche rosso fuoco fa la sua figura. Sempre con le ruote più grandi che riempiono i possenti parafanghi anteriori. Così davvero, però, non me l’aspettavo. Al ritiro, al parco stampa FCA a Milano, dopo avere ottenuto la chiave, ho schiacciato il pulsante di apertura delle porte per riconoscerla dal lampeggio delle frecce. Ed è stato subito feeling! Grigio opaco, ruote da 18’ con cerchi modello corsa, pinze dei freni a vista maggiorate e di colore rosso corsa Brembo, finiture della grande presa d’aria anteriore rosso fiammante, così come sulla coda, sopra alla slitta del paracoppa che si prolunga fin quasi sulla targa e fa sfogare il tubo di scarico di sezione rotonda e convicente. Uno sguardo verso l’interno: i sedili modello corsa con le scritte AlfaRomeo in pressofusione sotto al poggiatesta, il volante in pelle, gli strumenti sportivi e i comandi concentrati al volante e attorno al volante. Ma soprattutto: il grigio opaco. Al tatto, ho voluto sentire il parafango per prendere confidenza con la mia nuova complice di #testdrive, risulta setosa, a metà strada tra la superficie liscia e quella appena sabbiata. Riflessi, luci diverse, da ogni angolazione assume un aspetto diverso. Ma sempre …aggressivo. Una chicca che avrei portato in anteprima nel Nordest e nella #RivieraFriulana.

Anteprima per la #RivieraFriulana ma prima refrigerio nel lago di Como

La giornata è molto calda: il termometro segna 37 gradi all’ombra. Così guadagno tempo e la lascio accesa cercando rifugio negli uffici …condizionati. Quando ritorno l’abitacolo è splendidamente rinfrescato. Occupo il sedile, che regolo con facilità, così come l’altezza del volante, e intuisco che così com’è grintosa, è altrettanto confortevole, e pronta ad assistere la mia guida, con sistemi di rilevamento degli ostacoli, cruise control adattivo, frenata assistita, guida assistita, una dettagliata telecamera per la retro. Quindi, decido di lasciare la velocità per una giornata più fresca. Ora, andiamo a cercare refrigerio sui laghi. Per esempio …quello di Como, che è a mezz’ora da lì.

I passanti la notano: che sia il ‘Biscione’?

Mi avvio e anche per le strade di Milano, c’è chi si volta a guardarla. Debbono avere visto l’anteprima su qualche rivista o servizio. Il cambio automatico? La rende docile come un’utilitaria. I freni? Basta far capire al pedale le nostre intenzioni e ci troviamo inchiodati, ma delicatamente. C’è la leva per regolare il rendimento del motore, l’assetto, lo sterzo, con tre posizioni: per terreni sconnessi e con scarsa aderenza, normale e dinamica. Cominciamo dalla posizione più ‘tranquilla’. Andiamo sullo sconnesso, ed è morbida e precisa. Proviamo a dare gas al verde di un semaforo e va, più o meno come quella che avevo provato (2000 cc diesel).

Comoda e confortevole ma se schiacci…

Ma rimaniamo su questo stile di guida. È comoda e anche i passeggeri nella parte posteriore dispongono di accessori come il porta bicchiere nel poggia gomito centrale. Vediamo i servizi nel display ad alta definizione. Accendo la radio. Ottimizzo un paio di regolazioni, do …gas alla manopola. Così com’è silenziosa rispetto ai rumori di marcia, la Nuova Giulietta Sport è uno splendido salotto per l buona musica da viaggio: un impianto Bose dotato di subwoofer sotto ai sedili posteriori crea l’atmosfera adatta al viaggio. Ma, siamo arrivati a Como, cerchiamo una spiaggetta: Lido di Moltrasio, accanto al Grand Hotel. Un tuffo nell’acqua, fresca rispetto alla calura esterna. Obiettivo raggiunto: la frescura. Ma anche Giulietta, all’interno, era bella fresca, e il clima non pareva influire sul rendimento del motore. La osserviamo dalle rive del lago, nel parcheggio: grigio opaco è proprio una versione azzeccata. Ma è ora di cena e stanno per trasformare la spiaggetta in ristorante. Arrivederci alla prossima puntata.

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#FiatTipo 5p: #Testdrive nella #RivieraFriulana di un’auto media compatta e completa

IMG_7429 IMG_7046 IMG_7060 IMG_7061 IMG_7072 IMG_7064La nuova serie di una delle auto più riuscite della #Fiat prodotta da #FCA si piazza subito tra i modelli di successo in Italia e all’estero

Consumi adeguati alle aspettative, confort e dotazioni da gamma alta

L’ho vista passare di sfuggita in città, a Udine, probabilmente guidata da qualche venditore della #Fiat. E mi aveva incuriosito. Finora non era stata spinta sul mercato delle vendite. Non erano state lanciate offerte e non ne avevo notato la pubblicità o recensioni sui media. Poi, ecco l’occasione per provarla. Avevo sentito parlare di un’auto completa, compatta ma spaziosa, con un buon rapporto qualità-prezzo e dunque accessibile a un pubblico più vasto. La prima Tipo della nuova serie a uscire era stata la berlina a tre volumi. A dire il vero non mi aveva convinto molto la coda, che la trovavo non coerente rispetto al muso aggressivo e proteso in avanti. Da una Tipo mi aspettavo altro. Perchè, come tanti, alla fine degli anni ’80 e inizi anni ’90 l’avevo avuta anch’io. Prima una 1400 cc. Poi la Digit 1600, con il motore grintoso e il cruscotto digitale, il primo per la #Fiat. Stabilità, volumi interni generosi, buone prestazioni e consumi. Quindi, dalla Tipo 5 porte che è arrivata di recente, mi aspettavo questo. E linee morbide. In effetti, la 5 porte ha una coda importante ma elegante. Il primo test che le chiediamo è la solita prova-autostrada: circa 400 km. Prendiamo dimestichezza con i comandi e con il posto di guida. I sedili sono comodi e avvolgenti. Dispongono di tutte le regolazioni necessarie. Il cruscotto è zeppo di comandi e di accessori. E scopriamo che ha proprio tutto quello che serve e che abitualmente troviamo su una vettura di categoria superiore. Attacchiamo il cruise control, lo piazziamo sui 125 km/h, effettivi e controllati con il navigatore del cellulare, e via. L’approccio è quello che offre una vettura stabile e confortevole. Con una buona visibilità interna. L’impianto radio è di buona qualità. E consente di scaricare musica dalla chiavetta, dall’Ipod, dal cellulare che si interfaccia sia via bluetoot che con il suo cavo di connessione. Un paio di soste caffè e ‘tecniche’ al grill, e per recuperare raggiungiamo la velocità limite consentita in autostrada. La rumorosità non aumenta nonostante ci abbiano montato le ruote invernali. Ebbene, ciononostante, il computer di bordo ci indicherà una media di consumo di oltre 18/km con un litro di gasolio. Anche questo diesel 1600 Fiat da 120 HP è ben valorizzato. In aiuto viene poi l’aerodinamica dell’auto, che ha il muso aereodinamico, arrotondato, e grintoso. Prima di rincasare facciamo un paio di test di tenuta e assetto sulle rotonde e i rondò, dove si può fare senza correre rischi o farli correre a nessuno. E la Tipo rimane attaccata all’asfalto. L’equilibrio tra la trazione anteriore e la coppia che parte dal basso ne fanno un’auto sicura, giovane, ma adatta a tutte le esigenze. Anche di carico. E … lo vedremo la prossima volta.                      #charlieinauto

#SubaruXV condensa molte qualità attorno al piacere di una guida morbida e potente

Dalla sportiva versatile al SUV da città da viaggio da cross… #charlieinauto

Un’auto per ‘giocare’ a guidare rassicurati dal 4WD permanente symmetrical di #subaru

Ma è un’auto da città, da viaggio, o un crossover? È alta da terra, e di seduta, come un SUV, lo spazio tra le gomme e i passaruote, nonostante i cerchi da 17’ è significativo. L’assetto è morbido, ma… non sempre. Non risente di asperità e dislivelli del terreno. Per questo motivo mi sono posto quella domanda, quando sono salito per la prima volta a bordo della #SubaruXV. È stato per cercare di capirla. Di interpretarne la guida e le prerogative. Confesso, che non avevo ancora letto molto su quest’auto. Salvo avere visto la #SubaruXV con la livrea bianco azzurra della Polizia locale in perlustrazione nella mia città. O mentre compiva acrobazie, per altre auto impensabili, con le sue ‘sorelle’ della Casa delle Pleiadi, al Motorshow. Ma perché l’hanno scelta i vigili urbani? Lo scopriremo più avanti. In mezzo al traffico #SubaruXV è docile e si guida, anzi si lascia guidare docilmente.

I primi chilometri di adattamento al ‘traffico’ cittadino

Anche questa volta, i primi km li percorriamo nel cuore della città. A bassa velocità, ma proprio bassa. Ah! Ho notato una cosa curiosa. Che voglio condividere con voi. Pur spostandomi a bassa velocità, con la XV notavo che i pedoni, ma anche gli altri automobilisti spesso si giravano o si attardavano a guardarla. Lo stesso mi era capitato, sempre nel centro di Milano, con la #Subaru #Levorg, e con la iconica spider che avevo provato in precedenza. Pochi giorni fa, compiendo le stesse manovre e lo stesso percorso a bassa velocità, ma con un’auto di fascia medio-piccola, ma appena uscita sul mercato, per il solo fatto di essermi attardato a seguire un gelataio con il triciclo, ma con motore elettro assistito, quindi non proprio lento, ha sentito suoni di clacson e mi sono beccato improperi da chi seguiva. Persino da una giovane donna. E ho capito che l’auto rappresenta ancora uno status symbol… Se li distrai con un giocattolo che li possa interessare eviti che siano presi della frenetica paranoia del dover-voler vivere sempre in gara con … Con che cosa? Forse con la propria salute.

Il frinire morbido del diesel boxer #Subaru, il motore orizzontale a 4 cilindri contrapposti

Torniamo a noi: imboccando la strada verso casa, dò un’accelerata a marce basse. E guardo allarmato chi è in auto con me: il rumore dell’auto aveva qualcosa di insolito. Non mi suonava per nulla salutare. E sì che dovrebbero avermi affidato un diesel. E per giunta di 2000 cc. Non sapevo nulla del motore diesel boxer della Subaru. Che cosa stava succedendo? Che è così bene insonorizzata, poche le vibrazioni, che il motore si sente appena, e la finestra-spia con il numero della marcia inserita sul cruscotto a questo punto può essere utile. E quando abbiamo aperto il tettuccio per apprezzare il clima primaverile, abbiamo sentito il sibilo acuto del boxer. Vibrazioni ai semafori? Innanzitutto si spegne da sola. Ma se rimane accesa perché avverte la nostra incertezza, magari in coda, il fatto che il motore si acceso ancorché in standby, e i sistemi di sicurezza attivi, come l’antislittamento, ci segnalato da un periodico e lieve ondeggiamento della macchina. Questo l’abbiamo scoperto leggendo il pingue manuale di istruzioni.

Torniamo al volante.

Il passaggio diretto dalla Levorg alla XV mi ha costretto a rivoluzionare la guida. Da un motore a benzina, 1600 cc da 170 HP, ero appena passato a un diesel boxer 2000 da 140 HP. Quindi, con una coppia più morbida. Più tiro ai bassi, nessun artifizio elettronico per cambiare le prestazioni, se non l’ottimizzazione del rendimento del motore. Riprendo confidenza con il cambio, a 6 marce, dopo tre settimane di cambio automatico e l’uso di due soli pedali, per scoprire un motore fluido. Con parecchio tiro, e la sensazione di essere coccolati dall’auto. Che provano anche i passeggeri.

Subaru XV a tua completa disposizione.

20170303_171101 Subaru XV Milano tram Subaru XV Milano Subaru Milano giocoliere Subaru XV Udine Subaru XV ruota post Subaru XV pozzanghera Subaru XV Ida Subaru XV fiume SUbaru XV cruscotto notte Subaru XV coda fiume Subaru XV Aquileia codaLa seduta è alta, da SUV. I sedili confortevoli. Lo spazio interno ampio, così come la possibilità di carico, abbattendo i sedili posteriori e non. I sedili sono con le cuciture a vista come nella Levorg. Un buon impianto per la musica dalla radio, e il display centrale è analogo a quello della Levorg. Con tante utili funzioni, anche per il controllo dei consumi, della ripartizione della trazione sugli assi, il navigatore, il telefono con il Bluetoot. Anche su questo modello c’è la messa in moto a pulsante. E la chiave, è sufficiente sia avvicinata a una delle porte anteriori o al portellone posteriore per sbloccare la chiusura. Oppure, che sia presente a bordo per mettere in moto.

Occhio alla chiave elettronica

Una comodità… direte voi. Ma un accorgimento non adatto ai distratti o a chi conduce una vita frenetica. Come quella degli automobilisti di città: se affidate per esempio l’auto accesa a vostra moglie, e correte a prendere l’aereo, vi può capitare di ritrovarvi nell’aeroporto di destinazione …con la chiave dell’auto in tasca!!! E vostra moglie, ne frattempo, è ferma chissà dove, impossibilitata a ripartire. Salvo che libera … di andare a casa a cercare la chiave di riserva.

Forse, sarebbe davvero opportuno che qualcuno brevettasse un sistema a cicalino o una vibrazione che vi avvisi se vi allontanate di qualche metro dall’auto con il motore acceso, e avete la chiave in tasca… Ora però, finalmente, imbocchiamo l’autostrada. Il viaggio sarà di qualche ora, ma dobbiamo ricordarci che questa Subaru, l’esemplare che stiamo guidando, non è dotato del sistema Eyesight come la LEvorg che abbiamo lasciato poche ore prima (anche se negli ultimi modelli i sistemi di sicurezza di guida assistita sono presenti su tutti i modelli Subaru). E che, quindi, dobbiamo proprio guidare. Salvo farci aiutare dal cruise control. Ci dirigiamo verso casa. E un’altra bella scoperta, una conferma rispetto ai dati identificativi della macchina: il basso consumo. Alla prossima puntata altre piacevoli sorprese da Subaru XV.

#charlieinauto  

SubaruLevorg: elegante e compatta, grintosa, morbida nella linea, guida, e abitabilità

Ch Levorg tramIMG_5827IMG_5832IMG_5849IMG_5903IMG_5913Ch Levorg UdineCh Levorg PalmanovaIMG_5728Ch Levorg RossiniCh Levorg CodaCh Levorg Central 2Ch Levorg Central20170212_193453_HDR#SubaruLevorg è così, se vi pare, e se vi piace

Dovete prenderla com’è perché non ci sono alternative: soltanto 1600 a benzina, boxer, 170 HP

Scendendo da una primadonna non era certo facile ‘accontentarsi’ di guidare altro. Il primo impatto è stato di incertezza: passavo da una posteriore pura a un 4X4 permanente, la #SubaruLevorg. Come sarebbe andata a finire? Soprattutto, da un cambio sei marce a cloche, a un automatico, con sequenziale e comandi ad aletta al volante. La palestra per il riscaldamento è sempre Milano. E guarda caso, comincia a poca distanza dal garage precedente. Questo, più discreto, è immerso tra i palazzi. Ci affidiamo al navigatore per andare verso i navigli. Occhio! L’ultima volta che ci siamo fidati c’è arrivata la multa per accesso alla zona ZTL senza avere pagato il bollino… le studiano tutte per fregarti soldi ormai: noi gli portiamo in mostra accanto al marciapiede vicino al Duomo una Signora della strada nella livrea bianco ghiaccio, e loro ti mandano il conto a casa. Mah!?

Tanti comandi ma molto intuitivi

Comunque, ci abituiamo subito ai comandi, sono molto intuitivi. Eccetto che per l’enorme ma utilissima serie di accorgimenti per la sicurezza nella guida, che hanno fatto vincere e fanno vincere a #Subaru sempre nuovi Oscar per la security. Un grande pedale del freno in inox, che non puoi mancare, da premere anche per accendere il motore contemporaneamente al pulsante di avviamento-spegnimento. Con il motore, funzione escludibile, che ce lo spegne ai semafori.

Sedili con controllo …tipicamente europeo

Ora regoliamo i sedili. I comandi, ci aveva spiegato il capofficina dell’assistenza milanese della Casa delle Pleiadi, officina Buratti, ci aveva spiegato che hanno al tatto la forma del sedile. E così è infatti: solleva, avanza, arretra, reclina… E quelli del passeggero anteriore? Tutto manuale. Anche l’inclinazione che … scopriamo, ha la posizione a sgancio rapido. Certo che le studiano proprio tutte per i mercati europei questi giapponesi. P, R, D, N, e se si vuole cambiare a sei marce sequenziali si sposa da Neutral leggermente la docile leva del cambio a sinistra. E sul display dietro al volante compare il numero della marcia inserita. Si spegne il termometrino blu sul cruscotto, e vuol dire che il motore è caldo qb. E ora? Vediamo un po’. Mentre apprezziamo la grande comodità dei sedili, in pelle con cuciture a mano a filo azzurro, intonate alla selleria, facciamo un paio di conti: dobbiamo fare quasi 400 km. È bene che prendiamo un po’ di pratica.

Motore boxer a benzina

Allora: benzina, quattro cilindri boxer, 1600 cc, 170 cv, trazione integrale permanente. E’ l’erede della Subaru Legacy, c’è solo a benzina, per ora, e viste le prestazioni, 210 km/h, 8.5” da 0 a 100 km/h potrebbe accurare qualche buco nello spunto. Invece la ripresa è veloce. E quello che ci sorprende, che la rende ‘appetibile’ anche per le signore sportive, è la morbidezza. Ecco, quest’auto si distingue per una guida docilissima e morbidissima. Lo sterzo molto preciso, l’accelerazione potente fluida, la frenata soft ma assolutamente efficace. Il tutto assistito dall’elettronica. Perché monta Eyesight che guida per noi. Forse anche troppo inducendo assuefazione all’automatismo. Un’unica perplessità la notiamo nella fanaleria: gli anabbaglianti a led ci assicurano una luce molto più precisa e potente degli abbaglianti alogeni. Con il risultato che quando ci serve guardare oltre, per un istante, per impostare la prossima puntata della guida, la loro profondità è meno intensa di quello che ci aspettiamo. O forse, è l’effetto della sensibilità dei nostri occhi. Ma è una valutazione da rallysta, non da normale utente della strada.

In curva dalla sensazione di potenza ‘lombare’ del posteriore a tutto il corpo sospinto verso l’esterno

Proviamo a schiacciare a fondo, e il motore sale e cambia marcia rapidamente, e sale assieme alla velocità. Puntiamo veloci a una rotonda. Ecco la differenza: dalla netta sensazione di allargamento all’uscita dalla curva, una sensazione lombare, che provavamo con la posteriore pura, ora, nella curva, con il 4×4 sempre in presa è tutto il corpo che viene compresso verso l’imbottitura della portiera. E poi… e poi ve lo racconto la prossima volta.                                                        #charlieinauto

#Fiat124spider quando il vintage sfida la comodità e …la strada #charlieinauto

Accessoriata e riscaldata per scoprire il tettuccio non soltanto d’estate

Le emozioni di calarsi nell’abitacolo di un’auto nella quale ripartizioni dei pesi, potenza, assetto formano un mix armonico ed estremamente appagante.124 muso park 124 Milano cofano 124 tram Milano 124 Milano tram obelisco Lignano 124 neve lungomare pineta 124 Lignano Pineta piazzle 124 sabbiadoro 124 Orgnano neve 124 Ud Uniud 124 Msa 124 porto san giorgio 124 campagna IMG_4932 124 pineta 124 lunotto ghiaccio 124 Tagliamento argine Pertegada 124 Cruscambio 124 Brini 124 Udine IMG_5631

Oggi facciamo un giro in #Fiat124spider … Beh, non è così semplice. Bisogna averla a disposizione!? Bene. Ce la prestano per provarla. E ora? Tutto così scontato? No! Ora viene il bello. Perché è alta meno di una spanna da terra. Una macchina per giovani sportivi. Per appassionati. Per ex racer’s. Avvicinare la chiave elettronica alla portiera già ci elettrizza. Pensare che con la sua sorella maggiore, la #Fiat124Abarth quarant’anni fa, è stata scritta la storia del rallysmo italiano e mondiale…

‘Caliamoci’ a bordo

Saliamo a bordo. La portiera si chiude da sola, e fa un suono sordo. Sa di vuoto. Già è piccola, quasi meno del suo vetro. Probabilmente è leggerissima. Per infilarci nell’abitacolo, la prima volta, confesso che …ero un po’ perplesso. Quando mi ci sono calato dentro ho riprovato l’emozione di infilarmi nell’abitacolo di una 124 Abarth. Seduto, nel sedile avvolgente, mi sono tranquillizzato. Ma non da subito, perché mi stavo chiedendo come avrei fatto a guidare così, ormai abituato a stare stravaccato su una delle poltrone delle auto di oggi. E a superare gli oltre 300 km fino a casa. Con una passeggera che si sarebbe potuta lamentare. Gli ultimi Km, dei quali, avrei scoperto poi, a notte inoltrata, ma con gioia, essere completamente innevati, ancorchè vicino al mare, nella Riviera Friulana. Invece, cambio a cloche sul tunnel molto alto sul quale appoggio anche il gomito, proprio quella posizione avrebbe sciolto il mio ‘assetto’. E recuperare l’allineamento distratto da posture erronee, acquisite sia alla guida che al computer.

La guida in città è anche per le signore

I primi km sono stati in tensione, tra i tram che transitavano a pochi centimetri, e le strette vie del centro di Milano. Poi, ammirata e fatta ammirare dai passanti, ma anche dopo avrebbe fatto girare tutti, nostalgici e giovanissimi, via per i primi km, in autostrada. Scoprendo, fortunatamente, che a una velocità media ‘autostradale’, i consumi, di benzina ovviamente, del 1400 da 140 Cv sono ragionevoli. Pochi congegni elettronici e visivi, ma tutto quello che oggi serve è a portata di mano. E il cruscotto richiama quello dell’Abarth di quarant’anni fa, con finiture eleganti e funzionali. Così il volante, che assomiglia a quello d’epoca. Ma è dotato delle regolazioni, e dei comandi, del cruise control, delle luci, del volume e anche del controllo della connessione telefonica operata via blue toot. Fari e tergi sono anche automatici. Mentre in un punto sopra al ginocchio sinistro, dietro al volante, sullo sfondo nero del cruscotto ci sono due tastini quadrati. Uno riporta la sezione di uno pneumatico, e la scritta Set! L’altro, un’auto che sbanda e una X. Puntiamo sul secondo, e scopriamo che …premendolo, si accende un simbolo uguale in uno dei due orologi degli strumenti: disattiva il controllo elettronico di aderenza! Servirà per giocare quando incontreremo la neve.

Pesi, potenza, assetto, un mix equilibrato ed esplosivo se si vuole tirare

In realtà, scopriremo che l’elettronica, con un’auto che pesa circa mille kg, nella quale il tettuccio come su altre Supercar quali l’Alfa 4c si apre e chiude a mano per risparmiare peso così come con lo stesso obiettivo nelle alette parasole non c’è nemmeno l’imbottitura, la fa da padrona. Ma non del tutto. Chi ha progettato quest’auto con il telaio in acciaio e alluminio ha voluto lasciare il ‘gusto della guida’ ai suoi fortunati possessori. Innanzitutto, non lasciatevi spaventare dal fatto che si tratta di una spider, con il tettuccio fatto di niente. Anche se la lasciate all’aria aperta in una notte di brina, e seppur ritrovate il sedile alla stessa temperatura del lunotto esterno, in pochi secondi un riscaldatore regolabile a tre tacche in entrambi i sedili vi darà la calda e avvolgente sensazione di un sano tepore. Che vi consentirà, se volete anche aiutandovi con il potente impianto di riscaldamento, di viaggiare anche in inverno : con il tetto aperto! L’abbiamo fatto anche noi. L’indomani, con il sole, e ci sembrava che i passanti ci guardassero come fossimo matti.

Grinta ed eleganza per mordere la strada

In verità, avremmo scoperto poi, ammiravano la grinta e l’eleganza della nuova Fiat 124 Spider Lusso. Color ghiaccio. Calandra nero opaco. La stessa grinta che ritroveremo nella prossima puntata. Ah! Dimenticavo: il motore è a benzina, con consumi ragionevoli, salvo ‘tirare’. E quando partite la mattina, d’inverno, una lucetta blu a forma di termometro a mercurio vi avverte che è bene attendere che il liquido di raffreddamento abbia raggiunto la temperatura minima. Indicata anche dal termometro elettronico sulla sinistra del cruscotto. L’altro pulsantino dietro al volante, a sinistra? Set! Lo scopriremo solo restituendo l’auto a FCA: azzera l’avviso della rotazione degli pneumatici, che è consigliata dal display elettronicamente.

Accessori ergonomici per il confort e la guida in relax

Ancora una cosa: la radio sembra fatta per lo zapping. Un pulsantone girevole a ‘poppa’ della leva del cambio, come il comando che determina la funzione crossover, normale o sport in altri modelli, governa i comandi sullo schermo digitale centrale. Alcuni si possono selezionare direttamente dal tablet, che sembra proprio tale perché è stato incastonato in un cruscotto dalla forma pensata quando l’unica cosa elettronica che potevamo portarci dietro era l’orologio da polso a led rossi della Texas Instruments. Gli stessi e altri dal pulsantone. Premendolo, anche con l’avambraccio mentre la mano destra coccola religiosamente il lucido pomello del cambio, è possibile azionare, con estrema ‘nonchalanche’, lo scanner dell’autoradio. Ora continuiamo a guidare. E non riusciamo a distogliere lo sguardo dalle bombature dei parafanghi che si vedono sporgere dal cofano. Siamo maschi… Ed è pura bellezza.         #charlieinauto

Segue…