Mese: marzo 2021
C’E’ QUALCOSA CHE MI SFUGGE….SUL CAOS VACCINI IN LOMBARDIA
Parto dall’inizio. Articolo insopportabile da leggere.
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Il SARS-COV-2 è stato trasportato in Lombardia tramite portatori asintomatici, con molta probabilità già sin dal dicembre 2019, e non certamente più tardi di Febbraio 2020. Pare che siano stati prelevati dei campioni dalla rete fognaria di Milano e che hanno indicato la presenza del virus molto prima di Natale. Ebbene, una volta entrato, il virus ha trovato l’ambiente favorevole, che nella crescita demografica ha trovato il fattore che l’ha facilitato. Il nostro paese conta e contava anche l’anno scorso, 60 milioni di residenti, di cui, oltre 10 milioni residenti nella regione Lombardia. Sono cifre queste, che per il coronavirus si sono rivelate importanti perchè hanno influito sull’agricoltura e una valanga di conseguenze ambientali, compresa l’espansione urbana, il traffico, lo smog, Tutti elementi che hanno compromesso il fenomeno epidemiologico del COVID-19.Per conoscenza, la Lombardia conta qualcosa come 420,5 abitanti per Km2. Ma oltre alla densità abitativa una particolare caratteristica demografica rendeva la Lombardia particolarmente suscettibile al COVID-19: la struttura per età della popolazione, e che il coronavirus mostò subito una particolare predilizione per gli anziani over 65enni. A complicare l’allora situazione il fatto che la Lombardia ha anche un elevato numero di residenti nelle RSA; circa 24.000, cioè, circa il 20% del totale italiano. Un altro fattore che rendeva la Lombardia suscettibile al Covid-19 è rappresentato dalla Topografia della Pianura Padana, che è circondata su tre lati da montagne: Alpi a Nord e a Ovest, Appennini a Sud, le quali formano un eneorme bacino che impedisce ai venti dell’occidente di disperdere le sostanze nocive e ripulire l’aria. E’ quasi certo che l’aria nociva inalata dai cittadini lombardi all’inizio del 2020 abbia contribuito in maniera significativa la diffusione del Covid-19 con gravi mortalità per via dell’esposizione alle polveri sottili, stante agli studi di scienziati.
E così, tra correnti discensionali e le inversioni termiche di Gennaio 2020 e Febbraio 2020, SARS-COV-2 lentamente ma inesorabile andò amplificandosi da persona a persona. Ricordiamo tutti che autorità sanitarie e clinici di quel periodo erroneamente posero diagnosi per le infezioni polmonari come un fenomeno legato all’influenza della stagione anzichè con l’INATTESO e ancora sconosciuto coronavirus proveniente dalla Cina.
La sutuazione cambiò pwer via di un drammattico evento detto:”Superdiffusore” che trasformò quella malattia in una vera e propria Epidemia. Tutti ricordiamo quel 19 Febbraio 2020 allo stadio Meazza che aveva ospitato un considerevole numero di tifosi dell’Atalanta che incontrava il Valencia. Era la partita più importante che la squadra atalantina affrontava: non si poteva mancare!! Erano in 40.000 che riempirono il Meazza, e si aggiunge poi, il ritorno in città con Bus, treni affollati, scambi di mano e abbracci e quant’altro. Per dirla in termini tecnici di laboratorio biologico, lo stadio si trasformò in una sorta di capsula di Petri; importantissimo di lavoro, in campo biologico per la crescita di microrganismi. Ebbbene, per la gioia dei tifosi atalantini l’incontro finì con la vittoria bergamasca per 4-1: un successo, ma ahinoi, non fu lo stesso per il disastroso impatto per la salute pubblica.
Passo avanti. Il 1° caso ufficiale di Covid-19 il paziente “Uno” diagnosticato il 21 Febbraio a Codogno, e costui, inconsapevolmente s’era reso “colpevole” di alcuni focolai inefttivi, ma non della grande esplosione che è seguita.In base alla successia esperienza internazionale, l’insorgere del Covid-19 si è verificata quasi in contemporanea a quella della Lombardia. Il modello globale è stato quello della Corea del Sud. Purtroppo l’Italia non ha reagito con la stessa sollecitudine per tre ragioni. La prima è forse la più comprensibile: le autorità locali e nazionali non avevano il vantaggio di approfitatre dell’esperienza altrui. Si conosceva solo il caso Cina, ma era molto poco conosciuto. Ma c’era di più. A Marzo si sapeva che in mancanza di un vaccino e di una cura, le autorità sanitarie potevano disporre soltanto dell'”Isolamento” e “tracciamento” che i cinesi usavano.Il sindaco sala, annunciò con spavalderia:”Milano non si ferma”. La stessa cosa fece il presidente della confindustria della provincia di Bergamo Stefano Scaglia che mostrava ottimismo. Pubblicò, infatti un messaggio con titolo in inglese:” Bergamo is running ( Bergamo funziona )”. Una malriposta fiducia. Sempre questo presidente assicurava i lettori che le autorità avevano la situazione in mano e sotto controllo. I risultati di oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Mi chiedo allora se l’arroganza di allora e quella di oggi – CAOS VACCINI – non siano quegli stessi atteggiamenti che mettono i cittadini lombardi in pericolo per un malgoverno regionale composto da correnti acefali arroganti e irrersponsabili della salute pubblica.
L’HIV VENNE DEFINITA LA “PESTE DEI GAY”.
ARTICOLO MOLTO LUNGO, CHE VEROSIMILMENTE NON INTERESSA NESSUNO OLTRE CHE NOIOSO A LEGGERE.
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Premetto nessun pregiudizio personale per i gay verso i quali nutro il massimo rispetto, ma in questo “articolo” o Post come dir si voglia, vorrei dare un volto a questa malattia e su come si è esteso il suo sviluppo.
Secondo notizie l’AIDS è nata nei primi anni ’80 che si concentrò come evento epidemico negli USA tra gruppi di persone emarginate e ad alto rischio: Omosessuali bianchi, tossicomani che facevano uso di siringhe ed emofiliaci ( malattia genetica per difetto di coagulazione ).
L’ufficialità di questa malattia iniziò esattamente nel 1981 negli USA che è stato l’anno in cui venne diagnosticata per la 1^ volta e ricevette il nome di AIDS. Tuttavia, l’HIV( il virus dell’immunodeficienza umana ) era già presente verosimilmente fin dagli anni ’60.
L’HIV comparve in nord-America a seguito di una rete di trasmissioni originate dall’ Africa centro occidentale. Proprio a causa della globalizzazione gli eventi medici nei due continenti: America e Africa, erano strettamente legati.
La data convenzionale di inizio dell’epidemia di AIDS in America è il 5 Giugno 1981, ma l’HIV, in Africa era presente già, dagli anni ’50.
Gli studi degli epidemiologici del tempo scoprirono che il responsabile della polmonite pneumocistica e sarcoma di “Kaposi” era un tipo di virus “immunosoppressivo” e che un disastro sanitario si preannunciava imminente. Il professore epidemiologo di quel periodo, dottor Donald Pinkston Francis; meglio conosciuto “don Francis”, colui che aveva scoperto il virus responsabile, stava lavorando sullo sviluppo di un vaccino contro l’epatite e che da tempo conduceva studi e ricerche sui “Retrovirus” di cui l’HIV ne è esponente principale, quindi che era responsabile dell’Immunosoppressione che predisponeva le persone affette a infezioni “opportunistiche”.
Per ironia della sorte, un fattore responsabile della diffusione dell’AIDS/HIV in America fu la stessa biomedica attraverso i suoi aghi ipodermici; ovverosia, una tipologia di aghi sterili, molto sottili e ben appuntiti che consentivano la penetrazione senza dare dolore negli starti del derma sottostante), nonchè di banche del sangue e le invasive tecniche chirurgiche.
Si pensi che il 1° caso diagnosticato di AIDS/HIV fu proprio del chirurgo danese Grethe Rask che nel 1964 si era recato in Congo presso un ospedale rurale e dove era costretto ad operare a mani nude per la mancanza di guanti. Altra causa di trasmissione fu attraverso trattamenti medici per emotrasfusioni, quindi le banche del sangue che non erano regolamentate.Nel 1982 la malattia venne denominata “Immunodeficienza gay-correlata”; espressione chiaramente imprecisa dal momento che in Africa la diffusione era a trasmissione tra eterosessuali, ma anche in America le autorità sanitarie sapevano che più della metà dei colpiti non era “omosessuale”.
In proposito è bene ricordare il clima di intolleranza e oppressione che caratterizzò la metà del XX° secolo, quindi all’alba del 2° conflitto mondiale e dove la Germania nazista rappresentò il caso estremo, quando gli omosessuali furono costretti a esibire un triangolo rosa e mandati nei lager per essere eliminati insieme a ebrei, comunisti, invalidi e zingari. In questo clima minaccioso e terribile, i gay cominciarono a trasferirsi in luoghi dove pensavano di ricevere ospitalità e in particolare nell’anonimato. Furono fondati delle comunità in cui gli omosessuali erano socialmente attivi e politicamente unite. Gli immigrati gay erano impazienti di uscire allo scoperto e aprivano delle chiese, ritrovi, bagni pubblici, cliniche e club musicali.
Per concludere, ma perchè lo stimmate di “peste dei gay” come conseguenza della collera di un Dio “offeso”.
L’identificazione dell’HIV come ” peste dei gay” contribuì a definirlo un peccato anzichè una malattia. Molti protestanti e cattoloici conservatori svolsero un ruolo fondamentale al riguardo, associando gli omosessuali con il tradimento, credendo che l’omosessualità fosse una malattia mentale e sollecitando in tutti gli Stati leggi per rendere illegali le pratiche a essa correlate. Ebbene, in un simile contesto, la comparsa di una “peste dei gay” riportò in auge la più antica delle interpretazioni delle malattie epidemiche, e cioè che si trattasse di punizioni divine.
Con quest’uomo alla guida del governo mi sento più tranquillo…..
Riporto quanto dichiarato dal premier Draghi nella sua conferenza stampa.
Il prof.re Draghi è stato precisissimo su tutto.
“Le novità rispetto al passato sono l’abbandono dei codici Ateco e la velocità nei pagamenti”, ha detto il premier Draghi, introducendo la conferenza stampa da Palazzo Chigi dopo l’approvazione del decreto Sostegni in Consiglio dei ministri. “Se tutto va come deve andare, ad Aprile (a partire dall’8, ndr) 11 miliardi di euro verranno immessi nell’economia”, ha aggiunto Draghi. “Siamo consapevoli che sono risorse parziali e abbiamo infatti considerato l’ipotesi di avere un secondo stanziamento in occasione della presentazione del Def”, ha puntualizzato il presidente del Consiglio”
Ma ci saranno da verificare eventuali ipotesi cliniche ?
Fermo restando che il vaccino è assolutamente sicuro ed efficace, dopo le segnalazioni e le valutazioni da parte dell’EMA che hanno “scagionato” la casa “Astrazeneca” per correttezza e senso etico, l’ordine regolatore disporrà una sorveglianza finalizzata a raccogliere eventuali segnalazioni per eventi trombotici, quindi, lavorare sulla “casualità”, nel senso che quanto di avverso è avvenuto sono da attribuire al caso. In buona sostanza, se consideriamo che nel nostro paese si registrano circa 1800 morti al giorno; forse un po’ di meno per ragioni molteplici, e venisse vaccinata tutta la popolazione residente e dopo un giorno si avessero circa 1800 decessi è ovvio che il fenomeno è relativo soltanto al tempo, e non alla causa. Altra valutazione è quella di valutare se i casi segnalati hanno presentato similitudini, nel senso, se i soggetti -vittime, avevano caratteristiche cliniche simili da renderli sensibili al farmaco-vaccino.
Personale che lavora in ospedale ha l’obbligo di vaccinarsi. Se rifiuta va rimosso…senza se e senza ma.
E’ un dato molto inquietante oltre che non accettabile, e l’ordine dei medici dovrebbe; anzi, deve intervenire. E’ pur vero che trattasi di libera scelta del tutto legittima, ma per un medico o personale sanitario che rifiuta vaccinarsi va allontanato da quel posto di lavoro. Ci sono tanti lavori che non richiedono l’obbligo di vaccinarsi, quindi facciano i piloti di formula 1, gli astronauti, purchè stiano lontano da persone da curare.
Ah, dimenticavo. A giorni farò il vaccino Astrazeneca; vaccino sicuro e che funziona.
Nutro molti dubbi che il vaccino Astrazeneca possa causare fenomeni tromboembolici in concomitanza a piastrinopenia.
La decisione di sospendere, in via del tutto precauzionale, la somministrazione del vaccino anglo-svedese, è del tutto legittimo. Parliamo di un Lotto, il che può accadere. Ciò che non trovo giusto è fermare la vaccinazione con l’utilizzo degli altri lotti.
Il Regno Unito ha inoculato questo prodotto a circa 12 milioni di cittadini con 3 segnalazioni di trombosi venosa cerebrale, quindi, una proporzione non quantificabile. Stessa cosa in Germania, che su 1.600.000 inoculazioni sono state registrate 7 casi di cui 3 deceduti.
Il fenomeno che ha indotto a questa sospensione è l’aumento di una forma di Trombosi venosa cerebrale a seguito dell’inoculazione del prodotto vaccinale Astrazeneca.
Quindi, “Trombosi venosa cerebrale”, che, va detto, è una forma trombotica a dir poco rarissima: si parla di 2-6 casi ogni milione di persone durante l’anno.
Allora. Stiamo parlando di un tipo di Trombosi rarissima che si verifica a seguito dell’occlusione della vena sinusale cerebrale per formazione di coaguli e favorita da forme di alterata coagulazione del sangue su base genetica. Fin quì nulla da eccepire. Ciò che invece lascia poco spazio alle spiegazioni è, la trombocitopenia, cioè, il concomitante abbassamento delle piastrine: fenomeno che solitamente non si rileva; anzi, i fenomeni ischemici( trombosi ) registrano un innalzamento piastrinico o per lo meno piastrine nella norma. Da quì, questa associazione ha dell’incredibile, un evento avverso del tutto nuovo e privo di documentazione scientifica, ma che, potenzialmente viene attribuita come fatto causale al medicinale vaccinale, il che sarebbe davvero da dimostrare seriamente.
In conclusione, le piastrinopenie non sono rare, ma assai rara questa forma di trombosi.
Un fatto molto rilevante è, che nel Regno Unito, in 12 milioni di inoculazioni, nessun caso ha registrato un abbassamento piastrinico.
Sono certo che molto presto verrà fatta luce che vedrà scagionata la casa produttrice. Il problema è, riconsegnare la fiducia alla gente
Un anno in compagnia di SARS-COV-2
Quando il COVID-19 ha cominciato a diffondersi, il suo; si fa per dire, “successo” è stato dovuto almeno in parte al fatto che le sentinelle erano state tolte e il mondo DORMIVA. Quì la posizione assunta dagli USA è molto critica : sono l’ultima Superpotenza e l’ultimo vero gigante economico, forniscono i maggiori fondi per l’attività dell’OMS, e i CDC ( centro per la prevenzione e il controllo delle malattie ) sono l’agenzia che stabilisce gli standard per la risposta internazionale.
Ebbene, nonostante i ripetuti avvertimenti iniziati nel 1997, un fattore determinante delle attuali sofferenze è stata la posizione del presidente americano Trump, il quale, mentre l’epidemia si stava diffondendo in maniera incontrollabile in tre continenti, ha commentato:”E chi lo avrebbe mai immaginato ?” sarebbe più appropriato chiedersi se, una volta cessata l’emergenza coronavirus, il mondo tornerà ad assumere un atteggiamento di autocompiacimento o deciderà per una valutazione sostenibile nel lungo termine delle potenziali crisi future, organizzando i mezzi per affrontarle. Quindi, RICERCA SCIENTIFICA, INFRASTRUTTURE SANITARIE AVANZATE, STRETTA COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE, INFORMAZIONE SANITARIA, TUTELA della BIODIVERSITA’ da utilizzare a livello globale per mettere al sicuro la nostra civiltà.
Ma, abbiamo imparato qualcosa del passato dalle epidemie ?
A volere tentare una valutazione tra epidemia e società del passato, può fornirci certamente lo scenario necessario ad affrontare le domande che il grande pubblico solleva e che ha sollevato nel corso delle recenti epidemie di SAR-COV-1( 2002-2003 ), dell’influenza aviaria, ed Ebola. Ecco, ma cosa abbiamo imparato dagli ultimi quattro secoli di ricorrenti e letali malattie ? Portiamo alla mente quando nel 1969 il primo ministro statunitense, in una sua prima ondata di “fiducia” nel potere della scienza medica di combattere i microbi, ebbe a dichiarare la fine dell’era delle malattie infettive. Durante lo stesso periodo di “ottimismo”, le autorità sanitarie internazionali annunciarono che entro la fine del XX° secolo sarebbe stato possibile debellare una minaccia microbica: una dopo l’altra, a cominciare dalla malaria e vaiolo. Ebbene, in questa euforica atmosfera, scuole di medicina come quella di Harvard, chiusero addirittura i reparti di malattie infettive. In buona sostanza, si riteneva che le società, soprattutto nei paesi evoluti in sviluppo fossero al punto di diventare “Invulnerabili a nuove pestilenze. Ma è stato così ? Manco per niente. Purtroppo queste aspettative si sono dimostrate clamorosamente malriposte. Il XX secolo è iniziato dal un bel pezzo e il Vaiolo è l’unica malattia ad essere stata sconfitta. In tutto il mondo le malattie infettive rimangono tra le principali cause di morte, oltre a costituire enormi ostacoli allo sviluppo economico e alla stabilità politica. Malattie emergenti come la febbre Lassa, l’Ebola, l’influenza aviaria, il virus Zika e Dengue presentano nuove minacce, mentre ne sono riemerse altre già note come la Tubercolosi e la Malaria, molto spesso nelle forme “farmaco-resistente”. Molte autorità sanitarie si sono in maniera particolare concentrate sulla persistente minaccia di una nuova devastante pandemia di Influenza, come lo fu la “Spagnola” che dilagò ovunque con estrema violenza nel 1918-’19. Le recenti esperienze della SARS e dell’Ebola; cioè a dire, le due più importanti “prove generali” del nostro secolo, servono a ricordarci che le nostre difese sanitarie e biomediche sono “Permeabili”