VAGINISMO….conosciamolo per affrontarlo

Vaginismo e dispareunia: caratteristiche dei disturbi e trattamento
Il vaginismo può essere primario o secondario a seconda che si manifesti sin dal primo rapporto.
La patogenesi di questo disturbo è piuttosto complessa quindi si rivela difficile la ricerca delle cause.
In tempi passati la terapia del vaginismo è stata affrontata con tutta una serie di interventi tesi a rendere più ampio l’introito della Vagina ma i successi sono stati alquanto limitati.
Oggi il disturbo del vaginismo viene trattato partendo dal presupposto che esso rappresenta la risposta condizionata al dolore vaginale e/o dalla paura del dolore al momento della penetrazione, quindi, questa ipotesi orienta nell’insegnare alla donna che soffre di vaginismo il modo di riconquistare il controllo volontario dei muscoli “Perivaginali” tramite esercizi di rilasciamento muscolare.
Innanzitutto alla donna viene dimostrato tramite esercizio fisico l’esistenza della condizione di spasmo e la sua involontarietà che presuppongono influenzati da fattori Psicologici, quindi l’assenza di cause organiche; quindi, attraverso opportuni esercizi di rilassamento muscolare, la si porta a convincersi che l’introduzione delle dita, di di dilatatori in vagina può anche rivelarsi persino piacevole. A questo punto si fa entrare nella stanza il partner durante gli esercizi di rilasciamento, quindi lo si invita ad introdurre le sue dita in vagina e infine lo si invita gradualmente a introdurre il pene in vagina.
Durante tutti questi esercizi sia la contrazione sia il rilasciamento muscolare della vagina sono completamente sotto il controllo della donna la quale constaterà con gioia che la penetrazione non si associ al dolore.
 
VAGINISMO….conosciamolo per affrontarloultima modifica: 2021-06-29T12:46:54+02:00da un_uomonormale0

8 pensieri riguardo “VAGINISMO….conosciamolo per affrontarlo”

  1. Veramente un disturbo mortificante, oltre che doloroso : non avrei mai voluto essere nei panni delle poverine che,
    per recuperare una necessaria normalità, abbiano dovuto sopportare, oltre al dolore, i disagi curativi cui ti accenni.
    Buon a giornata serena, amico Dott. Ciao.

  2. La patogenesi di questo disturbo è piuttosto complessa e la ricerca delle cause piuttosto difficile e, talora, frustrante. In ogni caso, esisterebbero forme più gravi che, nell’interpretazione della psichiatria analitica, rappresenterebbero il risultato di reazioni fobiche, di gravi conflitti ansiosi, dell’ostilità verso il partner specifico o l’uomo in generale, dell’avversione verso la sessualità in generale, oppure della conversione di una situazione isterica; nelle altre forme il comune denominatore patogenetico sarebbe rappresentato dalla paura e dall’ansietà verso il rapporto che determinano lo spasmo involontario dei muscoli pelvici. Sovente è utile associare trattamenti psicologici, oppure farmacologici antiansiosi, mentre raramente si rivelano indicati interventi chirurgici volti a modificare l’introito vaginale. Un caro abbraccio a te Maria Teresa

  3. Veramente mortificante il disturbo e altrettanto mortificante la cura e non solo per la donna. Non lo è da meno per il partner che, indipendentemente da un esito fortunato, deve agire davanti a “testimoni”. Nel mio immaginario, quasi un incontro a “luci rosse”, penso difficile adeguarsi e proporsi. Nella realtà, accettazione della coppia. Buona continuazione, Peppe!

    1. “Quasi un incontro a luce rosse ?” Mi stupisce non poco ascoltarlo da te. Forse non è ben chiaro che stiamo parlando di una seria problematica Ginecologica-endocrinologica-psicologia della donna. Sapessi quante coppie in anni passati si sono presentati con questo disturbo, e che di concerto con colleghi ginecologi abbiamo affrontato e non di meno l’ausilio di ottime psicologhe. Ecco perchè mi indispone un po’ il termine “a luce rosse”. La donna che soffre questo disturbo dopo averne discusso col proprio partner giungono alla conclusione di consultare il ginecologo il quale per prima cosa deve focalizzare il grado di fobia, e soprattutto lo studio dell’Ipertono dei muscoli elevatori dell’ano che sono quelli che circondano la vagina, quindi, inevitabilmente ostacolano molto l’atto penetrativo. Inoltre entra in azione l’endocrinologo e l’Urologo al fine di escludere problematiche ormonali o dell’apparato urologico. Dal momento che questa è una problematica di coppia è utile che alla visita colloquiale siano entrambi presenti. La coppia deve assolutamente essere aperta al dialogo, senza alcun pudore o imbarazzi di sorta, quindi esprimere le proprie esigenze. E’ quindi necessario mettere da parte la vergogna o l’imbarazzo che potrebbero originare dal rendere note le manifeste fobie. Il medico è l’unico professionista che oltre alla competenza specialistica è capace di ascoltare questi problemi, quindi dare seguito a un percorso terapico volto al superamento dei problemi in modo tale che possano vivere una appagante vita sessuale. Ciao licia

  4. Mi dispiace averti “indisposto” con le mie parole che, se leggi bene, si materializzano nel mio immaginario come a luci rosse…nel senso di arrivare a certe intimità di fronte ad un “pubblico” seppure medico specialistico, comunque autorevole in materia. Ho compreso bene il problema, non hai compreso tu il mio esprimere un disagio assoluto per una realtà alquanto difficile, che ho soltanto e per un attimo, “visionato” mentalmente. Ciao Peppe.

    1. Mia cara, lo studio del professionista non è un “davanti a un pubblico”, bensì davanti a colui, ma esiste anche “La Ginecologa”, che conoscendo la patologia sta cercando di risolverla. Dimentichi che la donna nel corso della sua vita “ginecologica” va spesso dal o dalla sua ginecologa specialista che volente o no, deve avere davanti a sè “l’intimo ” della donna. Ricorderai l’inserimento dello Speculum utilizzato per indagare e studiare il collo uterino, o cervice uterina. Se posso osare, il medico, sia maschio che femmina, in certi casi è come asessuato/a. Ok, buon proseguimento a te Licia

  5. E’ tutto giusto quello che tu dici e quando i problemi di salute lo richiedono come contro partita, bisogna fare di necessità, virtù. La donna per certe patologieo e visite di controllo, cerca sempre , di preferenza, una Ginecologa, ma quando necessità interviene, deve anche non pensare che a farsi curare ,nella certezza che lo Specialista, lui per primo, non pensa che ad esercitare il suo compito di medico , non certo ad altro. Hai ragione di ricordare il suo essere asessuato. Io ne ho passato di Ginecologi, bravissimi tutti, per quella famosa mia patologia! Ero ancora abbastanza giovane, ma in verità, in quella occasione, non desideravo che guarire. Certo, noi donne siamo sempre un po’ problematiche in ambiti del genere, ma di fronte alla salute tutto, in realtà, si sopporta. Ancora un post veramente utile a comprendere la vita, gentile amico Dott. Grazie… con un sorriso.

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