Quell’espressione: “Timore di Dio!”

Il timore degli uomini e il timor di Dio - Veritatemincaritate

La si dice spesso. Ma allora dobbiamo avere paura di Dio, o questa espressione ha un significato diverso ? E’ forse un Dio che ci bacchetta, che ci impartisce “Ordini ?”

  UN POST  CHE E’ APPENA UN BISBIGLIO  E OGGI E’                                                          DOMENICA

Quell’espressione: “Timore di Dio!”ultima modifica: 2021-10-03T12:26:21+02:00da un_uomonormale0

10 pensieri riguardo “Quell’espressione: “Timore di Dio!””

  1. Ciao Pippo, da me sta cadendo pioggia come non mai. Sto aspettando che calmi un po’ per andare in parrocchia.
    Timore di Dio ? Io non ne ho, perchè osservo sempre i suoi comandamenti, e faccio sempre la sua volontà. Ti lascio un sorriso. Rosina

    1. Ciao Rosì, se può esserti di conforto anche da me la pioggia è davvero tanta. Però, sono avvantaggiato perchè non devo uscire per andare in parrocchia.
      In due parole, hai chiuso la “pratica”. Certo, è, che per certi versi è giusto quello che dici ma…non mi piace tanto. Dici:” Osservi i suoi comandamenti “. E’ cosa bella e giusta, ma sembrerebbe che tu obbedissi a dei ” comandi”. Quasi dicessi che senti in te una sorta di “imposizione” pena essere punita. Ebbene, a mio modo di vedere, e se conosco bene il nostro Dio, Egli è un Dio che non giudica e non punisce. Mai. Capisco che usiamo spesso questa espressione e che troviamo pure nel Vangelo, ma è un modo del tutto umano di esprimersi perchè siamo noi stessi a giudicarci e a punirci. Avviene, questo, quando constatiamo che siamo in difetto, o fuori strada rispetto al “desiderio di Dio”: desiderio, Rosì, non comandi. L’amore desidera mai comanda. Ciao Rosì.

  2. La frase ricorrente, “Timorati di Dio” è solo una frase e basta, in realtà sono timorati di Dio, uomini e donne pii e devotissimi a nostro Padre. Non hanno paura, hanno solo il desiderio di essere costantemente sottomessi al Signore perché è cosa buona e giusta e ciò li mette nella condizione di non infiacchire la loro fede. E a proposito del post precedente, ricorda: la fede non è argomento e materia di studio che si possa mettere in discussione con se stessi o con gli altri. La fede o è, o non è!!!!
    “Si comprehendis, non est Deus”. Se tu lo comprendi, allora non è Dio. (S. Agostino).
    Buona sera.

    1. Tu dici:” Sono uomini e donne pii e devotissimi a nostro Padre. Non hanno paura, hanno solo il desiderio di essere costantemente “Sottomessi” al Signore perchè è cosa buona e giusta e ciò li mette nella condizione di non infiacchire la loro fede!”. Beh, carissimo, cosa posso dire ? Che non concordo ciò che hai detto- ecco perchè nascono le guerre di religione ^-^ – Intanto il termine “Sottomessi” non lo trovo adatto verso il Padre. Il nostro Dio, ci dimostra la sua onnipotenza infinita del suo amore. Uno si sottomette davanti a chi ha bisogno di comandare, di ordinare, ma questa è una debolezza riservata a noi umani, e che è il segno di un’imperfezione dell’amore. Lo si intravede già in una famiglia nella quale ci si ama veramente. Certi figli diventati grandi dicono del loro padre. Non ci comandava che raramente e non ci puniva quasi mai. Noi lo rispettavamo e lo “Amavamo” troppo per fargli dispiacere. Ebbene, riguarda al Padre Celeste, questo atteggiamento è elevato all’Infinito. Circa la fede cui fai cenno e che nella sottomissione dai un ruolo per non “infiacchire la fede”, mi stai dicendo che la fede è un fatto “dinamico” che nell’azione vede lo strumento per non infiacchirsi. La fede, la vedo in uno straordinario paradigma sul vangelo, dove assistiamo a uno stupendo atto di fede e che è entrato persino nella celebrazione Eucaristica: La preghiera del centurione; pagano, che rivoltosi a Gesù dice: ” Signore, non sono degno di partecipare alla mensa ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato!” Ecco, quanto disse il centurione è una preghiera e la preghiera presuppone la Fede. Buona sera a te.

  3. Io non ricevo ordini da Dio,io parlo con Lui,al limite può consigliarmi ma alla fine faccio sempre di testa mia.
    Se sbaglio voglio sbagliare a modo mio e non lascio questo compito proprio a nessuno.
    Tutto il rispetto per il Padre ma alla fine la vita è mia e me la gestisco da me.
    Buona continuazione di questa domenica caro PPeppe:)

    1. Non ne dubito. Tu chiedi…nella preghiera, e Lui ti ispira, ti illumina, e questo lo fa senza forzarci. E quando noi abbiamo preso la nostra decisione ci accorda il suo aiuto. Dici che la vita è tua e la gestisci da te ? Certo, ci può anche stare ma, credo proprio che l’errore sta proprio qua: la vita ci è stata trasmessa e noi siamo solo i gestori. Gli stessi giorni e le ore che sono brevissimi, anche la nostra vita è breve. Iddio, nel Suo figlio ci ha distribuito il tempo, ma non perchè ne usassimo a piacimento nostro, ma per usarlo in direzione dei desideri del Padre. Appunto perchè, il tempo è un Regalo che Lui ci ha fatto, ma è un regalo che è facilmente deteriorabile. Per dire, che i regali non sono per tenerli conservati. Buona sera

  4. Dio può solo illuminarci con la luce del Suo spirito divino. Mai potrà intimorirci al punto da temerlo come un cattivo maestro che usi le “smalmate” come si faceva un tempo ad ogni minima manchvolezza ed errore. Se così fosse, non potremmo chiamarlo Dio d’amore. Invece lo è fino ad essersi fatto uomo ed ad aver donato la propria vita per salvare la nostra. E, attraverso la Consacrazione, mette continuamente in gioco la sua vita per nutrire di bontà e verità la nostra misera vita,ogni volta che ci accostiamo alla Mensa Eucaristica.E’ questo, come la nostra stessa vita, un perfetto dono di Dio amoroso e gratuito a discolpa delle nostre mancanze., che dice la generosità di un Dio che vuole solo la nostra felicità spirituale e temporale. Buona serata, Dott e serena conclusione della domenica.

    1. Buon giorno cara, come tuo solito esprimi la profondità della “questione”. Sottolinei l’Eucarestia. Straordinaria perchè va vista nel Dio che sempre si dona, del Dio “perdente sempre”. Ai nostri errori Dio non mette in conto; non è un ragioniere col un registro in mano, ma cancella sempre. Dio dona sempre, e se poi chiede qualcosa è solo per il nostro bene, non certo per fare bene a “Se Stesso”. E perciò SUO Figlio, che è quello che porta pace, porta speranza, cancella, chiede per donare, Sai cara a ben pensarci sono cose da vertigini. Questa è la nostra religione, la nostra proposta. Ecco l’Eucarestia. E cosa può essere se non Dio che si consuma, Dio che si fa mangiare, Dio che scompare. Questo è il Dio in cui io credo. Grazie dei tuoi pensieri. Buon inizio di questa nuova settimana

  5. Timore di Dio….è un’espressione che sempre mi ha creato fragilità. In effetti io, a volte, mi sento paurosa. Si manca, verso di Lui, con il peccato…allora il giudizio. I comandamenti: bisogna rispettarli, sono la Sua legge. A dirla così, ci fa sembrare obbligati, non liberi….e s’insinua il pensiero del castigo. Ricordo che ne parlai un giorno, con il padre confessore. Mi disse tutto il contrario. Il Padre ci ama, ci perdona, ci aspetta sempre anche se ci allontaniamo. I Comandamenti non sono catene ma un insegnamento a seguire per raggiungere l’eternità in Cielo. Siamo liberi nel volerlo o meno. Il timore non è “paura” nel senso che proviamo noi per certe avversità della vita, averlo verso Dio è abbandono riverenziale, rispetto per l’amore che Dio ci dà, così piccoli come siamo e così grandi nel Suo paterno cuore. Chi è ferreo nella Fede non ha tentennamenti. Se il significato della parole “timore” ancora mi sconterta e confonde, beh….dovrei rivedere la mia Fede. Vado a nanna, Peppe, sogni sereni a te !

    1. Grazie Licia, per questi tuoi pensieri che meritano ritagliati e conservati nel portafoglio. Tu dici “siamo liberi nel volerlo o meno”. Mi viene, in proposito, aggiungere, del come agiremo liberamente nel gioco delle molteplici libertà umane che fanno ogni avvenimento ? Ecco, che si torna sempre su questa parola:” Liberi o libertà. Sono certo che essere nel tempo è la nostra principale infermità di creature. Ed è proprio lì che Dio ci ha raggiunto nel Suo Figlio Gesù. Questo Gesù di Nazareth che ha condiviso la nostra condizione umana fino al punto da dovere Egli stesso cercare la propria strada nell'”imprevisto”. Mendicando nelle sue lunghe preghiere al Padre la luce per scegliere la sua strada fra le diverse strade possibili e la forza di percorrerla. Scoprendo a poco a poco la portata e l’ampiezza della sua missione e, in definitiva, fin dove lo avrebbe condotto se fosse rimasto fedele. Tu dici:” Chi è ferreo nella Fede non ha tentennamenti”. Sta proprio in questo la portata della tua e nostra fede: essere presi talvolta dai dubbi. Persino Suo Figlio, nel dramma della croce, in quanto uomo, ebbe per pochi istanti la paura di essere stato abbandonato da Suo Padre. Ciao Licia, serene ore.

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