Quando diciamo a noi stessi: ” Non mi va, non ne ho voglia!”

TUTTO, di p.Michel Quoist | Parresiaste

Certo è, che se dovessimo regolare le nostre azioni, in questo immenso cantiere  della vita, secondo la funzione della voglia, beh, credo nessuno di noi potrà dire di essere  stato arruolato alla costruzione del mondo e di avere offerto la propria azione. Dico questo, a motivo che molti giovani, ma anche adulti , regolano, appunto la propria azione in ordine alla voglia che hanno o meno di compierle. Per una buona parte di questi si tratta più o meno coscientemente di un rifiuto a sforzarsi, mentre per altri  della ferma convinzione che, in molte circostanze, non debbano fare  ciò che non hanno  voglia di fare. Questi pensano che sforzarsi voglia significare non essere “veri”, quindi, recitare una parte della commedia della vita, soprattutto quando si tratta degli altri e peggio ancora quando si tratta di Dio. Quindi ecco che:”…Se non mi va, non sorrido agli altri, non offro me stesso per aiutare l’altro, non vado a messa perchè non mi va. Vi pare che Gesù Cristo aveva tanta voglia di salire per trent’anni i gradini del  calvario ? Ma suo Padre lo desiderava che lo facesse- non voluto, ma desiderato -.

In ultima analisi, perchè ci dobbiamo sempre sforzare ?

 

Quando diciamo a noi stessi: ” Non mi va, non ne ho voglia!”ultima modifica: 2021-09-16T12:46:19+02:00da un_uomonormale0

16 pensieri riguardo “Quando diciamo a noi stessi: ” Non mi va, non ne ho voglia!””

  1. Cia Pippo, non so se starò dicendo qualcosa che non rientra nel tuo argomento. Io, come sai, apro la giornata e la chiudo stando in Chiesa. Partecipo alla S.Messa, prego il rosario pomeridiano tutti i giorni. Però spesso mi succede che non ho proprio voglia di seguire la Messa, e la sera, prima di spegnere la luce sul comodino accanto al letto, non ho la voglia di pregare come faccio sempre e lo faccio sforzandomi, cioè, sforzarsi per pregare non è contro Dio ? Ciao, un sorriso. vado a riposarmi un’oretta. Rosina

    1. Ciao Rosì, ti rispondo sorridendo. Ma scusami, tu vivi gomito a gomito col tuo parroco, e fai a me questa domanda ?
      Cosa posso dirti ? Tu sai meglio di me, che la libertà che il Signore ci offre, non è la libertà di fare tutto quello che ci pare, ma è la libertà di amare sul serio noi stessi, gli altri e Dio-Padre, indipendentemente dalla nostra voglia. Quindi, ti direi, non stare a chiederti se devi sforzarti per esaudire i desideri del Signore, ma chiediti se il Padre lo desidera. Mia cara, va a finire che verrò scambiato per un sacerdote “abusivo”^___^ Ciao

  2. Non affronto l’argomento dal punto di vista religioso per ragioni personali. Dico solo che sforzarsi dipende spesso dal non avere a cuore ciò che si fa per mancanza di sensibilità o perché non si sa come fare. Non sempre si tratta di cattiva volontà. Poi ci sono i fannulloni cronici, ma lì serve solo la vita per piegarli e far capire loro che anche se non piace a volte ci tocca. Buona serata

    1. Ovviamente rispetto il tuo pensiero, ma è come se venisse tolto il mollusco; frutto dentro le cozze. Cosa dire dunque ? Si, certo, è come tu dici in via generica e vista sotto l’aspetto della vita di società. Tuttavia, non mi posso esimere lo stesso, dal non evidenziare che dentro la “non voglia ecc. ecc. ” ci sta il falso concetto di libertà e di cattiva educazione. Ad esempio, non abbiamo forse creduto di rispettare la libertà del bambino rispettandone i “desideri “: Non finisce quello che ha nel piatto” perchè non ne vuole più; non dice “buongiorno alla signora” perchè non gli va affatto: abbandona il catechismo perchè non ne ha voglia. Ebbene, questa è una libertà, al di là del credo religioso o meno, che ci fa fare quello che vogliamo, ignorando la libertà di amare sul serio tutto ciò che abbiamo da fare perchè tutti siamo stati arruolati in questa vita per la costruzione del mondo. Buona sera te.

      1. Non è tanto diverso da quel che intendevo. Il bambino che non ha voglia di salutare o dare la precedenza alla porta non è stato educato. Esattamente, estendendo il concetto, come quello che disprezza le donne perché in casa nessuno gli ha insegnato l’importanza di farlo. La pigrizia non c’entra. La sensibilità si sviluppa dando il buon esempio ai piccoli. Scuola e famiglia hanno un ruolo determinante. Ci sarebbe molto da dire. Buona serata.

        1. Si cara, ben detto e ben centrato il tuo pensiero ma…ahimè, per mia insufficiente capacità espressiva ho “costretto” tutti voi ad argomentare il post nella forma giusta ma che evade da quanto avrei inteso io. Grazie, comunque, e lieta giornata

  3. Questo è il tempo del rimandare: lo facciamo per pigrizia, svogliatezza e noncuranza. Siamo alla perdita delle vere e reali cognizioni del fare subito, del non fare e del rimandare. Succede, io poi sono travolto dai problemi della mia salute che devo tenere sempre d’occhio e credimi, mancano anche gli stimoli. Pensa te: tutto il tempo del covid al momento del suo massimo “splendore”, evitavo di andare a messa per non incorrere nel pericolo di infezione. Mi è costato seguirla da casa in tv, eppure sentivo di doverlo fare. Mi è mancata molto l’assunzione dell’Eucarestia e non era certo la preghierina sostitutiva che mi appagava. Da un paio di domeniche ho ripreso sempre rispettoso delle norme e finalmente sono a prendere il Corpo di Cristo. Decisione che mi è costata nel tempo, ma alla fine ha vinto il buon senso e il Signore ne è consapevole e pronto al perdono.
    Buona sera Peppe.

    1. Caro Carlo, non farmi fare il mistico, non ne sono capace. Tuttavia, tu chiudi il tuo intervento con:” Il Signore ne è consapevole e pronto al perdono!” Perdono di cosa ? Che per essere stato impedito di andare a messa per cause sanitarie gravi ? Ma Dio credi sia un ragioniere che registro in mano segna i presenti e gli assenti? No, il Nostro è il Dio che ci ama ancor prima che noi desideriamo amare Lui. In una parola, come potremmo credere in LUI, al Suo Amore ? Se non fosse solo Amore, non esisterebbe. Quindi, l’amore porta in sè il desiderio, l’imperioso bisogno di donarsi. Quindi essendo Infinito ha abbastanza amore per potere desiderare e allevare dei figli all’infinito! Purtroppo, caro mio ( non è riferito a te ), che ci sono cristiani, certi cristiani che sono rimasti fermi al Dio del Vecchio Testamento. Gli attribuiscono dei poteri che, Egli non ha. Lo considerano colui che ordina e al quale bisogna obbedire, poichè giunge fino a punire eternamente coloro che lo offendono. No, non è questo il Dio a cui credo e crediamo. Buona sera Carlo

  4. Partiamo dal presupposto che sono una laica e credo solo in Dio col quale ho un rapporto molto intimo.
    Per avere voglia o meno,mi esimio da ciò di cui posso fare a meno di fare ma se c’è da trottare trotto e tu sai bene cos’ho fatto oggi.
    Per ciò che posso rimandare di qualche giorno lo faccio in attesa che mi venga l’ispirazione.
    Non amo farmi violenza nè tanto meno che me la si faccia,so io ciò che devo e quali sono i miei impegni,credo che a 62 anni ho questo diritto.
    Per concludere, la mia patologia(che dovresti conoscere)non mi permette di essere pimpante e iperattiva giornalmente,io vivo alla giornata.
    Concludo con un abbraccio 🙂

    1. Ti comprendo benissimo cara Diana. Per certi aspetti ti invidio pure per il rapporto che hai allacciato con Dio. Deve essere bello. Spesso è buio. Tutta la vita col Signore è più spesso tenebra che luce. Ma una volta intravista la luce è indimenticabile. Tutto il resto impallidisce. E più questa luce è forte più la notte è profonda, poichè si è stati accecati e non si vede più nulla. Buona serata Diana

  5. Non sempre si risponde prontamente e di gran voglia a quelli che costituiscono i pesanti doveri della vita , ma i nostri educatori ci hanno, da piccoli, stimolati in ogni modo, anche attraverso proverbi e modi di dire, all’azione pronta e volenterosa per il nostro bene e per quello della società. Ci hanno stimolati,cioè all’esercizio della volontà e ad andeporre quest’ultima alla eventuale pigrizia o all’avere nessuna voglia di fare ciò che non era troppo gradito. E qui entra anche il riferimento ai famosi sacrifici, verso cui i giovani fuggono come dalla peste. Non li concepiscono come il caricarsi di una soma insopportabile e indegna della loro persona. Mai si pensa che tutto ciò di cui oggi godiamo e perfino della nostra individuale libertà, sono frutto di fatiche, di inenarrabili impegni della volontà e perfino di perdita della vita per le intere generazioni che ci hanno preceduti.E’ questa una riflessione ricorrente, ma che non li convince, fino a che non ci sbattono il capo…Ciao, Dott. e buona serata.

    1. Mi ricordo i miei primi anni delle superiori; pieno debordante di dubbi. Non ti scandalizzare se confesso perfino di avere nutrito dubbi della mia capacità di affrontare la mia stessa vita. Quella era, e sono certo lo sia ancora per i coetanei di oggi, un’età complicata e difficile in cui si affacciano sempre i “diavoletti” della paura verso gli altri, financo paura del mio stesso charme. Quindi problemi di crescita, e di cuore. Capii, quindi, che questa non poteva essere la giusta via da seguire. Non dovevo avere paura, me lo imponevo e ci riuscii. Ecco che la mia esperienza mi piacerebbe trasmetterla al giovane di oggi, invitandolo a non avere paura a non temere, ma di credere in se stessi, e di avere grande passione e stima per gli anni che hanno, perchè sono proprio essi a cambiare il mondo. Vivere la vita con forte passione giammai recintarsi dentro se stessi circoscrivendo la loro vita in piccoli spazzi egoistici, incapaci di aperture verticali verso gli altri. Ai giovani direi anche di coltivare sane amicizie, di non perdere occasioni di incontri con persone anche non conosciute e stringere loro la mano. Mia cara, tu mi dirai:” cosa c’entra tutto questo ?. Non lo so. Un caro saluto e buona serata

  6. Accade a tutti un momento in cui si rimandano le problematiche che, di giorno in giorno, ci assillano. In questo lungo tempo di covid tutti abbiamo rallentato e non per cattiva volontà. E’ ovvio che, alla fine, i problemi si risolvono. Anche l’età entra nel conto, la salute e altri “impicci” di varia natura, non sempre si parla di pigrizia o disinteresse. Vedo che pure in questo contesto, ci avvicini la presenza di Dio…ti rispondo. Per la S.Messa ho avuto da un sacerdote la piena libertà di ascoltare la S.Messa in casa, attraverso la TV e, molto sinceramente, la “sento” più che esssendo in chiesa fisicamente. Mi manca l’Eucaristia, devo ammetterlo, ma spero che arrivi nuovamente il giorno in cui si potrà riempire la Chiesa e tutto ricomincerà. Per il resto, faccio il meglio che posso. Piovigginoso venerdì, Peppe, buone cose a te…*_*.licia.

    1. Mia cara Licia, ripeterei quanto detto a MariaTeresa, ma vedo che un po’ ti affligge il non potere ricevere Gesù Eucarestia nel sacramento. Beh, puoi, riceverla spiritualmente, con lo stesso valore dell’Ostia. Il tutto che hai scritto in premessa è appieno da condividere. Tu mi saluti con un piovigginoso venerdì, io ricambio con un caldo-umido venerdì e tanto bene per te. Ciao

  7. C ‘entra, c’entra, amico mio, perché i giovani, per la maggior parte, sono pavidi e capaci, a volte, di perdersi in un bicchiere d’acqua. Facili alla destabilizzazione, subiscono tutto il senso di precarietà che gli arriva da nessuna certezza per il loro futuro, dal timore, sempre in agguato,di non essere all’altezza di ciò che a loro richiede una vita non più a misura d’uomo, ma ,direi, a misura di robot, programmato per un’efficienza assoluta e priva di anima. Eccoli, dunque i nostri amatissimi giovani, a stordirsi con una musica che mai più accarezzi l’udito e risvegli la dolcezza dei sentimenti, delle emozioni; a gridare nelle piazze il loro dissenso per futili loro bisogni e non per un costruttivo impegno politico, a rimbambirsi di sostanze micidiali che , non di rado, li addormenta per sempre. Sicuramente, ci sono le eccezioni a queste disastrate e disastrose situazioni e guai se non fosse così. Il mondo ripone in loro la sua speranza di definitivo riscatto da questa sorta di abulia generazionale che ci ha colpiti e molto bisogna pregare il Cielo, ma anche coloro che, sulla Terra contano qualcosa, di mettere, finalmente, mano a questi problemi delicati che reclamano soluzioni.Avevo ancora questo da comunicare e l’ho fatto. Alla prossima. Ciao.

    1. Molto intenso il tuo pensiero che condivido in pieno, ma ahimè, per mia sicura esposizione dell’argomento ho indirizzato, inconsapevolmente verso pensieri giustissimi,ma che non fanno centro alla sostanza intrinseca che voleva significare. Ecco, in ultima analisi io racchiuderei in pochi esempi ciò che stava nascosto fra le mie ( confusionarie ) righe. Ad esempio, prendiamo il fornaio che si alza nel cuore della notte per impastare il pane. Questo non di rado potrebbe non avere voglia, per varie ragioni di alzare quando la moltitudine si gode il riposo della notte. Lo stesso per tutti gli operai che devono piegarsi alla catena di montaggio perchè quella macchina corra, anche se non ne hanno voglia. E così, mi situo nel dire che è pur vero che molti studiosi devono fare lunghe ricerche per scoprire quella medicina che guarisce, o che tanti uomini devono sacrificare la propria vita affinchè venga fatta giustizia, ma anche la moltitudine di innamorati che giorno dopo giorno debbono rinunciare ai loro desideri egoistici perhè viva l’amore…anche se non ne hanno voglia. In conclusione, dove sarebbe la dignità e la libertà e la capacità di amare, se Dio, per risparmiarci questi liberi atti ci desse il pane sulla tavola imbandita o il farmaco che cura senza possibilità di errori, e tutti gli amori in fiore, senza il rischio che appassiscano ? Ecco, in ultima analisi quello che volevo dire. E, lo stesso Cristo, non credo avesse avuto tutta questa voglia di farsi appendere sul legno di croce dopo la faticosa e dolorosa via che conduceva al Golgota. Ma l’ha fatto, perchè era il desiderio del Padre Suo. Ciao cara

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