La salute pubblica dipende dalla collettività e non dalla individualità

Diritto alla salute e interesse collettivo | Comilva

La salute pubblica, dunque, la possiamo paragonare a una sciarpa molto lunga che mantiene caldi i nostri colli. Ognuno di noi ha questa sciarpa che non è visibile attorno al collo: se qualcuno la perde, si scopre il collo di tutti e non di quel singolo individuo.

Quando parliamo di salute, davvero “uno vale uno”, davvero siamo tutti a “contare”. Ogni azione del singolo condiziona indirettamente la vita di tutti, come è evidente quando parliamo di “immunità di gregge”.

Il quanto il coinvolgimento della collettività sia importante- anzi imprescindibile – nella tutela della salute pubblica è però una consapevolezza che stiamo maturando in questi ultimi tempi, nonostante i demenziali atteggiamenti di una sparuta accozzaglia che ignora questo principio di etica e morale.

Siamo ormai consapevoli che questa pandemia ci ha sbattuto in faccia la nostra vulnerabilità: mi piacerebbe che questo ci spingesse a comprendere la ragione per cui ci siamo potuti permettere di dimenticarlo.

Calcolate che fino a qualche decennio addietro – non secoli -la stessa Difterite uccideva, la rosolia provocava gravi invalidità o paralizzava, e ancora, il rachitismo che deformava le ossa, la tubercolosi altamente mortale. Tutti quelli che sono nati nella seconda metà del ‘900 che si sono scansati queste minacce possono considerarsi fortunati.

La scienza, con i suoi studi e progressi ci ha dotato di tecniche di diagnostica avanzate, farmaci altamente efficaci, Vaccini: ci hanno reso meno vulnerabili.

La salute pubblica dipende dalla collettività e non dalla individualitàultima modifica: 2021-11-03T14:20:54+01:00da un_uomonormale0

12 pensieri riguardo “La salute pubblica dipende dalla collettività e non dalla individualità”

  1. Caro amico mio Peppe, i tuoi articoli meritano sicuramente di essere letti con interesse da tutti ma, haitu, pare che non interessi a nessuno, se non a qualcuno. Mi viene da dire, che chi si ammala di meno costa di meno alla sanità, il che favorisce una equa e migliore distribuzione delle risorse che saranno a quel punto convogliate verso chi ne ha realmente bisogno. Per fare un esempio, e presumo che tu lo condivida, che fa il vaccino dell’influenza risparmia a se stesso la malattia e fa risparmiare il servizio sanitario. E non solo, ma pure chi, sempre come esempio, ha familiarità per il diabete sin dalla sua infanzia dovrebbe mettere in atto quei comportamenti che gli permetteranno di incappare nel problema quando avrà settant’anni piuttosto che a cinquanta perchè a cinquanta è peggio che svilupparla a settanta: si tratta di una forbice di vent’anni in cui la malattia, sebbene sempre gestibile fiacca l’organismo. Grazie amico mio. Gina

    1. Carissima Gina, troppo buona. Dici che i miei argomenti meritano maggiore attenzione ? Forse, lo penserei anch’io. Ma va da sè il detto:” Predicare al vento!” Va bene così comunque. La tua è stata una giusta osservazione che, in ultima analisi “denuncia” la tua pregressa attività medica. Sarebbe un cambio di paradigma: è importante e urgente che la si smetta di ignorare gli arcinoti comportamenti corretti per recarci dal medico solo quando stiamo male, e possiamo a concentrarci su cosa possiamo fare per stare bene. Il che non vuole significare assumere più “pillole”, ma essere ligi a determinate regole. Se il medico ci dice di osservare uno stile dietetico sano, lo si deve seguire. Se ci dice che dobbiamo fare i classici 5000 passi al giorno, abbiamo il dovere di trovare quella mezz’oretta della giornata per camminare. Grazie a te cara Gina.

      1. Ciao Pippo, stavolta qualcosina la dico. Bello ciò che hai pubblicato. E non l’hai buttata a caso sulla pagina. Credo che mai come in questa vicenda che stiamo vivendo, ci siamo resi conto di quale enorme privilegio sia, il potere avere libero un servizio sanitario in modo che tutti ne possiamo disporre per cure delle più svariate e che la pandemia ha precluso. Un sorriso. Rosina

        1. Ciao Rosì, no no, buttata per caso assolutamente no. Ma non è così in tutti i paesi. Auspico che l’avere attraversato insieme questi terribili eventi ci consenta di maturare una sensibilità intellettuale e morale tale da aiutarci a difendere l’idea della salute come sacro diritto. Ciao Rosì

      2. Buona sera amico mio Peppe, sto passando da te per vedere qualche tuo nuovo argomento, ma non ne vedo. Spero tutto bene. Oggi non ti ho visto. Buona serata. Gina

  2. Bel post Doc, siamo alla similitudini chiare e inequivocabili. Se una persona con un minimo di intelletto raziocinante, non riesce a recepire il concetto fondamentale, allora non possiamo fare altro che “obbligarli” a difendere la loro salute affinché anche noi si possa essere meno a rischio. Un equazione ineluttabile e spero che si smetta con queste situazioni ballerine e scomode per tutti: specie per noi che osserviamo regole e norme. Parlano di libertà ma all’atto pratico, è pura anarchia. La nostra è vera libertà che vale meno della loro se pensano che noi non possiamo godere dei loro stessi diritti di libertà.
    Buona sera Peppe.

    1. Condivido in toto il tuo pensiero. Tuttavia caro Carlo, il problema non sta solo negli atteggiamenti insensati dei No-questo, no-quest’altro ecc…., ma cosa peggiore, in certa categoria giornalistica che fomenta ancor di più ritrosia nei riguardi del vaccino. Ricordo un passaggio della giornalista Maria Giovanna Maglie, che insiste ottusamente, ma convinta della verità, che “Se c’è l’obbligatorietà del Green Pass, per quale ragione continuare a calunniare, a stigmatizzare, a colpevolizzare coloro che scelgono il tampone ogni 48 ore per andare al lavoro ?. Questi-continua la giornalista – sono molto più sicuri di chi va in giro con un vaccino fatto 6-7 mesi fa”. Carissimo Carlo, al cospetto di una considerazione così mediocre sono rimasto schifato. La giornalista, non riesce a far lavorare il cervello che tiene dentro il cranio. Il tampone è solamente la classica foto “Polaroid”; cioè, l’istantanea che garantisce per quel giorno, ma appena esce dal posto di lavoro può assumersi il virus anche in forma asintomatica, quindi, veicolo di trasmissione. Il Green pass, diversamente, garantisce un considerevole arresto alla circolazione virale; e ridotta circolazione del virus significa ridotte forze al virus di mutare e crearsi varianti; cosa che non garantisce il tampone. In altri termini, non basta essere intelligenti, se questa intelligenza la si usa come colui che indossa una cravatta di lusso su una camicia insudiciata di olio. Una certa parte di persone, va appresso a queste teorie strampalate e insensate. Qui si sta facendo confusione tra la scienza e il diritto. Confusione, o anarchia di pensieri, voluta. Buona sera Carlo

  3. A questo punto dovremmo,noi vaccinati e ancora disposti a rivaccinarci pur di scoraggiare il male, a ribellarci e a scendere in piazza per reclamare, questa volta, il nostro diritto alla salute. Ci siamo tutti sottoposti alle regole che la scienza ha diramato e ci ha incoragggiati a seguire, convinti di far bene e debellare il virus che mieteva tante vittime, ed ora ci ritroviamo a dover ancora combattere, ancora mascherarci, ancora temere per la nostra vita e per quella dei nostri cari, come fossimo stati anche noi tutti vaccinati, degli asini testardi e renitenti. Ci sentiamo quasi traditi, impotenti contro una protervia che si nasconde dietro scuse e false verità ,per coprire, in realtà, mire non troppo, poi, misteriose e pavide, sicuramente meschine. Non è comunque inutile, Dott , il tuo esserti strenuamente speso e spenderti ancora a favore della salute pubblica. Sappiamo bene che una distesa di sabbia è formata da granelli e una stalattite da gocce di acqua calcarea che, inesorabili, scavano la roccia.
    Credo di non avere altro da aggiungere, se non augurarti la solita lieta serata. Ciao.

    1. E’ tutto innaturale, quello cui stiamo assistendo. I no Vax, i No-green pass. Una sommatoria di “NO” che non trovano giustificazioni perchè sono dei NO prive di argomento, idee- dicono questi- che non sono neppure capaci di argomentare. Una comunità sparuta ma che in ogni caso che rappresenta una “frattura” al tessuto sociale.Se guardiamo bene i gesti di ciascuno di questi manifestanti sono l’espressione più eclatante dell'”Inconsapevolezza”, tradotta in rabbia e odio. manifestano la loro paura di essere ingannati e di trovarsi vittime di un grosso complotto. Tutti che invocano la Libertà. Vedi mia cara, questi gruppi usano il vaccino come capro espiatorio; perchè, dentro di loro dimora il no per altro, primo fra tutti in No al governo per ragioni direi “sovversive”. Se con una ipotetica telecamera nascosta osserviamo i volti di costoro, li ritroviamo nei vari NO per altro; ad esempio i NO alla TAV, e alla prossima sono già pronti per altri NO di turno. Il professore Freud, in uno dei suoi trattati di psicanalisi diceva spesso, che quando un individuo pone la sua negazione al cospetto di ciò che è evidente, costui è un “pazzo”. Qual’è l’evidenza ? L’arrivo della vaccinazione di massa che ha fatto diminuire i decessi in maniera considerevole, oltre all’intasamento dei reparti di terapia intensiva. Qualche mese addietro assistevamo a 500-550 morti al giorno, oggi rasentiamo appena i 50. Se una manifestazione giustissima va fatta deve partire proprio da chi si è sottoposto a vaccinazione, che osserva le misure disposte motivate da “Io non pago le spese sanitarie e di ricovero di questi no-vax. Che se li paghino di tasca propria.
      Gridano con sterili e fatui slogan “Libertà”. Lo sanno anche i bambini del nido che la Libertà non è un’opinione, e che questa termina quando inizia quella del mio vicino. Essi rivendicano la libertà, consapevoli di trasformarsi in Untori, quindi un potenziale certo di diffusione della malattia agli altri. Questo tipo di libertà assume i tratti di “libertà di uccidere!”. Io ti ringrazio per il tuo intervento elaborato con grazia. Altrettanto presumo aver fatto io non tralasciando l’amara sostanza del problema. Ciao

  4. Certo, le pandemie ci sono sempre state. Quello che è cambiato è l’atteggiamento delle persone. Una volta si era grati quando qualcosa ci salvava la vita, adesso si grida al complotto e altre fesserie del genere. Non siamo migliorati. Buona serata

    1. Purtroppo gli eventi pandemici ci sono stati, ci sono, e ce ne saranno in futuro. Questo nostro attuale, con molte probabilità è circolato per decine, forse centinaia di anni in una foresta, rimbalzando di pipistrello in pipistrello e, perchè no, di pipistrello in “pangolino” o in altre specie animali della medesima foresta. In buona sostanza, ha svolto il suo proprio compito su questo pianeta per sopravvivere, ma senza dare nessun fastidio, fino a chè, non ha trovato il modo di uscire. Come ? Può essere uscito volando, portato da un pipistrello che aveva voglia di cambiare ambiente, o magari perchè impaurito a causa delle attività dell’uomo. Queste cose, dovrebbero fare riflettere questi “scappati di casa”. Siamo tutti-nessuno escluso – in una barca. E ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto proprio, ma solo “Insieme”. Nessuno si salva da solo. Fossimo solamente degli “individui” potrei capirlo, ma siamo esseri umani. ENTRERA’ MAI NELLE ZUCCHE DI COSTORO ?. Buona giornata

I commenti sono chiusi