Astri nel mondo

 

astri nel mondo

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1 Re 19,9a.11-16

Salmo: Sal 26 (27)

Vangelo: Mt 5,27-32

 

Gesù aiuta i suoi discepoli, a fare un passo più in profondità nella legge di Dio. L’esempio che pone oggi, è quello dell’adulterio e spiega come altrettanti gesti, possano rientrare in quella categoria. Egli aiuta loro ad ampliare l’orizzonte, così da non cadere nell’errore di pensare di credersi “a posto” e continuare a perseverare per quella strada.

Al di là del dell’argomento presentatoci il cui tema è ecclatante, Il Signore desidera aiutarci a dare il nome giusto alle nostre azioni sbagliate, è un cammino di consapevolezza di sé, per poter ricominciare e liberarci di quei peccati ‘anonimi”, ritenuti meno importanti, ma che pesano nella relazione con Dio.

Si tratta di guardare al perché del nostro agire. Il perché è quella “mano” e quell’ “occhio” che conosciuti, è possibile cercare di non sbagliare più. Solo conoscendo il perché, potremmo scoprire anche il come.

Coraggio! Egli ci ama e non ci lascia soli, anche e nonostante le nostre fragilità, Lui guarda e sa il bello che possiamo diventare.

Il Signore ci accompagna per una strada di bene, dove piano piano ritroviamo noi stessi e arriviamo a conoscere il Suo desiderio per noi: “Risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita” (Fil 2,15d.16a).

 

 

Un punto di unione

un punto di unione

 

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Prima lettura: 1 Re 18,41-46

Salmo: Sal 64 (65)

Vangelo: Mt 5,20-26

 

In un testo dove si parla di giustizia, di non uccidere e non insultare il prossimo, è implicita la domanda di Gesù: cosa conduce le nostre azioni e dov’è il nostro cuore?

Le fatiche subite, i dolori, spesso ci fanno chiudere in noi stessi e agli altri, rimaniamo come incarcerati nei pensieri e nei ricordi, e tutto quello che c’è intorno sfugge e non ce ne accorgiamo.

Oggi Gesù ci invita a scoprire, che il nostro cuore non è fatto solo per la sofferenza, è anzitutto amato da Dio e che quell’amore è il motore delle nostre azioni.

Il versetto dell’acclamazione al vangelo di oggi cita: Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Esso aiuta a spostare lo sguardo da noi a Dio, per ritrovare noi stessi e credere che, nonostante tutto, non eravamo soli. Da questo pensiero ogni nostro gesto o parola, non sarà più di rivincita o rivalsa, ma avrà in sé il sapore della vita. Una vita in cui Lui ci è accanto.

Dinanzi all’altare, anziché offrire tutta la nostra sofferenza, la rabbia, e la paura, oggi possiamo portare la gioia di aver scoperto il Suo amore che ci ha raggiunto e la consapevolezza di una vita oltre il dolore.

Il nostro cuore ha un punto di unione tra le ferite presenti e l’abbraccio di Dio, ogni volta le due parti si toccano, affinché il Suo amore sia la nostra forza in tutte le avversità, ed i nostri gesti sappiano di vita. Una vita segnata dal Suo amore.

 

Il compimento del cuore

il compimento del cuore

 

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Prima lettura: 1 Re 18,20-39

Salmo: Salmo 15 (16)

Vangelo: Mt 5,17-19

 

Il vero compimento della legge e dei profeti, si ha con Gesù!

Il Signore desidera dirci che in quella legge e in quell’annuncio è nascosta una pienezza per tutti e siamo chiamati a viverla.

La pienezza è l’amore di Dio! Una legge senza l’amore non è una legge di Dio. Nel corso della Sua vita, Gesù lo dimostra con i gesti e i miracoli, per alcuni tutto quanto spingeva a chiedersi se era lecito o no, la sua unica risposta, era l’amore del Padre per invitarci a vivere di questo amore.

Riflettere sulla legge non ci fa pensare all’amore, anzi si cerca di eseguirla e tentare di non trasgredirla, perché il mancato successo può portare ad una sanzione. Qui subentra la meraviglia di questo Vangelo, poiché l’unica determinazione della legge di Dio è l’amore, e non siamo puniti dinanzi al nostro errore, nell’amore abbiamo un Padre che perdona e ci attende per dimostrarcelo.

Gesù porta a compimento questa legge, la determinazione con la quale affronterà con consapevolezza la sua passione e morte, è indimenticabile alla nostra memoria.

Solo l’Amore può farsi spazio, tale da rendere la legge di Dio un faro che illumina le nostre giornate, affinché con Gesù realizziamo il nostro pezzetto di Vangelo, meditato, custodito e donato come compimento del cuore.

 

 

Risplendere di gusto

 

 

risplendere di gusto

 

 

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Prima lettura: 1 Re 17,7-16

Salmo: Sal 4

Vangelo: Mt 5,13-16

 

Il tempo ordinario si apre con il Vangelo di Matteo, in cui Gesù annuncia chi siamo: sale della terra e luce del mondo.

L’invito del Signore, è riconoscere Il sale e la luce come elementi che non possono stare nascosti, donati da Lui per dare gusto e risplendere, o meglio: risplendere di gusto!

Il nostro viaggio ricomincia da qui, dal comprendere chi siamo, per poter scoprire giorno dopo giorno il Suo volto. Si inizia da noi, dal nostro quotidiano fatto di sapore e insapore, luce e buio. Il Signore ci accompagna verso il compimento di noi stessi, attraverso le nostre fragilità e fatiche, ma anche con tutto il bello che possiamo diventare.

A qualunque età, in qualsiasi posto o percorso, è forte questo richiamo di Dio: sii Luce, sii sale, e non importa cosa fin d’ora abbiamo fatto, adesso è una nuova possibilità!

La nostra strada dove si intessono relazioni e si vivono legami, sia una via di bene sostenuta dal Suo Amore e dalla Sua forza, così che tutti, vedendoci, rendano gloria al Padre, scoprano la Sua presenza e ritrovino la luce e il sale come dono per ogni vita.

 

 

Accolti per accogliere

 

Accolti per accogliere

 

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Prima lettura: Gen 3,9-15.20 Oppure At 1, 12-14

Salmo: Sal 86 (87)

Vangelo: Gv 19,25-34

 

“Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé”

Siamo chiamati come il discepolo ad accogliere Maria nelle nostre vite. Gesù ce la consegna come Madre e questo segno ci unisce di più a Lui.

Il Signore sulla croce non consegna solo il suo spirito, ma completa ciò che durante la sua vita, nei suoi viaggi, nelle parabole e nei miracoli, ha sempre voluto farci capire: facciamo parte della famiglia di Dio. Maria da Madre ci accompagna in questa comprensione.

Nel dolore della perdita del Figlio, le viene consegnata tutta l’umanità. In quella sofferenza, dove il suo silenzio è assordante, non vi è una resa, ma la sua stessa consegna, tale quanto quella del Figlio.

Affidiamoci a colei che nel momento più faticoso, ha imparato a stare dinanzi alla croce, e sentiamola così davanti alla nostra.

Nel suo silenzio c’è tutta la verità di una vita intera, dove a volte le parole non bastano e dopo che sono dette spariscono, quel tacere non è un vuoto di parole, è uno spazio, un luogo, in cui imparare a stare come ha fatto Lei.

Accogliere Maria è lasciare spazio nel nostro cuore innanzitutto a una Madre, è far entrare in noi questa certezza: ella non ci lascerà mai soli.

Stare, esserci, affrontare, non temere, per tutto questo ci vuole coraggio e ora possiamo farlo anche noi. Prima di accogliere siamo accolti da colei che per noi dona tutta se stessa, suo Figlio e ci ama di un amore infinito.

“Maria, madre nostra

aiutaci a conoscere

quanto è grande il tuo amore per noi.

Facci comprendere

che la misura dell’amore,

è imparare a stare

in ogni situazione presso il cuore,

affinché esso diventi

luogo di offerta, sacrificio, amore”. Così sia.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Raggio di Luce, raggio di Amore

 

Raggio di Luce, raggio di Amore

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 2,1-11

Salmo: Sal 103 (104)

Seconda lettura: Rm 8,8-17

Vangelo: Gv 14,15-16.23b-26

 

Il Padre ci dona un Paràclito, lo Spirito Santo che rimanga con noi per sempre. Il Signore sa che abbiamo bisogno di aiuto, e ci viene incontro con un dono che non abbiamo richiesto, ma necessario per vivere.

Ciascuno riceve questo dono dalle mani del Padre, dobbiamo invocarlo, lasciarci insegnare con la stessa docilità e tenerezza, con la quale è entrato in noi.

Crediamo “in quel raggio di Luce”, lasciamoci illuminare dallo Spirito Santo, Egli è qui per noi, per donarci la forza necessaria, il coraggio, e sanare quelle ferite che solo l’amore di Dio può curare.

Quando siamo stanchi e la fatica della vita con le sue difficoltà, prende il sopravvento, preghiamo lo Spirito: “Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce”. Lo Spirito è il dono che il Padre ha voluto farci, perché non veniamo meno lungo il cammino, e nel buio quel raggio di amore farà la differenza.

“Spirito Santo

dono del Padre a noi tuoi figli,

consola, sana, purifica il nostro cuore,

insegnaci la strada da percorrere.

Ispira i nostri pensieri,

donaci la saggezza di comprendere,

che l’amore è la tua risposta

ad ogni nostra domanda,

facci credere che Tu ci sarai per sempre.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Qual è la tua storia con Cristo?

 

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 28,16-20.30-31

Salmo: Sal 10 (11)

Vangelo: Gv 21,20-25

 

 

“Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.”

Ciascuno di noi ha il dono di poter scrivere la propria storia con Dio, perché Egli attraverso Gesù, ha deciso di farsi incontro. Alcuni ne narrano i tratti salienti che hanno cambiato la loro vita, lasciando un segno di quanto accaduto, come un dono da dover permanere nel tempo.

La Parola stessa ci parla di incontri: persone perdonate, sanate e lo fa affinché Essa ci sveli il volto di Dio, un volto capace di consolare, attendere e salvare non uno, ma tutti.

Non basterebbe il mondo intero per contenere i libri da scrivere su di Lui, perché il Signore si rivela ad ognuno di noi e per quanto diversi, ha preparato un posto, dove poterci sentire tutti fratelli: il Suo cuore.

Qual è la tua storia con Cristo?

Oggi fanne memoria, non c’è bisogno di scrivere un diario, ma di fissare nella mente degli istanti, in cui poter affermare la Sua presenza. Probabilmente scoprirai momenti e situazioni che nell’immediato non avresti pensato, e sarà bello, perché ti renderai conto che Egli c’era quando non lo cercavi, era lì quando lo invocavi e nella sofferenza voleva farti coraggio.

La vita, ha la forza della storia di Cristo che si è intessuta con la nostra. Ogni momento ha in sé un messaggio, una Parola per accompagnare il nostro cammino, affinché anche noi, possiamo annunciarlo per le strade del mondo.

 

 

Domande alla ricerca di uno spazio

 

Domande alla ricerca di uno spazio

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 25,13-21

Salmo: Sal 102 (103)

Vangelo: Gv 21,15-19

 

Le tre domande che Gesù pone a Simone, sono le stesse che Egli fa anche a noi.

“Mi ami più di costoro?”

“Mi ami?”

“Mi vuoi bene?”

Per quanto la risposta di Simone sia simile, queste tre domande sono diverse.

Dovremmo chiederci: e noi come avremmo risposto? Nel corso della vita viviamo di domande, esse sono il motore che ci stimolano a capire, costruire la nostra identità, la nostra coscienza e ci fanno crescere.

Oggi l’invito è fermarci alle risposte, ogni azione è una risposta a qualcosa, e la questione che Gesù smuove, anzitutto riguarda il cuore. Solo riconoscendo l’amore di Dio, potremmo trovare la forza per amare in ogni circostanza.

Queste tre domande rappresentano l’amore che Dio ha per noi: senza misura e più di tutti, ed è soprattutto capace di farsi comprendere, affinché riconosciuto possiamo fare altrettanto.

Se facciamo dell’amore di Dio la sorgente della nostro agire, ogni azione sarà una risposta visibile di quanto siamo chiamati alla bellezza, non quella estetica, apparente, finita, ma quella infinita, di un amore ricevuto non per i nostri meriti, ma per un dono Suo.

Qualsiasi sia la nostra risposta, Egli ci invita a seguirlo, perché l’amore non si impone ma propone, apre le strade e se anche fosse fragile, nelle Sue mani sono le nostre mani e il cuore, per condurci verso un luogo sicuro, dove poter ricevere e donare amore: il cuore stesso di Dio.

“Seguimi”! L’Amore chiama ad agire, ad uscire da noi stessi per donarsi e diffondere nel mondo una risposta di pace, bontà e Misericordia, a tutte quelle domande che cercano ancora uno spazio in noi.

 

 

Come sarà il nostro futuro?

 

Come sarà il nostro futuro?

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 22,30; 23,6-11

Salmo: Sal 15 (16)

Vangelo: Gv 17,20-26

 

“E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”.

Nel Vangelo della liturgia odierna, Gesù pronuncia queste parole, che ci fanno riflettere su quanto conoscere il Padre a cui Egli vuole portarci, non sia solo una questione cognitiva, ma la chiave per accedere in quel circolo d’amore tra Padre e Figlio.

Conoscere è quindi, entrare nel cuore di Dio, per scoprire di essere da sempre amati e farne esperienza di vita.

Gesù ci accompagna in questo percorso, e oggi ascoltare la Sua preghiera rivolta al Padre, diventa per noi un far memoria del nostro cammino.

Siamo amati e creati per un’unità, che durante il viaggio della vita si dispiega dinanzi a noi. L’unità di cui facciamo già parte, è l’amore del Padre e il Figlio, un amore capace di riunire persino parti disgregate, pezzi di storia che se non fossero stati amati, sarebbero inspiegabili e in un modo o nell’altro, ci hanno portato qui, chiamati a trovare l’amore di Dio.

L’amore di Dio ci accompagna da sempre, spesso però facciamo fatica a pensarlo, abbiamo bisogno di concretezza e forse è proprio per questo che Gesù parla insistentemente dell’unità, perché il farne esperienza è la vera concretezza.

Come sarà il nostro futuro? È parte del presente e del passato, è aver scoperto e vivere dello stesso amore, che il Padre ha per il Figlio e partecipi di quest’unione, illuminare quello che verrà, ogni cosa, attraverso questa forza, ora diventata esperienza consapevole.

 

Custodiscili nel tuo nome

 

custodiscili nel tuo nome

 

 

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Prima lettura: At 20,28-38

Salmo: Sal 67 (68)

Vangelo: Gv 17,11b-19

 

La preghiera di Gesù al Padre, presentata nel Vangelo di oggi, è davvero carica di amore e tenerezza nei nostri confronti.

“Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi”. Venuto il tempo che Gesù salga al Padre, lo esorta a custodirci, ad aver cura di noi, così da sentire questa profonda continuità tra il Padre e il Figlio.

Il Signore desidera farci fare esperienza viva del Suo amore, del Suo esserci nella nostra vita e invita il Padre a non toglierci dal mondo, ma a preservarci dal male. Non ci sono davvero parole più belle. Quando teniamo ad una persona cara, vogliamo il bene per lei, così Gesù ci affida a Colui che ha di più caro e che solo Lui può capire il Suo amore per noi, perché è lo stesso di Dio!

Nonostante le sofferenze e le fatiche, Dio è qui per proteggerci dal male, ed è il Figlio stesso a chiederlo, perché il bene in ogni sua forma prevalga, e sia la risposta a tutto ciò che viviamo.

È possibile vivere in questo mondo e affrontare tutto ciò che accade, grazie alla mano provvidente del Padre, la quale semina e dona costantemente il bene per tutti i suoi figli. Siamo consacrati nella Verità, in quella Parola che esce dalla bocca di Dio, il giorno della creazione e ci rivela quanto per Lui, sia noi che il mondo, siamo cosa buona: “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Gen 1,31).

La preghiera di Gesù si eleva al Padre e scende su di noi, su questa terra, affinché possiamo sentirci custoditi nelle mani di Dio, uniti in una comunione che non avrà mai fine, e che fa di noi una Sua opera di bontà e Misericordia.