L’Amore è sempre in viaggio

 

l'amore è sempre in viaggio

 

31 AGOSTO 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 3,1-9

Salmo: Sal 32 (33)

Vangelo: Lc 4,38-44

 

Le folle cercano Gesù, hanno capito che Lui ha qualcosa di particolare, non è un uomo come gli altri. Perché lo cercano? Hanno visto miracoli, guarigioni,  parla come uno che ha autorità, ma Gesù non si fa trattenere,  deve andare altrove per diffondere la buona notizia del Regno. Il Suo amore deve raggiungere tutti i popoli. Cosi questo immenso dono di vita è arrivato fino a noi oggi. L’Amore è sempre in viaggio.

Chi ama non si arresta mai, trova un “oltre” dove vivere e condividere ciò che ha ricevuto. Il Regno di Dio è la sua presenza che continua nel tempo, apportando la sua salvezza.

Cercare Gesù è credere di essere raggiunti dalla sua salvezza, dalla sua Parola che crea, dalla sua misericordia che perdona, dal suo amore che abbraccia tutti i popoli in tutti i tempi.

“L’Amore è sempre in viaggio,

il Tuo viaggio Signore,

giunge sino a me, alla mia casa.

Donami di credere che la mia vita è sorretta dal Tuo amore

e che non esiste peccato o errore

ma semplicemente io e Te.

La Tua Misericordia e umanità

si incontrano nella mia strada

e non si fermano, proseguono in ogni tempo,

perché l’amore di Dio non si stanca, scende, risale, opera

e soprattutto non finirà mai”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

La Parola stessa

 

La Parola stessa

 

 

30 AGOSTO 2022

MARTEDÌ DELLA XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 2,10b-16

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Lc 4,31-37

 

Quando Gesù passava, stupiva perché la Sua Parola era detta con autorità. A differenza degli altri predicatori del tempo che offrivano le loro parole ed insegnamenti, Egli era la Parola stessa.

Una Parola che risana, conforta, dice forte la verità e perdona, e colpiva tanto perché tutti in fondo abbiamo bisogno di parole buone, che siano legate al cuore del Padre e non al vento. Abbiamo bisogno di credere in una possibilità nonostante i nostri sbagli, necessitiamo di risposte gridate al cielo in un momento di dolore e soprattutto siamo bisognosi di sentirci amati da un Dio vicino.

Dio ha visitato il Suo popolo per darci la possibilità di fare esperienza di Lui, e tra le tante domande, dubbi o perplessità saper riconoscere il Suo volto. La Parola che ha creato l’universo, ha preso forma umana, affinché ogni nostro cuore spezzato, ferito, possa essere toccato dalla Sua Grazia e Misericordia.

Gesù è Colui che ci risana dalle ferite e salva l’uomo da tutto ciò che possa allontanarlo da Lui, così che la nostra speranza ha il volto di Dio, un volto di Padre dove poter esclamare:

“Vieni o Padre in mio soccorso,

conforta il mio cuore dall’amarezza e dal dolore.

Sostienimi perché vacillo,

e per quanto sia caduto

non smetto di credere in Te.

Il mio cuore in attesa di salvezza,

volge a te il suo grido: Padre,

è la mia professione di fede

è tutto ciò che posso dire,

perché in esso c’è tutto”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Giovanni voce della verità

 

Giovanni voce della verità

 

LUNEDÌ 29 AGOSTO 2022

MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 1,17-19

Salmo: Sal 70 (71)

Vangelo: Mc 6,17-29

 

Il ritornello al Salmo della liturgia di oggi recita: “La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza”, nell’ascoltarle viene da pensare a Giovanni Battista, il cui Vangelo racconta il suo martirio.

Giovanni durante la sua vita preannunciò la venuta di Gesù, era la voce che nei deserti dei cuori più disperati, preparava la via al Signore e seppur prigionero, leggiamo nel brano che persino Erode lo ascoltava volentieri.

Uomo di fede, sperava nella venuta di Gesù per il suo popolo, aveva compreso che Dio ascoltava le sofferenze di ciascuno e non gli avrebbe lasciati soli; anche in carcere, nel vuoto e nel nulla di una prigione non ha mai smesso di dire la verità e fu quella la sua più grande libertà che nessuno poteva togliergli.

La voce di Giovanni che grida: “preparate la via al Signore”, risuona ancora oggi, affinché ogni nostro grido o supplica trovi in Dio il coraggio. Sebbene le voci siano tante, Dio sa distinguerne i suoni, nessuno di noi sarà mai dimenticato dal Suo cuore.

Giovanni ci ha insegnato a sperare in un Dio sceso in terra, ha annunciato fino alla fine la verità che il Signore stesso ha posto sulla Sua bocca, perché preparassimo il cuore alla Sua Parola fattasi carne e venuta ad abitare in mezzo a noi.

“Signore,

dinanzi al mio cuore a volte privo di speranza,

mi sei accanto per non che io tema.

Aiutami a credere persino quando attorno a me

percepisco il vuoto,

come una prigione diventa il mio cuore

se Tu non ci sei.

Sostienimi, perché sei Tu la mia speranza

in un mondo dove a volte si perde il senso,

ma nulla è perduto

perché è qui che sei nato,

in questo mondo, nel mio mondo,

per essere segno, per donare un senso ad ogni cuore, ad ogni vita”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

L’ultimo posto

 

l'ultimo posto

 

 

DOMENICA 28 AGOSTO 2022

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]

Salmo: Sal 67 (68)

Seconda lettura: Eb 12,18-19.22-24a 

Vangelo: Lc 14,1.7-14

 

Un consiglio pratico quello di Gesù nel Vangelo di oggi, che dopo aver ascoltato può sembrare quasi naturale scegliere l’ultimo posto, per evitare di sbagliare e soprattutto per sentirsi dalla parte giusta.

L’umiltà non si ferma agli ultimi posti, è la condizione di chi si riconosce per quello che è: creatura nelle mani del creatore e allora mi metto all’ultimo posto perché riconosco la grandezza di Dio, non ho bisogno di essere glorificato dalla gente in quanto la mia vita è nel Signore, Colui che ha fatto di quell’ultimo posto il trono della Sua Misericordia.

Egli ha lasciato che tutti i poveri, i malati, potessero venire da Lui così da riconciliare la loro vita in Dio, avrebbe potuto farlo anche a distanza, ma ha scelto la modalità del contatto, della casa, perché fosse un’esperienza indimenticabile.

Siamo noi quei poveri che abbiamo il dono di far parte della casa di Dio, beato quell’ultimo posto o il penultimo, quello che conta è essere qui dinanzi a Lui e sentire la vita ripartire.

Essere poveri non è strettamente legato al denaro, vi sono numerose povertà come diverse malattie, ma quello che ci accomuna è comprendere che il povero ha la sua ricchezza in Dio. Il Signore non ci abbandonerà, non lascerà i suoi figli, se ne prenderà cura con la semplicità di un Pane che ci nutrirà in qualsiasi posto saremo.

Dinanzi alla grandezza del cuore di Dio possiamo solo esclamare:

“Hai preparato per me una casa o Dio,

affinché io abbia un luogo dove stare.

L’amore di un Padre per i suoi figli,

il dolore di un figlio che non sa come tornare,

trovano nel Tuo cuore una dimora.

Seduto in fondo, Ti guardo da lontano,

i miei occhi hanno paura di incrociare il tuo sguardo.

“Padre perdonami perché ho peccato”,

ma in quell’attimo mi sento amato,

l’Amore viene da dentro di me

come se mi dicessi: “tranquillo figlio, ora sei a casa”

ed è subito pace”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

In quei talenti

in quei talenti

 

SABATO 27 AGOSTO 2022

SANTA MONICA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 1,26-31

Salmo: Sal 32 (33)

Vangelo: Mt 25,14-30

 

Nella parabola che il Signore racconta oggi, ci fa un dono immenso. Egli ci consegna “i suoi beni”, la sua ricchezza,  ovvero tutta la pienezza del Suo amore, che riversa in ognuno di noi. In questo modo Dio dona tutto a tutti, così che ciascuno farà fruttificare secondo le sue capacità.

Lavorare per il regno di Dio significa mettere a diaposizione tutto ciò che si ha e si è, perché in quei talenti c’è tutto l’amore di Dio, allora non dobbiamo temere e nascondere nulla, nessun talento va sotterrato, ma aprire il cuore all’amore e donare a piene mani. Tuttavia qui non si tratta solo di compiere delle azioni concrete di carità, queste saranno una conseguenza della principale disposizione che è accogliere Dio stesso, la relazione con Lui.

Il Vangelo comincia dicendo: “avverrà che…” è un racconto che ha in sé una promessa: ci sarà sempre quell’Uomo che impiegherà i suoi talenti perché l’amore si moltiplica solo donando.

“Signore,

dinanzi a tante ricchezze,

una sola è davvero necessaria:

il tuo amore.

Esso è all’apparenza silenzioso,

ma è la forma più presente in ogni luogo,

è Forte, ma debole nel rispetto della nostra libertà,

è totalmente Vero, in un mondo di verità parziali.

Fa che nessuno in questo mondo,

rimanga indifferente al tuo amore

e comprenda nel suo cuore

che tu ci amerai per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Olio in piccoli vasi

olio in piccoli vasi

 

26 AGOSTO 2022

VENERDÌ DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 1,17-25

Salmo: Sal 32 (33)

Vangelo: Mt 25,1-13

In questi giorni la liturgia ci ha presentato più volte il tema della “vigilanza”. Oggi dalla parabola delle dieci vergini meditiamo su un simbolo fondamentale della veglia: la lampada. Questa rappresenta la fede vigilante.

Il cuore desto dell’amore è come l’olio della lampada che brucia, si dona nell’attesa del Suo Signore. È una fiamma viva che ha bisogno di essere rinvigorita per restare accesa, proprio come una volta quando in una casa ci voleva il fuoco per scaldarla e si cercava la legna con costanza e perseveranza per non stare al freddo, così per alimentare la lampada del nostro cuore ci vuole la fede.

L’olio che alimenta la lampada, rappresenta il personale desiderio che ciascuno ha di incontrare il Signore della sua vita, nella verità del quotidiano, dove ci sono giorno in cui ci si sente forti e altri deboli, e confida sempre nel Suo amore che dia vigore alla fede, affinché l’olio dell’amore non scarseggi mai.

Nel testo si legge di quest’olio raccolto in piccoli vasi, è la perseveranza nella quotidianità delle cose da fare, è il ricordarsi oggi come ieri di quell’amore di Dio ricevuto. L’invito è l’unità di queste due cose che fanno parte di noi: quotidianità e vigilanza, Spirito e corpo, concretezza e trascendenza, perché l’olio come fuoco dell’amore è la chiave che unisce il tutto e non vi è luogo della nostra vita dove Dio non c’è.

L’amore sta in tutto, in grandi cose e in piccoli vasi e pur essendo piccolo quel vaso ha in sé tutti gli elementi dell’amore che può donare.

E allora vegliare non è stare fermi aspettando che il Signore passi, ma è  vivere la quotidianità credendo che Lui vi è dentro, per poter pregare:

“Signore,

aiutaci a tenere le lampade accese,

segno di chi ha conosciuto il Tuo amore.

Fa che non si spenga quella fiamma in noi,

consola, riscalda i cuori alla speranza,

affinché ritrovino nel timore o nell’angoscia

un balsamo per le ferite.

Un segno del Tuo amore

nel nostro oggi, fasci il cuore

e gli dia la forza e la fede

ogni giorno e per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Un’attesa che è presenza

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25 AGOSTO 2022

GIOVEDÌ DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 1,1-9

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Mt 24,42-51

 

Vegliate! Questo è  l’invito di Gesù nel Vangelo di oggi,  ovvero state svegli, non fate che la vostra vita si assopisca, le vostre azioni si atrofizzino,  vivete ogni istante intensamente, come se fosse il più bello della vita, con la gioia e la forza di Dio.

Lavora, mangia, prega, riposati, gioisci,  prenditi cura di te e dei tuoi fratelli, riconoscendo che la tua vita viene da Dio e te la custodirà per sempre. Lui è presente in ogni istante, non preoccuparti di ciò che sarà, ma affida a Dio il tuo oggi.

La Sua Parola è con noi in ogni momento per aiutarci a credere che la Sua presenza non è una risposta all’attesa provvisoria, perché Dio non è a immagine del nostro bisogno, ma è il Dio della vita che ci ha voluto, creato, custodito ed amato, al punto da essere Lui stesso il vegliante del tuo cuore.

La risposta del Signore è sempre in eccedenza, vuole donare qualcosa di più, offrire un senso, una direzione che è sempre verso di Lui, affinché nel cuore non si plachi solo l’ansia di vivere dell’oggi, ma possa attingere alla memoria di un Dio che è con noi. Vegliate! Il cuore veglia giorno e notte rivolto al Suo Signore, in quest’ attesa che ora è presenza.

“Signore,

il mio cuore veglia e sta in attesa,

dove sei Dio?

Mi trovo a cercarti

in quella memoria del cuore che

è il nostro tesoro e il mio rifugio.

Ti affido la mia vita,

fatta di croci e di speranze,

perché Tu sei il vegliante del mio cuore.

Aiutami a vegliare

ogni istante fino alla fine dei miei giorni,

perché solo se avrò amato e riconosciuto l’amore,

la mia vita avrà avuto un senso”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Conosciuto nel profondo

 

conosciuto nel profondo

 

 

MERCOLEDÌ 24 AGOSTO 2022

SAN BARTOLOMEO, APOSTOLO – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ap 21,9b-14

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Gv 1,45-51

 

Gesù elogia Natanaele per la sua coerenza ancor prima che effettivamente si incontrino, Egli riesce a leggere le intenzioni dei cuori e Natanaele ne rimane colpito al punto da esprimere una professione di fede: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». L’esperienza di sentirsi conosciuto nel profondo, lo fa entrare nella comprensione del mistero dell’amore di Dio.

Pensando a questo stupore, vengono in mente le parole del salmo 138: “prima di formarti nel grembo materno ti conoscevo”,”tu sai quando mi siedo e alzo, penetri da lontano i miei pensieri”. Qui il salmista fa una lode a Dio, perché sa che con Lui il suo cuore è al sicuro, ancora prima che ogni nostra parola sia pronunciata il Signore già la conosce tutta.

Siamo dinanzi a un Dio che ci conosce in profondità perché siamo Sue creature e nulla di noi e all’oscuro, anche i nostri errori, le nostre parole sono illuminate dalla conoscenza di Dio.

E quando ci sembra di non sapere cosa dire, quando a volte il dolore è così grande da non sapere quale parola pronunciare, mettiamoci semplicemente davanti a Gesù e sfoghiamo il nostro cuore, ci sentiremo capiti, compresi come mai nessuno sa fare e ciò sarà la forza per ricominciare.

“Signore,

sono qui dinanzi a Te senza parole,

inerme, e con un dolore nel cuore.

Vorrei gridarti:

quant’è difficile, Signore!

Ma tu sai già cosa sento e

questa è la mia unica consolazione.

Lascio che siano il silenzio e le mie lacrime a parlare,

faccio di esse una preghiera

per ritrovare la pace,

la forza ed il coraggio in te,

nel Tuo amore sapiente di cosa posso diventare

e dal cuore nasce una speranza:

perché io sono nelle tue mani ieri, oggi e sempre

e questo nonostante tutto non cambierà mai”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Giustizia, Misericordia e fedeltà

 

giustizia, Misericordia e fedeltà

 

 

23 AGOSTO 2022

MARTEDÌ DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: 2Ts 2,1-3a.13-17

Salmo: Sal 95 (96)

Vangelo: Mt 23,23-26

 

Il Vangelo di oggi comincia con toni duri verso gli scribi e i farisei, dicendo: “guai a voi”, li accusa di una rigidità legata su determinate azioni trascurando le parti essenziali della legge, come la giustizia, la Misericordia e la fedeltà; perché questo discorso e cosa può dire a noi?

Il Signore ci ha donato una vocazione che non riguarda solo la personale scelta di vita, ma la prima vocazione è anzitutto universale: vivere da figli creati ad immagine e somiglianza di Dio. Se veniamo meno a questo compito, se manca la coerenza di vita, è come se ci autorendessimo incompiuti.

“Guai a noi” non è una minaccia o una reazione accesa, perché il nostro non è un Vangelo “contro” nessuno, sono parole di avvertimento a non perdersi, ricche di preoccupazione su chi non ha capito l’essenza della sua esistenza, e divulga immagini contraddittorie di un Dio che è giustizia, Misericordia e fedeltà ed esse non sono a sé stanti, ma la somma del Suo amore, si compiono insieme, nessuna è senza l’altra.

L’augurio che possiamo farci, viene proprio dalla prima lettura di oggi, sono le parole di Paolo ai Tessalonicesi: “E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene”.

Lasciamoci confortare il cuore da Dio, sentiamoci amati da Lui e crediamo che gli stiamo a cuore e tutto questo ci renderà saldi, perché la nostra vocazione è per la felicità vissuta con i Suoi tratti di giustizia, Misericordia e fedeltà.

“Signore,

aiutami a vivere da figlio.

Il fuoco del Tuo amore renda saldo in me

le Tue parole,

cosi che il mio cuore non si perda.

Tu sai quante volte ho sbagliato

e mi sono perso,

ma il Tuo amore non è mai cambiato.

Ti ringrazio per la Tua perseveranza, che nel tempo

ha dato al mio cuore una speranza,

sono figlio e non l’errore che commetto,

sono amato non per quello che faccio, ma per ciò che sono:

il frutto del Tuo amore

e nel Tuo nome, mi hai benedetto”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Rallegrati Maria

 

Rallegrati Maria

 

LUNEDÌ 22 AGOSTO 2022

BEATA VERGINE MARIA REGINA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Is 9,1-6

Salmo: Sal 112 (113)

Vangelo: Lc 1,26-38

Un angelo compare a Maria, giunge fino a lei compiendo un viaggio, entra in casa sua ed esclama: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

Con queste parole l’angelo proclama la grandezza di Dio, è il messaggero mandato sulla terra perché Ella scopra quanto il Signore ha cura di Lei. Non è possibile non rallegrarsi.

Rallegrati, non temere Maria, perché quando interviene Dio succede sempre qualcosa di grande; la tua gioia viene dall’essere amata in modo particolare dal Signore, colmata di Grazia, lo Spirito Santo creerà in te l’opera di Dio per l’umanità.

Ora tra Dio e Maria è avvenuto un contatto più grande, più forte di prima, perché grazie all’angelo può parlare direttamente a Lui e scoprire la sua identità: sarà la Madre del Salvatore e di tutti i viventi da ora e per sempre. Ogni cuore tendera a Lei e tante voci in coro esclameranno: ave o Maria!

L’eccomi di Maria è diventato per tutte le generazioni il riferimento di quanto ci si possa fidare e affidare alla Parola di Dio, nel discernimento della vita.

Oltre le paure, i timori, le incertezze, l’amore di Dio crede, spera e ama, poiché non siamo soli ma è Dio che ci sorregge donandoci la Sua Grazia, e colmando lo spazio del nostro “eccomi”, affinché nonostante la fragilità ci aiuti a compierlo e la nostra vita diventi un dono per gli altri, dove ogni gesto quotidiano dica l’amore ricevuto e la gioia di sapere che davvero il Signore è con noi.

“Ave o Maria,

ti saluto o piena di Grazia

e mi rallegro per te,

per il tuo Si che ti ha reso nostra Madre.

Conosco il timore e la paura

e immagino la Tua all’annuncio di un angelo

che parla a nome di Dio.

Ora sei Tu a farlo con me,

Maria racconta a Dio tutto il mio dolore, il mio timore,

affinché si ricordi di me

e mi dia pace.

Consola il mio cuore e donami la tua forza,

cosi che anch’io possa rallegrarmi

e stare con Te.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)