La mia casa

Fare sogni che muoiono all’alba

La mia casa non ha più il giardino ma un cortile sterrato, pieno di rottami accumulati in mucchi sparsi disordinatamente. I rottami sono neri e pieni di grasso, riconosco dalle forme copertoni, molle, lamiere. L’odore è intenso, penetrante.
Mi accorgo che tra i mucchi si muovono belve feroci, ci sono leonesse magre e affamate, tigri bianche con zanne sporgenti, sono usciti dalle gabbie. Non riesco a capire come mai ci sono delle gabbie a casa mia, ho paura e mi aggiro con molta cautela tra i rottami, non voglio farmi notare dagli animali, potrebbero avere una reazione violenta, nel mentre penso a come catturarle, so che non usciranno il muro è troppo alto ed il cancello è chiuso. Ad un certo punto mi ricordo che ho un numero di telefono per questi casi estremi, chiamo e aspetto queste persone sul cancello di casa.
Arrivano a bordo di un vecchio trattore, sono sporchi e mal vestiti, uno ha in testa una bandana bianca, un altro ha una cuffia e occhialini da aviatore e indossa un lungo soprabito di pelle marrone.
Fa caldo e c’è un sole accecante. Chiedo a questi uomini di far presto a catturare le belve che girano nel mio cortile. Mi rassicurano, mi dicono che saranno rapidi.
Salgono sul trattore e fanno ampi giri sollevando molta polvere, hanno tra le mani delle corde, tentano di prendere le leonesse ma queste saltano in cima ai rottami e si difendono.
Dopo una strenua lotta, fatta di rincorse e fughe riescono con delle reti a catturare tutte le belve e a liberare il cortile. Fanno entrare leonesse e tigri nelle gabbie e vanno via.
Rimangono solo i rottami, io e i rottami.

La mia casaultima modifica: 2019-08-16T23:40:20+02:00da Sheltersky