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ciao Pirata

Post n°678 pubblicato il 15 Marzo 2017 da CacciatricediSangue

Mi piacerebbe ricordarti cosi. impertinente, curioso, vandalo e distruttore. quello che si mette in mezzo appena ci si dirige a trovare le palline da sotto al letto, quello che sa quando stai per preparare la cena dei cani ed è pronto a richiederne un boccone, perchè tanto lo sa che non resisti. quello che appena esci non vede l'ora di venirti incontro per poi fare a gara a vedere chi rientra prima, se tu dalla porta d'ingresso o lui dalla finestra.quello che appena entrava in camera sapeva dove non doveva salire, e puntualmente aspettava che lo fissavi, per salirci ed essere sgridato. una sfida tra me e te, a chi voleva più bene

e invece non riesco,  vedo quel buco vuoto dove dormivi, vedo il tuo gioco, le tue palline, e quella fossa sul cuscino quando mi dormivi attaccato. non c'è il rumore di quando rientri di corsa, non c'è nessun oggetto spostato o caduto perchè sei passato tu. c'è solo una chiazza per terra che tra poco svanirà e l'immagine fissa nel mio cervello del tuo corpicino ormai coperto di terra. non ho voluto lasciarti in un sacco, ho preferito restituirti alla natura, anche se la vita ti ha portato via troppo presto. e non riesco a non pensare che è anche colpa mia. ciao piccolo Pirata, buon ponte terremoto

 
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chi non muore

Post n°677 pubblicato il 15 Dicembre 2014 da CacciatricediSangue

si rivede...o forse no

sono rientrata qui con il pensiero di salvare il salvabile, nel senso letterale della cosa, di mettermi li a salvare i post e chiudere questo blog prima che ci pensi libero stesso. chiuderlo perchè ormai non scrivo più, chiuderlo perchè ormai è un capitolo chiuso della mia vita. prima di esso ce ne sono stati altri, di capitoli, e dopo lo stesso. sono successe cose, tante, che qui non ho scritto. alcune le avrei volute scrivere, non tanto per condividerle quanto per metterle qui, nero su bianco e per poi un giorno rileggerle e ricordarmi dei miei errori, degli errori degli altri e di come ho vissuto quei certi momenti che ora sono solo ricordi.

ormai mi è passato il momento del "oddio ho da scrivere" dell'illuminazione da doversi fermare ovunque sia e appuntarsi l'idea. ormai mi è passato il momento del diario online, dello sfogatoio, del mio angolo solo mio che solo mio non è mai stato. ormai è Passato.

tutto questo è una parte del mio Passato. e come tale ha una sua fine. con questo, il blog termina. non posso dire definitivamente, perchè posso sempre cambiare idea, cambiare piattaforma o addirittura tornare alla carta reale e non quella virtuale. ma ora, nel mio presente, con i miei quesiti, i miei dubbi, i miei momenti si e i miei momenti no, le mie cose da dire, le mie cose da voler tenere per me, nel mio Presente, il blog non ha motivo di esistere.

addio a tempo indeterminato  







(e hai visto mai che prima o poi ritorno in pianta stabile?)

 
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Tanti ricordi in soli due anni

Post n°676 pubblicato il 02 Luglio 2012 da CacciatricediSangue
Foto di CacciatricediSangue

In questi sei giorni credo di essere impazzita.

Ho avuto allucinazioni, ti vedevo in ogni ombra, sentivo il tuo richiamo in ogni piccolo rumore.

Sono impazzita.

Il non vederti aspettarmi davanti al parcheggio, o il venirmi incontro quando rientro a casa mi sta facendo impazzire.
Solo che sto finendo le lacrime e la speranza mi sta abbandonando.

Ricordo quando ti cercavo. e perchè.

Ero fuori, non ero a casa mia, ero lontano dai miei affetti umani e non.
Così ti ho cercato, ti ho voluto e ti ho scelto. Ho dovuto attendere prima di averti con me, e attendere che tu ti abituassi a me.
Mi ricordo il viaggio per venirti a vedere che eri un batuffolo con due occhioni immensi. E mi ricordo l'emozione quando ti sono venuta a prendere.
Ricordo anche tutti i tuoi lamenti durante il viaggio, non ti avevo soprannominato Satana a caso.
Ero già in una pessima situazione, e tu, minuscolo batuffolo di pelo, ti rintanavi sotto la macchina del gas ad ogni rumore. Ma il secondo giorno, mentre credevi che io stessi dormendo, ti sei accoccolata vicino a me e li ho capito che eri mia e io ero tua. Dormivi in posizioni assurde!

Dopo pochi giorni hai dovuto affrontare un altro viaggio, scatoloni, traffico e una nuova casa. nuovi odori e tanto spazio.

Eravamo solo io e te, e io mi sentivo in colpa ogni volta che ti lasciavo sola tutto il tempo...così ho pensato di trovarti una compagna di gioco. Il destino ha voluto che fossero due. Ricordo quando sono arrivate. Non hai più smesso di giocare.

Poi è arrivato lui, voi vi siete coalizzate e non gli avete dato filo da torcere i primi giorni. Ricordo il tuo primo bagno, e ricordo perchè, dopo il secondo non te ne ho fatti più. Non entravi più nel lavandino.

Crescevi a vista d'occhio, e così è cresciuta anche la tua pancia prima che potessi accorgermi del "fattaccio".

Ricordo ogni singolo istante di quel giorno. Ricordo che hai partorito nel posto più scomodo, assurdo e impensabile di casa. Che erano cinque ma uno non ce l'ha fatta. Che eri stressata e mi hai fatto penare per i tuoi cuccioli. Li spostavi e li nascondevi. Alla fine sono rimasti in due, e con loro hai affrontato un altro viaggio.

Ricordo quando ho messo di nuovo piede in casa mia, io, tu e tutta la ciurma di corsa in camera, sbarrando porte e finestre. Ricordo che non hai mai avuto un enorme istinto materno, ma quando l'altra rifiutava i cuccioli, tu li hai adottati come fossero i tuoi.
Ricordo anche quando hai visto per la prima volta gli altri cani, e con Gavina siete riuscite a chiuderne uno all'angolo...erano le prime uscite in terrazzo, il primo assaggio di libertà.

C'è voluto un po' per abituarmi all'idea che tu potessi uscire ed entrare quando volessi, ma il vederti libera sul prato, venirmi incontro quando rientravo in casa, mi ha ripagato di tutto.

Ricordo la prima estate che hai passato qui, sei arrivata che sembravi un leoncino, e quando è giunto il primo caldo la tua criniera è andata sparendo. Ricordo di aver tirato giù ogni santo tutte le volte che rientravi con il pelo arruffato e impicciato e di dovermi armare di santa pazienza e spazzola per levarti tutti quei nodi.
Ricordo però anche che ti eri abituata a tutte le bestiole che girano in casa...da che soffiavi i primi giorni, appena i cani ti si avvicinavano tu senza più paura eri passata a strofinartici addosso.

Anche se ricordo l'unico morso che mi hai dato. Perchè con me non hai mai usato le unghie ne tantomeno i denti. Ma quella volta c'erano i cuccioli, era un ambiente nuovo, e il pazzo del cane era entrato di corsa in camera...

Ricordo la tua prima neve, tu norvegese nel dna, che avevi paura di quella cosa bianca e fredda.

Ho troppi ricordi...

Ancora sento, anche se so che ora è solo una sensazione, il contatto della tua coda quando passavi sotto il tavolo. A volte ancora sento il tuo miagolio quando mi venivi incontro.

Sono sei giorni che non ti vedo, e da ieri notte ormai so che non potrò più vederti. 

Mi manchi, e mi sento in colpa per non aver potuto far nulla. Mi sento uno schifo perchè non so nulla e non potrò sapere nulla. Non so se sei stata ferita e sei rimasta agonizzate, se qualcuno ti ha preso e ti ha portato con se, o se ti sei smarrita per cercare un posto fresco visto il gran caldo. 
Sto male e non riesco a passare oltre, a lasciarti andare. Il non sapere lascia aperta quella dannata porta di uno spiraglio, un barlume di speranza che continua ad uccidermi giorno dopo giorno. Vorrei poter credere alle storie a lieto fine, ma non sono più una bambina e non vivo in un film.

Devo solo riuscire a dirti addio. e forse un giorno ce la farò.

Ciao piccola mia. 

 
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nuovi arrivi

Post n°675 pubblicato il 23 Aprile 2012 da CacciatricediSangue

Sono nati i mucchini!

 

 

 
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...

Post n°674 pubblicato il 28 Marzo 2012 da CacciatricediSangue

Ho voglia di scrivere, ma non qui

Ho voglia di scrivere per tenere fermi i pensieri

Scriverò sicuramente, ma non qui

 
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Valstagna Giorno 3 - La Sera :

Post n°673 pubblicato il 09 Settembre 2011 da CacciatricediSangue

C’è ancora luce, non molta, ma ci si vede. Sfoderiamo così il mazzo di carte e scatta la partita in fase digestiva. E così, birretta in una mano, carte nell’altra. Ma si sa, sai quando inizi a giocare a burraco ma non quando finisci. Cala la sera, e cominciamo a non distinguere più le carte..
Fermi tutti! Abbiamo la lampada, abbiamo le pile, usiamola e continuiamo a giocare. Ennesima idea sbagliata! O meglio, ennesima MIA cazzata.
Spiego, che è meglio. La mattina prima della partenza io e Morrigan l’abbiamo dedicata alle spese essenziali, tra cui i fantomatici torcioni che sarebbero serviti per la lampada, memori delle volte scorse, che quando cala il buio, al fiume è realmente buio! Le batterie non sono state prese al supermercato poiché ci partiva un occhio della testa, così abbiamo optato per i cinesi, lascio Morrigan a casa sua, e tornando verso il mio ovile mi fermo al negozio cinese in quartiere. Non avevo la lampada con me, mando un sms a mio fratello chiedendogli conferma se la fabbrica di luce portasse torce o torcioni.

“4torce”

Rapido, conciso, preciso. Cosi credevo. Perché quando, la sera del terzo giorno, con le carte in mano e sul tavolo e senza riuscire a distinguere i  quadri dalle picche, con ancora poco alcool in corpo, sfodero la busta con 10 torce, andiamo mestamente a scoprire che la lampada ingurgita torcioni. Ci guardiamo, guardiamo la lampada, guardiamo le pile inutilizzabili, ci riguardiamo, e riguardiamo le pile inutilizzabili mettendole nella busta.

Ma non ci scoraggiamo, no no. Armati di accendino, tiriamo fuori dalla busta delle sorprese i moccolotti di citronella. Lanterne. Fiaccole. Falò. Chiamateli come volete. Quei cosi unti, gialli, pieni di cera che odorano di limone che quando vuoi spegnerli ti viene un’ embolia polmonare. Accendiamo il primo moccolotto e lo piazziamo in centro alla tavola. Evitiamo di tenerlo a contatto diretto con essa per evitare di trovare un tavolino squagliato la mattina dopo, cosi lo innalziamo modello torre di Pisa su un cartone capovolto. La gimcana per vedere le carte è stata impressionante.

Stiamo per terminare la partita quando si palesa da noi il nuovo vicino di tenda (che andremo poi a scoprire essere tal Fragolino, conoscenza del primo anno di Brintaal).
“Aah si gioca a carte qui, è roba seria!” e ci chiede un accendino in prestito per la sua lampada.

Click… e luce fu. Noi quattro davanti a quell’esemplare, quello splendido esemplare di lampada a gas appena accesa che ci illuminava a giorno manco fosse stato Dio con la creazione. È ovvio che ora è nella lista delle cose da comprare asssssssolutamente per il prossimo anno.


Concludiamo la partita e riponiamo le carte prima di perdere l’ultima diottria. Ma la sera è ancora lunga, cosi all’unanimità ci dedichiamo all’alcool e alla stretta amicizia con Luca.

Quello che verrà raccontato ora, non è frutto dei miei ricordi, che sono pochi e sconclusionati, ma più dei ricordi dell’unica sobria, Morrigan (era in previsione che dovesse prendere un antidolorifico per aver impersonificato Gesù).

Pare che, nel buio pesto, alla luce della fiaccola io dichiarassi di vedere la Madonna, o forse che la volessi vedere? Non ricordo bene. Però ricordo che mentre io cercavo la Madonna, la Zimo vedeva i battelli. A questo trovammo spiegazione la mattina dopo. C’è una strada statale che costeggia il fiume, ed è proprio di fronte alla nostra sponda, con il buio, le luci delle auto riflettono sull’acqua. Questa è l’unica spiegazione logica dei battelli che vedeva la Zimo.


Ricordo che con tutte le Madonne, di aver telefonato a mio fratello urlando MARONNE! e aver riattaccato.
Ricordo poi di un attacco “improvviso” di fame chimica, e di aver addentato i canestrelli.

I canestrelli, ecco, se siete in preda a fame chimica, evitare assolutamente indiscutibilmente i canestrelli, sono droga anch’essi! Ricordo una voce accanto a me, sicuramente Morrigan, che, rivolgendosi alla Zimo “Glieli levi? Fa ‘l favore!” e rimembro quei due poveri, tristi, orfanelli di canestrelli rimasti nel vassoio, violentati dalla Zimo mentre tentava di rimetterli nella confezione originale (c’è il video).


Poi ricordo che, dopo aver fatto fuori in tre un litro e mezzo di ottimo spumante brut, svariate HB e svariate Tennent’s, cominciavo a sentire dei “lievi” disturbi giù in basso. Non erano i piedi, non era la postura seduta, non erano le ginocchia…me la stavo facendo sotto (pipì che avete capito!).

Ricordo di aver espresso il mio problema in pubblico, manco fossi agli alcolisti anonimi e di aver sentito un “beh dai, vai in bagno, però passa dalle scalette che di la hanno messo le tre tende a mo di tubo, coi picchetti rasenti il fiume, e se poco poco inciampi ci finisci dentro” o qualcosa di simile. Era santa Morrigan badante per un giorno. SOS Alcolizzati la nuova trasmissione su RealTime. Ricordo anche di aver detto che se mi fossi alzata li, in quel momento, probabilmente sarei tornata seduta. E così ho fatto.

Credo sia passata una buona mezz’ora, se non forse di più, prima che io riuscissi a decidermi, a puntare i piedi e ad impostare il mio cervello sulla posizione eretta. In quel lasso di tempo, Morrigan Badante si è presa cura di noi che facevamo la lotta a chi era più ubriaco. Ricordo anche di aver detto di essere brilla e di aver spiegato il perché. Di aver detto che se fossi stata ubriaca avrei avuto bisogno di vomitare. E mentre mi sentivo dire di esserlo, continuavo a ripetere “No non sono ubriaca, se lo fossi dovrei vomitare, e se fossi ubriaca dovrei stare in bagno abbracciata alla tazza in attesa. E qui non posso esserlo, non posso essere ubriaca perché in questi bagni c’è la turca! Che m’abbraccio? Vado a vuoto? E se cado?”

In tutto questo delirio, Morrigan ha sguainato la piletta notturna e con il suo fascio di luce, dopo averci fatto alzare, ci ha fatto strada per il bagno.

“Attenta allo scalino, li ne manca uno, ce la fai? Vuoi una mano? Li c’è un altro scalino…” e così via fino alla fine della scala. E non solo, ci ha portato anche in bagno. Ci ho messo un po’ a trovare l’equilibrio, ma il bisogno fisiologico era considerevole e ho fatto di necessità virtù. Dopo mi sono sentita decisamente meglio. Anche se la Zimo continuava a vedere i battelli lungo la strada del ritorno.

Tornati alle tende, con abbastanza alcool in corpo, ci congediamo per la notte.

Quella notte, a detta dell’unica sobria, io non ho russato (sia messo al verbale per favore, marchio a fuoco!)…restava da valutare come ci saremmo svegliati la mattina dopo e se i demoni dell'alcool fossero svaniti...


 
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intervallo calamita

Post n°672 pubblicato il 08 Settembre 2011 da CacciatricediSangue

Sono di ritorno da casa di mia zia, con i miei. Due macchine separate per motivi che non sto qui a spiegare.
Incolonnati al semaforo, io con la mia macchina, davanti a me i miei con la loro auto, e intorno a me altre 6 o 7 auto, non le ho contate.

Semaforo rosso. Siamo in attesa del verde.

Dall'angolino a sinistra, sbuca un tizio, un vecchietto barcollante tatuato.
Non faccio in tempo a formulare il pensiero "Attraversa la strad...no cazzo punta me"

L'ho visto da lontano, ha proprio attraversato in diagonale. Non ho fatto in tempo ad alzare il finestrino che il particolare soggetto farfuglia qualcosa che non riesco a capire per via della musica alta proveniente dal mio autoradio.
"cosa?" gli chiedo io

"Anvedi, signorina, Buonasera signorina. ho detto solo questo. ho detto qualcosa di male? solo buonasera signorina! Arrivederci signorina" mi da una pacca sulla spalla e se ne va mentre scatta il verde.

Mentre cerco di metabolizzare l'accaduto e mentre cerco un modo efficace per mandare a quel paese la calamita, il bivio che mi trovo davanti è: strada più corta ma piena di semafori o strada più lunga ma scorrevole?

Ho preferito quella più lunga, per oggi con la calamita ho già dato 

 
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Valstagna Giorno 3

Post n°671 pubblicato il 07 Settembre 2011 da CacciatricediSangue

 

Il progetto Giornata Sana ha inizio con la colazione immersi nella natura…
Appena uscita dalla tenda mi avvicino alla pseudo dispensa per prendere il necessario per la colazione, e ahimè, non perdo il vizio di pulirmi addosso ogni volta che mi sporco le mani (peggio dei ragazzini) cosi che dopo aver preso latte caffè moka e via dicendo, “lustro” le mani sui pantaloni del mio pigiama. È stato una frazione di un secondo. Il tempo di poggiare la mano su una gamba e realizzare che i miei pantaloni non erano ne felpati, ne di pelo, ne mollicci. Abbasso lo sguardo e vedo un coso molliccioso, peloso, rivoltante che camminava allegramente. Amo gli animali, ma è più forte di me, odio gli insetti. Mi fanno senso. Che ci posso fare? E così la mia reazione è spropositamente esagerata. Mi metto a urlare “processionariaaaaaa schifo leva processionariaaa” parole, nessuna frase, solo parole. Prende le redini della situazione santa Morrigan, che con un pezzetto di carta prende il vermone, lo osserva, mi dice che non è una processionaria ma solo un brucone e lo libera. Non faccio in tempo a farmi passare la faccia schifata che dall’altro lato del tavolo CompagnodiMerendePaolo si accorge di avere un ospite su un piede.

Signore e signori, Morrigan ha salvato il Brucaliffo dal piede di Paolo. un vermone cicciottoso, rotondo, lungo, enorme, rosso e nero. Mai visti cosi grandi, se fosse stato un bruco da farfalla ci usciva fuori uno pterodattilo. Altro che farfallina! Tutto ciò, ci ha distratto dai cambiamenti avvenuti durante la notte al campeggio.
Quelli che prima sembravano i rilievi di un geometra, ora erano tre tende innalzate proprio di fianco alla tenda della Zimo, e da li ne escono fuori altri due soggetti degni di nota, oltre a Riccioli d’Oro s’intende: Hulleri, ovvero un tipo alto un cristo e mezzo, magro magro, barbona alla Zack Wilde e due belle treccione castane che scendevano dalle spalle; e il Geometra effettivo, il sosia di Riccioli d’Oro coi capelli piastrati, l’uomo degli occhiali da sole anche in tenda di notte.

A parte la questione vermi autoinvitati a colazione, il bidet di Riccioli d’Oro al fiume, proprio davanti ai nostri occhi, riusciamo ad attuare il progetto Giornata Pappa Sana.
Ci muoviamo per tempo, essendo venerdi, c’è il mercato settimanale a Valstagna, decidiamo cosa mangiare e siamo pronti per far la spesa.
A pranzo supermega insalatona, così da prepararci per la cena a base di carne alla brace. Acquistiamo la carne in macelleria, chiediamo all’omino se ce la può tenere in fresco fino al pomeriggio e ci dirigiamo verso l’alimentari. Fatta la spesa torniamo al camping per la preparazione. L’insalatona ci stava tutta. Faceva un caldo bestiale, la pasta scagazza era ormai un lontano ricordo.

Vista l’arsura, cerchiamo di mantenerci all’ombra e lasciamo passare il tempo con una partitina a burraco.
<--Il burraco pulito d’assi ho dovuto immortalarlo, sono cose rare!

Terminiamo la partita che un caldo sole cominciava a bruciare sulle nostre teste, e se Maometto non va alla montagna, noi ci spostiamo dal sole. Come procurarsi un po’ di frescura? Mettendo a mollo i piedi al fiume ovviamente! Ed eccoci di nuovo letteralmente immersi nella natura, coi piedi immersi nell'acqua gelida, a cercare la biscia che aveva attraversato da sponda a sponda il Brenta e a salutare la piccola donnola vicino al mio piede.

Passa così il primo pomeriggio, tra una chiacchiera, una sigaretta e una bestiola da osservare si fanno le 5, è ora di cominciare a preparare la brace.

La Zimo e Morrigan vanno a prendere la carne acquistata la mattina, e io con CompagnodiMerendePaolo ci dedichiamo alla “sterilizzazione” del barbecue (era stato fermo due anni e la ruggine aveva pensato di farci su casa). Sono le 17.30, calcoliamo una ventina di minuti tra il bagnarlo di alcool, dargli fuoco e attendere che le fiamme facciano il loro dovere, un’oretta per preparare la brace ed averla bella “braciosa” per la carne, così da essere pronti per cuocere verso le 19.
Do fuoco alla griglia e in un attimo si ripulisce di zozzura, ruggine e quant’altro. Paolo spezzetta il gomitolo di radici secche per facilitare l’accensione della carbonella e nel mentre qualche campeggiatore passa e osserva la preparazione, rientrano le due balde donzelle con la carne sotto braccio.

Alle 18 eravamo già a tavola con la carnazza fumante. In netto, nettissimo anticipo sulla tabella di marcia. L’alcool, i rametti, la carbonella non umida hanno fatto si che la brace fosse spaventosamente pronta in 10 minuti di orologio. Cosi, degni di una famigliola inglese, ci mettiamo a tavola alle 6 del pomeriggio sotto lo sguardo e l’olfatto invidioso dei passanti.

Fino a quel momento, la giornata poteva considerarsi sana, normale, di routine. Fino a quel momento però.
Perché al primo boccone di braciola, mentre tutti noi godiamo della morbidezza di quella bontà nel piatto, Morrigan si alza per andare a prendere il beveraggio al fiume.

È stato un attimo, un flash. Si sente un SSHTONFL.
Mi volto verso il fiume e vedo Morrigan a 4 di bastoni, distesa sul letto del fiume.  “Ti sei fatta male?” alla sua risposta affermativa ci alziamo di scatto tutti e tre, e si alza anche Hulleri dalla tenda accanto. È caduta, sta stesa sul fiume senza alzarsi e s’è fatta male, abbiamo pensato il peggio.
Ma non facciamo in tempo a raggiungere la riva per dare una mano a Morrigan che vediamo una bottiglia di CocaCola galleggiare allegramente e andando verso valle. Ed è stato li che abbiamo visto la reincarnazione di Lazzaro e di Gesù che cammina sulle acque in una persona sola. Morrigan si alza di scatto, e a grandi falcate rincorre la bottiglia. Ciò che vediamo noi è una persona, che da stesa dolorante sul letto del fiume, con l’acqua che le scorre addosso gelida, si alza di scatto e comincia a correre a pelo dell’acqua, sapendo che sotto ci sono i sassi, la melma e le alghe, che si può scivolare, e lei a grandi falcate riesce a raggiungere la bottiglia. Uno spettacolo impressionante. Solo però, nella foga di raggiungere la prima bottiglia, Morrigan si è persa per strada l’altra e una ciabatta. Tutto questo ha prolungato la nostra visione di Gesù che cammina sull’acqua di altri pochi istanti, visto che la signorina non ha voluto mollare la presa ed è uscita vincitrice, bagnata ma vincitrice. Morrigan vs fiume 1-1 Morrigan vs bottiglie 2-0.

Il progetto Giornata Sana immersi nella natura direi che è stato ampiamente rispettato.
Ora, a parte questo, tra un “che vergogna” e un “che figura” di Morrigan che cercava di asciugarsi, finiamo la carne che non sono ancora le 8 di sera. Per il devasto notturno era ancora presto…quindi optiamo per la digestione con un’altra partitella vista ancora la luce solare.

Ma la serata che segue ha bisogno di un post a parte…


 
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Valstagna Giorno 2

Post n°670 pubblicato il 02 Settembre 2011 da CacciatricediSangue

Dopo aver copiosamente dormito (12 ore di fila o quasi) verso le 7 e mezza ci destiamo e usciamo dal bozzolo quechua. L’aria è fresca, i pochi campeggiatori ancora dormono quindi abbiamo tutto il bagno per noi (si la pasta del giorno prima si è rinfacciata tutta sulla turca!), doccia restauratrice e scrostante e colazione. Altra idea nefasta. Nella mia fase di risveglio, quando ancora non connetto, adocchio una banana e decido di fare la colazione salutista. Peccato che non avendo il frigorifero, la suddetta banana era stata esposta a sole e temperature elevate il giorno prima. La banana calla de primo mattino nun se po’ magna’.
Mi riprendo con il caffè, santo caffè, e la brioshina. Tra un occhio alle papere, un occhio al campeggio, con Morrigan cerchiamo di organizzarci per il pranzo per evitare la pasta scagazza del giorno prima. La Zimo ci avrebbe raggiunte nel primo pomeriggio quindi avevamo mezza giornata per poter decidere cosa fare.
“Oh, il pane c’è, facciamo un po’ di spesa, compriamo due stronzate tipo affettati, ma non troppi, da metterci in mezzo e pranziamo con il più classico dei panini.”

Ci ricordiamo del piccolo negozietto di alimentari subito dopo il ponte, di fronte alla piazzetta del paese. Ma dal ricordo all’alzare il culo per andare a “costruire” il pranzo passa un po’ troppo tempo, così che ci muoviamo che è ormai mezzogiorno. E i negozi, non stanno certo aperti per noi. Cosi proseguiamo, poiché Valstagna sono due casette in croce, optiamo per “visitare” i paesi vicini, che hanno l’aria di essere un pochino più popolosi. Povere illuse. Entriamo credo a san Nazario, ora non ricordo bene, seguiamo per il centro. Un paese fantasma aveva più vita. Incrociamo nel percorso un baldo giovane, chiediamo informazioni su un alimentari, un supermercato, qualcosa, ci indica un negozio li vicino, ma non sa se è aperto.

Ovviamente era chiuso. E ovviamente colui che non sapeva, gli abitava di fronte. Ma ‘ndo cazz vivi? ‘ndo la fai la spesa? Usciamo meste dal paesino e imbocchiamo nuovamente la strada statale, leggiamo Campese zona industriale “vuoi che li non ci sia qualche market? Le zone industriali del nord so piene di centri commerciali (dovevo calcolare che forse in Lombardia è così, nel boco di culo veneto proprio no).
Svoltiamo a destra seguendo le indicazioni, e di industriale c’era solo il cartellone. Mentre mi guardo intorno Morrigan urla “Fattoria!” e io “Dov’è? Magari rimediamo qualche ovetto, magari ha prodotti tipici” dev’essere l’aria di montagna che mi rincoglionisce cosi tanto. Morrigan aveva letto Fattoria su un’insegna di un rivenditore di mangimi. Non potevamo pasteggiare a suon di grano, non era il caso.

Prese dalla disperazione, prendo in mano il TontTont e decidiamo di dirigerci verso Bassano del Grappa, cacchio, Bassano è una cittadina, un fottuto supermercato ce lo avrà no? O aspettano il sabato per fare la spesa? Ovviamente ai bordi della strada era pieno di insegne di un certo Aliper, catena di supermercati fantasma, fanno un sacco di offerte, un sacco di pubblicità, ma dove stanno non ci è dato sapere. Per culo mi cade l’occhio su un nome già conosciuto “Famila”, catena di supermercati padani a me familiare, annotiamo la via, programmiamo il TontTont e seguiamo le indicazioni. Ammetto che è stato difficile trovarlo con tanto di navigatore, ma alla fine a pranzo Panino vs PastaScagazza 1 a 0.

Mentre attendiamo la Zimo e CompagnodiMerendePaolo, decidiamo di digerire con i piedi a mollo nel fiume…roba da rischiare la cancrena immediata per quanto era fredda l’acqua. Così tra un qua qua di chiacchiere con le papere, un avvistamento di donnole in coppia arrivano gli altri due campeggiatori. O meglio arrivano prima i bagagli, lanciati sulla distesa di cemento a rischio fiume, e poi loro.

Il tempo di montare la tenda e siamo di nuovo in totale relax. E in quel momento arriva lui, Riccioli d’Oro.
Costui, capello biondo boccoloso, calzoncino al ginocchio modello turista crucco, occhiali da sole stile Chips, scende con nonchalance verso la zona camping. Lo osserviamo mentre si aggira furtivo con macchina fotografica al seguito. Dopo qualche foto risale le scalette, e lo vediamo scendere armato di telo. Vicino la tenda della Zimo. Dal momento che ci trovavamo in panciolle seduti sulle sedie quechua stile toro seduto col culo a terra, potevamo solo notare questi boccoli che si aggiravano dietro la tenda della Zimo per poi andarsene dopo pochi minuti. scopriremo solo poi che tutto quello “smucinare” dietro la tenda della Zimo era servito per i rilievi, Riccioli d’Oro aveva piazzato un bel telo a mo di piazzola, fissato con dei massi. Il motivo ci era ancora ignoto.

È tardo pomeriggio, valutiamo il da farsi e decidiamo di fare un salto al festival, poiché l’affluenza maggiore c’è nel weekend, cosi da poter vedere qualche stand e sperare di trovare l’idromele del primo anno.

Per quanto ci fosse meno gente rispetto al fine settimana, il parcheggio libero lo si trovava solo al cimitero. Ci facciamo coraggio e via di scarpinata. Salita discesa salita, sassi, gente, arrampicata, callazza africana e siamo finalmente al Brintaal.

Un giretto per gli stand, il tempo per assaggiare la birra ai frutti di bosco e prendere una bottiglia di idromele che ci dirigiamo verso lo stand ristorante per provare ad addentare qualcosa visto che è ancora presto.

Lo stand ristorante mi ha ricordato il capannone del Gods Of Metal bolognese. Caldo africano, tavoloni, gente stipata ovunque. Li facciamo la conoscenza con l’ansia di Paolo. Aveva con se il numeretto per le cose mangerecce ed era indeciso, avendo solo 70 persone davanti a lui, se lasciare la fila (ripeto, aveva il numeretto) per poter andare a prendere da bere o restare li nella speranza che la coda scorresse più velocemente. Vince la prima opzione, e mentre CompagnodiMerendePaolo ci porta il rifornimento di acqua, noi andiamo di assaggio della sacra bevanda degli dei. Altra idea malsana. Troppo dolce, troppo speziato, troppo stomachevole. Rivogliamo l’idromele del primo anno cazzo! Paolo si fa un bicchierino e torna in fila manco fosse alla posta, e torna vittorioso dell’ordinazione dopo una mezz’oretta.

Il tempo di addentare la carnazza, fumarsi una sigaretta, e capire che le patatine del festival non dovevo mangiarle… non so se fossero le patatine, se fosse il mio stomaco, se fosse il fritto e il mio stomaco, sta di fatto che ho cominciato a sudare freddo e mi sono ritrovata disperatamente a desiderare un bagno. Le possibilità non erano delle più rosee. Il bagno più vicino era il fantomatico cesso chimico del festival, sotto il cucuzzoletto della montagna, praticamente all’ingresso, il bagno più comodo era a casa mia a Roma, il bagno più accessibile e pulito nella zona era al campeggio, il che significava farsi di corsa, a culo stretto la strada fino al cimitero, prendere l’auto, farsi il giro di tutti i paesini perché per il festival avevano deviato il corso stradale rendendolo senso unico e sperare di arrivare al bagno del camping senza essersela fatta sotto. Dopo aver vagliato tutte le opzioni, ho preso la drastica decisione del cesso chimico. Quest’ esperienza mi ricorderà di evitare le patatine fritte in casi del genere a meno che non voglia io riprovare l’emozione della slot machine dei nuovi bagni chimici e vedere i frutti del mio intestino scendere su un rullo mentre io tiro la manopola più e più volte.

Dopo tutto questo optiamo per tornare in campeggio. Due chiacchiere, una birretta, una stella cadente con annesso desiderio poco istantaneo (stavo cercando di creare una frase di senso compiuto nella mia mente ma mi hanno messo fretta) ed è completamente buio. Dopo aver scoperto tristemente che ho toppato a prendere le pile per la lampada, tiriamo fuori le candelle anti zanzare convinti di poter far luce con quelle. Dovrò ricordarmi che le citronelle sul tavolino di plastica squagliano il suddetto.

Evitato di dar fuoco a mezzo campeggio, progettiamo il venerdi che stava arrivando e di nuovo tutti a nanna…l’indomani sarebbe stato il giorno della pappa sana.


 
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Valstagna Giorno 1

Post n°669 pubblicato il 31 Agosto 2011 da CacciatricediSangue

Dopo aver caricato l’auto e aver constatato che come sempre, è piena come un uovo, io e Morrigan ci salutiamo per un’oretta, giusto il tempo di una doccia vista la faticaccia appena fatta per giocare a tetris con i bagagli.
Verso le 2 di notte siamo già in auto, navigatore impostato, serbatoio pieno e noi cariche, non solo di bagagli.
Il viaggio va liscio come l’olio, anche troppo liscio. Niente traffico, pochi camion, canzoni a squarciagola e alle 8 siamo già a destinazione.


Vedere il fiume, il paese, i colori, le montagne… e tutto scorre via, pensieri, stress, nervoso, stanchezza… niente di tutto questo era ancora con noi, ci aveva abbandonato appena entrate in autostrada e ne abbiamo avuto conferma appena arrivate a Valstagna.
Non eravamo mai arrivate di mercoledi, non sapevamo se, essendo la decima edizione del festival, avremmo trovato già gente, posti occupati e campeggio a incastro… al nostro arrivo rimaniamo stupite. Il campeggio era praticamente tutto per noi.

Un’occhiata veloce per risvegliare i ricordi, trovare i cambiamenti,  e sgranchirsi le gambe, e l’euforia si fa sentire, scarichiamo i bagagli e decidiamo di rivivere l’emozione del primo anno partendo dalla posizione della tenda. Ci piazziamo proprio sotto la scaletta, senza guardare se sole, acqua, gente e impedimenti vari potevano creare problemi.
Tiriamo il telo con non poche difficoltà visto il proliferare di cicorietta selvatica e ortica, spogliamo la tenda del suo sacco e WWOOSSH 3 secondi e la tenda è in piedi. Mazzetta alla mano, picchetti nell’altra, mi faccio forza e decido di piantarli fino in fondo anche col cemento, non gliel’avrei data vinta, non quest’anno.

Mentre io mi dedico ai picchetti, Morrigan opta per gonfiare il materassino. Questa volta siamo partite organizzatissime, oltre alla mazzetta avevamo anche la pompetta che si incastrava a pennello con il materassino, senza bisogno di scotch e soluzioni alla McGiver.

Fila tutto liscio, tutto troppo liscio, a parte il tavolino, questa volta troppo piccino per quattro con le nostre abitudini, le sedie ci sono, la dispensa c’è, il fornelletto pure, la tenda è fissata, il materassino gonfiato e le nostre cose sistemate a incastro alla perfezione. Sarà forse il momento di riposare un po’ visto il viaggio notturno? Ed ecco la prima sorpresa, il materassino è già sgonfio, e questo sta a significare una sola e unica cosa. È bucato! Fortuna, si fa per dire, vuole che avevamo anche il secondo con noi, poiché La Zimo e CompagnodiMerendePaolo ci avrebbero raggiunti il giorno seguente. E così, avverti la Zimo che deve procurarsi il letto gonfiabile per affrontare le notti in riva al fiume, scarta il secondo materassino, riarmati di pompetta e via PPFFF PFFF PFFF PFFF Morrigan gonfia in men che non si dica il secondo letto. La mia idea “meravigliosa” è stata di farglielo gonfiare adagiandolo sopra quello bucato, convinta che si sarebbe sgonfiato più velocemente e avrebbe dato una base più sicura per quello integro. Che idea malsana.
Con il materassino gonfio ci obblighiamo a dormire un po’. Che altra idea malsana.
Il doppio materassino è risultato un letto con effetto ad acqua con annesso effetto onde da mare mosso, l’euforia che ci ha fatto piazzare la tenda in posizione amarcord si è dimostrata infelice, visto l’effetto serra all’interno in quanto era esposta al sole dalle 9 alle 17 con un unico spiraglio di ombra dato dal pioppo sfrondato, e soprattutto, la cicoria è stata tagliata poco dopo la nostra discesa nel mondo dei sogni da un simpatico omino con un tagliaerba fracassa timpani. Ovviamente ha tagliato l’erba intorno alla tenda. Da quel che mi ha raccontato Morrigan, pare che io ridessi nel sonno (probabilmente l’effetto letto ad acqua) morissi di caldo e, sempre senza accorgermene, ero allegramente affondata nel mezzo del materassino così da alzare i lati effetto ali pronte a spiccare il volo. Quando mi sono alzata, con il tagliaerba nei timpani, non ero decisamente riposata. La tenda li non può stare.
E così, dopo un nuovo sopralluogo, spicchettiamo il tutto, svuotiamo la tenda, la tiriamo su con tanto di telo, e la piazziamo dalla parte opposta, dove un minimo di ombra data dalle fronde sfrondate degli alberi ci avrebbe dato un minimo di respiro.
Puntatina al bagno, dopo la sfacchinata, (fatti forza Aria’, hai le ossa rotte ma devi evitare di cadere nel cesso alla turca) e la fame comincia a farsi sentire. Diversamente dagli scorsi anni, visti i giorni previsti di permanenza, abbiamo optato di non portarci cose che necessitavano di un frigorifero (a parte le bevande, che erano già state stipate nel fiume) così decidiamo di affrontare il sugo pronto. Mettiamo la pentola sul fornelletto da campo e attendiamo. Attendiamo. Attendiamo. Attendiamo. Cominciamo a sperare. Continuiamo a sperare che almeno qualche bollicina di calore si faccia viva.
Decidiamo quindi di attendere il bollore sgranocchiando qualcosa di salato, ci avviciniamo alla dispensa salata e… scopriamo che tutti i tipi di patatine che avevamo preso erano al formaggio! Quindi, sgranocchiamo patate al formaggio dividendole con le papere, padrone indiscusse del fiume Brenta.
Cominciamo a spazientirci a tal punto d’avere le visioni di bollicine di aria calda provenire dalla pentola, decretiamo così di buttar giù la pasta, tanto l’acqua è calda, certo non è che bolle proprio, ma prima o poi bollirà no? Bella cazzata! A mente lucida e non piena di sonno, ci saremmo rese conto che l’acqua calda, con l’arrivo della pasta, avrebbe perso quel minimo di bollore, ma la stanchezza era tanta e la fame pure. Sta di fatto che la pasta nell’acqua priva di bollicine è venuta scotta, se poi la si mangia scolata, con due cucchiai di sugo pronto, cosi, a freddo, modello sbobba americana… la frittata è fatta. Se avessimo mangiato patatine al formaggio per pranzo non avremmo fatto i danni allo stomaco che abbiamo procurato con quel piatto modello pappa per cani.

Sono ormai le 5 del pomeriggio passate, il sole sulla tenda è svanito ma il sonno ancora fatica a farsi sentire, tiriamo fuori le carte, e degne del circolo ricreativo anziani cominciamo a giocare. Ora, da questo punto in poi, ricordo veramente poco, ricordo che piano piano perdevo concentrazione e ricordo che mi sono scivolate le carte di mano, probabilmente perché mi ero addormentata seduta. Optiamo per terminare la partita e trovare finalmente il tanto agognato relax post partenza e post viaggio.

Collassate verso le 7 del pomeriggio…non ci risveglieremo per la sera… bensì direttamente il giorno dopo…


 
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Prologo

Post n°668 pubblicato il 30 Agosto 2011 da CacciatricediSangue

 

Dopo un anno da cancellare, dopo concerti saltati per svariati motivi… quest’anno ci siamo impuntate di non poter saltare il nostro appuntamento con il Brintaal Celtic Folk in quel di Valstagna.

I giorni erano ormai decisi, si doveva solo stabilire quando partire e cosa portare.
Così decidemmo di muoverci con il fresco, vista l’afa dei giorni passati, partire in nottata di martedi (come facemmo il primo anno). Il lunedi lo dedicammo alle spese, sotto costante controllo della lista dell’occorrente, il martedi sarebbe stato il giorno delle ultime cose da sistemare, dei bagagli, del carico in auto e della partenza.

Mai come quest’anno sentivo il bisogno fisico e mentale di uscire da una routine corrosiva che mi stava portando su una strada sicuramente non piacevole… io e un serial killer ci stavamo assomigliando sempre di più.

Vari avvenimenti hanno rischiato di far saltare questa fuga annuale dalla realtà, ma alla fine, siamo riuscite a partire!

Ora cercherò di raccontare per filo e per segno ogni singolo giorno passato tra le rive del Brenta, in quel paesino minuscolo vicino Vicenza che tanto si è fatto amare e che ogni anno ci richiama a se.
Cercherò anche di raccontarlo con un certo ordine cronologico, ma non posso promettere nulla, visti i deliri, visti i 5 giorni pieni di cose viste, vissute, provate… ma giurin giurello che ci provo! E ricordate…..


The Winter is coming!

 

 

 
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manca poco

Post n°667 pubblicato il 23 Agosto 2011 da CacciatricediSangue

poche ore, solo poche ore e posso mollare tutto alle spalle e partire.

mai come in questo periodo nutro il bisogno psicofisico di evadere da tutto quello che ho intorno, svuotare il cervello, non pensare a nulla, rincoglionirmi a suon di alcool, erba, musica, fiume e papere...

 

io parto...tutto il resto può tranquillamente, allegramente, pacatamente, velocemente (insomma come je pare purchè lo faccia) andarsene a farsi fottere!

 

http://www.brintaalcelticfolk.it/

 
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stanca

Post n°666 pubblicato il 19 Agosto 2011 da CacciatricediSangue

stanca delle situazioni assurde

stanca dei giochini da deficienti

stanca delle mentalità ottuse

stanca degli impicci

stanca degli imprevisti

stanca del caldo

stanca della gente

stanca delle persone

stanca dei soggetti

stanca degli impegni che non riesco a portare a termine

stanca dei bastoni tra le ruote

stanca degli occhi foderati di prosciutto

stanca di voler credere

stanca di non voler credere

stanca di pensare

stanca di sentirsi abbindolata

stanca di sentirsi presa per il culo

stanca delle prese per il culo

stanca delle parole

stanca delle parole non dette

stanca delle troppe parole dette

stanca delle parole in bocca alla gente

stanca delle persone che si credono dio

stanca di bacchettoni

stanca di bacchettate

stanca di mazzate

stanca di ramazzate

stanca di casa

stanca di casini

stanca dei casini che sono passati

stanca dei casini che sono arrivati

e stanca dei casini che arriveranno

stanca dei cambi di programma

stanca dell'essere sempre all'erta

stanca del non riuscire a godermi un attimo

stanca di cervello

stanca di respirare

 
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cazzo!

Post n°665 pubblicato il 17 Agosto 2011 da CacciatricediSangue

ecco, quando non hai sonno, sei nel periodo in cui qualcuno o qualcosa ti ha smontato i piani e con essi ha mandato a puttane quella che era diventata la routine di ferragosto...

quando è così, evita come la peste newsletter, youtube, facebook e qualsiasi altro sito che ti ricordi "amorevolmente" che se anche per te la routine di ferragosto è cambiata, per altri no...



adesso piango!

 
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pensieri

Post n°664 pubblicato il 02 Agosto 2011 da CacciatricediSangue

Mi piace, a tarda notte, affacciarmi e vedere quante finestre hanno ancora la luce accesa.

Mi piace pensare che ci sia ancora qualcuno sveglio dietro quelle finestre a fare qualcosa...

la notte è viva come il giorno, solo che si nota di più

 
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ospite inatteso

Post n°663 pubblicato il 21 Novembre 2010 da CacciatricediSangue

...e fu così che fino a martedì furono in 5....

 


 


 

 

 
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stufa

Post n°662 pubblicato il 08 Novembre 2010 da CacciatricediSangue

sono due settimane che mi porto dietro sta maledetta influenza, bronchite o come diavolo la si possa chiamare

sono stufa di stare in casa

sono stufa di non dormire per la tosse

sono stufa di non riuscire a trovare uno straccio di lavoro (sto valutando di vendermi un rene)

sono stufa di rimanere bloccata qui in questo limbo

sono stufa di non riuscire a fare le cose come vorrei

sono stufa di tante, troppe cose

e questo stand by m'ha messo in moto il cervello nella maniera peggiore

perchè sono stufa di star qui, vedere ogni piccola stronzata e far si che ogni cosa mi riporti in mente ricordi che non voglio assolutamente ricordare

sono stufa di trovarmelo ancora in questa stramaledetta testa cazzo!

 
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La Calamita

Post n°661 pubblicato il 12 Ottobre 2010 da CacciatricediSangue

metti due donne (è un parolone lo so), che hanno ripreso a vedersi più frequentemente poichè hanno accorciato le distanze kilometriche tra loro

metti che queste due, insieme, sono tutto ciò che la calamita brama

metti che da qualche tempo la calamita se ne stava in disparte...

metti anche che codeste, dopo un periodo burrascoso, decidono di prendersi un momento di svago andando a Bologna, a sentire i Dark Tranquillity...


la serata inizia nel migliore dei modi, dopo aver marchiato il territorio bolognese, ci fanno entrare, ci timbrano la mano.

La Zimo: "guarda mi si è già cancellato, fa vedere il tuo"

mi prende la mano, lo osserva, si avvicina per osservarlo meglio e...

SLAP mi slinguazza il dorso della mano cancellandomi il timbro.

ora, a parte lo schifo, mi sono guardata intorno, dandole della psicopatica e lagnandomi che m'avesse cancellato l'unico modo per uscire a prendere una boccata d'aria

"Se gli chiedo di ritimbrarmelo?"

La Zimo annuisce e io di risposta : "Si ma parli tu, che figura di merda faccio, che gli dico che mi hai leccato la mano?"

e cosi mi prende per mano, mi trascina all'ingresso dell'estragon, davanti all'uomo timbro e se ne esce cosi: "Scusa, che potresti ritimbrarle la mano che gliel'ho leccata?"

il tipo sgrana gli occhi, guarda me ormai piegata in due dalle risate e con un "se me lo dici cosi" mi ritimbra la mano (per inciso, il marchio non verrà utilizzato)

questo è stato il prologo.

attendiamo che inizino i gruppi spalla, Lunar Sea passabili, Insomnium incalcagniti (cit. della Zimo) ma piacevoli e poi loro. inutile dilungarmi su cosa sono i Dark Tranquillity. non continuerei ad andarli a vedere tutte le volte che posso se non fossero qualcosa di speciale per me.

quindi, non esco fuori tema, mi infilo tra la gente, arrivo davanti alle transenne con la prof accanto a me, e la Zimo dietro. ci si lamentava di vari dolori, piedi schiena reni e via dicendo, dentro fa caldo, ogni tanto arrivano spintoni.

in un imprecisato momento, sento una mano poggiarsi sulla mia spalla, subito dopo sento un volto poggiarsi sulla stessa. penso tra me che fosse la Zimo, stanca, che stava per dirmi qualcosa. mi volto...

nel voltarmi vedo la Zimo lontana, dietro di me, che sghignazza.

chi è sulla mia spalla allora?

un'allucinata, strafatta, cotta tizia psicotica che è stata mezz'ora a strusciarsi abbraccicarsi commentando, non il concerto, e rompendomi i maroni per buona parte del concerto.

ora io mi chiedo, perchè con la Zimo e con l'altra tipa con cui stava attaccando bottone è bastata una gomitata a farla allontanare, e con me non sono serviti a nulla i calci rifilati durante il concerto?

 
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speranza

Post n°660 pubblicato il 09 Ottobre 2010 da CacciatricediSangue

ho pregato, ho sperato...

ripercorrendo quelle strade, i caselli autostradali, le fabbriche, i luoghi, le zone...

ogni cosa, ogni singola cosa di quei posti mi ha riportato alla mente tanti ricordi

e proprio questa sera, ho sperato, ho pregato di incontrarti, di vederti un'ultima volta

ho guardato intorno a me se vedevo quella macchina, se distinguevo facce conosciute tra quei luoghi che una volta li ho sentiti anche miei...

e ho sperato, tanto, di poterti anche solo incrociare per un singolo istante

mi sarebbe bastato qualche secondo...



per dirti quanto odio ancora provo per te, per dirti che il male che m'hai fatto non va giù... per dirti semplicemente VAFFANCULO e poter tornare a vivere dimenticandomi della tua misera esistenza...STRONZO!


(manco sto sassolino nella scarpa m'hai fatto leva')

 
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...

Post n°659 pubblicato il 07 Ottobre 2010 da CacciatricediSangue

 

 

 

 

 

 

ciao Paolo  :(

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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