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« AUTORITRATTODOLORE SENZA FINE »

LE CATTEDRALI DELLA SOLITUDINE

Post n°355 pubblicato il 07 Ottobre 2012 da lorifu
 

 

Nonostante che la palpabile crisi abbia  spazzato via in un colpo solo ottimismo e certezze, centri commerciali, outlet, sale multiplex e store di ogni tipo e misura  continuano a crescere come funghi un po’ dappertutto, anche a pochissima distanza l’uno dall’altro.

Io non ho che da scegliere, basta una decina di chilometri e li raggiungo in ogni direzione.

Shopping centre  outlet, cash and carry senza parlare dei numerosissimi Iper con  una connotazione più  specificatamente food and beverage sono tutte definizioni inglesi visto che  il concetto di centro commerciale viene direttamente dagli USA ed è andato sviluppandosi nel nostro Paese in un crescendo mozartiano.

All’inizio, per l’italiano appena inebriato dal passaggio all’euro che l’aveva consacrato cittadino europeo a pieno titolo, con in tasca un potere d’acquisto non ancora rosicchiato dalla futura catastrofe economica, divenne la nuova frontiera del consumismo più sfrenato, abbagliato dai rutilanti giochi di luce e  scenografie rubate alla più azzardata fantasia.

E cominciò a riversarsi a frotte, famiglie intere, due tre figli a seguito non trovavano di meglio che andare a trascorrere i sabati pomeriggio al centro commerciale   preferendo riempirsi di  odori provenienti dalle varie cucine multietniche dove hot dog e affini avevano la meglio piuttosto che ossigenarsi i polmoni in mezzo alla natura.

L’idea metropolitana era tutta qua ma ancora adesso mi è difficile cogliere il  senso di questa abbuffata di stimoli in un non luogo reale che   ha preso il posto della piazza, luogo deputato per eccellenza azzerando chiacchiere e pensieri da sempre legati a un incontro a cielo aperto.

Qui ci si dà appuntamento, si prende l’aperitivo, si compra, ora più che mai diventato un optional, e si fa lo  struscio, il rito più sociale e antico che esista ma  il più bel  manufatto architettonico o la ricostruzione scenografica più felice non possono  creare l’atmosfera di  una via del centro storico magari affrescata da un cielo stellato.

E’ cambiato il modo di relazionarsi, lo stile di  vita e  questo mutamento  di abitudini è diventato oggetto di studi perché paradossalmente, l’accorciamento delle distanze, invece di unire ha diviso  e ci sentiamo molto più soli oggi in un centro commerciale affollato all’inverosimile che al limitar di un  bosco in un giorno autunnale.

 

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Commenti al Post:
alirt
alirt il 07/10/12 alle 13:53 via WEB
Un amico una volta, in una libreria moderna e fornitissima, mi ha fatto notare come tutte le persone che erano lì, pur interessate alla cultura, erano tutti di fatto chiusi alla comunicazione, assorti nelle pagine di un libro da scegliere, quasi irritati del contatto umano. Nei centri commerciali è lo stesso, si sta vicini ma lontani, ciò che conta è la relazione materiale con il capo da comprare, il nostro tornaconto da esaudire. Non a caso questi posti sono stati definiti "non luoghi". Un caro abbraccio e a presto. Rosy
 
 
lorifu
lorifu il 08/10/12 alle 18:56 via WEB
In effetti nonostante le distanze si siano accorciate in tutti i sensi, basti pensare alla rivoluzione introdotta con Internet che ha portato il mondo in casa, siamo sempre più lontani dagli altri chiusi in una specie di autismo. Paradossalmente possiamo avere mille amici su Facebook e sentirci desolatamente soli. un abbraccio a te, loretta
 
catanzarogiusep50_1
catanzarogiusep50_1 il 07/10/12 alle 14:23 via WEB
Il loro prolificare, oltre a decretare la fine delle passeggiate all'aria aperta e nei centri storici, di città e paesi,sta contribuendo alla chiusura delle innumerevoli piccole attività commerciali, che non possono competere con le offerte speciali e i sottocosti di queste mega strutture. Un ^___^ Pino
 
 
lorifu
lorifu il 08/10/12 alle 19:03 via WEB
Una delle conseguenze di questa proliferazione selvaggia è la progresssiva chiusura di attività commerciali che non possono reggere la concorrenza con queste mega strutture ma la passeggiata no, quella non ce la impone nessuno! Ciao Pino :-))
 
eugenia1820
eugenia1820 il 07/10/12 alle 14:33 via WEB
Il titolo del tuo post è molto azzeccato........si tratta davvero di solitudine: ci pesa sopportare il silenzio. Pur di non ascoltare la solitudine di una casa vuota, di un rapporto spento, di un dialogo interrotto, ci si catapulta ai grandi magazzini. Diceva Pascal che "l'infelicità dell'uomo sta tutta nell'incapacità di sedersi da solo nella propria stanza". Così abbiamo bisogno di altre voci umane che ci ricordino che non siamo tutti soli. A volte, però, si tratta solo di una moda, della curiosità, del voler acquistare a tutti i costi. Io amo quelle piccole botteghe artigiane (haimè ormai molto esigue) che presentano manufatti introvabili altrove, ce n'è una a Pontremoli, gestita da due sorelle, che rilegano vecchi libri, realizzano quaderni di foggia antica, album fotografici ecc, nella quale mi rifugio per rilassarmi : serenità e pacatezza delle ragazze (al contrario del mio carattere ansioso), profumo di carta e colla, meraviglia di fronte ad oggetti unici, conversazione stimolante, suggerimenti non mirati all'acquisto ma dettati da un'innata sensibilità. E ritorno a casa soddisfatta. Un abbraccio, :-))
 
 
lorifu
lorifu il 08/10/12 alle 19:15 via WEB
Ormai i negozietti come quelli da te citati si trovano col lanternino e si stanno estinguendo tutti. Io ricordo con nostalgia la merceria di fronte a casa mia, trovavi tutto, dal bottone alla calza di nylon e c’era il piacere di chiacchierare perché non avevamo fretta. Conoscevamo i negozianti dai quali ci servivamo e i rapporti erano improntati sulla fiducia. Nel giro di un decennio è cambiato tutto, senz’altro abbiamo più cose ma il superfluo ha reso anche i rapporti superflui.:-))
 
roseilmare
roseilmare il 07/10/12 alle 15:06 via WEB
Sì ma la solitudine è proprio dentro di noi indipendentemente dal luogo, sia pure affollato come un outlet. Anch'io spesso mi sento sola. Ci si chiude in se stessi. Si parla ma si dicono parole vuote. Eppure basterebbe così poco. C'è tanta diffidenza in giro. Ciao Loretta, buona domenica.
 
 
lorifu
lorifu il 08/10/12 alle 22:08 via WEB
Mi parli di solitudine, chissà che questa solitudine non dipenda anche dalle mutate condizioni di vita che ci hanno portato a dover vivere sulla difensiva, spesso con la paura degli altri. Una volta avevamo paura del buio, del ladro, ora temiamo il male che ci può venire anche da chi apparentemente ci pare vicino. Ciao Rosi, un bacio.
 
Less.is.more
Less.is.more il 07/10/12 alle 17:20 via WEB
Hai sollevato un problema non di poco conto. I centri commerciali, detti anche cattedrali nel deserto, rappresentano un'aporia urbanistica, quindi politica, di cui anche le arti rivolgono la loro attenzione. Di conseguenza un fenomeno sociale che mette in crisi vaste zone di paesaggio urbano e non,territorio, quantità non indifferenti di infrastrutture. Gabriele Salvatores ne fece una location per un suo film (proprio in uno dei centri di cui tu parli!); vari fotografi ne immortalano parti, scrittori contemporanei ne situano alcuni passi atti a rappresentare il Vuoto. Il Vuoto dentro. Spaventoso il Vuoto dentro al servizio del Dio Denaro! Pochi anni fa incontrai delle giovani ragazze (20-22 anni), mi parlavano fiere delle loro uscite in quei centri. Io rimasi basita, ma soprattutto inquietata... Ora, a causa della crisi, molti negozi di tali centri chiudono e il Vuoto del pensiero che li ha creati appare in tutta la sua mostruosità. Speriamo s'inventino qualche rimedio.
 
 
lorifu
lorifu il 08/10/12 alle 22:33 via WEB
Molto interessante quanto hai detto. Il vuoto annidato in una megastruttura concepita in funzione del Dio denaro non può essere nascosto né può essere nascosta la crisi che sta intaccando anche il commercio in grossa sofferenza. Nonostante tutto continuano ad avere un certo appeal anche per i tanti richiami al divertimento soprattutto fra i giovani. :-)
 
il_fiume_di_susi
il_fiume_di_susi il 07/10/12 alle 22:19 via WEB
le cattedrali della solitudine. Non potevi trovare definizione più azzeccata. Se c'è un posto dove mi sento sola, è proprio il centro commerciale. Preferisco la solitudine VERA, con nessuno intorno, che la solitudine di centinaia di persone che ti passano di fianco senza nemmeno vederti... un abbraccio e buona settimana^_^
 
 
lorifu
lorifu il 08/10/12 alle 22:38 via WEB
C'è solitudine e solitudine. Preferisco quella di quando mi raccolgo in me stessa. Un abbraccio a te. :-)
 
artchoker
artchoker il 07/10/12 alle 22:34 via WEB
Quei non-luoghi oggi sono le nuove cattedrali anche in chiave architettonica. Supermercati e banche, che dio le strafulmini. D'altronde, oggi, chi ha il denaro per le grosse costruzioni, per gli enormi progetti che stanno dietro alla costruzione di un supermercato? dalle mie parti creano addirittura dei nuovi quartieri intorno a queste installazioni, e credo sia così un po' dappertutto.
Sono le nuove piazze, hai detto bene, ma senza quell'aggregazione che c'era nella Piazza del paese. Sono piazze in cui un fracco di gente va e viene, perlopiù incazzata e di fretta.
Devo dire che, quando posso, preferisco il rapporto con il negoziante sottocasa...almeno finchè resiste...
Ciaociao...:o)
 
 
lorifu
lorifu il 08/10/12 alle 22:53 via WEB
Hai ragione, le banche si sono insediate in palazzi esclusivi, tanto più lussuosi quanto più la moneta langue e i supermercati mi chiedo ogni tanto come facciano a sopravvivere dato che la loro crescita è inversamente proporzionale alla crescita economica. Quanto agli shopping center c’è un alternarsi di aperture e chiusure di negozi tranne che per le grosse catene che resistono ancora. Io sono una frequentatrice funzionale del centro commerciale ma non potrei mai preferire un saliscendi e un cielo in plexiglas a una sana camminata sotto i portici. Ciao Art. :-))
 
Meliadea
Meliadea il 07/10/12 alle 22:50 via WEB
Oggi il giretto e l'aperitivo me lo sono fatto in centro storico, davanti allo splendido castello della mia città :-) Peccato che d'inverno sia molto più comodo e pratico rinchiudersi nel centri commerciali ... che per Natale poi diventano dei "carnai" allucinanti; roba che nemmeno la spiaggia di Riccione il 15 di agosto ... ^^ Un saluto da Meliadea
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 15:16 via WEB
Evviva l’aperitivo in centro. Anche per me non c’è l’equivalente e risulta il luogo di aggregazione per eccellenza. E’ indubbio che se devo fare la spesa e qualche compera torna comodo il centro commerciale ma assolutamente non per passarvi il tempo. Buona giornata, loretta
 
Led_61
Led_61 il 08/10/12 alle 04:45 via WEB
Non c'è da paragonare un bel centro storico con le vestigia di un tempo che fu a cielo aperto, mi piace vivere immerso nella storia e nei centri commerciali dopo mezza ora soffro già di claustrofobia. Consumismo esasperato, avere in mano l'ultimo ritrovato della tecnica per una comunicazione fredda e veloce che ti dà una finta sensazione di vivere,mah... lasciamo perdere se no viene fuori tutto il mio astio verso questa società e non finisco più.
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 15:26 via WEB
Certo ho avuto già modo di considerare la tua insofferenza verso tutto ciò che riguarda il consumismo e i suoi feticci. Non sarei sincera se dicessi che la penso come te perché al contrario io amo fare shopping ma mi perdo più facilmente in una libreria che in un negozio di scarpe o abbigliamento e amo ritagliarmi ampi spazi per sane camminate all’aperto. Ciao led, a presto. :-))
 
E1818
E1818 il 08/10/12 alle 06:59 via WEB
Se una società fà del "dio denaro" il proprio tempio interiore, se gli individui , girano allegramente per i corridoi del supermercato illudendosi che possono fare tutto ciò che vogliono, perchè comprano, non possiamo poi lamentarci che non ci sono + i valori, che è tutto apparenza, e gridare allo scandalo quando le varie bande bassotti vengono scoperte a rubacchiare e ridere alle nostre spalle... "penso dunque sono," è stato soppiantato da penso dunque ho... ciao cara, buona settimana ^___^
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 15:44 via WEB
Penso che in tempi non felici come questi anche la massima del: “io sono perché ho”, sia da sfatare primo perchè economicamente siamo stati defraudati del nostro rassicurante benessere economico, secondo perché in genere la ricchezza, quando è vera, non viene ostentata. Resta comunque da capire come sia possibile che per acquistare il nuovo I phon 5, la gente magari senza lavoro e con i soldi chiesti a prestito abbia potuto mettersi in coda sin dall’alba per averlo in anteprima. :-))
 
   
E1818
E1818 il 10/10/12 alle 08:03 via WEB
cara Loretta, mica tutti sono stati defraudati del benessere economico, ad esempio,tra quelli che fanno la fila x comperarsi il cellulare, ci sono pure quelli che i soldi ce l'hanno, e poi x esperienza non credo mai a tutto quello che dicono i media, sono sempre molto scettica.... evidentemente conosciamo livelli di persone diversi, ho sempre visto l'ostentazione da parte di chi è benestante, fermo restando che ognuno è libero di mostrare quello che vuole. buona giornata - betta
 
     
lorifu
lorifu il 10/10/12 alle 08:57 via WEB
Non sono del tutto d’accordo con quanto dici perché è pur vero che l’ostentazione può venire da chi ha i soldi ma in genere chi è ricco veramente non ha bisogno di ostentare perché la sua ricchezza è palese. Il mondo invece è pieno di parvenu, di gente arricchita ed è quella a mio parere che ha bisogno di esibire perché è convinta che sia l’unico modo per sentirsi qualcuno. Quanto alla folla che si è assiepata per l’acquisto dell’IPhone 5 sono convinta, al di là di quel che hanno detto i media che non tutti avessero i soldi per comprarlo. C’è qualcuno che lo reputa uno status symbol e farebbe qualsiasi sacrificio per averlo. Frequento persone di tutti i livelli sociali ma ho sempre privilegiato chi riesce a trasmettermi qualcosa indipendentemente dal suo conto in banca. Grazie Betta per il contradditorio, è l’unico modo per conoscerci meglio. :-)
 
     
E1818
E1818 il 10/10/12 alle 13:25 via WEB
credo che diciamo le stesse cose, in maniera diversa. Converrai quindi, che se una persona ha necessità di crearsi uno status-symbol, in qualche modo, appartiene alla linea del'avere. Poi ci possono anche essere individui che hanno l'esigenza di procurarsi questi oggetti tecnologici x la loro professione oppure x altri motivi Ma non dobbiamo dimenticare che prima vengono pubblicizzati x giorni e giorni, poi viene data la notizia, che la gente fà la fila x comperarlo. E' un pò come quando un certo "personaggio" diceva che stiamo tutti bene e i ristoranti sono sempre pieni. Nella mia ignoranza mi chiedo sempre qual'è il messaggio nascosto di una notizia. X me non è tanto un contradditorio, ma un differente approccio davanti ai fatti e problemi della nostra società. ciao ciao
 
     
lorifu
lorifu il 10/10/12 alle 13:45 via WEB
Esatto, diciamo la stessa cosa in modo differente. A cosa serve il marketing? A convincere la gente a comprare indipendentemente dal bisogno o meno e per tanti che non si lasciano irretire (e questo vale anche per gli incantatori di serpenti) da più o meno discutibili guitti del momento o oggetti di desiderio ce ne sono altrettanti che credono alle promesse da marinaio o pensano che la personalità sia qualcosa che ha a che fare con l’ultimo modello di smartphone. :-))
 
vibrazioneforte
vibrazioneforte il 08/10/12 alle 08:47 via WEB
Interessante analisi di un nuovo tipo di ritrovo, non più teatro o cinema, ma ... il centro commerciale. Credo siano nati prima al nord Italia per necessità climatiche, magari la sera della domenica d'inverno a 0 gradi, per non stare in casa, la gente si riversa al centro commerciale, cattedrale del consumismo sfrenato. mangi, bevi, fai acquisti e anche la spesa. La moda non poteva non estendersi al Sud naturalmente, altro che funghi, boschi interi di funghi. Per non parlare della strutura architettonica, non so se da voi esiste "Vulcano buono", che dall'esterno ha la forma appunto di un vulcano. Diciamo che vanno presi con parsimonia come una medicina ^_^ Un bacio R
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 21:10 via WEB
Bella questa del Vulcano buono. Non ci sono limiti alla fantasia. Noi, in fatto di inventiva difettiamo ma abbiamo comunque i nostri mostri architettonici che come dici tu, se possono andar bene d’inverno a 0 gradi vengono comunque presi d’assalto anche d’estate, forse per rinfrescarsi dalla calura? Secondo me non ci sono letture in grado di spiegare il fenomeno che si è ormai consolidato nelle abitudini della gente. Ciao Rita, buona sersata. :-)
 
kuliscioff
kuliscioff il 08/10/12 alle 09:59 via WEB
Ciao! Lori^_^ hai centrato il problema , è una riflessione che faccio da tempo;nel mio paese , quando si esce non esiste più la chiacchiera, l'incontro,esistono solo punti di ritrovo, come il centro commerciale o il bar di foga del momento fuori città, per relazionare se si hanno amici...ciao!
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 21:17 via WEB
Ricordo che anche io da ragazza frequentavo alcuni locali che andavano di moda. Là ci ritrovavamo e passavamo le ore in compagnia ma qui si parla di luoghi che non ci appartengono perchè slegati dai nostri punti di riferimento. Ciao carissima, a presto, loretta
 
LIFEOLDHEART
LIFEOLDHEART il 08/10/12 alle 12:45 via WEB
vedi cara, striscio o struscio (dipende la latitudine), non va più di moda, per certi versi è fatica, fa caldo, fa freddo, è umido, è secco.... per dirla in breve... ti ricordi anni fà, quando il divertimento sano naturale era la piazza? il centro? la via principale?, le chiacciere le risate le battute e le lunghe camminate su e giù?, si spendeva poco e si camminava molto. oggi invece, DOBBIAMO avere la casa climatizzata, la macchina con il clima, il posto dove passeggiare al fresco ecc. una volta non sentivi il caldo, il freddo, la pioggia, e si viaggiava con i finestrini aperti. ma adesso resisteremmo? siamo in grado??, non credo, è tutto cam
 
LIFEOLDHEART
LIFEOLDHEART il 08/10/12 alle 12:49 via WEB
cambiato, aaaaahhhhhh la modernità, ma che vuoi farci, io preferisco le passeggiate, l'aperitivo quattro sane risate in compagnia, la grigliata all'aria aperta anche se il tempo non è bello, l'odore delle foglie e dei licheni nel bosco, l'odore dell'erba e della campagna, che vuoi farci evidentemente sono vecchio e non incline al consumismo sfrenato. preferisco le cose di un tempo....... un bacione F.
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 21:33 via WEB
Quello che ci siamo lasciati alle spalle era un tempo in cui riuscivamo a godere con poco perché non eravamo ingozzati di cose fino alla nausea. Tutto ciò che avevamo ce lo eravamo conquistato, persino la libertà di poter uscire. Ci bastava la bicicletta, i soldi per il cinema e la felicità era là, a portata di mano. Il benessere ci ha senz’altro procurato molte cose ma ci ha tolto la più importante: il sorriso. Ciao Francesco, un caro saluto.
 
Vince198
Vince198 il 08/10/12 alle 13:39 via WEB
Già! Come cambiano le usanze, il modo di vivere..
La mia fortuna è che, risiedendo nella bassa, non ho di questi - per così dire - "problemi". Per la verità mia nuora ha la manìa dello struscio ( tra l'altro in meridione, ho notato, è ancora una specie di "cult") fra negozi di vario genere, ipermercati etc. un pò per passare il tempo, guardare vetrine, ma anche per adocchiare qualcosa che potrebbe acquistare più in là.. etc. etc.
Invece mio figlio è come me: queste cose non gli piacciono per niente! .. ahahahaha.. Infatti e per quel che mi riguarda, quando esco di casa senza particolari mete, in genere "seguo" itinerari turistici in zona, per esempio intorno allo Stella che è una vera miniera della natura: ogni volta trovo sempre qualche piccola novità sugli stessi itinerari afferenti nidi di volatili, animaletti che vivono in terra, piante di una certa importanza, rigogliosità etc. Percorrere oltre che sulle rive anche in motoscafo il fiume, se possibile fino alle foci, vicino Lignano..
Oppure, tempo permettendo, andare in montagna. Tu sai che, fra l'altro, il F.V.G. è pieno di castelli: fra "ruderi" e altri tenuti molto bene - abitabili volendo, meta di turismo in alcuni casi, ce ne sono oltre 120, ergo..
Mi sa che friulani che ne conoscono almeno una ventina, siano come le mosche bianche! .. aahahaha..
Credo che quei luoghi da te citati - "cattedrali" di pessimo gusto architettonico, oltretutto - siano, specie in estate, meta di persone anziane che, non potendo permettersi un climatizzatore oltre spese sostanziose per il proprio sostentamento di qualsiasi genere, vanno lì per.. rinfrescarsi. E fanno benissimo, oltretutto!
Questi sono alcuni dei uno dei motivi per cui me ne sono scappato dalla città tanti anni fa, luogo certo prodigo di molti confort, ma anche di grande confusione, di vita frenetica e di aria a volte irrespirabile.
Un abbraccio ^___^
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 21:45 via WEB
So di cosa parli Vince e sono d’accordo con te. Le bellezze della nostra regione sono eccezionali e forse non ce ne rendiamo neppure conto ma sarebbero un modo per utilizzare il tempo libero senza rinchiudersi in un centro commerciale anonimo e inutile se non sotto l’aspetto funzionale. A volte andiamo a cercare stimoli alla nostra insoddisfazione là dove il soddisfacimento è effimero e momentaneo. Ciao Vince, a presto, loretta
 
gtibet
gtibet il 08/10/12 alle 13:48 via WEB
..."avevo lasciato la città e con essa tutto quello che chiamiamo civiltà:luoghi saturi di fumo, chiasso, sirene, campane, fischi, ruggiti di motori...frastuono di un'umanità che odia il silenzio ,o almeno lo teme ed è per questo che riempie tutto con i rumori. Normalmente vive in mezzo a dubbi, panico,scetticismo; sempre schiavi del tempo,correndo per guadagnare tempo o non perdere tempo, vivendo quotidianamente in uno stato di stress" (da:"gli occhi dello sciamano"). ..che altro aggiungere?
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 21:54 via WEB
Bel passo Gino soprattutto molto vero. Passiamo una vita a correre, verso dove non si sa. Ogni tanto ci fermiamo ma presi dall’ingranaggio riprendiamo a correre. Se siamo fortunati smettiamo di correre quando abbiamo ancora occhi per vedere e cuore per emozionarci.
 
gtibet
gtibet il 08/10/12 alle 14:06 via WEB
.... Ha ragione "Vince" (di cui sopra): il nostro soggiorno sulla terra è temporale, non siamo qui soltanto per gratificarci con cose superflue, che non potremo portare con noi quando torneremo nel cosmo; questa visione della vita, noi moderni materialisti schiavizzati dalle tecnologie, l'abbiamo persa per la strada (nes pà?).
 
 
Vince198
Vince198 il 08/10/12 alle 14:53 via WEB
In effetti, Gtibet, la vedo più o meno come hai detto tu! Ripensandoci, mi è tornata in mente una bellissima novella di Giuseppe Verga (da Le novelle rusticane) che lessi e studiai alle scuole medie (mi è rimasta tuttora impressa): "La Roba" (Mazzarò e le sue manie di tenersi tutto)! Se la rammentì finisce così:
"Sicchè quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: — Roba mia, vientene con me!".
Hai voglia..
 
   
Vince198
Vince198 il 08/10/12 alle 15:05 via WEB
Ovviamente Giovanni Verga e mi scuso per l'errore.. Nel frattempo l'ho riletta per l'ennesima volta!
 
     
gtibet
gtibet il 08/10/12 alle 16:23 via WEB
mentre coomentavo, prima, ripensavo proprio a Mazzarò e alla sua"Robba", che mi colpì tanti anni fa, al liceo;0))
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 22:11 via WEB
Purtroppo Gino bisognerebbe fermarsi a pensare. Noi pensiamo poco, meditiamo ancor meno. Il buddismo ma anche la parola di Cristo prevedono proprio il distacco dal possesso di cose e dei propri impulsi e desideri ma su questo piano l’uomo si è sempre dibattuto tra intenzioni e azioni.
 
   
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 22:55 via WEB
E Mazzarò, ma anche Arpagone sono proprio a dimostrare tutta la miseria dell’uomo schiavo del possesso.
 
margherita88
margherita88 il 08/10/12 alle 16:44 via WEB
Cara Lory, i non luoghi da te descritti sono i centri dell'anonimato e della spersonalizzazione per eccellenza. Sono posti in un cui non esistono persone, ma clienti e come tali siamo accolti e trattati. Non c'é comunicazione tra i frequentatori e, per questo, fai bene a definirli cattedrali della solitudine! La scelta, tuttavia, rimane sempre e solo nostra. Un caro saluto. Margherita.
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 23:10 via WEB
Dici bene, clienti, resta comunque il fatto che a volte, in assenza di calore andiamo a ricercarlo proprio là dove è impossibile trovarlo. Ciao Margherita, un saluto a te. :-)
 
Luxxil
Luxxil il 09/10/12 alle 11:58 via WEB
non ricordo dove l'ho letto, ma era una bella osservazione...che vediamo e incontriamo in un solo giorno, camminando in una città, tante persone quante una volta abitando in un villaggio vedevi in una intera vita...e forse neppure:)...siamo tanti e non ci prestiamo piu attenzione l'uno con l'altro. un abbraccio Giò...sempre belli i tuoi post:)
 
 
lorifu
lorifu il 09/10/12 alle 23:27 via WEB
Bella osservazione Giò. E’ vero siamo riusciti persino a girare il mondo e abituarci alle varie moltitudini senza fare una piega. E dire che la prima volta che ho visto un uomo di colore avevo circa 15 anni e ricordo ancora che mi girai per la sorpresa. E' sempre un piacere sentirti. Un abbraccio affettuoso, loretta
 
socrate52
socrate52 il 15/10/12 alle 23:04 via WEB
"non date calci alla palla che si sporcano le scarpe" era la raccomandazione di mia mamma , dopo che ci aveva vestito a puntino ed in attesa di uscire tutti insieme ( noi due fratellini e loro due genitori) per andare a Messa ... era la Domenica mattina ... era il clou della "vita di società"! Il momento in cui ci si trovava tutti assieme,parenti,amici,vicini e conoscenti vari! Era una società diversa dove tutti sapevano tutto di tutti, per noi era una festa,fatto salvo che se appena appena ti arrischiavi a guardare una ragazzina eri ...fritto! Una società del genere ,ovviamente ha i suoi "pro" ed i suoi "contro"ed il motto della adolescenza , poi, fù "viva le città abbastanza grandi , che se vai in un altro quartiere nessuno ti conosce! Oggi comunque questa società non esiste più, alle Chiese si sono sostituiti i centri commerciali , il rito della Domenica è stato sostituito da quello della spesa il Sabato ... la "gara" tra vicini non è più quella di chi è più "un buon cristiano" ,ma quella di chi è un "facoltoso consumatore".Non è questione di "dove e con chi ci si ritrova", è questione di "come ci si ritrova" ... e non solo con gli altri,ma soprattutto con noi stessi, con la nostra coscienza. La questione è : a quale Dio obbediamo?
 
 
lorifu
lorifu il 19/10/12 alle 16:21 via WEB
Uno spaccato molto reale di quella che era la società di non moltissimi anni fa, quando ancora non eravamo stati risucchiati nella spirale del consumismo che ha sconvolto abitudini e stili di vita incidendo radicalmente anche sulle nostre coscienze. Ciao Filippo :-)
 
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BURANO 2020

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
 

 


Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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