GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi del 14/06/2012

Donne a confronto: la Mantide e la Dama di Picche... e il mestiere di Sir Edward.

Post n°648 pubblicato il 14 Giugno 2012 da sergioemmeuno
 

  

   Sempre al Café Le Procope, io e quel fulminato di Sir Edward, il più grande seduttore vivente, in virtù della sua inconsapevolezza di esserlo. Attraeva il lato femminile del mondo senza il minimo sforzo. A volte era un sì; altre volte un no. E basta. Come minimo, dall’interlocutrice strappava la confessione quotidiana.

   <<Qual è stata la tua conoscenza muliebre più particolare>>, gli chiesi.

   <<Che obbrobrio di termine, Commissario. Siamo tutti “esseri particolari”…>>

   <<Sempre più pignoletto, Sir, eh? Mi correggo: il tuo incontro più bizzarro.>>

   Edward giocherellava col bicchierino di cognac, ruotandolo sul tavolo. Sulla parete in alto, la figura di Procopio – il fondatore del locale – sembrava sfidarci e soppesare il nostro pensiero.

   Ci pensò un attimo e rispose: <<Senza ombra di dubbio… la Dama di Picche.>>

   <<Un donna cazzuta, immagino.>>

   <<Fascinosa di sicuro, e controversa pure. Sosteneva che tutti gli uomini che si avvicinavano a lei, prima o poi, volevano somigliarle…>>

   <<Un’egocentrica incallita, direi!>> non feci a meno di gracchiare.

   <<In realtà, credimi, era proprio così…>>

   <<Immagino un esercito di uomini mutilati nella loro virilità, docili, ansimanti, che elemosinano uno sguardo dolce, una carezza, finanche una promessa da quella mantide.>>

   <<Mantide? Non proprio, no… la Dama non era quella malvagia che mira a stuzzicare desideri o pensieri nei cervelli a due cilindri dei maschi, dar loro l’illusione di concedersi, per poi dileguarsi. No. Magari fosse stato così facile. La Mantide, almeno in parte, impari a conoscerla; la Dama di Picche è l’ignoto…>> Gli occhi di Edward si erano assottigliati, nell’incedere sontuoso della sua elucubrazione. E riversò altro cognac nei due bicchierini.

   <<Ci capisco sempre di meno. Prendi una donna cerebrale, con elevata autostima, rigorosa, amante dell’Arte. Aggiungici poi quei frequenti dialoghi con diversi uomini… cribbio, a che caxxo mirava? Al Sacro Graal?>>

   <<Ehe, sei un Commissario di Etica, e si nota! Vedi solo o bianco o nero. Esiste una sterminata scala di grigi, su cui le donne scorrono come le note musicali>>, precisò il pazzoide.

   <<Arriviamo al succo su>>, lo esortai.

   <<La Dama di Picche, caro, non lo sapeva neanche lei a cosa mirasse. Una geniale organizzazione caotica e…>>

   <<…>>

   <<…e l’unico modo per entrare nelle sue grazie, per sempre, era lasciarla libera, non farle sentire addosso i nostri artigli.>> Un lungo sospiro.

   <<Come hai fatto tu, deduco. E vedendo adesso i tuoi occhi, credo che ne sia valsa la pena.>>

   <<Una pena acidula>>, punteggiò quel fulminato, dotato di quell'unica arma di cui ha bisogno un maschio per non soccombere: l'umiltà.

  

Esiste una sterminata scala di grigi, su cui le donne scorrono come le note musicali.

La Mantide, almeno in parte, impari a conoscerla; invece la Dama di Picche è l’ignoto… verso cui scivoli attraverso un interminabile piano oleato con estrema perizia, un piano con una lieve e straziante inclinazione.

E chissà, magari la Dama si aggira ogni tanto anche nella nostra Community (!).

L'unica accortezza: non innamorarsi di lei.

Non consegnarsi a lei.

 
 
 
 
 

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