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La guerra più idiota del mondo

Post n°3679 pubblicato il 07 Marzo 2016 da ninograg1
 

Nel corso dei secoli in cui finora si sono dipanate le vicende umane, sono stati fatti quasi tutti i tipi di guerra: d’aggressione, di difesa, di convenienza, di colonizzazione, d’indipendenza, di liberazione, di rivoluzione, di prevenzione e così via.

Ultimamente però ci stiamo specializzando nella guerra stupida.

Intendo stupida proprio secondo il celebre Quadrante di Cipolla: apporta danni agli altri senza alcun vantaggio per se stessi, anzi procurando grandi svantaggi anche a chi la dichiara.

Il debutto di questa modalità bellica idiota si può forse far risalire all’intervento occidentale in Somalia, nel 1992; peggio è andata in Afghanistan all’inizio di questo secolo; peggio ancora con la splendida idea di Bush e Clinton di invadere l’Iraq nel 2003, una scelta a cui dobbiamo tra l’altro la nascita dell’Isis; ma hanno cercato di non essere da meno Sarkozy e gli altri interventisti in Libia, nel 2011.

Adesso c’è la seria possibilità che tocchi agli italiani battere tutti per imbecillità, mandando truppe in Libia.

A parte forse Panebianco, credo che non ci sia nemmeno bisogno di convincere nessuno in merito, talmente è evidente l’idiozia della cosa.

Basterebbe il solo fatto che noi siamo l’ex potenza coloniale a rendere semplicemente impensabile un intervento italiano (figuriamoci un “ruolo guida” dell’Italia nella futura occupazione). Basterebbe solo quello.

È tra l’altro curioso il fatto come questa cosa sia poco enfatizzata, nel dibattito politico nostrano: probabilmente abbiamo rimosso il nostro passato di paese che occupava – e massacrava. Del resto a scuola ci insegnano pochissimo delle nostre guerre in Libia e Abissinia. Peccato invece che in quei Paesi la memoria in merito sia molto viva. Me ne sono accorto di persona, quando meno di un anno fa ho passato un breve periodo in Etiopia: e anche nelle campagne più sperdute mi indicavano i luoghi dove gli italiani avevano fatto impiccare dei ragazzi locali. Il nome del generale De Bono, che da noi conosce probabilmente meno di un persona su cento, in Etiopia è invece sulla bocca di molti. I nonni hanno raccontato ai nipoti, del resto, quello che da noi invece non sa quasi nessuno: preferiamo l’etichetta di “brava gente”, rifugio ipocrita di chi non ha fatto i conti con il proprio passato.

Poi c’è quello che viene dopo, nel considerare la stupidità questo intervento. Non richiesto – ad esempio – da nessun governo libico unitario e legittimato, per il semplice fatto che questo non esiste: ci sono gli amici dell’assassino al Sisi da una parte e gli amici dei Fratelli Musulmani dall’altra, più una pletora di milizie più o meno tribali – e l’Isis.

Noi andremmo a cacciarci in questa guerra di tutti contro tutti, dove non ci sono neppure lontanamente i buoni da un parte e i cattivi dall’altra. E lo faremmo fondamentalmente per conto terzi, cioè del resto dell’Occidente che manda avanti noi perché evidentemente siamo i più cretini.

Il tutto, sia chiaro, in assenza di alcun piano progettuale sul cosa fare per stabilizzare l’area a nemico eventualmente battuto, perché non sia abbandonata la buona tradizione di fare la guerra senza avere uno straccio di idea sul cosa fare dopo, visti gli ottimi risultati che questa strategia dell’improvvisazione ha già dato in Libia e Iraq.

Ecco, forse nel 2016, di fronte all’ipotesi di fare la guerra in Libia, potremmo utilmente mettere da parte le contrapposizioni di principio che di solito vengono tirate in ballo: quelle sull’articolo 11 della Costituzione, sul pacifismo come valore assoluto o relativo, sulla liceità morale di un intervento in territorio altrui.

Perché oggi basta guardare pragmaticamente al senso specifico proprio diquesta guerra, alla sua specifica e totale stupidità.

Proprio nel senso di Cipolla: far danni ad altri facendo danni a se stessi.

(Da gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it)

_____________________________________

 

vi starete chiedendo: ma perchè tutti questi post su questioni del genere e per giunta presi da altri? Semplice, rispecchiano fedelmente quanto penso e trovo che lo dicano meglio e più brevemente di quanto avessi potuto fare io...

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Commenti al Post:
aldogiorno
aldogiorno il 07/03/16 alle 18:33 via WEB
CIAO NINO, COMPLIMENTI PER IL POST. UN BUON INIZIO SETTIMANA ED UN CARO SALUTO ALDO.
 
 
ninograg1
ninograg1 il 08/03/16 alle 21:52 via WEB
aldogiorno il 07/03/16 alle 18:33 via WEB ciao aldo
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 07/03/16 alle 19:49 via WEB
Giusto, ma allora che si fa?
 
 
ninograg1
ninograg1 il 08/03/16 alle 21:54 via WEB
jigendaisuke il 07/03/16 alle 19:49 via WEB ora è tardi.. cosa si poteva fare? Evitare di tirar giù Gheddafi perchè faceva da freno all'isis e non prestare le basi all'alleanza dei bischeri che l'ha tirato giù per un pò di petrolio!!!
 
nagi51
nagi51 il 07/03/16 alle 21:17 via WEB
In guerra con la Libia ? da soli noi Italiani ? Per sventare il cosi detto pericolo attentati perchè essendo vicini quasi confinanti ci possono invadere? non siamo redicoli ..la guerra fra Davide e Golia e di sicuro non batteremo Golia .. buona serata Nino :-)
 
 
ninograg1
ninograg1 il 08/03/16 alle 21:55 via WEB
nagi51 il 07/03/16 alle 21:17 via WEB da soli? no, ma a capo di una cosiddetta coalizione che dovrebbe stabilizzare l'area: com in afghanista, iraq ecc. sarà un carnaio anche per noi!!!
 
maresogno67
maresogno67 il 07/03/16 alle 22:01 via WEB
hai usato un termine troppo nobile "pragmatismo". Tu pensi che nostri rappresentanti siano cosi pragmatici???
 
 
ninograg1
ninograg1 il 08/03/16 alle 22:03 via WEB
maresogno67 il 07/03/16 alle 22:01 via WEB i nostri no, gli altri si, eccome se lo sono..
 
LunaRossa550
LunaRossa550 il 07/03/16 alle 23:03 via WEB
Io non ci capisco più niente, prima Renzi dà la disponibiità, poi l'ambasciatore americano ci spiega quello che l'Italia farà, poi Renzi dice che non se ne parla nemmeno.... che non è un videogioco.
L'articolo è condivisibile, più idiota di così, questa guerra, non può essere, ma è
P E R I C O L O S A M E N T E idiota!!!
 
 
ninograg1
ninograg1 il 08/03/16 alle 21:55 via WEB
LunaRossa550 il 07/03/16 alle 23:03 via WEB P E R I C O L O S A M E N T E idiota!!! nulla da aggiungere..
 
elyrav
elyrav il 08/03/16 alle 09:29 via WEB
Tutte le guerre secondo me non hanno senso ma effettivamente è proprio una guerra idiota.
 
 
ninograg1
ninograg1 il 08/03/16 alle 21:56 via WEB
elyrav il 08/03/16 alle 09:29 via WEB esatto: fatta da idioti..
 
   
elyrav
elyrav il 10/03/16 alle 11:22 via WEB
http://siamolagente2.altervista.org/3316-2/
 
     
ninograg1
ninograg1 il 10/03/16 alle 19:11 via WEB
elyrav il 10/03/16 alle 11:22 via WEB cos'è? non funziona...
 
     
elyrav
elyrav il 11/03/16 alle 08:51 via WEB
è un sito che ho visto ieri che spiega a chi serve questa guerra :( uff vedo se riesco a rimandarlo
 
     
ninograg1
ninograg1 il 11/03/16 alle 09:44 via WEB
elyrav il 11/03/16 alle 08:51 via WEB ok rimanda
 
     
elyrav
elyrav il 14/03/16 alle 08:47 via WEB
La vera ragione della Guerra in Libia? Spartirsi un bottino da almeno 130 miliardi!! Ovviamente sulla pelle della Gente!! Quando si incontreranno martedì al palazzo Ducale di Venezia, Matteo Renzi e François Hollande guardandosi negli occhi dovrebbero farsi una domanda: per quali ragioni facciamo la guerra in Libia? La risposta più ovvia – il Califfato – è quella di comodo. La guerra di Libia è partita nel 2011 con un intervento francese, britannico e americano che con la fine di Gheddafi è diventato conflitto tra le tribù, le milizie e dentro l’Islam, che però è sempre rimasto una guerra di interessi geopolitici ed economici. L’esito non è stato l’avvento della democrazia ma è sintetizzato in un dato: la Libia era al primo posto in Africa nell’indice Onu dello sviluppo umano, adesso è uno stato fallito. La guerra è in realtà un regolamento di conti e una spartizione della torta tra gli attori esterni e i due poli libici principali, Tripoli e Tobruk, che hanno due canali paralleli e concorrenti per l’export di petrolio. Qui si possono liberare alcune delle più importanti risorse dell’Africa: il 38% del petrolio del continente, l’11% dei consumi europei. È un greggio di qualità, a basso costo, che fa gola alle compagnie in tempi di magra. In questo momento a estrarre barili e gas dalla Tripolitania è soltanto l’Eni: una posizione, conquistata manovrando tra fazioni e mercenari, che agli occhi dei nostri alleati deve finire e, se possibile, con il nostro contributo militare. Qui si possono liberare alcune delle più importanti risorse dell’Africa: il 38% del petrolio del continente, l’11% dei consumi europei. È un greggio di qualità, a basso costo, che fa gola alle compagnie in tempi di magra. In questo momento a estrarre barili e gas dalla Tripolitania è soltanto l’Eni: una posizione, conquistata manovrando tra fazioni e mercenari, che agli occhi dei nostri alleati deve finire e, se possibile, con il nostro contributo militare. Per loro, anche se l’Italia ha perso in Libia 5 miliardi di commesse, stiamo già accantonando risorse per un contingente virtuale in barili di oro nero. Non è così naturalmente, ma “deve” essere così: per questo l’ambasciatore Usa azzarda a chiederci spudoratamente 5mila uomini. La dichiarazione di John Phillips, addolcita dalla promessa di un comando militare all’Italia, sottolinea la nostra irrilevanza. La Libia è un bottino da 130 miliardi di dollari subito e tre-quattro volte tanto nel caso che un ipotetico Stato libico, magari confederale e diviso per zone di influenza, tornasse a esportare come ai tempi di Gheddafi. Sono stime che sommano la produzione di petrolio con le riserve della Banca centrale e del Fondo sovrano libico che sta a Londra dove ha studiato per anni il prigioniero di Zintane, Seif Islam, il figlio di Gheddafi, un tempo gradito ospite di Buckingham Palace al pari di tutti gli arabi che hanno il cuore nella Mezzaluna e il portafoglio nella City. Oltre alla Bp e alla Shell in Cirenaica – dove peraltro ci sono consorzi francesi, americani tedeschi e cinesi – gli inglesi hanno da difendere l’asset finanziario dei petrodollari. Anche i russi, estromessi nel 2011 perché contrari ai bombardamenti, vogliono dire la loro: lo faranno attraverso l’Egitto del generale Al Sisi al quale vendono armi a tutto spiano insieme alla Francia. Al Sisi considera la Cirenaica una storica provincia egiziana, alla stregua di re Faruk che la reclamava nel 1943 a Churchill: «Non mi risulta», fu allora la secca risposta del premier britannico. Ma ce n’è per tutti gli appetiti: questo è il fascino tenebroso della guerra libica. Il bottino libico, nell’unico piano esistente, deve tornare sui mercati, accompagnato da un sistema di sicurezza regionale che, ignorando Tunisia e Algeria, farà della Francia il guardiano del Sahel nel Fezzan, della Gran Bretagna quello della Cirenaica, tenendo a bada le ambizioni dell’Egitto, e dell’Italia quello della Tripolitania. Agli americani la supervisione strategica. Ai libici, divisi e frammentati, messi insieme in un finto governo di “non unità nazionale”, il piano non piacerà perché hanno fatto la guerra a Gheddafi e tra loro proprio per spartirsi la torta energetica senza elargire “cagnotte” agli stranieri e finire sotto tutela. E insieme ai litigi libici ci sono le trame delle potenze arabe e musulmane. Sono “i pompieri incendiari” che sponsorizzano le loro fazioni favorite: l’Egitto manovra il generale Khalifa Haftar, il Qatar seduce con dollari sonanti gli islamisti radicali a Tripoli, gli Emirati si sono comprati il precedente mediatore dell’Onu Bernardino Leòn per appoggiare Tobruk; senza contare la Turchia, che dalla Siria ha rispedito i jihadisti libici a fare la guerra santa nella Sirte. La lotta al Califfato è solo un aspetto del conflitto, anzi l’Isis si è inserito proprio quando si infiammava la guerra per il petrolio. Ma gli interessi occidentali, mascherati da obiettivi comuni, sono divergenti dall’inizio quando il presidente francese Nicolas Sarkozy attaccò Gheddafi senza neppure farci una telefonata. Oggi sappiamo i retroscena. In una mail inviata a Hillary Clinton e datata 2 aprile 2011, il funzionario Sidney Blumenthal rivela che Gheddafi intendeva sostituire il Franco Cfa, utilizzato in 14 ex colonie, con un’altra moneta panafricana. Lo scopo era rendere l’Africa francese indipendente da Parigi: le ex colonie hanno il 65% delle riserve depositate a Parigi. Poi naturalmente c’era anche il petrolio della Cirenaica per la Total. È così che prepariamo la guerra: in compagnia di finti amici-concorrenti-rivali, esattamente come faceva la repubblica dei Dogi. fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-03-06/la-grande-spartizione-114530.shtml?uuid=ACe75oiC
 
     
ninograg1
ninograg1 il 14/03/16 alle 19:38 via WEB
elyrav il 14/03/16 alle 08:47 via WEB nulla da aggiungere...
 
     
elyrav
elyrav il 16/03/16 alle 13:23 via WEB
:( veramente ... che tristezza
 
     
ninograg1
ninograg1 il 17/03/16 alle 07:45 via WEB
elyrav il 16/03/16 alle 13:23 via WEB :(
 
nina.monamour
nina.monamour il 08/03/16 alle 10:16 via WEB
Adesso c'è la seria possibilità che tocchi a noi italiani battere tutti per imbecillità, mandando truppe in Libia? Ma per favore, è talmente assurda questa cosa. Buona giornata Nino.
 
 
ninograg1
ninograg1 il 08/03/16 alle 21:57 via WEB
nina.monamour il 08/03/16 alle 10:16 via WEB eppure è quello che accadrà... fra un pò di tempo
 
woodenship
woodenship il 08/03/16 alle 19:52 via WEB
Ce la cerco in tutti i modi una logica in tutto ciò:ma,dannazione se ce ne trovo un brandello!Non sarebbe più semplice e meno costoso, agire sugli sponsors delle due parti in gioco?In fondo,con egiziani e petromonarchie ci facciamo affari,si stanno comprando mezza Europa,quindi:come mai questa ritrosia nell'affrontare con essi l'argomento Libia?...C'è decisamente qualcosa che non mi quadra.Come tu dici è la guerra più idiota di sempre che si potrebbe fare.Però c'è una logica per ogni cosa.Anche nella guerra assurda tra Perù e Bolivia,per il Chaco,c'era una ragione.Ma qua?...Non ci resta che confidare nel santo che protegge gli imbecilli........Un caro saluto........W........
 
 
ninograg1
ninograg1 il 08/03/16 alle 21:58 via WEB
il vero conquibus? il petrolio.. non c'è altro: chi lo controlla controlla tutto
 
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