NEW YORK (WSI) – Lo scossone subito dalle borse tra fine gennaio e i primi di febbraio è solo un antipasto della futura discesa delle azioni. L’allarme lo lancia Morgan Stanley che pone al centro l’andamento dei bond.
Proprio oggi il governo degli Stati Uniti offrirà un quantitativo record di titoli di Stato a breve termine (tre e sei mesi), pari a 151 miliardi di dollari. Secondo lo strategist della banca americana Andrew Sheets, l’inflazione Usa continuerà a salire e di conseguenza anche i rendimenti dei bond si muoveranno al rialzo, mettendo fine così al lungo periodo di denaro a costo zero.
“Nel secondo trimestre rimaniamo in guardia per un difficile tracollo, in quanto l’inflazione di fondo e gli indicatori di attività sono moderati”.
Il rialzo dei tassi di interesse avvenuto finora non è in grado di provocare gravi danni al mercato azionario: le aziende non dovrebbero avere conseguenze negative nella loro capacità di produrre utili, ma il vero problema è cosa succederà in futuro. Il mercato azionario statunitense, dice Morgan Stanley in un suo report, ha avuto solo un assaggio del potenziale danno derivante dai rendimenti obbligazionari più elevati verificatisi all’inizio di quest’ anno, ma il più grande test deve ancora venire.
Al contrario di Morgan Stanley, Allianz Global Investors, colosso tedesco del risparmio gestito, non parla di nuovi scossoni, bensì stima una “normalizzazione del mercato” come ha sottolineato a Bloomberg, il Ceo Andreas Ultermann secondo cui l’aggiustamento di fine gennaio è stato salutare perché le Borse erano salite troppo.
Inviato da: cassetta2
il 10/04/2024 alle 17:27
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il 31/12/2023 alle 12:23
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