Passione... Arte
Atmosfere intense, un connubio molto emozionale d'arte, letteratura, musica, poesia, sogni. Momenti di malinconia si mescolano con attimi di profonda passione
.•*´¨`*•...•¤**¤•..I am only myself, an artist and his paintbrush..•¤**¤•...•*´¨`*•.
"Passione" è un raccoglitore di materiale poetico, di letteratura, d'arte, dove la libertà di pensiero, di parola e soprattutto la libertà di penna, divengono protagoniste essenziali. Il Blog creato come mezzo di comunicazione si è trasformato in "libro virtuale", ricco di materiale poetico, di recensioni letterarie, di aforismi, di sogni. L'obiettivo dell'autrice è quello di trasmettere emozioni, facendo circolare l'arte della scrittura, della musica, della fotografia, della pittura... della vita.
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Messaggi di Gennaio 2008
Questa è una favola bellissima, una perla vuol catturare il filo che la legherà per sempre a un gioiello prezioso, capace di adornare e dare luce, irradiare calore, assorbire profumo, impregnarsi di olii profumati, essenze di vita, fragranze di cavità nascoste, cunicoli segreti pronti ad essere valicati da chi ne coglie la bellezza a piene mani. Sospiri si susseguono, e il grado di enfasi sale e percorre la pelle, regalando piacevoli brividi di passione. Amo, amo, amo in te, l'essensa delle tue parole, amo in te l'equilibrio delle tue composizioni, amo in te la tua schiettezza, la capacità di bere avidamente alla sorgente, il tuo essere ingordo di piacere, il tuo desiderio devastante, il tuo rigirarti dentro il letto nel desiderio pulsante, nell'attesa che rinvigorisce le pulsazioni, nell'eccitazione crescente di attimi finalmente coronati dall'incrociarsi di sguardi e mani che frettolosamente si nutrono del contatto, della pelle, dello sfiorarsi di anime, sensazioni indimenticabili, cuori che battono all'unisono.. scalpitanti sospiri sempre più affannosi. Emozioni, brividi, piacere infinito. Tutto questo.. vorrei vorrei.. che si potesse chiamare.. amore.... il mio amore.. per te. (Questi occhi potrebbero divorarti) |
Post n°434 pubblicato il 30 Gennaio 2008 da goccedivaniglia
Mi riaffaccio per comunicarvi la mia gioia, le mie "opere" (letterarie) sono state selezionate... oggi mi hanno contattato telefonicamente.. sprizzo gioia da tutti i pori............. voglio far partecipi coloro i quali si sono nutriti fino a questo momento delle parole che sempre semplicemente, ho voluto esprimessero stati d'animo e sensazioni. Sapere che oggi ho un'opportunità in più perché ciò che scrivo possa essere "ampiamente" (?) divulgato mi riempie di gioia infinita.. Grazie, attendo fiduciosa di leggere la proposta editoriale, e ve ne comunicherò gli esiti. Abbraccio chi mi sosterrà in quest'impresa. Tiziana |
Anima mia sei fuggita via, non riesco a trattenerti, anima mia sei stata catturata e rapita, ora riversi abbandonata priva di vita, anima mia sei intrappolata in un luogo arido.. senza tempo, forse un giorno ti ritroverò e potrai nuovamente far parte di me.. mi manchi, e sento il vuoto, un corpo senz'anima che senso ha? Vago e vegeto, senza forze.. in attesa.. di un dettaglio, di un'emozione, di un sorriso.. Un saluto amici miei affezionati di questo blog, che adesso manca della mia essenza, adesso è un luogo semi abbandonato, una cuccia vuota, priva del giusto calore che non lo renda un luogo deserto...
๑ Sono volutamente impenetrabile. 23/01/08 ๑ Uomo, tu sei l'inganno... 24/01/08 23:40 goccedivaniglia |
Post n°432 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da goccedivaniglia
22/01/08 23:01:39 Testo del messaggio: ...il tuo profilo e il tuo blog sono un bellissimo mare in cui perdersi... ....dopo un po’ impari la sottile differenza fra tenere una mano ed incatenare un'anima. Impari che l'amore non è appoggiarsi a qualcuno e la compagnia non è sicurezza. Inizi ad imparare che i baci non sono contratti ed i doni non sono promesse. Cominci ad accettare le tue sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti, con la grazia di un adulto, non col dolore di un bambino. Impari a costruire le tue strade oggi perché il terreno del domani è troppo incerto per fare piani. Dopo un po’ impari che il sole scotta se ne prendi troppo. Perciò pianti il tuo giardino e decori la tua anima, invece di aspettare che qualcuno ti porti un fiore. Ma quando alla tua porta bussa qualcuno che ti offre un fiore unico, raro, profumato e delicato, non puoi evitare di lasciarti prendere dall'emozione. …e se quello che dici fosse il fiore famoso? ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ Forse, sono i colori della tua anima che traspaiono, a tal proposito che pongono in secondo piano ogni cosa da loro investita. Sei un'artista, una creativa, istintiva leggo... (dalla foto della gallery dove stai dipingendo...), tutte caratteristiche non ritrovabili nelle persone omologate che popolano il mondo. Sei te stessa e non hai paura a dimostrarlo, ricordi un sapore vero, magari di quel frutto irregolare e tutt'altro che perfetto che si trovava dal fruttivendolo. Un frutto con succo... cosa che non posseggono quelli odierni sebbene di forma perfetta e dalle dimensioni ingenti. Sei autentica... complimenti. Amo scrivere... quella e' la mia arte e vorrei farne l'oggetto lavorativo. Adoro guardarmi attorno e vivere ogni momento con la consapevolezza che non tornera' mai più. Mi piace comunicare e immergermi in estenuanti passeggiate lungo il fiume che dista poco lontano da dove abito. Grazie ancora per aver, dolcemente, pizzicato quelle corde della mia anima che era da tempo non venivano sfiorate. Le tue mani esperte ne hanno estratto una melodia tutt'altro che banale. Chiudo gli occhi e ti vedo mentre le accarezzi come facessero parte di un'arpa. E' chiaro come la classe non si acquisti al supermercato e la prova tangibile e' qs tua azione. Non amo pronunciare parole banali ma ho sentito uno slogan che mi rappresenta molto: l'esistenza e i fogli di un libro sono, a tutti gli effetti, la faccia della stessa medaglia: se sfoglio, le seconde, in sequenza ottengo la descrizione della routine mentre se leggo saltando, casualmente, da una all'altra ottengo l'immagine della vita vera. |
Post n°430 pubblicato il 19 Gennaio 2008 da goccedivaniglia
Un piccolo, grande dolore, la chiusura del suo blog Messaggio N°97 19-01-2008 - 02:58
Inviato da: Psicostex75 Porto via qualcosa dal tuo blog, con tanto affetto, per ricordare le tue parole ADDIO.....ARRIVEDERCI (scritto da Stefano)28 ottobre 2007 Grazie "Si accondensa la schiuma dei giorni perduti.
Stefano |
๑ Sono solo parole nel vento, goccedivaniglia 13:55 - 19/01/2008 ۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ |
Post n°428 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da goccedivaniglia
๑ Ora non posso più cercarti 21:49 20/01/2008 ๑ Freddo e vuoto, 21/01/08 20:08 goccedivaniglia |
Post n°427 pubblicato il 17 Gennaio 2008 da goccedivaniglia
Incomunicabilità dettaglio (terracotta) Eva Antonini
A quegli amori che un tempo hanno creduto di poter essere amore, a quegli amori finiti male, straziati e consumati a quegli amori violenti a chi si fa male a chi si odia e si maltratta, a chi alza la voce e urla a chi aggredisce e accusa, a chi ti violenta l'anima insultandola, umiliandola a chi non c'è ma ci sarà sempre perché ha concepito con te le tue creature a chi ti annienta la serata con parole crude che sanno di carne viva a chi ti consuma e ti strazia... a un amore che non è mai stato amore che si è trasformato in indifferenza, che ha causato tormenti interiori, ferite, bruciature, sconfitte, valanghe, coltellate, e ancora a chi ti vuol consumare, chi ti mette contro chi, chi ti offende, ti disprezza.. a chi ti fa del male gratuitamente... sono rivolti ora questi pensieri e non so perché, queste parole, non so perché questo testo, trovato per caso, che mi da tormento e piacere... e incide le mie parole su una pagina nera come la pece. Senza Fiato Giuliano Sangiorgi (Negramaro) e Dolores O'riordan "Mi annerisci e ti rilassi e mi consumi"
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Post n°426 pubblicato il 12 Gennaio 2008 da goccedivaniglia
๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ Mi fa paura l'idea di poter credere di essere felice, poi improvvisamente non esserlo più per qualche strano sortilegio, per qualche strano scherzo del destino.. Chissà chi ha voluto che ci incontrassimo e perché, tra pagine di un diario e pensieri smarriti, recuperati furtivamente, per voler laciare incise a lungo le ferite che non guariranno mai, perdendosi dentro il nero della notte di un cuore sfinito.. Forse non riuscirà a vedere l'alba di un nuovo giorno, forse sorriderà appena, perché guardando l'orizzonte riesce a intravedere una figura solare, luminosa, che porge la sua mano, il suo pensiero che pian piano si avvicina e si insinua un po' per volta. Sognare, solo sognare, la gioia a cui non vorrò mai rinunciare.. in questo viaggio accolgo le parole di chi con un caldo mantello vuol proteggere i miei pensieri ombrosi. 11/01/08 ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ Rollskater Dolce melodia risuona ininterrotta, 15/01/08 21:18
goccedivaniglia
Apocalyptica - Faraway Vol.2 |
۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑۩۞۩๑ ๑ goccedivaniglia
Apocalyptica - Farewell |
Post n°424 pubblicato il 05 Gennaio 2008 da goccedivaniglia
Osservo e mi osservo, ascolto, recepisco, colgo segnali del mio inconscio. Lo sguardo sereno, rivolto al futuro, il filo di speranza è acceso e vivo, il desiderio è palpabile, intravisto tra il sogno, perso dal mistero che lo avvolge. Un enigma il domani, l'attesa fiduciosa, la speranza di ricevere quell'aspettativa tanto ambita. Colgo attimi in cui gesti esprimono inconsciamente ciò che desidero, con stupore, accompagnato da una smorfia d'ironia, mi immergo, nella plasticità della posa, sta ad indicare attesa; una carezza, la mano che sfiora un desiderio, quello di concepire un giorno una nuova creatura, e nell'attesa di un sogno, che probabilmente mai diverrà realtà, accarezzo quanto fin'ora sono stata in grado di creare. Può un'artista non dar vita alle sue creature? Potrei non gioire di ciò di cui sono circondata? Ho trascorso due giornate felici in compagnia dell'amore più grande, quello delle mie creature, vive e splendide, la gioia dei loro sorrisi mi ha riempito il cuore, le loro risate allegre, mi hanno saziato di pace e serenità, le nostre piccole complicità hanno reso l'atmosfera calda e festosa. Come potrei non desiderare, di circondarmi di tutto questo, come potrei non desiderare di creare ancora calore intorno alla mia vita? Intanto il pensiero sfiora ciò che potrò realizzare, ciò che sarà frutto della mia volontà e desidero dare vita e forma, ossigeno, alle mie creature. foto goccedivaniglia 31 dicembre 2007 Vanessa Williams "What Child Is This" ๑ Tra sogno e realtà goccedivaniglia |
Post n°423 pubblicato il 02 Gennaio 2008 da goccedivaniglia
Andrò a bruciare la mia anima dentro un luridissimo bar Andrò a strofinarla contro una corteccia ruvida graffierò la pelle, fino a sanguinare, vedrò sgorgare il sangue amaro e gioirò di piacere Sentirò dolore misto ad estasi nel desiderio di farmi male Vorrò soffocare perché preferisco il dolore all'apatia Il non senso di una vita piatta non lo tollero devo farmi male, soffrire fino in fondo struggermi dentro il mio dolore desiderare di morire Il sonno mi ha liberata dai pensieri bui l'alba mi riconduce agli inferi, percorsi tortuosi, vicoli ciechi ove inciampo più volte Stretta da una morsa che mi cinge e mai mi abbandona, con la netta sensazione di avere uno squarcio profondo nel quale curiosi passanti si affacciano per osservare la presenza dei resti di un cuore dilaniato strappatomi, gettato in pasto a chi si disseterà di inutili brandelli della mia carne Tornerò in ogni luogo che ormai sa di dolore mi siederò al bancone in compagnia di qualche viscido che ascolterà i maledetti deliri provenienti da ciò che rimane della carcassa che mi porto addoso Vegeterò fino alla fine dei miei giorni, consumandomi nel ricordo. Osserverò l'altra me capace un tempo di infondere benessere armonia, bellezza ormai offuscata, da questa voragine in cui rimangono solo brandelli di dolore... gocce Lettere dal Diario di Frida Kahlo |
Post n°422 pubblicato il 02 Gennaio 2008 da goccedivaniglia
Frida Kahlo Il viso sereno, avvolto da una ghirlanda di capelli di colore intenso. Il corpo spigoloso, cicratizzato, spaccato e appassito, che una volta era Frida Kahlo, si è arreso alle fiamme della camera ardente. Quelle fiamme che, riscaldano il suo ultimo giaciglio - la lastra di ferro - incenerivano la carne morta, mettendo fine a quel corpo di Giuda, contenitore della sua anima. La sua immagine incandescente nell'attimo della sua morte brillava reale quanto i suoi ritratti dipinti in vita. Man mano che le sue ceneri bruciavano, e si raffreddavano, il buio calava sul suo nome, sulla sua opera e sulla sua familiarità, breve, con il successo. Diventò una nota a piè pagina, un "talento promettente", appassendo per sempre all'ombra del marito, il famoso muralista messicano Diego Rivera. Lo dimostra l'affermazione di un critico d'arte del "New York Times" che pronunciò queste parole sbadigliando davanti a uno dei suoi quadri: "dipinto da una delle ex mogli di Rivera". Frida Kahlo rischiò di morire trent'anni prima in un tremendo incidente di autobus, ma il suo corpo, dilaniato e distrutto, ha resistito abbastanza da creare una leggenda e una collezione di opere, riapparse trent'anni dopo la sua morte. Fu solo allora che i suoi dipinti sfondarono: questo nuovo mondo fu finalmente pronto a riconoscere e accettare il suo talento. Ci si accorse allora che le sue opere costituivano un diario visivo, una manifestazione esteriore di un dialogo interiore, spesso un grido di dolore. Davano forma a ricordi, a paesaggi dell'immaginazione, a scene appena intraviste o a ritratti accuratamente analizzati. I dipinti, con quella loro gamma simbolica di colore, servirono alla pittrice a tenere a distanza la pazzia e la prigione claustrofobica dei busti di gesso e d'acciaio. Il suo vocabolario personale, costituito da un immaginario iconico, rivela in che modo Frida divorasse la vita, amasse, odiasse e percepisse la bellezza. I suoi dipinti, insieme alle parole, alle pagine di diario e ai ricordi che ai contemporanei lasciarono di lei, si accompagnano a un quotidiano vissuto a ritmi incessanti, sincopati. Un'esistenza che diventa la testimonianza di un audace autoritratto collettivo, che la pittrice termina - per quanto possibile - come desidera. Benché l'artista e la persona fossero inscindibili come una sola entità, molte sono le maschere che Frida indossò. In mezzo a pochi intimi, dominava la scena con i suoi commenti brillanti ed esuberanti, grazie alla sua singolare identificazione con i contadini messicani e allo stesso tempo la distanza da questi, il suo sarcasmo nei confronti degli europei e delle loro etichette - impressionisti, post-impressionisti, espressionisti, surrealisti, realisti sociali ecc. -, europei in cerca di denaro, di ricchi mecenati o di un posto nelle accademie. Tuttavia man mano che la sua opera maturava, Frida desiderava riconoscimento per se stessa e per i suoi quadri, un tempo dati via alla leggera, come souvenir. Ciò che era iniziato come passatempo inondò con grande rapidità la sua vita. Le sue conversazioni erano disseminate da slang di strada e da volgarismi che, probabilmente, servivano a celare l'imbarazzo per la sua statura minuta, l'educazione cattolica e l'amore conservatore per le abitudini tradizionali messicane. Ovunque andasse, era considerata un personaggio da palcoscenico, una sorta di contraddittoria scultura dadaista da collezione. La sua vita interiore oscillava tra esuberanza e disperazione. Affrontò infatti, dolori quasi costanti per lesioni alla spina dorsale, alla schiena, al piede e alla gamba destra, per infezioni, aborti causati da virus, nonché continue cure sperimentali somministrate dai suoi medici. L'unica gioia costante della sua vita fu Diego Rivera, suo marito, il suo principe-ranocchio, un grasso comunista dagli occhi sporgenti e dai capelli arruffati e una reputazione da dongiovanni. Frida tollerò le sue infedeltà ed ebbe lei stessa relazioni in tre continenti. Ma alla fine, Diego e Frida ritornarono sempre insieme come due animali feriti, sconquassati dalla loro arte, dalla politica e dai loro temperamenti vulcanici, legati dal sottile nastro rosso del loro amore. I dipinti di Frida su metallo, tavola e tela, con le loro prospettive piatte da murales, i margini rigidi e le curve improvvise di colore, riflettevano l'influenza di diego Rivera. Ma mentre lui dipingeva ciò che vedeva all'esterno, lei sviscerava se stessa, primo soggetto della propria arte. Quando, negli anni Quaranta, l'abilità tecnica e una maturata capacità espressiva affilarono il suo tocco, quel corpo di giuda la tradì e la privò della capacità di realizzare immagini attingendo alla sua psiche sfinita. Presto non le rimase più niente, se non che qualche narcotico e un quaro di brandy al giorno. Diego le rimase accanto mentre la fine si avvicinava, come fece la sua nazione, che lentamente comprese quel valore di quel tesoro. Frida non ricevette alcun riconoscimento dalla sua terra natale fino agli ultimi anni di vita: la sua unica mostra si tenne là dove ebbe inizio la sua vita e si consumò nell'arco di 47 anni. Quando morì, gli occhi di quella vita rimasero al di là del quadro, ad osservarci con uno sguardo di sfida. Tratto da Frida Kahlo - Edizioni Gribaudo 2007 |
Post n°421 pubblicato il 01 Gennaio 2008 da goccedivaniglia
Auguro un felice 2008 ai miei amici di Messina, a tutti i miei parenti, a mia madre, a mio padre, a mio fratello, a chi mi ha amata, a chi mi odia, a mia figlia Giulia, la maggiore, che ha scelto di vivere con suo padre, al mio ex marito, alle persone che mi hanno accolto come una figlia, a chi ha desiderato la mia felicità, alla splendida famiglia che ho avuto la fortuna di conoscere ed amare, la famiglia di Antonio, il mio ex di Chioggia, persone uniche e meravigliose con cui ho trascorso giornate di festa indimenticabili, ai miei ex colleghi, con i quali ho instaurato un rapporto splendido, la mia amica del cuore e la sua famiglia, Betta, con i suoi meravigliosi bimbi. A Cisella e Luciano che amo, siete unici, a Viviana che è una donna dolcissima e buona, a Patrizia che è stata molto cara con me e mi ha fatto sentire a mio agio nel nuovo luogo di lavoro, a Giuseppina, che durante le vacanze dello scorso anno mi ha ospitata nella sua casa calda e accogliente di cui conservo splendide foto, l'agriturismo Del Quondam. A Lucia, e ai suoi bimbi, (uno l'ho visto nascere!!). Agli amici conosciuti durante le vacanze a Gallipoli, di cui ho un ricordo dolcissimo, Lucio e Fabrizia di Piacenza, a Gerardina che conosco da poco ma è come se la conoscessi da anni perché è in perfetta linea di pensiero... a tutti i nuovi conoscenti, a chi si avvicina con curiosità, chi con discrezione lascia un commento o un saluto qui sul blog, ai miei meravigliosi amici di blog: Stefano, Angela, Silvano, Maria, Cesare, Maurizio, Alex, Germano, Maury, e tutti gli altri che non riesco adesso a ricordare.. A Michele, il mio caro amico di Altamura (dove sei sparito? mi auguro che tu stia bene!). A 'Federico' di Lecce, che è stata una persona per me più che importante, al mio amico bolognese Federico, che da mesi non sento e non vedo più, ma a cui penso con affetto sempre, a Nicola e ai suoi splendidi bambini, ad Anton. che ho scoperto essere una persona deliziosa. A Davide, a cui, nonostante tutto, voglio molto molto bene.. e forse non riusciamo a comunicare il bene e l'affetto che sentiamo entrambi. FOTO: goccedivaniglia copyright © ~ Venezia ~ Camera Model: Canon EOS 400D DIGITAL File Size: 70 kb - 579x1023 Resolution: 579 x 1023 Date/Time: 28:12:2007 14:36:56 |
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Arte, che sia essa Poesia, Musica, Arte scenica, avendo in sé il suo pieno, peculiare e insostituibile valore, può allargare e approfondire la nostra comprensione della verità.
L'Arte è una manifestazione dell'uomo che deve parlare all'uomo, in quanto lui solo ha occhi per comprenderla.
L'Arte ti artiglia lo stomaco. L'Arte ti fa respirare a pieni polmoni. L'Arte produce una patina colorata tra le cui trame si intravede qualcosa di vivo.
L'Arte viene associata al divino perché la silenziosa esplosione al calor bianco che produce è talmente carica di significanti non-significati che la mente non comprende, e l'uomo medio quando non comprende divinizza o peggio ne viene spaventato e ne fugge.
L'Arte non è una linea tracciata dalla tecnica o dalla raffinatezza d'intenti, è piuttosto il lamento dell'animo.
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