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La Tentazione

Lasciami tranquillo, credo al tempo che tutto aggiusta, tu vieni a farmi fretta, cazzo vuoi. Scende la sera, mescolo il mio soffritto per la pasta e vieni a pungermi l'anima con la tua pipa. Guarda che ho capito la lezione: t'innamori di una persona quando non lo decidi e non altro, vattene, lasciami con le mie abitudini solitarie, sto bene adesso da solo. Certo se vedo nel giardino quei due ragazzi della scala di fronte mentre si strofinano le mani sotto le maglie. Certo se immagino quelli che ora si avvinghiano e si spogliano gettando a casaccio gli indumenti e scopano come Dio comanda o le coppie che hanno un figlio. Ma stasera non ho visto non ho pensato, sei una presenza indesiderata. Guarda come ungo la padella, sminuzzo la cipolla, aggiungo il sale nell'acqua, conto gli spaghetti, guarda che musica che ascolto, ascolta il cuore che indosso, ma cazzo vuoi perfavore dimmelo, (lo sai che ho un cuore?), ero così sereno poco fa. Tu credi di aiutarmi con le tue tentazioni ma sei come una donna che promette per il gusto di promettere, ti fa sentire meglio, è un gioco fine a se stesso il tuo, non ti preoccupi di me, dalla punta del tuo naso in poi, per te, c'è il nulla. Io non sono pronto, me lo sento ed è l'unica verità a cui credo. Ho voglia di stare solo ancora un po', un giorno ancora, un mese un anno, non me lo chiedo. Se non vieni a pungermi il basso ventre io sto bene e non me lo chiedo e togli quella pipa dal cuore, lascialo pompare beato, non fare che si ricordi l'amore, non funziona così, l'amore esiste solo quando c'è. Mi fa rabbia che te ne vieni qui senza che ti abbia nemmeno pensato, te ne devi andare, ho messo pochi spaghetti, non credere di rovinarmi la cena. Adesso sollevo un poco la tapparella e metto fuori la testa, tu assumi una natura gassosa, se hai una natura, voglio che passi nella mia saliva, voglio sputarti fuori sul selciato che secchi, una misera traccia di lattice esausto che domani al sole o al freddo scomparirà. Io non voglio cercare, voglio trovare. E adesso dormire.