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Post N° 176

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Cerchiamo un'anima affine per completarci, sentirci bene, apprezzati, belli e forti, cerchiamo qualcuno che ci domini o da dominare o per confrontarci alla pari, tenere vivo il dialogo ricco che si arricchisce, sentire le nostre radici, vogliamo che ci capisca qualcuno, anche quando non muoviamo un dito per farci capire, e non ci costerebbe alcuna fatica muoverlo. Cerchiamo un'anima nobile e affine a noi, già perché noi ci sentiamo tutti anime nobili, e davvero lo siamo, ma la cosa più difficile è dimostrarlo, agli altri, al mondo di persone che non ci vede da dentro, e in certi casi ne siamo ben lieti. La ricerca è continua, a volte affannata, febbrile, senza troppi ragionamenti, solo desiderio e rabbia a volte ci muovono in questa ricerca, e la ricerca si fa più complicata perché se non ci manifestiamo con naturalezza non possiamo piacere a chi desideriamo e finiamo per piacere a chi nemmeno vorremmo conoscere. A volte l'anima affine la cerchiamo anche perché non ci sopportiamo più, speriamo di trovare qualcuno che si faccia carico del nostro peso, un'anima affine che ci sopporti e ci aiuti a migliorare e contenga la nostra potenza autodistruttiva o almeno ci mostri come limitarla o che almeno ci provi a contenerla, tanto sappiamo di sicuro che non ce la farà, ed è a causa di questa nostra sicurezza che nessuno ce la farà. Un'anima affine, bella da vedere, buona da toccare, che abbia sempre un buon odore, che non metta mai in discussione le doti che più apprezziamo di noi, mentre per il resto le permettiamo anche di umiliarci. Un'anima buona vogliamo, ma buona con tutti, certo, che metta il tatto e il buon senso davanti ad ogni azione, che agisca a fin di bene, il nostro bene, certo, che non sempre corrisponde al bene degli altri, e allora che sia buona con noi e con gli altri lo valuteremo caso per caso, oppure, se proprio è un'anima affine che amiamo davvero, che sia buona almeno con se stessa e con noi si vedrà. Ma dov'è la nostra anima affine? Esisterà? Pensavamo di trovarla in quella persona così dolce ed educata, abbiamo creduto che fosse in quella persona un po' scorbutica ma sincera, o in quella così bella ed elegante, quanto abbiamo cercato per trovarla, in quello sguardo profondo, in quelle carezze così delicate, in quel rumore di passi lieve ma determinato, ogni volta abbiamo creduto di esserci, averla accanto, tenere le sue mani, sfiorarne il viso che ci ammirava, che annuiva, che non parlava ma che sembrava dicesse le più belle parole per noi. Lei esiste, questo è sicuro, va solo trovata, la nostra anima affine, chissà quante volte ci è passata accanto senza che la vedessimo, oppure l'abbiamo vista ma non sapevamo che fosse lei, forse stavamo parlando con una persona che ci annoiava o ci illudeva in quel preciso istante e lei è passata via per sempre. Oppure l'abbiamo incontrata, l'abbiamo frequentata, ci abbiamo creduto e provato, ma lei non era pronta, con l'animo intorbidito da avvenimenti recenti che ci hanno preceduto e la riguardavano, oppure eravamo noi che non potevamo lasciarci andare, intorbiditi nell'animo da avvenimenti recenti che hanno preceduto il nostro incontro con lei e ci riguardavano. Ora il capitano Ahab è sul ponte del vascello, finalmente dopo giorni chiuso in cabina, eretto e sguardo fisso oltre la prora della nave, la sua gamba di avorio infilata nel buco del ponte per difendersi dal rollìo della nave, lui è saldissima fermezza nello sguardo, urla come un pazzo alla sua ciurma, dice di stare all'erta, dice che se compare la Balena Bianca si spaccassero pure i polmoni per indicargliela, ma solo lui potrà trovarla.

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