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Ma il monogamo è un poligamo represso?

Post n°214 pubblicato il 28 Novembre 2006 da ipermarco1
 
Foto di ipermarco1

Ben trovati CyberArguti

oggi voglio stimolare la vostra Arguzia parlandovi di una battaglia sociale che ci troveremo ad affrontare tra una decina di anni, sopravvivenza a Prodi e Berlusconi permettendo.

INTRODUZIONE
L'argomento necessita un'approfondita trattazione ma questo é solo un blog, ed i lettori di blog spesso sono anche scrittori di blog medesimi e quindi impegnati nella gestione del proprio narcisismo letterario, ne consegue che bisogna essere brevi altrimenti nessuno ti legge. Cercherò di esserlo (cosa molto difficile per me che amo argomentare).

Nei fatti che sto per narrarvi si parlerà di religioni, politica, giurisprudenza, antiche tradizioni, diritti civili, mitologia, etologia, morale, libertà e di sesso!!!! Si, anche di piacere sessuale.... e non solo.

Ingredienti di una visione futurista affascinante e fantasiosa, ma nel contempo di una pragmatica osservazione dell'evidente affanno di una umanità che giocoforza deve evolversi in nome della globalizzazione districandosi tra le maglie del rispetto di qualsiasi cosa. La mia riflessione nasce dal'osservazione "Arguta" di alcuni fatti.

IL FATTO IN CANADA
Il Parlamento canadese sta votando un progetto di legge, presentato con grandi squilli di tromba dal governo di sinistra, che rende il matrimonio omosessuale legale in tutta la nazione. Ci si aspetta che la legge passi, nonostante l'opposizione della Chiesa cattolica e la risicata maggioranza della coalizione di governo, dal momento che il Partito conservatore all'opposizione lascia ai suoi membri libertà di coscienza sul voto e alcuni voteranno a favore.

Il matrimonio omosessuale è già legale in sette province canadesi, comprese le tre più popolose - Ontario, Québec e British Columbia -, ma con la nuova legge il Canada diventerebbe, dopo il Belgio, l'Olanda, la Spagna (ne dimentico qualcuno?) una nazione con una definizione nazionale di matrimonio che comprende l'unione fra persone dello stesso sesso.

Nel dicembre 2004 la Corte Suprema di Ottawa - l'equivalente della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana - si è pronunciata a favore del progetto di legge in un'opinione preliminare richiesta dal governo. La Corte ha sentenziato che la nozione di matrimonio non dipende da principi morali o filosofici ma dal dato di fatto costituito dal comportamento sociale e dall'evoluzione dell'opinione pubblica.

E qui si apre un problema, che si ripresenterà in altri paesi che vorranno seguire il Canada nella nuova definizione del concetto di matrimonio. Ma la situazione di questo grande e democratico stato del nord-america è rivelatore per altri sottili ma importanti motivi. In Canada è attiva una numerosa comunità di mormoni. Cosa centrano i mormoni? - mi chiederete - centrano eccome diletti Arguti!

Infatti il ministero per la Promozione della Donna, pur favorevole al progetto di legge, ha commissionato in fretta e furia uno studio sugli effetti della nuova definizione di matrimonio sulla pratica della "poligamia". Assai prudentemente, il ministero parla solo della comunità di Bountiful, nella British Columbia, dove il matrimonio di un uomo con più donne è praticato da uno dei gruppi scismatici che hanno lasciato la Chiesa mormone dopo che questa, nel 1890, fu costretta a ripudiare la poligamia. Dal momento che la poligamia era seriamente perseguita negli Stati Uniti d'America, molti di questi mormoni scismatici si erano rifugiati nel più tollerante Canada già alla fine dell'Ottocento. Tuttavia, chiunque abbia sale in zucca capisce che il vero problema non riguarda qualche migliaia di mormoni scismatici ma un milioncino di musulmani.

Nel frattempo, udite...udite, la più grande provincia anglofona, l'Ontario, sta approvando un'altra legge controversa che attribuisce competenza in materia di eredità, divorzio e dispute familiari a tribunali musulmani che applichino la legge islamica, la sharia, purché entrambe le parti di una disputa ne accettino la giurisdizione (!!!!).

Sia questo vantato trionfo del multiculturalismo canadese, sia l'idea che la nozione di matrimonio cambia adattandosi ai comportamenti e alle opinioni prevalenti aprono evidentemente la strada a future e sempre più pressanti rivendicazioni per la legalizzazione della poligamia. La maggiore organizzazione islamica canadese, la Società Canadese dei Musulmani, dichiara di essere contraria al matrimonio omosessuale, ma che "se questa legge passa, anche i poligamisti avranno il diritto di vedere la loro preferenza sessuale ratificata dal diritto".

Uno sviluppo cui forse non tutti i sostenitori del matrimonio omosessuale hanno pensato, ma che è destinato a emergere sempre di più nei futuri dibattiti sul tema.

Ma se credete che sia finita qui vi sbagliate!!!!

IL FATTO IN USA
Ci si chiede spesso, a proposito di Hillary Clinton o di Barack Obama o di Rudy Giuliani, se l’America sia pronta a eleggere un presidente donna, nero o di origini italiane. Sia l’una sia le altre ipotesi sono di gran lunga più accettate nella cultura americana, anche quella più conservatrice e reazionaria, rispetto all’eventualità di avere alla Casa Bianca un comandante in capo di religione mormone. Non è un’ipotesi di scuola o detta così per dire, al contrario è uno degli scenari possibili del 2008, con la candidatura sempre più consistente, tra i repubblicani, di Mitt Romney, ovvero del governatore uscente del liberalissimo Massachusetts.

La questione mormone è entrata nel dibattito politico e culturale americano in modo imprevisto. E’ cominciato tutto la scorsa stagione, quando la rete televisiva Hbo ha cominciato a trasmettere la serie di telefilm “Big Love”, ambientata in una famiglia poligama dello Utah. Lo show, da alcune settimane in onda in Italia su Fox Life, racconta la vita di un marito mormone, delle sue tre mogli e dei loro sette figli.

La poligamia ha radici profonde nella storia dello Utah e nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, cioè dei mormoni, molto ben radicata in questo stato dell’interior west americano. I mormoni fondamentalisti credono che soltanto gli uomini che hanno vissuto con diverse mogli riusciranno a entrare in Paradiso, da qui la tradizione della poligamia in Utah. Sebbene la Chiesa mormone abbia ufficialmente abbandonato il culto della poligamia già nel 1890, proprio per far diventare lo Utah uno stato dell’Unione americana, nella zona sono ancora circa quarantamila le persone che vivono in comunità poligame.

In teoria la poligamia è un reato, nello Utah come altrove, ma il procuratore generale ha scelto di non perseguirlo, vista l’impossibilità di arrestare 40 mila persone che, in fondo, non hanno fatto nulla di male. Le indagini dentro la vasta comunità poligama dello Utah rivelano che se qualcuno decidesse di far rispettare la legge potrebbero scoppiare rivolte violente e pericolose. Le autorità giudiziarie dello Utah, piuttosto, hanno deciso di tenere gli occhi bene aperti per evitare gli abusi e i numerosi casi di stupro nei confronti di minori, molto spesso legati alla pratica di combinare i matrimoni con ragazzine molto giovani. Uno dei casi di cronaca nera che tiene banco in questi giorni sui network è quello di Warren Jeffs, il capo della Chiesa fondamentalista mormone, arrestato con l’accusa di stupro per aver forzato una quattordicenne a sposare un cugino.

Questo caso giudiziario rischia di cancellare tutta la simpatia che la comunità poligama, e mormone, s’è guadagnata grazie alle faticose avventure del protagonista maschile di Big Love. Resta il fatto che, per la prima volta, la comunità poligama ha cominciato a organizzarsi come un gruppo di pressione sul modello delle associazioni per i diritti dei gay.

L’obiettivo è quello di decriminalizzare la bigamia. La prima regola dei gruppi di consapevolezza poligama è quella di attenuare gli aspetti religiosi della poligamia, puntando sul desiderio di vivere in libertà. In questo modo i mormoni poligami, solidamente conservatori quanto a scelte politiche, sono riusciti a ottenere la solidarietà e il sostegno delle organizzazioni per i diritti civili, le quali mettono sullo stesso piano il diritto al matrimonio gay e la libertà di vivere con più d’una moglie. Il segno che la battaglia culturale può essere vinta è che i giornali cominciano a chiamare la poligamia in modo politicamente corretto: “matrimonio plurale”.

Da mesi nei circoli politici conservatori non si parla d’altro che della questione mormone e le opinioni variano tra chi crede che gli evangelici non voteranno mai per un seguace di quella che viene considerata una “setta” e altri invece convinti che alla fine la destra religiosa troverà molti punti d’incontro con un uomo di fede, seppure diversa, come Romney. Gli avi di Romney avevano dieci mogli a testa, il bisnonno qualcuna di meno, ma oggi tra tutti i possibili candidati conservatori – McCain, Giuliani, Newt Gingrich e George Allen – l’unico ad aver avuto una sola moglie.... è proprio il mormone.

STORIA E SCENARI
Intravedo dai fatti fin qui esposti molte analogie con la nascita del movimento che inneggiava all'orgoglio gay, che da ripudiati e clandestini in forza di reminiscenze storiche, editti antireligiosi e campagna sui diritti umani si stanno conquistando la legittimazione di una semplice preferenza sessuale. Già immagino l'orgoglio poligamo che scende in strada tra variopinti colori e inimmaginabili slogan... ho chiara la visione dei diritti civili invocati in ragione della libertà di ogni individuo di fare il cavolo che gli pare... uno stuolo di argomentati "poligamisti" che sfideranno dibattiti e tavole rotonde...

Ci diranno che da sempre la poligamia è stata praticata dalle più varie civiltà. Anche Zeus e company erano poligami. Qualcuno ci ricorderà l'esito drammatico dell'esperienza di poliginia di Medea. I più accuseranno l'oscurantismo di alcune religioni che ha interrotto il naturale fluire della cosa. Etologi ci porteranno l'esempio di tutto il mondo animale vocato naturalmente alla poligamia. Scienziati ci dimostreranno la necessità evolutiva di un ritorno a simili pratiche. Si scriveranno montagne di libri sull'argomento. Abili sociologi ci dimostreranno che la poligamia non è la prevaricazione dell'uomo sulla donna ma che poligamia significa in generale unione di un essere con altri essere del sesso opposto, nel pieno rispetto della libertà individuale. Saremmo costretti ad imparare il significato esatto di termini come poliginia e poliandria. E che la poliandria praticata in alcune regioni dell'India e del Tibet era uno straordinario metodo di controllo delle nascite.

RIFLESSIONI
Con questo non voglio emettere una condanna moralista alla poligamia, ma neanche approvarla. Se le donne fossero libere di sposare in tante lo stesso uomo e volessero farlo, ed anche il contrario.... per me sono solo fatti loro.

Oggi le società occidentali sono popolate da single e da coppie senza figli, sposate o che coabitano, da famiglie con un genitore e figli, coppie dello stesso sesso, sposate o no, famiglie allargate in cui i partner portano figli di precedenti matrimoni e altri ne producono in loco eccetera. Ora, tutto questo è tollerato e non costituisce un problema. Perché allora tanto orrore per la famiglia in cui un uomo ha più mogli e tanti figli? Nelle famiglie occidentali non sono nemmeno rari casi di concubinato o di relazioni plurime dentro e fuori del matrimonio: se un documentarista avesse voglia di seguirmi lo accompagnerei personalmente a visitare un bel po' di famiglie esemplari in questo senso.

Perché i progressisti, gli emancipati e i laici condannano la poliginia, e poi restano indifferenti di fronte alle altre forme di rapporti matrimoniali ed extra che ho elencato prima? Perché tradizionalisti e religiosi cristiani condannano invece tutto e salvano solo la monogamia dei coniugi finché morte non li separi? Questo mi ricorda alcune bizzarre posizioni che si prendono nei confronti delle questioni etiche sulla vita e la morte, col curioso risultato per cui chi è contro la pena di morte spesso è a favore di eutanasia e aborto e chi è contro eutanasia e aborto è spesso a favore della pena di morte.

Penso che la questione della poliginia sia risolvibile con l'introduzione della parità di diritti; per quel che mi riguarda, si può anche introdurre la poligamia, e che un uomo sia libero di sposare tutte le donne che vuole purché alla donna sia lecito sposare tutti gli uomini che le aggrada.

Un solo spettro mi terrorizza: la strumentalizzazione religiosa. Una simile trasformazione sociale deve essere assolutamente indipendente da battaglie religiose e di fede. Qui si parla di scelte e di attitudini sessuali, di una rivisitazione del concetto di amore, di famiglie allargate, e di figli condivisi... una rivoluzione insomma. Con questa roba i dogmi religiosi non devono centrare nulla, ricordate bene che ogni dio ha predetto sempre tutto ma anche il contrario di tutto.

Pensate sia follia?????

Se vi avessi parlato di matrimoni tra omosessuali 10 anni fa, come mi avreste giudicato?

Buona poligamia CyberArguti.

 
 
 
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Un blog di: ipermarco1
Data di creazione: 31/03/2006
 

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