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INTERVALLO

Post n°356 pubblicato il 15 Novembre 2007 da ipermarco1
 
Foto di ipermarco1

..................................

Confuso, diffuso, profuso, intruso, illuso, intercluso, lacerocontuso, aduso, camuso, fuso.


Questi sono gli stati insurrezionali fomentati dalla catasta informe di cellulosa cartacea variopinta che, come orda di barbari oppressori, invade questo sostegno ligneo falso/natural/venato, altresì definito: la mia scrivania.

Ma contro quei barbari oppressori voglio tentare una ribellione e con stile aggraziato e convenzionale senso compiuto vorrei scrivere qualcosa di "giusto", prima di riprendere a pugnare con la vita. Magari scrivere per informare, incuriosire, stimolare, condividere, mischiare, ricercare, riproporre, contaminare e dire o forse..... forse chissà ma però non so io vorrei non vorrei ma se vuoi.... o forse... meglio ancora... stravolgere tutto e regalarmi un mentale INTERVALLO.

Voglio rischiare, tentare, provare ad illustrare come il mio pensiero pensa, come la mia mente menta o scompostamente postula... convoco a consulto tutto il mio sapere, il mio sentire, il mio vedere, il mio gustare, il mio percepire, il mio odorare l'olezzo, il ribrezzo, il vezzo, lo sghiribizzo ed i profumi della vita.

Credete che questo sia il misfatto di un matto, un'orgia, un baccanale, una sbronza di parole che rincorrono parole, un duello, uno scontro, un incontro di emozioni velate, svelate, confessate.

Afflussi perpetui di pensieri settici, incoerenti, istintivi occludono le condutture encefaliche. Pandemonio, titubanza, nessun verità svelata, in fondo la verità cosa è? Una convenzione, una visione, un opinione, un fatto o solo un patto? Non ci bado e sorrido perchè di una sola cosa sono certo... contro il destino riflesso nella mia sfera di cristallo non c'è stregoneria che possa sfumare la diafana rifrazione dei pensieri e la loro temporanea soggiornanza fugace, tenace, mordace, loquace, sagace, audace, illusione di pace.

Chi mi conosce sa e chi non sa adesso apprende che il mio rifugio è la natura.

Nel semifreddo di novembre il cielo è come un panno tirato sporco di indaco e non promette, a tratti premette, a trotti emette, a tritti omette e a trutti mette grigio su blu.
Io cerco di carpire il capire del mio agire in certi momenti inagibili. Percepisco sullo sfondo infondato fondali di perché, le ali del piccione che sorvolano con turbamento tubi di scappamento, annuso l'aroma del biancospino che con la sua corteccia mi corteggia, odo baruffe azzuffarsi nell'aria, le foglie mormorare di secchezza attraverso i servigi della brezza lieve che, quasi dispettosa, soffia via la goccia che trabocca dal naso. Si sa che il raffreddore è un frutto di stagione!

Tutte queste percezioni mi giungono, però, attutite, accessori non essenziali di una realtà lattante che cerco di sfamare... è tutto in discussione: il significato stesso dell'essere e del non essere, il valore delle sensazioni che avverto, come dire che mi rendo conto dei raggi del sole che mi colpiscono, ma non so se gradisco o meno questa temperatura... forse è troppo alta per i miei gusti, anzi no, è eccessivamente fredda, anzi a pensarci bene è una temperatura media, troppo media, veramente troppo media per decidere se va bene oppure no. E la folla tumultuosa squittisce.

Forse tornerò più volte, nei prossimi anni, quando sarò saggio, sul concetto della temperatura eccessivamente media e svilupperò teorie di indubbio interesse che nessuno leggerà mai. Perché, a volte, ci sono cose che riteniamo valide ma che siamo riluttanti a rivelare, forse per pudore, forse per sudore, forse perché temiamo di essere fraintesi, forse perché.
Forse perché bisogna "predisporsi al micidiale", non serve il normale, va di moda lo speciale... non interessa più una natura semplicemente nuda ma di effetti speciali vestita o ad arte svestita, con le tette che strabordano da corpetti sempre più stetti, glutei in bella vista mostrati per passare inosservati... l'importante è sentirsi diversi, visti, notati.

E non parlo di femmine inzoccolite, imputtanite, troizzate ed in vendita per qualche spicciolo di carriera o di maschi impettitti, incravattati, invadenti, pretendenti, prostituendi ed incapaci... ma della vita tutta. Una vita bugiarda e puttana che scorre precaria, asessuale, asessuata, anoressica, atossica, amoralmente bigotta, asfissiata da politica negletta e consumismo indetto, una vita che deve essere "micidiale" in tutto... nella violenza, nello sport, nella tolleranza, nella trasgressione, nella noia ed anche nella gioia.

Sarà colpa del mutamento climatico?
Sarà colpa della temperatura media, sempre più media, che sta livellando le emozioni?
Sarà colpa del bisogno di sentire il freddo freddo ed il caldo caldo di una volta?
E l'amore?
Dove è finito il cuore?
E le albe, i tramonti e la risacca del mare?

Vorrei spremermi le meningi, torchiarle fino a far sgorgare ogni pensiero puro, impuro, agro, dolce, salato, amaro, insipido, offuscato, cristallino, stupendo, trito&ritrito, gentile, inutile, sensuale, scontato, plateale. Vorrei estrarre infinite gocce pensierose. Vorrei distillarle una ad una e liofilizzarle tutte in modo da conservare inalterate le loro proprietà pubbliche e private. Pensieri in polvere... poi, in una sera d'autunno, prenderei il composto polveroso, lo mescolerei al tabacco di una sigaretta e, rollando rollando, me lo fumerei tutto, fino in fondo, fino a scottarmi le labbra.... pensieri in fumo.... segnali di fumo.... pro-fumo e balocchi.... occhi... fumo negli occhi..... collirio.... delirio.

L'orda di barbari oppressori mi sta guardano con sospetto, forse crede che io sia matto o fatto o infetto.... ma sono solo interdetto.

Un introspettico, analettico, estatico, filosofico INTERVALLO... che viene guardato a vista, impaziente, dai fogli sparsi su questo piano di legno falso/natural/venato che come dei barbari oppressori, urlanti, reclamano il loro dominio sul mio intelletto schiavizzato dalle rigide leggi della produttività e della ragionevolezza. Fugace la mia resistenza, colto da speziate e logaritmiche crisi post-civilizzazione, ho sbattuto turbinosamente la mia sensazione sperando di promuovere il cedimento strutturale del sostegno dei barbari oppressori, che premono, spingono per annientare il pensiero, per invadere la mia esistenza.

Tutto è rimasto illeso, intatto, drammaticamente fermo. Chino, mestamente, il capo ed obbedisco ai miei oppressori riprendendo a lavorare... sconfitti i miei ribelli, zimbelli, monelli, brilli pensieri. Pensieri in fermento, pensieri in movimento, polvere e pensieri, polvere e sgomento, polvere e cemento, polvere e frumento pensieri e... par-abole.

Una voce dal profondo duodeno mi suggerisce estremi rimedi e prospettici reclami.... ma nulla è mutato... tempo perduto... il tempo è denaro... ma quanto denaro ho perso a pensare... e voi a leggere... l'INTERVALLO è finito.... e quindi?

Quindi dov'ero rimasto?
Ho smarrito il filo interdentale.
Dov'è quel perizoma che mi fa sorridere alla vita.
Credo che dovrei dormire un pò di più.
Quattro ore di sonno mi solleticano la psiche e mi sollecitano l'infermità mentale.

Che la chiave di tutto sia in un caffè?

 
 
 
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Un blog di: ipermarco1
Data di creazione: 31/03/2006
 

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