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Fonduta Prodiana...

Nubi all'orizzonte per il povero Romano e aria di tempesta nell'Unione. Il nascente PD, ormai prossimo ad incoronare il proprio segretario, si appresta a raccogliere ciò che rimane delle ceneri dell'Ulivo e affrontare l'arduo compito di ridare credibilità alla maggioranza prodiana. Romano difficilmente arriverà a mangiare il panettone e le grandi manovre per il dopo Prodi sono già iniziate. Del resto la fine prematura del governo in carica farà tirare un sospiro di sollievo a tutte le forze politiche. I riformisti del centro sinistra riusciranno a rompere il legame innaturale con le forze massimaliste e radicali, il PD sarà il luogo naturale per sperimentare nuove alchimie ma, soprattutto, per chiarire una volta per tutte agli elettori diessini e margheritini che il PD non potrà e non dovrà spartire alcunché con le forze della nascente cosa rossa e che gli unici interlocutori a sinistra del nascente partito potranno essere i socialisti della riunificazione. Si, quei socialisti che hanno accolto a braccia aperte i transfughi dei DS che non hanno aderito al PD o alla creatura di Mussi & Co. Poi, a rendere sempre più precario l'equilibrio del governo contribuiscono le uscite estemporanee dei ministri del povero Romano. Tps che, dapprima, dà del bamboccione ai ragazzi italiani che, non potendo contare su lavori stabili, sono costretti a rimandare l'uscita dal nucleo famigliare e poi elogia la bellezza delle tasse. E ci si mette anche Mastella che, pur facendo il proprio dovere, dà l'impressione di voler insabbiare alcune indagini che riguardano lui stesso e il suo premier e attirandosi, così, addosso gli strali di magistrati, giornalisti e membri della maggioranza e, ovviamente, dell'opposizione. Ancora, a turbare i sonni del buon prodi contribuiscono il fondo monetario internazionale e il commissario europeo Almunia che non sono soddisfatti degli interventi fatti in direzione del risanamento delle finanze statali. Infine, per concludere, a portare turbamenti al povero romano ci si mette anche quel diavolaccio di Marco Rizzo, Pdci, che dal salotto più famoso d'Italia, “Porta a porta”, lancia accuse gravissime sullo svolgimento irregolare del referendum sull'accordo welfare. Per non parlare poi della mina Dini che con i suoi fedelissimi potrebbe essere il primo carnefice di un governo in fin di vita. Anzi, più che carnefice potrebbe definirsi un’anima pia pronta a staccare la spina e concedere al governo Prodi una fine serena. Insomma di carne sul fuoco ne è stata messa abbastanza, forse troppa. Riuscirà il povero romano a non farla bruciare? Per ora mala tempora e pronti a chiamare i vigili del fuoco…