Creato da: fenice.lunatica il 20/08/2008
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Rollercoaster

Post n°295 pubblicato il 17 Giugno 2011 da fenice.lunatica
 

Sono talmente tanto incasinata, nella mia testa, che non riesco nemmeno a riordinare i pensieri per scrivere un post decente. Davvero. Non trovo un ordine, un filo logico. Boh.

Mi sento come una bussola impazzita, che non sa più dove cavolo sia il nord. Dov'è? Dov'è? DOVE?

Mmm...

Da quand'è che è così? Quando mi sono persa?
Credo sia iniziato tutto a gennaio... Ne è passato di tempo! Ma me ne sono resa conto solo da poco. Lo so, con me stessa sono una frana. Posso capire al volo gli altri, aiutarli, trovare soluzioni in tempi record, ma quando si tratta della sottoscritta è come se avessi due enormi fette di prosciutto davanti agli occhi. Non vedo nulla. Non subito, almeno. Perchè non mi guardo, non mi osservo. Sono troppo presa e concentrata a guardare chi mi sta attorno, notando anche i più piccoli e insignificanti dettagli. E' ovvio che non mi resta abbastanza attenzione da dedicare anche a me stessa. Anzi, non me ne resta affatto. Non c'è da stupirsi se finisce che impazzisco, che mi trascuro, che mi perdo... Ma sono fatta così. Per lunghi periodi di tempo concentro le mie attenzioni solo sugli altri. Quando raggiungo il limite (e la mia vita inizia ad andare a pu**ane), finalmente sposto lo sguardo verso la sottoscritta. E allora, per un periodo di tempo relativamente breve, mi concentro solo su me stessa (o quasi). Sistemo quello che ho mandato in rovina (perchè troppo impegnata a sistemare la vita degli altri) poi, quando ho finito (o penso di aver finito), torno a concentrarmi altrove. E il giro ricomincia.

Dovrei trovare un equilibrio. Sono anni che ci provo, ma come potete notare non ci sono ancora riuscita. Riesco a fare mille cose contemporaneamente, ma non questa. O penso a me, o penso agli altri. Non riesco a dividere l'attenzione equamente tra questi due compiti.
Se solo riuscissi a spostare l'attenzione su di me prima di raggiungere il limite...forse avrei una vita un po' meno tormentata, incasinata, sballata...
La metafora più azzeccata per la mia vita? Le montagne russe. Decisamente. Picchi elevati, giri della morte, supervelocità, brusche frenate, poi giù, giù, sempre più giù, per poi risalire ancora... Non esistono momenti di calma, più o meno apparente. O salite o discese.

A volte mi capita di pensare che vorrei solamente scendere.
Poi mi rendo conto che, per quanto faticoso sia, ci sono cose, persone, momenti che valgono tutta questa fatica.
E, prima o poi (ne sono sicura), tutto questo rallenterà. I binari si raddrizzeranno, ed io potrò finalmente respirare. 

 
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