Creato da: fenice.lunatica il 20/08/2008
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Mondi paralleli

Post n°217 pubblicato il 23 Luglio 2010 da fenice.lunatica
 

Mi attardo a parlare con due ragazzi. Li invito, ma alla fine non verranno. Alzo gli occhi verso il sole cocente di mezzogiorno. Davanti a me, i due laureati, in camicia, costume e corona d'alloro. Osservo quei fiocchi arancioni uscire dal cancello della facoltà. Sicuramente non ci stanno pensando, presi dall'euforia del momento e dalle chiacchiere con amici e genitori, ma dalla mia posizione la scena appare come un classico finale da film. I due protagonisti, dopo varie peripezie e ostacoli, finalmente ottengono ciò per cui hanno tanto faticato, ed escono di scena, lasciandosi alle spalle un intero mondo, pronti ad affrontare nuove avventure. Malinconicamente sorrido. Affretto il passo e li raggiungo.
La facoltà è ormai alle nostre spalle. Attraverso la strada, mi fermo un secondo e mi volto. Per me non è ancora finita. Il mio film non è ancora arrivato al finale. Osservo ancora un po' quel mondo, consapevole del fatto che presto lo rivedrò. Sola, o quasi. Piano piano tutti gli attori stanno abbandonando il cast. Ma non voglio pensarci. Non ora. Ora il film non è il mio.
Mi avvicino alle due teste coronate e mi inserisco nel discorso. Mi faccio trascinare dall'euforia che mi circonda. E in un attimo siamo giunti a destinazione. Le fontane sono davanti a noi. Appoggio la borsa su una sedia e inizio a guardarmi intorno. La piazza è semi-deserta. D1 si toglie le scarpe e raggiunge D2, che nel frattempo è già entrato in quel rettangolo bagnato. Io resto ai margini, titubante. Vorrei che quel gesto avesse per me lo stesso significato simbolico che ha per i due neo-dottori magistrali. Che senso ha, per me, entrare? D1 mi scuote dai miei pensieri, gettandomi un po' d'acqua addosso. La battaglia ha inizio.
Entro e mi perdo. Il mondo attorno a me scompare, come risucchiato da un enorme buco nero. Non ci sono più i nostri amici che ci guardano dall'esterno. Non ci sono più i genitori di D1 che guardano il figlio tornare bambino, proprio il giorno in cui, ufficialmente, dovrebbe entrare nel mondo degli adulti. Non ci sono più i palazzi, i giardini e quei pochi sconosciuti che fanno da cornice a questo momento. Ci sono solo io, D1, D2 e le coreografie dei getti d'acqua. Non so dirvi dove sono finita esattamente. La mia mente si è persa chissà dove, mentre il mio cervello registra solo queste poche immagini. Rido. Rido senza un perchè. Rido mentre questa cascata al contrario ci rinfresca. Rido e non so come fermarmi.
D1 è il primo ad uscire. Credo che anche D2 sia disperso in un mondo tutto suo. Lo osservo passeggiare verso il centro del rettangolo. La coreografia dei getti d'acqua è quasi perfetta. Poco dopo siamo fuori anche noi. E il mondo torna a far la sua comparsa. Si torna a casa.


E' passato un giorno, e le foto sono già on-line, ovviamente. Osservo con attenzione quelle foto. Registro le immagini che là mi erano sfuggite. Ed eccolo, D2 fotografato di spalle, con la coreografia quasi perfetta attorno a lui. Quell'immagine dà un senso di libertà difficilmente esprimibile a parole. Sorrido, invidiosa. Clicco "avanti" col mouse. Al quarto click mi fermo. Ci sono anch'io ora. In uno dei rari momenti in cui non stavo ridendo. Ma questo lo so solo io, perchè sono ripresa di spalle. E no, in questo scatto quel senso di libertà non c'è più. Malinconia. E' triste e malinconica la mia foto. O almeno questo è quello che mi trasmette. Forse, il momento più vero di tutta la giornata. Mi sento nuda, in quello scatto. Smascherata. Spiata.

 
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