Morsi...

Neve sul Tigri (parte 2!)

Di fronte si apre un laghetto
basso, gelido
non predisposto alla vita
eppure mostruosi pesci ribollono
a cercar pozze più profonde,
quasi sottolineando il dramma nell'aria elettrica.
Lei grida, sgretolando il torpore che mi paralizza,
violenta mi incita, le sue vesti, all'uopo sono adesso bordate d'oro ed un velo copre i suoi capelli, più lunghi e solenni. Il sembiante non offre più pelle dorata, ma rigido oro a guisa di epidermide.
Uno sguardo severo mi sospinge, sollevandomi, verso la barca che dalle nebbie arriva per me, mentre l'eremita, come sempre, osserva immobile.
La bellezza di lei è sovrannaturalmente terribile, le galassie tremano e gli ancestrali abitanti di gloriosi mondi fuggono come ratti. Conficca le sue dita in profondità nel mio ventre e mi aiuta ad estrarne oscuri mostriciattoli filamentosi, spargendoli sulla barca insieme a pezzi compromessi delle mie viscere. I movimenti rituali sono accompagnati da rosee code gelatinose viventi.
Eoni si consumano, nello spazio di un respiro
Il dolore in parte mi libera.