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I suoni degli Angeli

Post n°56 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da trampolinotonante

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I suoni degli Angeli

 

"Non odi nell'aria suoni che dicono l'amore di tutti gli esseri viventi?" ( Haerest thou not sounds i' the air which aspeack the love/ of all articolate beings?) Questi i versi che  Percy Shelley, tenerisimo poeta inglese degli inizi dell'800, nella scena V del secondo atto del  " Prometeo liberato"  fa recitare ad Asia ( simbolo della Natura).

Un interrogativo cui , due secoli dopo, sembra rispondere Bob Dylan in una sua bellissima canzone dal titolo " Tree Angels: " ..the angels play on their horns all day- the whole earth in progression seems to pass by - but does anyone hear the music they play - does anyone even try..."___ ovvero___ " ...Gli Angeli suonano le loro trombe tutto il giorno- la terra intera sembra oltrepassarli- ma nessuno sente la musica che suonano- neppure ci prova-..." 

 

Ci troviamo in una condizione di dialogo distante due secoli, che si muove sull'onda di un sentimento lucido, assoluto e che come miraggio luccica in un deserto senza oasi. Non è soltanto l'eco di un abbandono lirico ma anche una risonanza muta in un mondo interiore. Sono parole che guardano senza sguardo, che parlano senza voce, private del loro stesso respiro ma che vivono di un'incessante contemporaneità. Una domanda morbida, sfumata, sognante.  Una risposta come senso di una coscienza che reclinando su se stessa vive di eterna tristezza, ineluttabilmente umiliata e ricacciata nella propria solitudine. Incessante principio di una domanda e  incessante fine di una risposta.

 Molte parti del mondo  in questi tempi non sentono la musica che gli Angeli suonano ma, questi luoghi , folli e tremanti, sentono l'orrida paura, il sapore della polvere e la vista di templi e grattacieli e case, che divelti, rotolano senza angoli né ripari. Luoghi che, come rappresi in un grumo di simboli,  stentano ad essere il respiro stesso della loro vita subendo l'incessante riduzione della loro memoria, sospinta e indifesa nello scontro fra fedi di ciclopica grandezza o incuneata fra  le mareggianti inconsistenze di un dialogo fra il diritto e la criminalità organizzata. 

 L'egoismo e la durezza orgogliosa non sentono i suoni che dicono l'amore. L'architettura del tempo, della storia degli uomini, esige più qualità che non l'architettura dello spazio. L'architettura del tempo ora va per accensioni e bagliori di fuoco tra intervalli di indifferenza e forse anche in mezzo al nostro distaccato disinteresse.

La tragedia di questi popoli e di queste città  rischia di svaporare in una certa indeterminatezza per cui anche la tenera dolcezza della pietas  che eleva e trasferisce il sentimento nella zona più pura dello spirito, sembra indurirsi come roccia.

Scrive Italo Calvino nella prima delle sue Lezioni Americane: " ...In certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava nessun aspetto della vita. Era come se nessuno potesse sfuggire allo sguardo inesorabile della Medusa..." .

In questi luoghi della terra, alcuni lontani, altri a noi vicinissimi,  la volontà di pace e di giustizia marcia contro vento e i venti non dicono mai quello che preparano. Se sono contrari soffocheranno anche i suoni degli Angeli.

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I bassorilievi sono di Agostino di Duccio. Rimini, Tempio Malatestiano

Il disegno " Gli Ulivi della Gioia" è di Trampolino Tonante

 
Rispondi al commento:
asia1958a
asia1958a il 12/10/09 alle 20:06 via WEB
Spesso mi chiedo: "Pechè mio Dio, tu che sei infinitamente buono permetti la morte e la sofferenza di tanti innocenti?" Dopo lo ‘choc’ di ogni evento traumatico, tutti ci chiediamo perché succedono terremoti, guerre, sopprusi di varie natura... Leggendo la storia di guerre passate, oppure visitando luoghi commemorativi spontaneamente ed inevitabilmente, sorge in me sempre la stessa domanda: "Come è possibile che un Dio benevolo, che controlla l’universo, possa permettere la morte e la sofferenza se davvero tiene a cuore la nostra sorte?’ Perché non esercita il suo potere per fermare la malvagità, la sofferenza, l’afflizione e la morte?’ Purtroppo non ho una risposta alla questione della morte e della sofferenza nel mondo e ho difficoltà nel trovare un motivo dietro la crudeltà apparente che ci circonda, lotto con questo dilemma, provando a riconciliare il credere in Dio con la morte e la sofferenza che osservo dappertutto, ma sovente mi viene in mente un passo della Genesi riguardante la caduta dell’uomo; Nella prima lettera ai Corinzi 15, 26, l’apostolo Paolo descrive la morte come ‘l’ultimo nemico.’ La morte non faceva parte della creazione originale di Dio, la Bibbia ci dice che Adamo fu il capo della razza umana, e che egli fu il rappresentante di ognuno di noi, poiché noi siamo i suoi discendenti. In altre parole, noi abbiamo lo stesso problema che ebbe Adamo . Attualmente viviamo in un mondo in cui tutto si disintegra. Intorno a noi vediamo morte, sofferenza e malattie, tutto ciò è la conseguenza del peccato di tutti e dell'egoismo che serpeggia in noi.Trampolino caro, hai fatto un post bellissimo in tutto il suo insieme... Un abbraccio. Asia
 
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