Vi parlo di me...

...ai miei figli...

 

EPPUR MI SON SCORDATO DI TE...

Eppur mi son scordato di te
come ho fatto non so.
Una ragione vera non c'è
lei era bella però.
Un tuffo dove l'acqua è più blu
niente di più.

Ma che disperazione
nasce da una distrazione
era un gioco
non era un fuoco.
Non piangere salame
dai capelli verde rame
è solo un gioco
e non un fuoco
lo sai che t'amo
io ti amo veramente.

Eppur mi son scordato di te
non le ho detto di no
ti ho fatto pianger tanto perchè
io sono un bruto lo so.
Un tuffo dove l'acqua è più blu
niente di più
ma che disperazione...

Che disperazione nasce da
una distrazione nasce da
una distrazione che
disperazione nasce da
una distrazione nasce da
una distrazione che
disperazione nasce da
una distrazione nasce da
una distrazione che
disperazione.

Un tuffo dove l'acqua è più blu
niente di più...

 

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Post N° 125

Post n°125 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da Eppur.mi.SonScordato

...segue dal post precedente...

sapevo che alla vecchia scuola di Vincenzo, gli studenti erano in assemblea permanente e perciò la mattina che arrivammo a Napoli, invece di tornare a casa con me, Vincenzo andò direttamente a scuola a salutare gli amici. Prima però ho "provato" a fargli fare colazione: solo un cappuccino, nient'altro, un pò poco. Ci salutiamo e io mi sobbarco le valigie e le sue borse piene di teschi e catene, cercando di nn badare agli sguardi curiosi di chi incrociavo per strada. Ci siamo tenuti costantemente in contatto telefonico, ero un pò in apprensione, ma nn ce n'era motivo: Vincenzo sapeva dove andare e cosa fare. A pranzo mangia fuori casa, con gli amici. Poichè la metropolitana chiude ad un certo orario la sera, per nn farlo tornare a casa troppo tardi e, soprattutto, da solo a quell'ora di notte, concordiamo un appuntamento dalle parti del policlinico. Così, dopo il tennis, ancora in pantaloncini e scarpette, io e Nunzia ci mettiamo in macchina e andiamo all'appuntamento. Dopo un pò arriva Vincenzo accompagnato dal padre della ragazza dalla quale era rimasto a cena. L'incontro tra Vincenzo e Nunzia è stato "abbastanza" tranquillo: la saluta con un bacio sulla guancia. Durante il ritorno a casa mi faccio raccontare della sua giornata: la mattina è stato in giro per Napoli coi suoi vecchi amici di classe e il pomeriggio a casa di questa amica dove ha anche cenato.
Il fatto è che Vincenzo si lamenta che qualsiasi cosa mette nello stomaco, si sente appesantito come chissà che cosa avesse mangiato. Anche a causa del fatto che gli orari scolastici sono sballati, uscendo la maggior parte delle volte dopo le tre del pomeriggio, nn gli consente un'alimentazione sana ed equilibrata, ma fatta per lo più di pizzette e panini. Lo vedo. E' magro come un chiodo. Ma nn è questo quello che mi preoccupa, questo fa parte della crescita, così come è accaduto per Paolo. Ma Paolo è perennemente affamato, mangia per tre, e consuma per quattro, così come dovrebbe fare un ragazzino a quell'età, in pieno sviluppo. Vincenzo no. Non riesce a mangiare più di un panino e se fa un passo in più si sente stanco. La cosa mi preoccupa. Chiamo la madre:

"Sono preoccupato per Vincenzo, soprattutto per via che nn riesce a mangiare un pò di più. A scanso di equivoci, domani lo porto a fare un esame completo del sangue."

"ok, però aspetta che ti mando l'elenco degli esami che il nostro medico gli ha dato da fare quando siamo venuti lì per il trascloco e lo ha visitato...".

Cazzo, è passato più di un mese e nn gli hai fatto fare le analisi? Non importa. Il mattino seguente me lo carico sulla moto e lo porto dall'analista. La lista degli esami che deve fare è completa, c'è anche il controllo per l'intolleranza alimentare. Conosco il medico che gli ha prescritto gli esami e lui conosce Vincenzo dalla nascita, infatti era il nostro vicino di casa. E' l'unica persona di cui mi fido, la persona che da salvato mio figlio quando, a cinque mesi, prese la pertosse e alle tre di notte era con noi all'ospedale...OVviamente niente colazione, nonostante le mie insistenze. Lo accompagno al treno per Napoli. La sera lo vado a prendere allo stesso posto della sera precedente. Così è stato anche per i giorni successivi. Il motivo è che Vincenzo ha una ragazza alla quale vuole un bene bell'anima. Ed è per questo che nn è riuscito a sopportare la sua lontananza, trovandosi a Palermo senza di lei. Ed ecco il motivo di quella telefonata nella quale mi diceva "...io muoio se resta ancora qui...".

Riesco a strappargli un pomeriggio insieme, ci mettiamo sul divano con le chitarre a suonare heavy metal e rock. Avevo sempre desiderato che i miei figli suonassero, avrei potuto insegnarglielo. Perciò mi ha fatto piacere sapere che si cimentavano con la chitarra, un pò avrei potuto aiutarli.

La sera tra il sabato e la domenica mi chiede di rimanere a dormire a casa dell'amica " Va bene, te lo concedo solo se domani, domenica, rimani a pranzo qui da noi. Ci sono tutti i figli di Nunzia, vorrei che ci fossi anche tu con noi". "...ok papà, ci sarò".

La domenica successiva Nunzia prepara un megapranzo, anche perchè i suoi figli hanno un pozzo senza fondo al posto dello stomaco. In più che anche un amico del figlio maggiore a pranzo con noi. Vincenzo nn mangia la squisita lasagna, ma appena assaggia una polpetta e una salsiccia, una mela e stop, nient'altro. Siamo alle solite, vabbè, meglio che le schifezze che mangia per la strada.

Il pomeriggio, appena dopo pranzo lo accompagno a casa dei nonni. Prima dalla nonna materna e poi dai miei genitori. Ci sta poco, il tempo di scambiare 4 chiacchiere. Poi di nuovo alle ferrovia per raggiungere la ragazza. L'appuntamento è alla ferrovia di Napoli alle 18. Per le 19 dobbiamo stare al porto dove lo attende il traghetto che lo riporterà a casa. "Vincy se vuoi, puoi far venire anche la tua ragazza al porto, la riaccompagnamo noi a casa...". Vincenzo era solo quando io e Nunzia siamo andati a prenderlo alla ferrovia, un pò sconsolato per aver lasciato ancora una volta la ragazza e incazzato con me perchè mi ero dimenticato di portagli la sua sacca,quall piena di teschi e catena. Vabbè te la manderò per posta.

I saluti con Nunzia sono cordiali. Lo accompagno sulla nave, mi assicuro che sia tutto a posto. "Amore mio, fai buon viaggio. Ti amo tanto. Ti chiamo domani mattina, appena arrivi." "ok papà, ti voglio bene anche io".

A terra io e Nunzia rimaniamo in macchina ad aspettare che la nave si staccasse dal molo "fai buon viaggio, amore mio...".

Sento regolarmente i miei figli. Coi soldi della borsa di studio si sono comprati 2 chitarre elettriche e un amplificatore con il quale rompono i timpani a tutto il palazzo, lì dove vivono ora.

I risultati delle analisi sono state tutte negative, tranne la birilubina. Il mio amico medico mi ha detto che può essere legato sia alla cattiva nutrizione che allo stress, quindi sono esami da ripetere a distanza di qualche mese. Appena tornerà qui glieli farò ripetere.

A NAtale Vincenzo, Piero e la madre. Non dormiranno con me per un accordo preso con la madre. Ma li vedrò tutti i giorni. Spero che vada tutto bene, perchè la vicinanza delle due donne è una miscela esplosiva....vedremo...

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Commenti al Post:
Serenadario
Serenadario il 23/12/08 alle 23:14 via WEB
Caro Lello, sei uno dei miei papà preferiti. Auguro a te, alla tua compagna di vita e ai tuoi figli la cosa più bella che si possa desiderare: l'amore reciproco. Un bacione
 
jenny662007
jenny662007 il 02/02/09 alle 16:34 via WEB
E' da tanto che non ci si legge... eppur non mi son scordata... eheheheh.... Ti auguro una dolce serata ^__*
 
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"perche' e' un Padre come pochi...un Amore di padre...e spero che questo lo aiuti a continuare a lottere per loro..."

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