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Post n°224 pubblicato il 03 Maggio 2008 da Akilleys
Ieri dopo pranzo stavo allegramente lavando i piatti (vedeste che spettacolo: le stoviglie sporche a sinistra, in mezzo i detersi o i detergendi, a destra i pronti alla sciacquatura... tutto un flusso ordinato e ritmico degno della logistica quella con la elle maiuscola, la migliore...) (me le faccio e me le dico: embè, questo mi resta da fare...) quando la mia attenzione è stata attratta da un programma su RaiUno. Ospiti in studio c'erano -tra gli altri- Ivan Zazzaroni e Emanuela Falcetti, due persone che hanno molte cose in comune. Innanzitutto non attirano in modo particolare la mia stima (e chissene direte voi... però, siete proprio simpatici oggi, eh?!?...), poi altra cosa che hanno in comune è che entrambi hanno costruito sulla chiacchiera un lavoro, ma soprattutto che entrambi concordano sul fatto di non condividere per nulla la scelta fatta dal giovine in questione. In particolare, la cosa che li spaventa nel profondo, che rimescola loro l'intimo come cemento in una betoniera è non tanto la scelta religiosa in sè e per sè, quanto piuttosto che così questo povero e sprovveduto ragazzo (quante cose la vita ha ancora da insegnargli!) aveva fatto una scelta assoluta, non più revocabile. Può essere che anch'io non capisca molto di queste cose, anzi è più che probabile date le oggettive mie condizioni. Però se vado un po' a ravanare all'interno nei miei meandri in sincerità mi sento più vicino alla sensibilità del ragazzo che a quella dei due illustri ospiti. E poi, che vuol dire "diritto alla felicità"? Qualche post fa riportavo la frase di un pensatore tedesco, che diceva che non c'è davvero bisogno di tattici raffinati, ma di uomini aperti, semplici e dritti. Quelle parole ogni volta che le leggo mi aprono il cuore: come si fa a non concordare? Forse il nostro diritto alla felicità sta nel poter scegliere di essere delle persone aperte, semplici e dritte, nonchè di affidarsi a persone che ti danno questa sensazione: così vai là, metti loro in mano le tue cose e vedi un po' cosa ne fanno, sperando nel meglio. Te ne rompono qualcuna? Pazienza, se vuoi loro bene, le riaggiusti e gliele rimetti in mano con una carezza e un sorriso, perchè probabilmente -non l'hai fatto apposta- anche tu ne hai rotta qualcuna a loro, e ti piacerebbe avere un'altra chance. |
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L'avevo scritto -no?- che io non ne capisco molto di queste cose... ;)
Allora salto a piè pari il discorso sulla felicità come valore, in quanto mi sa che cominceremmo una discussione che non ha poi più fine, però volevo puntualizzare una cosa sul discorso che ogni scelta è una scelta assoluta: sono d'accordo con te, io però come scelta assoluta intendo che poi anche se ti viene il dubbio di esserti sbagliato, non cambi strada... rimani su quella, perchè ti sei preso l'impegno di arrivare fino alla fine di quella strada. :)
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