AlfaZulu

Santo dio, Sweety! Quanta forza riesce ancora a regalarmi la tua rabbia, laica preghiera.
Rincorro sogni di libertà che cercano il rispetto, sfuggendo all’omologazione che fa delle buone maniere delinquenza.
Mi aggroviglio dentro i soliti nodi, sempre gli stessi che riconosco quando si fanno largo fra i pensieri per ucciderli. Nodi che sono ricatti, che usano la paura di perdere la posizione acquisita per finire ad investire tutte le forze residue per mantenerla senza comprendere che è proprio quello che il diavolo vuole.
Non puoi immaginare quanti cartelli ho immaginato, quante scene in piazza ho sceneggiato, di quante facce diverse, alterazioni di voce mi sono vestito, quanti discorsi mi sono preparato. Le piazze le ho frequentate. Quanta energia rilasciavano, che senso di potenza momentanea che ho respirato, che euforia, ma i nodi, i groppi in gola non mi hanno mai abbandonato, sono sempre tornati. E’ allora che cado dentro la sconfitta ed esplodo la rabbia.
Guardo dentro i tuoi pensieri, li riconosco, conosco la tua fermezza, la tua dignità, la tua coerenza. Conosco i tuoi sguardi che possono cangiare improvvisamente e che impongono di capire, di arretrare persino, che impongono di prendersi cura di te come tu farai con me, innescando un meccanismo di solidarietà che non può più essere fermato.
Guai a chi oserà approfittare di quel tuo senso di impotenza.
Posso prendermi cura della tua rabbia?
Bachi