Anima di cristallo
"Infilerò la penna ben dentro il vostro orgoglio perché con questa spada vi uccido quando voglio" Francesco Guccini
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"Su, coraggio, alzati: non stagnare in una pietà superficiale o in un debole impegno virtuoso. Affrontate decisamente le avversità della notte, salite il sentiero aspro del nulla per attingere l’incandescenza dell’Amore. Sul monte, al di là del nulla-non-Dio c’è godibile per te il Tutto-Dio". Partendo dalle parole di San Giovanni della Croce vorrei analizzare il significato della salita sul monte1, del nulla2 che sta alla base del monte, nel bosco nero che si attraversa prima di giungere al tutto3 che porta in cima, verso la luce. 1- Se alla frase di San Giovanni togliamo la parola "Dio", possiamo trasformare la frase da cristiana a gnostica. Sia per San Giovanni che per gli gnostici, esiste una montagna spirituale da scalare che dalla bassezza umana conduce alla pienezza spirituale che consiste nella conoscenza per gli gnostici e nell'unione con Dio per i cristiani. Questa montagna immaginaria (dico immaginaria perchè non si tratta di una monagna fisicamente presente) è un percorso che ogni uomo può fare per condurre se stesso verso un'elevazione spirituale, verso una piena conoscenza interiore che si trasforma in una potente luce, in un orgasmo spirituale (ben conosciuto da Santa Teresa D'Avila), in una totale unione dell'uomo con il Padre (Dio). La salita sul monte per me, personalmente, rappresenta un ritorno alle radici, un ritorno a casa e più salgo, più sento il cuore che mi scoppia di gioia ed emozione, il pensiero di fondere corpo e anima in un tutt'uno con la vera luce, aumenta in me il desiderio di salire nonostante il percorso sia aspro ed insidioso. 2- Nel salire il monte ci imbattiamo in sentieri difficili, un pò come quei sentieri di alta montagna che vengono rovinati e distrutti da valanghe o pioggia. Spesso siamo costretti ad attraversare difficoltà innanzi alle quali molti uomini si arrendono e tornano indietro, non osano, non hanno il coraggio di elevarsi, di farsi veri uomini. Stiamo parlando del nulla. Per conoscere e comprendere cos'è il tutto dobbiamo prima incontrare e assaporare il nulla. Ecco cosa scrive ancora San Giovanni: 3- Il tutto...non riesco neppure a parlarne...non saprei come descrivere il Tutto che vedo io. Cercherò di essere il più razionale possibile senza lasciare troppo spazio ai miei sentimenti. San Giovanni definisce il tutto una "fiamma d'amore viva". Per gli gnostici è la totale conoscenza, è la fiamma appunto, il picco, la cima spirituale, l'unione dell'essere umano con la propria anima e con lo spirito. Per i cristiani è, come già dicevo, una totale unione, il NOI CON DIO. L'immagine che mi viene in mente è di un bambino appena uscito dalla pancia che viene preso tra le braccia della mamma. Quel bimbo siamo noi e possiamo scegliere se restare nudi e soli sul letto che siamo stati partoriti oppure lasciarci prendere tra le braccia di chi ci ha dato la vita. Attenzione "lasciarci prendere" non andare noi verso le braccia. Noi come esseri umani, come figli non abbiamo la capacità di andare da soli verso la madre, ma possiamo dire il nostro SI, SI PRENDIMI. Esiste forse amore più grande di colei/colui che genera vita? Basta, non mi trattengo perchè so che i post lunghi si leggono malvolentieri. Ho posto la mia tesi che mi è servita per riassumere i pensieri maturati in 2 giorni di quasi totale solitudine. A voi la parola. (Probabilmente ho sbagliato qualcosa parlando delle teorie gnostiche ma so che c'è un ottimo maestro qui in giro che può correggermi) |
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INQUIETA E' L'ANIMA
CHE NON RIPOSA NELL'AMORE.
Ritael
NELLE TUE MANI
Nelle tue mani
io metterei le radici
e da te mi farei portare
in ogni angolo della terra,
non ho certezze
ma ho l'amore
tutto quell'amore necessario
per deporre la mia vita
in mano a te.
Ritael
(settembre 2017)
A TE SOLO
A Te solo
confluiscano i miei pensieri,
come torrenti impetuosi
si gettino insieme liberi
nella cascata del Tuo amore.
A Te solo
io elevi la mia lode gioiosa,
come un fiore tra le rocce
le mie parole nel vento
solitarie e nascoste.
Lavami il cuore
toglimi ogni desiderio umano,
rendimi capace di amare
ogni creatura allo stesso modo,
ch'io non ami più un'anima soltanto.
Te solo Signore!
Ritael
NESSUNO LO SA
Mentre sorrido
piango
e mentre di gioia danzo
muoio.
Ritael
ETTY HILLESUM
TU
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Condivido il fatto che ognuno di noi ha un cammino diverso in base alle proprie esperienze personali di vita, in base al grado di preparazione esistenziale che abbiamo. Personalmente ritengo che alcune persone non compiano nemmeno il primo passo e che quindi siano destinate a perire al primo girone patetico ed insulso della vita.
Tu metti a confronto due visioni religiose e filosofiche opposte e inconciliabili, cioé la dottrina cristiana e quella gnostica. Ma c'è da dire che quando le dottrine, le idee, diventano esperienza ed azione, quando diventano spiritualità vissuta e concreta queste cominciano ad assomigliarsi in tante cose. Salire la montagna è una metafora universale, un archetipo caro a tutte le religioni e vuol dire iniziare un cammino impegnativo. Sono tanti che scalano ed hanno scalato la Montagna.
Quanto più salgono sulla montagna e tanto più gli scalatori si assomigliano. Le asperità della montagna li modella, l'abbigliamento è simile perché essenziale, i volti bruciati dalla Luce li rende fratelli, la fatica del cammino non concede il fiato per perdersi in discorsi, importa la vetta e ognuno la conquista da solo con il proprio passo. All'inizio ci sono sentieri battuti a causa dei tanti che hanno iniziato la scalata ma poi salendo non ci sono sentieri perché sono sempre pochi coloro che hanno continuato. Sulla vetta noi cristiani crediamo d'incontrare un Volto familiare al quale, alla fine del cammino, assomiglieremo. Gli altri sperano di trovare in cima il loro premio, il traguardo, la pienezza alla quale aspiravano. Nessuno resterà deluso alla fine. Anche se vetta non esistesse e anche se lassù non ci fosse alcuno ad aspettarci e non vedessimo nessuna luce alla fine del nostro cammino anche allora il cammino sarebbe degno di essere percorso e amato e quello scalatore meriterebbe di essere ricordato e imitato. Chiunque abbia avuto la forza di sollevarsi sulla polvere della mediocrità e del limite merita profondo rispetto.