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Anima di cristallo

"Infilerò la penna ben dentro il vostro orgoglio perché con questa spada vi uccido quando voglio" Francesco Guccini

 

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Post N° 330

Post n°330 pubblicato il 08 Settembre 2008 da elisar_81
 

Corpo, anima e spirito.
Armonia nelle tre dimensioni dell'uomo.

Ogni essere umano vive la vita in tre dimensioni. Noi siamo carne ma anche anima e spirito. Ma che cosa sono queste dimensioni? Come possiamo comprendere quando è l'una o l'altra che ci richiede qualcosa? Come facciamo a sapere se dobbiamo seguire l'istinto umano o quello spirituale? Per mia esperienza personale proverò a parlare delle tre dimensioni dell'uomo.

Corporeità: fisicità, carne. Siamo noi, l'estetica, l'animale senza regole. Il corpo è soltanto materia, una scatola, un contenitore per l'anima. Nient'altro che materia che nasce, si consuma e muore come ogni cosa sulla terra. Il corpo richiede cibo, acqua, carezze, amore, sesso, medicine, cure, terapie. Il corpo è solo un oggetto freddo e vuoto se è inanimato. Guardate i morti, che cosa sono? Nulla! E' sbagliato piangere sul cadavere poichè è solo un cadavere, una scatola. Ciò che rende unico il corpo, ciò che lo fa vivere è l'anima.

Anima: è ciò che siamo dentro, come siamo, quello che pensiamo, la ragione delle nostre azioni. L' anima c'è in ogni corpo e gli permette di vivere e può essere buona o cattiva poichè sulla terra c'è o il male o il bene. Niente mezze misure. L'anima va educata, curata, compresa, ascoltata. Spesso ci accorgiamo di aver commesso cattive azioni e non andiamo fieri di quel atto così ci promettiamo di non rifarlo più, questo è educare l'anima. Se facciamo una buona azione ci sentiamo bene, sereni, felici. Ogni sentimento che proviamo è dettato dell'anima così come ogni azione: noi dettiamo al corpo di fare il sorriso, di piangere, di fare una carezza, di dare una sberla. L'anima detta legge e il corpo esegue.

Spirito:è il nostro Se superiore. L'altro io. Il nostro compagno. L'altra parte di noi stessi che non vive la fisicità ma la spiritualità, la terza dimensione. Lo spirito è incontrollabile, indomabile. Esso è al comando della nostra vita a la maggior parte degli uomini non sa nemmeno che esiste, non sa ascoltarlo, ne vederlo. Eppure lo spirito è molto visibile, è una luce bianca (se è buono) o nera (se è cattivo). Se affiniamo la nostra spiritualità possiamo vedere anche lo spirito degli altri esseri viventi: uomini, animali, piante, oggetti. Ogni cosa nasce da una materia prima data in natura ed è quindi dotata di spirito. Ogni cosa è stata creata da Dio ed ha quindi il seme dello spirito.

Queste tre dimensioni devono essere in armonia tra loro, ognuna di esse deve essere soddisfatta, ascoltata, amata, compresa e integrata l'una nell'altra.
Primo esempio: il corpo richiede cose pratiche che può essere andare a correre perchè magari abbiamo accumulato delle tensioni o siamo rigidi. Mentre corriamo la nostra mente pensa, desidera, prova emozioni, rabbia, angoscia,: è l'anima. Nello stesso tempo però lo spirito può richiedere silenzio, pausa. Questo è caos interiore. E' l'integrazione errata delle tre dimensioni. Noi dobbiamo cercare di coordinare le tre dimensioni facendole stare insieme senza conflitti. Non possiamo far sfogare il corpo per liberarlo da tensioni mentre la nostra mente ne sta creando altre al nostro interno.
Secodo esempio:dobbiamo andare al lavoro, vivere il quotidiano ma il nostro spirito soffre perchè vorrebbe stare altrove, in silenzio. Oppure il nostro corpo desidera stare insieme con una persona  ma il nostro spirito desidera stare solo, lontano dal mondo e dagli uomini. Chi ascoltare? Cosa fare? Dove andare? Prendersi un compagno o rinchiudersi in una cella? In questo caso è necessario il distacco1! . Pulizia e purificazione interiore2.Discernimento3.

Ora vi accenno in breve i tre elementi, poi se ne vedo l'utilità farò un post per ognuno di essi.
1- Distacco: staccare il corpo dall'anima e dallo spirito. Ascoltare ognuno di essi singolarmente senza mescolarli. Uno ad uno. Comprendere i desideri di ognuno di essi. Per fare questo è necessaria la pace interiore, la concentrazione, calma e attenzione.

2- Pulizia e purificazione interiore: fare esattamente ciò che facciamo nelle pulizie di casa, passare un panno dentro di noi e togliere tutte le cose sporche, il superfluo, ciò che ci impedisce di stare bene. Chiadiamoci "Cosa c'è che non va nella mia vita? Cos'è che non voglio più fare? Cos'è che voglio migliorare dentro di me? Esempio:questo tipo di lavoro mi logora, non mi realizza e mi fa star male. Allora iniziamo da subito a cercare un lavoro ma senza apprensione, tutto con tranquillità e calma altrimenti l'agitazione provoca ancora più caos dentro di noi. Oppure, voglio smetterla di stare in guerra con il mondo, di dare contro a tutti, di credere che sono sempre gli altri a sbagliare. Questo tipo di sentimento entra sempre in conflitto con il nostro spirito che richiede silenzio, attenzione, ascolto. Ed allora iniziamo la nostra battaglia contro noi stessi, cerchiamo la via della purificazione. Appena ci viene da urlare contro qualcuno, respiriamo, lasciamo scorrere via questo sentimento, puliamolo con lo straccio dell'anima. Non dobbiamo reagire. Piano piano, ci trasformeremo e non avremo più bisogno di incazzarci con tutti perchè abbiamo la pace detro di noi e questo ci basta per essere felici. 

3- Discernimento: è simile al distacco solo che nel distacco basta imparare ad ascoltare le esigenze delle nostre tre dimesioni, nel discernimento è necessario decidere quale strada intraprendere, se continuare a lavorare o se ascoltare lo spirito, isolarci e andare altrove. Se consumare i desideri della carne facendo sesso a destra e a manca perchè il nostro corpo ne ha bisogno o decidere di seguire l'anima e stare con una persona sola, quella che amiamo. Capire, comprendere, decidere chi vogliamo essere! Come vogliamo modellare la nostra vita.

Spero di essermi spiegata anche se ho riassunto le cose e messe in termini elementari per essere comprese da tutti.

 
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NuovaSion
NuovaSion il 09/09/08 alle 13:48 via WEB
per soul, Lorenzo Bianchi (Corteno, 5 aprile 1899 – Brescia, 13 febbraio 1983) è stato un missionario e vescovo cattolico italiano. Fu vescovo. Leggi la'articlo qui sotto: Attualità dell’antica gnosi e delle sue perversioni È il Serpente a dare la conoscenza del bene e del male Il patto col Serpente. Attualità dell’antica gnosi e delle sue perversioni di Lorenzo Bianchi Il serpente di bronzo, Antonie van Dyck (1599-1641), Museo del Prado, Madrid "È dunque meglio e più salutare essere semplici ed ignoranti ed appressarsi a Dio mediante la carità piuttosto che credere di sapere molte cose e dopo molte avventure di pensiero essere blasfemi contro Dio"1: con queste parole sant’Ireneo, vescovo di Lione, vissuto nella seconda metà del II secolo, esprime il suo sintetico giudizio sulle teorie delle varie sette eretiche gnostiche. Un articolo di Massimo Borghesi apparso su queste stesse pagine2, nel trattare della gnosi che sottostà alla cultura moderna, ne ha ricordato i richiami alla gnosi degli antichi, ed in particolare alle suggestioni della dottrina della specifica setta degli Ofiti. Questa setta, "gli adoratori del Serpente", ci è nota da accenni, più o meno diffusi, nelle opere di apologeti cristiani: dalle descrizioni di Ireneo3 e Ippolito4, alle più sintetiche notizie di Tertulliano5, Origene6, Epifanio7, Filastrio8, fino ad un accenno anche in Agostino9; e ci è nota anche, per alcune forti somiglianze con quanto tramandatoci da Ireneo, da uno scritto originale gnostico, l’Ipostasi degli Arconti, trattato in lingua copta (l’egiziano di epoca ellenistica e romana) rinvenuto nel codice II di Nag Hammadi10. È soprattutto Ireneo, contemporaneo alla massima diffusione del pensiero degli gnostici Ofiti, a parlare di loro, illustrando "le loro cose fantastiche"11. È sufficiente la semplice lettura del resoconto di Ireneo, nella difficoltà a seguire la complicata e fantasiosa storia della fatale e rovinosa caduta dello spirito del divino creatore nella materia, che si dipana utilizzando a piene mani dei testi dell’Antico e del Nuovo Testamento, ad evidenziare il carattere di perversione della ragione e della realtà proprio delle loro teorie (cfr. nel primo box in questa stessa pagina la più sintetica, ma ugualmente significativa, esposizione attribuita a Tertulliano). Gli Ofiti (o Naasseni, denominazione con cui li conosce Ippolito) prendono il loro nome dal Serpente (fiw in greco), poiché per essi proprio il Serpente è il centro, l’elemento preponderante nella vicenda che caratterizza la loro dottrina; è il Serpente, in antagonismo con il malvagio demiurgo creatore della materia, il rivelatore del dualismo che sottostà alla concezione gnostica; è il Serpente colui che dà la gnosis, la conoscenza illuminata del bene e del male; è il Serpente l’elemento positivo al quale rendere culto e rivolgersi come via per la salvezza di quanto nell’uomo si nasconde (nella materia della carne come in una prigione) di "pneumatico", spirituale, originato cioè dal creatore del bene, e per il conseguente abbandono eterno di quanto è "ilico", materiale, cioè male, il male che è nel mondo e che è il mondo12. Una redenzione che può venire raggiunta, proprio per il disprezzo della carne, della materia, anche attraverso il libertinismo più perverso (cfr. a questo riguardo il brano nel secondo box nella pagina precedente, messo da Ireneo a conclusione finale della descrizione delle varie sette eretiche gnostiche13). Poco più di due secoli dopo Ireneo, all’epoca di Agostino, la dottrina gnostica riecheggia in quella manichea, che ne mantiene il carattere fondamentale, cioè il dualismo che scinde anche la persona dell’uomo, effetto di una doppia creazione, diviso in sé tra bene e male, tra luce e tenebre, creazione rispettivamente di un dio buono e di un malvagio demiurgo. Le stesse caratteristiche, nel corso della storia, si ritroveranno fino ai medievali Bogomili, i quali predicavano che Dio aveva creato o emanato l’anima, mentre il diavolo aveva plasmato il corpo; e ancora, nel movimento dei Catari. Se, oltre questi limiti cronologici, è difficile intravvedere in termini puramente storici una diretta derivazione della moderna gnosi da quella degli antichi, essa è ripresa, soprattutto in chiave di speculazione esoterica14, in certa cultura moderna: i richiami alla setta degli Ofiti, evidenziati da Borghesi nell’articolo citato all’inizio, ne sono testimonianza. Note 1 Ireneo di Lione, Adversus haereses II, 26, 1. 2 M. Borghesi, Il patto con il Serpente, in 30Giorni, n. 2, febbraio 2003, pp. 78-84. 3 Ireneo di Lione, op. cit. I, 30, 1-15. 4Ippolito, Refutatio; parla degli adoratori del serpente in tre diversi luoghi: V, 7, 2-9, 9 (da uno scritto dei Naasseni); V, 10, 2 (il salmo dei Naasseni sull’anima); V, 24, 2-27, 5 (dal Libro di Baruch dello gnostico Giustino). 5 Al testo mutilo di Tertulliano, De praescriptione haereticorum, alcuni codici aggiungono, attribuendola a Tertulliano, una continuazione, pubblicata dagli editori sotto il titolo di Libellus adversus omnes haereses. Degli Ofiti si tratta a II, 1-4. 6 Origene, Contra Celsum VI, 24-39. 7 Epifanio, Panarion I, 37. 8 Filastrio, Liber de haeresibus I, 2, 9. 9 Agostino, De Genesi contra Manichaeos II, 36-40. 10 Per questo testo si veda W. Förster (a cura di), Gnosis, vol. II, Zürich-Stuttgart 1971, pp. 46-52. Alle pp. 53-62 la traduzione tedesca. Si veda anche la traduzione inglese in J. Robinson (a cura di),The Nag Hammadi Library in English, 2nd edition, Leiden 1984, pp. 152-160. 11 Ireneo di Lione, op. cit. I, 30, 1. 12 Cfr. U. Bianchi, Prometeo, Orfeo, Adamo. Tematiche religiose sul destino, il male, la salvezza, Edizioni dell’Ateneo, Roma 1991, p. 29. 13 Ireneo di Lione, op. cit. I, 31, 2. 14 Si veda al proposito il volume di G. Filoramo, Il risveglio della gnosi ovvero diventare dio, Roma-Bari 1990. http://www.30giorni.it/it/articolo.asp?id=664
 
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Ritael

 

NELLE TUE MANI

Nelle tue mani
io metterei le radici
e da te mi farei portare
in ogni angolo della terra,
non ho certezze
ma ho l'amore
tutto quell'amore necessario
per deporre la mia vita
in mano a te.


Ritael
(settembre 2017)

 

A TE SOLO

A Te solo
confluiscano i miei pensieri,
come torrenti impetuosi
si gettino insieme liberi
nella cascata del Tuo amore.

A Te solo 
io elevi la mia lode gioiosa,
come un fiore tra le rocce
le mie parole nel vento
solitarie e nascoste.

Lavami il cuore 
toglimi ogni desiderio umano,
rendimi capace di amare
ogni creatura allo stesso modo,
ch'io non ami più un'anima soltanto.

Te solo Signore!

Ritael

 

 

 

 

NESSUNO LO SA

Mentre sorrido
piango
e mentre di gioia danzo
muoio.

Ritael 

 

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