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Post N° 450

Post n°450 pubblicato il 08 Luglio 2007 da CacciatricediSangue

le 24 ore di full immersion con Simone.[giorno 2]

Allora. Premesso che non ho assoluta voglia di scrivere, cercherò di essere il più stringata possibile perché sta cosa me la porto avanti da più di una settimana.

Appuntamento alle 6 con Claudio. Piazzare la sua auto in garage e dritti a prendere l’ameba. Gli avevo detto “Simo’ passo alle 6 e mezza. Non ti faccio squilli che non ho soldi sul cell…puntuale eh?”
Ore 6 e mezza. All’appuntamento ci siamo solo io, Claudio e le nostre due facce da sonno. 5 minuti passano e non si vede ancora nessuno. Prendo l’altro telefono, anonimo e provo a chiamare. Squilla…squilla…squilla…e non risponde nessuno. “gli do 5 minuti d’orologio. Riproverò a chiamare e poi ciccia. S’attacca”.
Nuova chiamata. Nessuna risposta. Sto per mettere in moto quando l’ameba con la faccia assonnata (si più di quella che gia ha) si presenta davanti a noi chiedendoci mille volte scusa. Sapevo che era un periodo sfigato. Quindi non avrei dovuto contare sull’idea malsana di lasciarlo li. Non avevo nemmeno fatto in tempo a gustarmela.
Il mio umore era gia ai minimi storici e farsi 6 ore di macchina con quel soggetto che mi si palesava nello specchietto retrovisore di certo non aiutava.
Quindi la soluzione unica era di premere il pedale dell’acceleratore e pregare che nessun autovelox potesse gentilmente fotografare le chiappe della mia auto. Roma Milano una sola sosta. Quando si dice “nun me fermo manco se m’ammazzi” . sosta necessaria sia per sgranchire le gambe, sia per la benza…sia per tentare di lasciare Simone all’autogrill. Le prime due sono andate a buon fine, la terza missione…miseramente fallita. Ci si è attaccato come la colla. Ho avuto paura ci seguisse anche in bagno.
Ci siamo fermati anche per un altro motivo. Sui cartelloni si leggeva di un km di coda per incidente poco dopo rimosso. Avremmo lasciato scorrere il traffico. Se! Certo! Basta credece no? Manco il tempo di far benzina che dall’uscita dell’autogrill si vede un fiume di auto. La conferma del benzinaio “un incidente, nemmeno tanto lontano da qui, è passata l’ambulanza”. Che culo eh? E anche la nostra dose di traffico ce la siamo fatta. Arrivati all’idroscalo dopo l’ultima ora che sembrava non terminare mai. Autostrada tutta dritta, troppo dritta, troppo lunga e con Simone che dopo 5 ore di musica scelta sapientemente da Claudio se ne esce con “metti questo?”…il suo cd. Ma porca paletta. Mannaggia a me che mi dimentico di rimuovere le cose dalla macchina!
Fa niente. Siamo arrivati, lo strazio sarebbe durato relativamente poco.
Memore della sera del 2 giugno, evito il parcheggio davanti alle giostre convinta di evitare i km a piedi sotto al sole (si perché stavolta, rispetto ai primi di giugno, c’è un sole che spacca le pietre) e mi dirigo verso l’entrata…l’entrata è passata, i banchetti pure…e di parcheggi manco l’ombra. Alla fine si abbiamo parcheggiato dal lato giusto del lago, ma sempre la stessa strada a piedi c’è toccata.
Prima dose di birra al camioncino “tutto a un euro” e via dritti dritti verso l’ingresso. Non poteva mancare la chicca prima di entrare.
La scena : noi tre davanti a un banchetto di magliette tarocche. Claudio da un’occhiata e Simone…”secondo voi quale mi posso comprare?” (sotto Claudio e Simone...notare come Claudio sprizza gioia da tutti i pori)

Se le braccia non erano cadute prima, con sta domanda c’ha fatto cadere pure le gambe. Alla fine non ha preso nemmeno una maglietta perché noi, con la risposta “devi metterla tu, sceglila tu” non abbiamo dato il nostro parere.
Prendono i loro accrediti…e aspettiamo. Aspettiamo. Aspettiamo.
Aspettiamo l’amico di Claudio, che, abitando a Milano, ovviamente è arrivato mezz’ora dopo di noi che venivamo da Roma.
Nell’attesa, ci siamo sentiti in lontananza i Deathstars, che sinceramente non conosco. E per come li ho sentiti, cercando di sbolognare simone in qualsiasi posto…non saprei proprio cosa dire.
Entrati noto che il fango che avevo conosciuto da vicino il 3 giugno non c’era piu…ma manco l’erbetta. Zone e zone di terra secca e polverosa. Fantastico. Urge ombra. I sadist, nel giro di 10 giorni, li ritrovo di nuovo a suonare, e mi ritrovo io a dover nuovamente cercare l’ombra fregandomene altamente. Peccato però. Perché non sono malvagi. Ma cazzo, farli suonare ogni volta alle 2 del pomeriggio è un suicidio.
La presenza di Luca , come Giorgio il 3 giugno, è costante…e col caldo si fa sentire modello mazzata sulla nuca. La birra fa il resto.
Ovviamente per far si che il massacro si faccia sentire per bene, non basta il sole, non basta il caldo, non basta la presenza inquietante di Simone, non basta bere solo birra, non basta massacrarsi con Luca...no! Come dei pazzi stiamo a stomaco vuoto dalle 5 del mattino fino alle 6 del pomeriggio.
È l’ora dei Type 0 Negative. Sarebbe l’ora di alzarsi e andare a vedere. Dico sarebbe perché poi non lo si è fatto. Piazzati all’ombra vicino al secondo palco del Gods, quello delle band myspace per intenderci, il massimo che si riusciva a fare era tendere un orecchio in direzione del palco principale.
Da quel che ho sentito da li, niente di che. Mi aspettavo di meglio. Da quello che ho letto al mio ritorno pare che abbiano fatto faville. Sarà, ma essermi persa lo spettacolo di un cantante vestito tono su tono con la scenografia, non mi fa rodere il fegato.
Ma ai Black Label Society dovevo essere in piedi. Almeno quello. Ed ecco che mi si ripresenta la scena vista all’olimpico. Con gruppi del genere si muove una massa abnorme di gente, persone che basta un’occhiata per capire per quale gruppo sono li. Come per i Motorhead, i fans dei BLS sono distinguibilissimi. A parte la chicca, Zakk Wylde fa veramente paura. Un armadio capelluto che con la chitarra fa venire i brividi. Non ci avviciniamo piu di tanto al palco perché la calca e il caldo ci massacrerebbero piu del dovuto. Ma sono stati 40 minuti al sole ben spesi. New Religion, Suffering overdue, Bleed for me e Suicide messiah agitano il popolo dell’idroscalo. Brani definiti “schiacciasassi” da molti reporter, brani massacranti direi io. Spettacolari, immensi. Per poi arrivare a Fire it up, Mafia e qualche pezzo del loro ultimo album, Black mass rebels e Stillborn. Pochi pezzi ma tosti. Conditi con assoli del gigante Zakk. Ottimo spettacolo. Peccato per la durata. Ma si sa, se si tratta di buona musica, il tempo non è mai abbastanza.
Peccato anche non essere riusciti a perdersi Simone. E si, perché mentre Claudio e Francesco (l’amico) si rincorrevano non trovandosi…io ho cercato (invano) di sparire tra il pogo improvvisato. Di nuovo missione fallita.
È tempo di Mustaine e soci. È ora di avvicinarsi almeno un pochino al palco. Anche perché, non avendoli mai visti dal vivo, la curiosità è tanta. Anche se la stanchezza comincia a farsi sentire. Come i BLS attirino un certo tipo di persone, lo stesso accade con i Megadeth. Il bello di questi concerti è vedere grandi e piccoli, bambini, ragazzi, adulti e anziani muoversi per un solo unico motivo. La musica.
Il roscio Dave attacca con un pezzo dall’ultima fatica, Sleepwalker, seguita poi da Take no prisoners. Sembra che il pubblico accolga bene la scelta, anche se l’agitazione si vede con i brani piu datati proposti dalla band. Wake up dead, Hangar 18, Tornado of Souls, Skin o’ my teeth, Peace sells…but who’s buying? e l’immancabile My darkes hour infiammano il pubblico gia accaldato di suo. Non saranno piu loro, c’è chi dice che dovrebbero restarsene a casa, ma io non li avevo mai visti e sono rimasta impressionata. Non si sono fermati un solo secondo.
È gia nell’aria l’idea che, al posto di Ozzy, i Megadeth avrebbero potuto chiudere benissimo la seconda parte del Gods. Dopo una piccola pausa, il bis quasi d’obbligo viene ripreso con  Reckoning day e la conosciutissima A tout le mond (se con i Type 0 Negative c’era il cantante dei Lacuna Coil, coi Megadeth abbiamo avuto la fortuna di NON avere la nanerottola Scabbia a cantare con Mustaine). Subito dopo uno strano intreccio di Holy wars e Mechanix, a terminare poi con la parte finale di Holy wars. Spettacolo disarmante. Senza parole. Peccato solo che al loro break mi sono dovuta allontanare. Vuoi la fame, vuoi la birra, il caldo, la calca e Luca…ma mi sa tanto che stavo li li per collassare.
Abbiamo poco più di mezz’ora per:

  • Riprenderci relativamente

  • Andare in bagno se serve

  • Fare la fila alla cassa

  • Fare la fila per i panini

  • Fare la fila per le birre

  • Fare la fila per l’acqua (anche se me l’hanno vietata me la prendo lo stesso, almeno mi bagno i capelli che stavo cotta)

  • Provare a rifare la fila per il bagno

  • Tentare di mangiare l’immangiabile panino di gomma

  • Avvicinarci il più possibile al palco

  • Massacrarci fino alla fine

Da notare che, mentre nella prima parte del GDM le casse erano nello stesso stand ristoro, qualcuno ha ben pensato intelligentemente di creare uno stand unico solo per le casse, cosi da far la fila li, per poi ammassarsi e darsi le gomitate allo stand ristoro con vari scontrini. Si perché se prendevi birra, panino e acqua avevi ben due, se non tre file da fare poiché l’addetto al panino non ti da la birra, e l’addetto alla birra non ti da l’acqua. Rimango dell’idea che gli organizzatori della Live si fanno dalla mattina alla sera per avere ste pensate geniali.
Fatta scorta di liquidi, mandato giù quel coso che dalla consistenza pareva piu gommapiuma che altro cerchiamo di avvicinarci il più possibile al palco dove avrebbero suonato di li a poco i korn.


Un faccione immenso sul fondo, si notano tre percussioni…e la voce dello spacciatore a quanto pare era fondata. Il batterista Joey Jordison degli Slipknot suona al GDM coi Korn. Si preannuncia uno spettacolo da non perdere. E cosi è stato. Dopo quell’obbrobrio dell’ultimo disco, l’unplugged, che, almeno per me, nun se po senti’…i Korn live mi sono apparsi in ottima forma. Ottimissima direi, anche a giudicare da Johnatan Davis. Voce pulita, attivo…e interagiva tranquillamente col pubblico. Decisamente uno spettacolo che non potevo perdermi. Sedici brani proposti, sedici deliri, anche se il pubblico del Gods, talmente vasto e vario di personaggi, non l’ho visto cosi partecipe come quando ho visto i Korn a Civitavecchia. Ma, se durante l’esibizione del nuovo singolo Evolution, il pubblico era immobile, all’immancabile “are you readyyy?” di Davis si è scatenato il delirio. Ovvio che Blind non può mancare, e viene utilizzata come canzone di chiusura. Davis ci fa accucciare (il rischio di rimanere incriccati c’era tutto), le prime note…ed ecco il grido di battaglia. Pogo generale a degna chiusura di quello che per me era l’ultimo live da seguire in quella giornata. (qui sotto scaletta e video ciofeca di Blind)

01. Here To Stay
02. Twist
03. Good God
04. Coming Undone
05. Falling Away From Me
06. Somebody Someone
07. Right Now
08. Shoots And Ladders/One
09. Divine
10. Got The Life
11. Evolution
12. Y'All Want A Single
13. Twisted Transistor
14. Freak On A Leash
15.
Clown
16. Blind

Ozzy sarà pur sempre Ozzy…e volevo vederlo anche se io ero gia contenta cosi. Almeno per poter dire “si l’ho visto”. E con quell’idea, mentre la gente si allontanava per rifocillarsi e prendere aria, noi abbiamo tentato l’impossibile. Arrivare fin sotto il palco ora che si stava svuotando, per fare un paio di foto e poi fuggire e sbragarsi da qualche parte prima della partenza. Tempo dieci minuti d’orologio che il caldo diventa soffocante. A un passo dal palco avremmo dovuto resistere mezz’ora accalcati. All’unanimità decidiamo che le foto si rimedieranno via web…o altrimenti chissenefrega. Li sotto, in quello stato, nun ce se po sta! Inversione di marcia e ci becchiamo il classico 35enne esaltato che con il suo “korn lovers dietro, ozzy lovers davanti” (da leggere con tono effeminato) da una mezza spinta a claudio come per volerlo mandare dietro…peccato che spingendo Claudio indietreggiava l’ozzy lover…bah!
Di Ozzy ho visto poco e niente, ero intenta a fotografare  soggetti dormienti e famigliole metal quando si è alzato il polverone. Si perché tutti quei soggetti mooolto glam che si aggiravano per l’idroscalo alla voce dell’ Iron Man si sono mossi all’unisono per raggiungere il palco. Da quel che so Ozzy non ha voluto foto (ma c’è chi l’ha fatte…andatevele a cercare se volete) e so pure che come si sono alzati i tipi glam, al nostro sederci su quella parvenza di prato si sono alzate anche nuvole e nuvole di zanzare. Mai viste cosi tante tutte insieme. Dio benedica l’autan…anche se ha fatto poco. Mezz’oretta stesi a terra smuovendo l’aria con le mani per cacciar via le ciucciasangue a tradimento per capire che Ozzy stecca di brutto, che si regge in piedi si…ma non si sa come…e che per noi lo spettacolo era finito (anche perché non avrebbe fatto di li a poco Crazy train, l’unica che veramente volevo sentire).

Bark At The Moon
Mr Crowley
Not Going Away
Warpigs
Believer
Road To Nowhere
Suicide Solution
I Don’t Know
Here For You
No More Tears
I Don’t Want To Change The World
Mama I’m Coming Home
Crazy Train
Paranoid

Ci siamo fatti forza, coraggio e ci siamo alzati. Meglio uscir prima della fine del concerto cosi da evitare quello che io avevo visto durante la prima parte del GDM, ovvero le ore di fila imbottigliati nel traffico per uscire dai parcheggi. Giusto il tempo per acquistare una maglia e via. Di corsa alla macchina (abbiamo tentato di lasciare Simone al banchetto dei dischi…ma pure li non c’è stato verso).

Il primo Gods of Metal…e probabilmente anche l’ultimo. Organizzazione pessima, non ci sta niente da fare. Ci vorrebbe un cervello crucco o inglese per ste cose, ma siamo in Italia, e lamentarsi non serve a nulla.
Il viaggio di ritorno è stato…almeno per me, ronfante. E ringrazio tutt’ora Claudio che ha retto tutto il tempo al volante, che ha retto i silenzi e soprattutto che ha retto quell’ameba di Simone che non ha dormito manco un cazzutissimo minuto in macchina!

Esperienza da ripetere, ma con meta diversa ( Germany sbav!) e senza Simone decisamente!

(ovvio che alcune foto sono mie…altre sono rubate da MusicaMetal)

 

 

 
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