http://blog.libero.it/Bacheca/view.php?id=Bacheca&msg=411004
"dal blog della mia compagna Leslie (sempre nel senso di cum-panis, eh? bàndo agli equivoci...) copio e incollo:
"Riassumo qui le tappe della vicenda che vedono l’attuale pontefice Benedetto XVI imputato
davanti alla Corte distrettuale di Harris County, in Texas, per la
copertura data ai membri del clero responsabili di abusi sessuali
soprattutto su minori. Vicenda destinata a concludersi
con un nulla di fatto, perché il presidente degli Stati Uniti ha
accolto la richiesta della Santa sede ed ha ccordato a Ratzinger
l’immunità diplomatica, permettendogli, sostanzialmente, di non dover
mai essere nella condizione di dover rispondere e dar conto dei fatti
che gli sono imputati. Ecco i fatti. Nero su bianco.
I fatti.
Il caso esplode pubblicamente solo nell’estate del 2003, quando il quotidiano americano Worcester Telegram & Gazette ottiene copia
di un documento che per 40 anni era stato custodito come “strettamente
confidenziale” negli archivi segreti della Santa Sede e riporta il caso di un avvocato di Boston, Carmen Durso, che consegna copia dell’Istruzione del 1962 “Crimen Sollicitationis”
al Procurarore Michel J. Sullivan chiedendogli di riscontrare gli
elementi, all’interno della giurisdizione federale, per procedere
contro le gerarchie vaticane, colpevoli, a suo avviso, di aver
deliberatamente coperto i casi di abusi sessuali che vedevano coinvolti
membri del clero.
Contestualmente,
un’altra lettera arriva sul tavolo del Procuratore, ed è firmata da
Daniel Shea, avvocato di Houston, in Texas, ex seminarista che ha
scoperto il documento del 1962 e ne ha dato copia al quotidiano di
Boston e all’avvocato di Boston Carmen Durso. Il documento del 1962,
spiega Shea nella lettera, viene citato come ancora in vigore in una
nota dell’epistola "De Delictis Gravioribus" del 18 maggio 2001,
che Joseph Ratzinger, l’allora Prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede, aveva fatto recapitare ai vescovi e agli altri
ordinati e membri della gerarchia ecclesiastica. Il
caso viene portato all’attenzione pubblica internazionale dalla rete
televisiva statunitense CBS, quindi le gerarchie vaticane si difendono
sostenendo che le norme contenute nel documento del 1962 non hanno più
alcun valore vincolante dal momento in cui sono entrate in vigore le
disposizioni che nel 1983 hanno riformato il Codice di Diritto
Canonico, ma la lettera di Ratzinger non lascia spazio a molti dubbi. In
essa, l’attuale Papa Benedetto XVI, non solo richiama l’istruzione
“Crimen Sollicitationis”, ma per quel che riguarda “i delitti riservati
alla Congregazione per la Dottrina della Fede” dispone che “nei
Tribunali costituiti presso gli ordinari o i membri delle gerarchie
cattoliche solamente i sacerdoti possono validamente svolgere le
funzioni di giudice, promotore di giustizia, notaio e difensore” e
ribadisce che “le cause di questo tipo sono soggette al segreto
pontificio.” *
*Ratzinger, riassumendo, è stato denunciato per una epistola del 2001 nella quale ribadiva il contenuto della “Instructio de modo procedendi in causis sollicitationis” del 1962, documento inviato a tutti i vescovi e desecretato di recente, ma citato come ancora in vigore
nella lettera del 2001, in cui il Vaticano ordinava che un minore
qualora avesse dichiarato al suo vescovo di un abuso sessuale da parte
di un sacerdote avrebbe dovuto giurare il segreto perpetuo, sotto
eventuale pena di scomunica. Ed eventuali documenti comprovanti
scandali di questo genere commessi da sacerdoti avrebbero dovuto essere
tenuto in un archivio segreto. La lettera del 2001 ribadiva il diritto della Chiesa non solo di rivendicare a sé la competenza giurisdizionale nei casi di abusi su minori da parte di esponenti religiosi, ma di svolgere le indagini e conservare le prove acquisite nel più assoluto segreto, fino al decorrere di dieci anni dal compimento della maggiore età della vittima.
In questi anni la giustizia americana ha proseguito nelle indagini e dal gennaio 2005 esiste presso la Corte distrettuale di Harris County, in Texas, un procedimento in corso a carico di Joseph Ratzinger.
Daniel Shea,
l'avvocato che oltretutto è teologo, ex seminarista, e che ha
conoscenze interne alla struttura, ritiene che Ratzinger in quel
momento, ovvero nello spedire la lettera del 2001, abbia agito al di
fuori dei poteri propri del Prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede allo scopo di innalzare i tempi della prescrizione. In
questo modo ha impedito alla giurisdizione americana di intervenire in
sede penale: difatti, tutti questi processi sono in sede civile perché
sono andati in prescrizione i tempi dell'azione
penale, e questa lettera del 2001, in pieno caos americano, ha spostato
avanti, da 16 a 18 di due anni, l'età in cui per la Chiesa Cattolica si
diventa maggiorenni anche negli Stati Uniti, e prolungato i termini per
la prescrizione da 5 a 10 anni, guadagnando vantaggio sui termini della
prescrizione in uso negli States. Per questo Ratzinger è stato
denunciato come "individuo", non come Prefetto, ma come individuo per
aver dato quelle disposizioni, e in quanto tale nel processo vi è
rappresentato. C'è insomma un imputato che si chiama Joseph Ratzinger e
che è presente davanti alla giustizia americana a titolo individuale. "
Insieme a Joseph Ratzinger, nel procedimento aperto nel gennaio 2005 sono citati l’arcivescovo di Galveston, monsignor Joseph Fiorenza e i sacerdoti Juan Carlos Patino Arango e William Pickard.
Patino, colombiano di nascita, è attualmente latitante ed era stato
accusato da tre giovani che frequentavano la chiesa di San Francesco di
Sales, a Houston: le molestie risalirebbero alla metà degli anni
Novanta, e contro il seminarista è stato aperto un procedimento penale.
La risposta del Vaticano.
La Santa sede non abbia contestato questa imputazione, ma si sia limitata a dichiarare che avrebbe richiesto l’immunità diplomatica per il Papa in quanto Capo di Stato, tale richiesta è stata avanzata puntualmente dagli avvocati del cardinale, nel frattempo divenuto Papa, il 19 aprile scorso.
La
Santa sede, ancora una volta e tenendo fede ad un modus operandi già
utilizzato in molte altre occasioni, ha potuto impunemente giocare la doppia carta che la vede contemporaneamente godere della condizione di "stato sovrano" e "confessione religiosa",
condizione, questa, che la rende titolare di privilegi unici al mondo e
le accorda possibilità che a qualsiasi altra istituzione statuale o
religiosa sono negate, permettendole di poter svicolare da qualsivoglia
responsabilità in nome, di volta in volta, di una delle due facce che
assume.
Ma
c'è da sottolineare che al momento in cui è stato commesso il reato
Ratzinger non era capo di stato, c'è da sottolineare che è stato
denunciato a titolo individuale, non come prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede. Il giudice ha accettato lo
stop chiesto dagli avvocati di Ratzinger per la richiesta
dell'immunità, ma chiedendo loro un "rapporto" mensile sull'avanzamento
dei lavori. L'immunità al capo di stato, in America può essere concessa
solo dal Presidente. E' Bush, perciò, che è tenuto ad esprimersi e che
eventualmente deve dire al magistrato: “Fermi tutti, il signor
Ratzinger gode dell'immunità in quanto Capo di Stato”.
L'assordante silenzio dei media.
Il 17 agosto scorso, l’avvocato di Houston Daniel Shea, ha tenuto una conferenza stampa a Roma, ospitato dall’associazione Anticlericale.net
Ecco
come Maurizio Turco, segretario dell’associazione, commenta la totale
mancanza di riferimenti e riscontri di questo evento sui media
italiani: "Chi ha voluto ascoltare la conferenza stampa di Daniel Shea
in diretta su Radio radicale, non può non avere colto i connotati di
ciò che comunemente viene definita una notizia fondata su fatti
concreti, certi, documentati. Gli
echi di questa notizia e della manifestazione dell’altro ieri a Piazza
San Pietro hanno raggiunto 173 testate americane, le reti televisive
CBS ed Msnbc, e finanche la Casa Bianca dove, durante il briefing
quotidiano, è stato chiesto conto di cosa intenda fare il Presidente
Bush di fronte alla richiesta vaticana di ottenere l’immunità
diplomatica per il proprio Capo di Stato.
Il
fatto che in Italia, fatte salve le agenzie di stampa, non sia uscito
nemmeno un rigo uno, o un secondo uno, sulla conferenza stampa di ieri
(o sulla manifestazione a Piazza San Pietro dell’altro ieri) è opera
che non abbisogna di una concertazione scritta, parlata o telefonica. "
Note. La
conferenza stampa si può tutt’ora recuperare on-demand, è in
audio-video e quindi si può ascoltare e vedere con il programma di Real Player. Cliccando qui vi si aprirà.
In una bella intervista del 18 agosto 2005, Maurizio Turco spiegava, inoltre:
"E' un processo civile, non è penale. Che in quanto civile ha un altro
significato, chiaramente: anche noi, dovendo chiedere qualcosa non
chiederemmo di arrestare Ratzinger, questo è chiaro. Sicuramente, come
cose urgentissime chiediamo il ritiro di queste disposizioni e la
trasparenza su quello che è accaduto perché, ricordiamoci, quei 4.000
preti riconosciuti dalla Conferenza episcopale americana come colpevoli
di aver commesso delle violenze sessuali soprattutto nei confronti di
minorenni sono 4.000 che siedono sui banchi della giustizia civile".
"In altre parole, non c'è stato un prete denunciato dalle autorità
ecclesiastiche alla giustizia civile, hanno praticamente preso quello
che è stato già accertato e l'hanno dato come buono senza dire però
qual è stata l'attività a partire dal '62, tutti i dossier che loro
hanno e che ancora non sono di dominio pubblico. Quindi noi vorremmo un
po' di trasparenza su questo sapendo comunque che, a prescindere da
questi documenti la causa prima delle deviazioni e sofferenze sessuali
è la sessuofobia, la politica vaticana sul sesso". Noi denunciamo questa politica.
Così come denunciamo la politica proibizionista perché arricchisce i
narcotrafficanti, la politica sessuofobica è causa di disastri e non di
felicità. Noi pensiamo che la risposta sia libertà sessuale e di
coscienza, libertà dell'individuo".
Gli sviluppi odierni.
Il 20 settembre scorso, in un articolo su Il Corriere della Sera, si leggeva che:
"La
Corte Distrettuale del Texas non si è ancora pronunciata in merito alla
procedura giudizaria civile presentata contro Papa Benedetto XVI,
accusato di complotto per coprire le molestie sessuali contro tre
ragazzi da parte di un seminarista: ma dopo l’intervento dell’Amministrazione Bush è assai probabile che la denuncia venga respinta.
Il
vice ministro della Giustizia degli Stati Uniti, Peter Keisler, ha
infatti bloccato la procedura giudiziaria ricorrendo alla cosiddetta "suggestion of immunity",
una misura legale che stando a quanto stabilito dalla Corte Suprema
dev’essere obbligatoriamente recepita dai tribunali di grado inferiore.
Keisler ha
ufficialmente informato il tribunale che Benedetto XVI gode di immunità
come Capo di Stato, sottolineando dunque che avviare il procedimento
sarebbe “incompatibile con gli interessi della politica estera degli
Stati Uniti”, che dal 1984 hanno allacciato rapporti diplomatici con la
Santa Sede. La stessa Ambasciata del Vaticano a Washington aveva
chiesto all’Amministrazione di intervenire con la "immunity suggestion"
e chiudere il caso."
Bush,
quindi, accoglie la richiesta del Papa, decidendo di non coinvolgerlo e
dichiarandolo non processabile, nonostante dal punto di vista giuridico
ci fossero tutti gli estremi e le ragioni per fare la scelta opposta.
Note.
Le considerazioni le lascio a voi, ricordandovi che si sta parlando di
bambini, minori stuprati e violentati da membri del clero e di un
sistema di copertura pensato ad hoc non solo per insabbiare l’intera
vicenda e far cadere i processi in prescrizione, ma che di fatto non ha
impedito, anzi ha favorito la reiterazione dei suddetti reati per
molti, molti anni, poiché i membri del clero colpevoli di abusi e di
cui le garachie vaticane giungevano a conoscenza, non subivano altra
conseguenza che quella di essere spostati da una diocesi all’altra.
Questo ha portato alla situazione per cui uno stesso personaggio si è
macchiato dello stesso reato all’interno di diversi contesti, a
distanza di tempo, come dimostrano le relative vicende giudiziarie
ambientate negli Usa e che hanno portato al pagamento di ingenti
risarcimenti in dollari da parte delle diocesi alle famiglie delle
vittime.
Ps. Vi segnalo anche questo thread
sul nuovo forum di Anticlericale.net che riporta le stesse notizie, con
qualche approfondimento in più, ricordandovi che lo stesso sito, che
corrisponde all’associazione telematica omonima, è stato recentemente
colpito da un hacker ed è in fase di ricostruzione. In home page potrete trovare anche un’annuncio che spiega e da conto di quest’altra brutta vicenda.
Se volete, siete liberi di riportare le cose scritte sopra, o quelle
scritte nel thead sul forum dove volete, linkarle o quant’altro. Faccio
questo, nella speranza che almeno l’informazione su questa vicenda si
diffonda il più possibile, visto che giustizia, con tutta probabilità,
non sarà mai fatta. Ma le mie ragioni sono anche quelle così ben
esposte nell’estratto dell’intervista a Maurizio Turco che ho riportato
più sopra. In questa squallida storia, infatti, emerge in tutta la sua
chiarezza il problema di fondo, ovvero la politica sessuofobica della
Chiesa cattolica e delle gerarchie vaticane, che costringono e
condannano, in primis, i suoi stessi membri a vivere inferni personali
e quotidiani di omertà e repressione. Inferni che poi, inevitabilmente,
si riversano all’esterno, sulla società, con le conseguenze che
sappiamo. Già che c’ero, ho preparato un bannerino, molto semplice, che
d’ora in poi sarà presente anche nella colonna qui a destra e che
rimanda a questo post.
Grazie di
cuore a tutti coloro che hanno letto e che daranno il proprio
contributo per far circolare l’informazione il più possibile! "
Inviato da: naturaseitulamiadea
il 30/04/2017 alle 11:03
Inviato da: naturaseitulamiadea
il 30/04/2017 alle 10:46
Inviato da: naturaseitulamiadea
il 30/04/2017 alle 10:35
Inviato da: taban puanlar
il 13/12/2016 alle 04:38
Inviato da: en güzel oyunlar
il 01/12/2016 alle 00:50