Creato da: CacciatricediSangue il 03/06/2004
parcheggiatore abusivo 3€, birra 4€, ingresso al locale 8€, pagare l'ingresso con monetine da 10 centesimi NON HA PREZZO
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La vita... si nasce e si muore soli...tutto il resto è un piatto di insalata... Messaggi di Aprile 2008
Post n°565 pubblicato il 30 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
signori... speranzosa di non dover fare la turista giapponese (anche perchè nun me regge) e soprattutto di tornar viva... lascio un saluto, poichè, per quattro giorni respirerò altra aria, camminerò su altra terra... e soprattutto, per ben quattro giorni mollerò st' Italia che non ci sta capendo più un cazzo! ...e alla faccia de chi ce vole male, io e la Zimo ce ne andiamo... (alla vostra!)
Post n°564 pubblicato il 28 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
-il giorno X (sabato)- pt.2 Ora eravamo davanti al locale che sarebbe stata la nostra distruzione, sia fisica che mentale. Sono bastati uno sguardo ai pochi metallari crucchi già ubriachi seduti per terra, il sole negli occhi e dieci minuti in piedi per decidere di poggiare le nostre chiappe stanche da qualche parte. La prima probabile soluzione era una collinetta d’erba, ma vista l’acqua caduta nella mattinata, e le pozzanghere resistenti a terra, abbiamo desistito dall’attuarla. La seconda soluzione, più fattibile, era sedersi quasi a terra, poggiandoci su un muretto alto meno di un tappo e mezzo. Di dormire non se ne parlava, io lottavo col sole, Fabio con la colite, decidiamo quindi di intaccare la preziosissima preparazione k del kit di sopravvivenza, ovvero l’unica cosa commestibile in quella scatolina, una barretta della kellog’s. sarà stata quella, sarà stato il succo d’arancia bevuto da Fabio, sarà stato l’odore delle vigorsol che Fabio continuava a ciancicare per mantenersi sveglio, che ci ritroviamo assaliti dalle formiche (nella foto in alto, la freccia celeste) Eppure ci eravamo accuratamente seduti dove non ce ne erano, le avevamo tenute a debita distanza. Via una, via due, via la terza che si infilava in una scarpa (va a capire perché poi salissero solo sui miei pantaloni e non su quelli di Fabio) decido di alzarmi e levarmi di dosso le bestiacce dopo il morso di una di loro. Da posizione eretta la visuale è diversa. Le formiche avevano abbandonato il parco giochi per dirigersi a casa loro, che, ovviamente, era sotto il sedere di Fabio. Dopo averglielo fatto notare, optiamo per una seduta più comoda (perché non ci ho pensato prima?). Cosi mentre lo spiazzo davanti al Backstage (nella foto sopra, la freccia verde) cominciava a dar segni di vita metallara crucca, noi poggiamo le nostre stanche membra (e non solo quelle) su un carrello per le moto, o qualcosa di simile. Tempo dieci minuti, e non so per quale assurdo motivo, le formiche arrivano anche li. Cazzo! Fabio le attira e assalgono me. Resisto. Resisto. Devo resistere. Ma quando, sentendo prurito a un ginocchio ne trovo una sotto i pantaloni mi alzo e tiro una bestemmia silenziosa. Cosi decido di passare gli ultimi momenti prima dell’ingresso seduta in pizzo in pizzo al carrello, lontana dall’ attiratore di formiche e il sole accecante in faccia. Il tutto mentre un buffo omino si accingeva a far pipì davanti a noi e la fila cominciava a prendere forma. Dopo che i vari gruppi avevano smesso di fare le prove, dopo aver riconosciuto qualche componente delle band, e dopo aver notato che il mio telefono segnalava batteria scarica impetuoso, mando un sms a vikingo e compagnia per avvertirli che la fila aveva preso una forma a dir poco inaspettata (tanti tanti crucchi e qualche italiano nordico) e ci mettiamo in fila. Usciamo dal cancello, e quello che avevamo visto fino ad allora era niente. La fila arrivava sino al parcheggio (i puntini neri sulla foto in alto). Però, c’era un però. Le file italiane, oltrepassato il cancello, sarebbero state un ammasso di gente ammucchiata che spingeva per accaparrarsi una posizione( da notare però la presa per il culo ad una golf truzza, ogni mondo è paese). Li no! Tutti in fila, belli ordinati…e tutti con un dannato corno! Porca miseria! Ero li, in terra crucca, tutti avevano un corno per la birra e io no (e dire che avevo sperato di comprarlo in cruccolandia, ma ahimè nei negozi avevano uno zero di troppo). Valuto la situazione, studio il soggetto davanti a me visibilmente ubriaco e con il corno incustodito proprio davanti alla mia mano, ma mi si accende una lampadina. Il tipo davanti a me, anche se ubriaco come una zucchina sotto al sole, era due metri per due. Desisto tristemente. La fila scorre tranquilla, dall’interno del locale si sentono le prime note, sono i Kromlek, il gruppo che avrebbe ufficialmente aperto il Pagan fest. Dopo di loro sapevo che avrebbero suonato Tyr ed Eluveitie. E io non potevo assolutamente perderli. Del vikingo neanche l’ombra, e noi siamo pronti ad entrare. Dalla luce accecante del sole tedesco, veniamo catapultati nel buio del locale. È già pieno! Un occhio alla postazione birra, un occhio al bagno (Fabio marcherà il territorio anche li), uno allo stand delle magliette e troviamo la posizione ideale. Di fianco al palco, poco sopra la piccola arena del locale, dove ininterrottamente si pogava. Desisto anche all’idea di provare ad avvicinarmi al palco. Voglio tornar viva dalla Germania. Poco prima dell’arrivo del secondo gruppo (che io pensavo fossero i Tyr, mannaggia a me e a quando non controllo il billing con gli orari) riesco a incrociarmi col vikingo, che immediatamente si lancia nella folla. Io e Fabio restiamo li, cercando di trovare uno spazietto adatto per vedere. Perché si, c’era l’arena davanti a noi, e un paio di file di persone. Ma se in Italia, puntualmente ti si piazza un cristone alto due metri e riesci a divincolarlo piegando la testa per vedere, li so’ tutti pagani alti due metri e tanta voglia de cresce. È stata una lotta dura. Ma siamo riusciti a vedere. E con mia sorpresa, sul palco trovo, oltre a un crucco altissimo, una formazione che non mi ricordava i Tyr. Loro sono tre, sul palco ce ne stavano cinque, di cui due donne. Qualcosa non torna. Ma fa niente. Faccio foto, ascolto.Vado in brodo di giuggiole, anche se ciò che sento non mi ricorda i Tyr. La folla è in delirio, canta tutte le canzoni, e, ahimè, so’ tutte in tedesco, difficile per me seguirli. Capirò più tardi che non si trattava dei Tyr, bensì degli Equilibrium (rincoglionita totale). Finita la performance, ci riprendiamo un attimo e troviamo posto su delle piccole scalette a mo di tribuna. È l’ideale, posto a sedere, e al momento giusto tutti in piedi a sovrastare l’altezza crucca per far le foto. È il momento degli Eluveitie. Finalmente riesco a vederli dal vivo. Sono tanti, sono agitati e la folla è carica. Le prime note vengono scandite da una cornamusa ricavata da una capretta, Inis Mona, primo singolo del nuovo album, risuona nel locale. E da li è il delirio. Molti i pezzi del nuovo, immancabili però i pezzi considerati storici. Your Gaulish War su tutti. Dopo di loro, convinta di aver sentito chi volevo sentire, decidiamo di riposarci fino all’inizio del prossimo gruppo, e , quando la folla fosse tornata davanti al palco per sentire la band, far tappa allo stand delle magliette, poi bagno, birra e un po’ d’aria dato che nel locale non si respirava più (va a capire come facevano a resistere i tedeschi vestiti di sola pelliccia).Mentre cominciano quelli che poi erano i Tyr, mi piazzo davanti alle maglie. Guardo i prezzi. Mi cascano le braccia. Devo scegliere. Fare una cernita di ciò che avevo in mente di comprare, e soprattutto segnalare all’omino la mia presenza di futuro acquirente di gadgets. Altro uomo crucco alto due metri, gli indico in inglese quali sono le magliette, che stanno dalla parte opposta da dove mi trovo io e lui mi fa, sempre in un inglese tedescoide, che ce ne sono di tre tipi. Gli indico le maglie, gli spiego che voglio quella in basso a sinistra. E lui continua a ripetermi che ce ne sono tre. Vabbè che non parlo inglese madrelingua, ma cazzo, tu non mi capisci! Mi fa spostare, e come i dementi mi mette davanti alle magliette e me le fa indicare. Sembrava uno schema da battaglia navale. A3 colpito, B5 colpito, C6 affondato! Però l’omino ha fatto l’errore di spostarmi sul lato sbagliato. Davanti a me i CD. I Tyr li ho ordinati, gli Eluveitie pure, però, è da un bel po’ che aspetto…e poi, porca miseria, c’è il primo degli Eluveitie che in Italia non si trova. Cerco di ricordarmi il listino prezzi, e mi mando a quel paese mentalmente quando indico all’omino anche i tre cd (glieli indico col dito, sarebbe stato fiato sprecato usare le parole). Ora io non so se lui ha sbagliato i conti, o il listino era farlocco, perché col prezzo delle tre maglie ho preso pure i tre cd e mi ha rifilato la bandiera del Pagan. Vado via contenta e soddisfatta (e se questo è shopping compulsivo, Fabio tu non hai visto ancora niente!). Ora non restava che prendere una birra e cercare dell’acqua. Davanti alla cassa si palesa un omuncolo emo (dannazione pure li!) prendiamo due birre, due bottiglie d’acqua e insieme al resto ci da dei gettoni. In pratica invece di avere bicchieri di plastica sparsi ovunque per il locale, la birra te la servono con i loro bicchieri, e restituendo quelli ti ridanno indietro i soldi. Bicchieri in affitto. Alla faccia delle organizzazioni italiane! Birra in mano, ci facciamo spazio all’ingresso per una boccata d’aria, e davanti a noi un megaschermo mandava la partita del monaco contro non ricordo chi, ma è irrilevante. Perché davanti a me ho l’uomo pelliccia che avevo tentato di fotografare dentro il locale prendendo invece mezza faccia di Fabio. Poteva mancare la foto caratteristica di qualche soggetto strano? Naaaa! Fuori fa freddo, il gruppo non ha ancora finito di suonare. Entriamo e vediamo cosa si riesce ad osservare da lontano. Mi guardo intorno e trovo il cantante degli Eluveitie, ammazzo la timidezza, mentalmente mi formulo la fra setta in inglese e gli chiedo se posso fare una foto con lui, Fabio scatta e verranno fuori due soggetti orrendi che ovviamente non mostrerò muahahaha! Intanto i Tyr hanno finito di suonare e la gente si sta riversando nell’ingresso, chi a prendere una birra, chi a respirare, chi a dare uno sguardo alla partita. Tra poco suonano i Moonsorrow. Ci facciamo spazio, cerchiamo la vecchia postazione ma è, ahimè, occupata. Facciamo mente locale. Quanto ci interessano i Moonsorrow rispetto al nostro mal di piedi? Vince la seconda, ci acquattiamo tristemente su un palchetto di legno. Mi alzo un paio di volte per tentare di fare qualche foto, ma l’unica semi decente è quella qui accanto. I Moonsorrow sono bravi, ma noi eravamo troppo a pezzi per reggere il gomito a gomito con la folla crucca. Siamo nella stanza dello stand, vicino a noi c’è il cantante degli Equilibrium (sì sì l’uomo altissimo che ti da un gusto vederlo live perché sovrasta tutti e lo puoi vedere pure se sei nano! Sì sì proprio lui, quel cantante che io avevo scambiato per il cantante dei Tyr). Attendo che finisca di parlare con due tipe, mi rifaccio avanti e gli chiedo una foto. Vedo lui acquattarsi, ingobbirsi a tal punto, che mi sembrava brutto restare in piedi. Il risultato? Due gobbi con le smorfie in foto! È il momento dei Korpiklaani. Noi dobbiamo capire cosa fare. Io li ho già sentiti all’evolution festival un paio d’anni fa, Fabio non li conosce. Ma siamo entrambi a pezzetti. Una sigaretta all’aria aperta, giusto il tempo di congelarsi un po’ e rientrare dentro. Anche la seconda posizione strategica è stata rubata, e mentre il vikingo cerca di risistemarsi la cintura portacorno prima di farsi nuovamente sommergere dalla folla, noi cerchiamo un posto dove svaccarsi. I Korpiklaani non mi interessano. Non ero li per loro, e non mi faccio massacrare per loro. C’è un buco vuoto per terra, vicino al guardaroba, scivoliamo inesorabilmente dalla parete al pavimento e rimaniamo li. Nemmeno il tempo di chiudere gli occhi che Fabio s’addormenta! Sì! Crolla proprio. Non ha dormito a casa mia col gatto sul fianco, ha sonnecchiato in aereo, ha sonnecchiato sulle panchine, ma riesce a dormire coi Korpiklaani che urlano e fanno esaltare il pubblico. Chiudo gli occhi anche io, credo sia durata 5 minuti quella sensazione di pace, tranquillità e benessere, perché pochi istanti dopo vengo svegliata da due tedesconi biondi che prima in tedesco, poi in inglese, agitando le mani, mi dicono di svegliarmi e di mettermi a ballare, perché sono i Korpiklaani! Non ricordo in che lingua ho risposto. Forse un inglese romanesco. Ma ho fatto intendere che da li non mi sarei alzata. A disturbare la mia quiete arriva anche una della sicurezza che mi chiede se stessi bene. “Si sto bene, sono solo cotta, marcia, distrutta, in coma e c’ho sonno” questo avrei voluto risponderle. Ma è bastato un cenno di vita per farle capire che non ero fatta, ne ubriaca. Ero solo stanca. Ultimo step. Gli Ensiferum. Ormai il Backstage è pieno. C’è una marea di gente. Facciamo l’ultimo sforzo. Torniamo al lato destro del palco e cerchiamo di riuscire a fare più foto possibili. Fabio è in fase di distruzione totale, io sto li li. Mi ricordavo di averli sentiti all’evolution e di averli stroncati. E in terra crucca mi torna in mente il motivo. Si sono coinvolgenti, si sono piacevoli. Ma gli Ensiferum li trovo meglio in studio che live. Sarà la stanchezza, sarà il caldo all’interno del locale, sarà tutto quello che vuoi ma poco prima che gli Ensiferum finiscano decidiamo di abbandonare il posto. Abbiamo fatto tanto, accontentiamoci. Cosi raggiungo il vikingo, gli lascio il cd delle foto di Valstagna e lo saluto. Tanto ci si ribecca, se non al Gods, o all’Evo, di sicuro al Summer Breeze. Le ultime forze vengono impiegate per quel piccolo tratto di strada dal capannone al Backstage dove si teneva la serata del sabato (freccia rossa sulla foto in alto) e per prendere il taxi che ci avrebbe portato in aeroporto. Sapevo che di fronte al locale stazionavano i taxi, infatti eccoli li, di quel bianco sporco, colore assurdo, ma almeno li distingui dalle altre auto. Saliamo, l’omino ci vede usciti dal concerto metal, armeggia con qualcosa e parte la musica. Le prime note inconfondibili. Ha messo i Motorhead. Io non li reggo, Fabio idem! L’omino ci guarda dallo specchietto retrovisore cercando consenso, e io mi ritrovo a dovergli spiegare, che tra tutti i gruppi metal, quelli proprio non ci piacciono. “I’m sorry, but we don’t like Motorhead”. Mannaggia a me e a quando me ne sono uscita cosi! Tutto il tragitto dal Backstage all’aeroporto (che non sono cinque minuti ma una buona mezz’ora) è stato una sorta di Sarabanda crucca. L’autista smanetta con il lettore mp3, e ad ogni brano mi chiede se mi piace o no. Parte il jazz, e gli spiego che non mi entusiasma, sono più per il death metal. Mi dice che non se ne intende. Mette i Led Zeppelin, e li andiamo d’accordo. E così per tutto il tragitto, musica a palletta e 170 km orari sul contachilometri. Nel dormiveglia mi chiede a quale terminal dovesse portarci. Panico. All’inizio non avevo nemmeno capito cosa mi avesse chiesto (quando dormo spengo gli unici neuroni funzionanti), quando realizzo gli dico che non lo so, so solo che dobbiamo arrivare a Roma (possibilmente vivi). Termina B dell’aeroporto di Monaco. Ci saluta e ci augura buon viaggio, e ci ritroviamo da soli in un posto immenso, vuoto e silenzioso. Ultima boccata d’aria prima di entrare, giusto il tempo di far formulare a Fabio la frase: “Sai che mi ricorda? 28 giorni dopo, quando è tutto buio…” non fa in tempo a finire il discorso che un black out totale ci colpisce in pieno. Aeroporto al buio, sirena che suona. Macchinette spente. Porte automatiche che si aprono sotto misure di sicurezza. L’infame mi ha fatto vivere gli ultimi 5 minuti di panico.dopo qualche istante ritorna la corrente, la sirena, un fischio fastidiosissimo, smette di suonare, l’omino della sicurezza ritorna al suo posto e noi decidiamo di entrare e osservare la nostra zona notte. Pausa bagno (si anche li), giro del terminal tristemente vuoto e decidiamo di occupare le panchine davanti ai check in automatici. Salta nuovamente la corrente. Luci spente e, da buon film dell’orrore, l’unico essere vivente che passa, è l’omino delle pulizie col carrello leggermente cigolante. Andiamo bene. Ma la stanchezza è tanta per farsi sopraffare dalle suggestioni. Torna la luce e noi siamo gia stesi ad occupare la nostra fila di panche, in attesa che l’aeroporto si ripopoli di vita. Mentre Fabio dorme alla grande, io mi sveglio due o tre volte. Mi alzo, vado in bagno, prendo aria, osservo l’alba crucca, faccio la vaga e vado a prendermi la rivincita al check in lontana da sguardi indiscreti (ovvio l’unico gufo stava dormendo) e vinco. Faccio il check in e torno a dormire soddisfatta. Mi risveglio verso le 6 e qualcosa notando un po’ di movimento. L’aeroporto ha ripreso vita. I negozi stanno aprendo, e cosa più importante, i bar sono già attivi. Fabio è sveglio, solo fisicamente, mentalmente deve ancora carburare, e ci dirigiamo ai metal detector. “Do you have some liquid?” No. “computer?” No e passiamo sotto l’aggeggio. Passa Fabio, tutto tranquillo. Passo io, suona. Guardo Fabio “Ti prego, fa che non mi debba levare le scarpe”. Le ultime parole famose. La crucca mi esamina da capo a piedi. Suona il polso (bracciale), suona il collo (catenina), suona il gomito (???), suona il bottone dei jeans, suona il ginocchio sinistro (di nuovo??) e suonano le scarpe… Cazzo! “The shoes please” no ti prego, le scarpe no. Mi fa sedere e mi chiede di levarmele. Ora, voglio dire, non è che puzzassero, ma diciamola tutta, sfido chiunque a prendere in mano un paio di anfibi dopo che si hanno ai piedi per un giorno e mezzo, dopo averci camminato e soprattutto dopo che hanno vissuto un concerto. La seconda guardia le prende. Non so come spiegare la faccia che ha fatto, le ha prese in pizzo in pizzo e le ha fatte passare sotto il rullo. Ultima figura di merda crucca. Ora siamo pronti per partire, non prima di un ultimo cappuccino tedesco (alla faccia dell’ AirDolomiti!). Tornati sani e salvi dalla Germania, vivi e vegetali ma soddisfatti. Anzi ringrazio il sacco di patate che oltre a venire con me (non so quanto sarei riuscita a partire da sola) si è sopportato le follie da shopping compulsivo sulle tazze, il martellamento mentale sulla voglia di avere un corno, gruppi a lui semisconosciuti e un massacramento fisico e mentale di tutto rispetto. Non so lui, ma io ci voglio tornare (e a novembre ci torno!)
Post n°563 pubblicato il 27 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
-il giorno X (sabato)- pt.1 Arrivati a casa più o meno all’1 di notte, tra la preparazione degli zaini e le sistemazioni per dormire, si punta la sveglia alle 4 meno qualcosa…e il risultato drammatico è che l’unico a dormire è stato il gatto. Come cadaveri montiamo in macchina, direzione aeroporto. Non so nemmeno come ho fatto ad arrivarci perché ancora dormivo. Alle 6 e 40 c’è il volo, noi siamo a 700 metri a piedi dal terminal B, sono le 4 e 40, c’abbiamo un sonno porco e siamo già stanchi. Ci incamminiamo lungo l’autostrada, dopo aver lasciato l’auto, e passetto passetto arriviamo al terminal B che ovviamente, a quell’ora, è chiuso (fuck fiumicino!) torniamo indietro, entriamo dal terminal C e passetto passetto strascicato, occhi abbottonati arriviamo alla prima tappa… il check in della lufthansa! Check in elettronico? Un fallimento totale il primo tentativo…e avendo i passeggeri a mo di gufi col fiato sul collo lascio perdere e torno in fila. Fabio è già sull’orlo dell’addormentarsi in piedi, cerco di studiarmi gli americani davanti a noi per tenermi sveglia. Fatto finalmente il check in e rimasti a metà sulla tragedia napoletana di una viaggiatrice, la sua valigia e una hostess, passiamo sotto il metal detector e andiamo alla ricerca di caffè e bagno, cosi nell’ordine preciso. E poi di corsa ai primi posti a sedere, avevamo un’ora di buco da riempire col sonno visto che il volo era in ritardo (a saperlo ci saremmo alzati un’ora dopo – fuck Fiumicino!-) Giunta l’ora dell’imbarco, ci mettiamo in fila, e successivamente prendiamo posto in quello che sarebbe stato il nostro aereo. Dopo essersi assicurati che tra tutti i posti possibili a noi c’è toccata l’ala con tanto di reattore in bella vista, il sonno cominciava a farsi sentire. Non ricordo di aver dormito profondamente, ma quasi, tanto da non aver sentito le hostess mentre lasciavano il nostro futuro kit di sopravvivenza sul posto di fianco. Inutile dire che Fabio invece di andare sul sicuro si è preso un cappuccino gentilmente offerto dalla AirDolomiti che lo ha perseguitato, e forse lo sta ancora facendo, per tutto il viaggio. Arrivati in terra crucca e accompagnati da un festoso diluvio, decidiamo di: - ambientarsi - capire dove siamo - capire dove c’è la navetta che ci avrebbe portato a Monaco città (della quale mia madre si era dimenticata di stampare il ticket precedentemente acquistato col volo) - capire se i tedeschi comprendessero il nostro italiano addormentato - formulare un’eventuale frase in inglese nel caso in cui l’italiano sia lingua bandita dalla terra crucca - aspettare che spiova Al punto informazioni, chiedo se la signorina parla italiano, e quando mi rassicura dicendomi di sì tiro un sospiro di sollievo. Ci indica la strada per i bus e ci avviamo. Ma non ai bus. O meglio, ci avviciniamo, ma invece di uscire e prendere la navetta, optiamo per un riposino extra con la scusa della pioggia. Mando qualche messaggio rassicuratore sul nostro arrivo in Germania, ricevo una telefonata sbagliata nel posto sbagliato, mi guardo intorno e decido di andare a sondare il terreno mentre Fabio lentamente moriva sulla panchina dell’aeroporto… Intorno le 11 e qualcosa ci facciamo coraggio e andiamo a prendere la navetta. Prossimo obbiettivo: recuperare una cartina di monaco dettagliata (non come quella del touring che mi tagliava le strade a metà) e che sia comprensiva delle varie linee di trasporto. Pisolino inevitabile di Fabio sul bus, che (diamo colpa al rincoglionimento da sveglia), alla prima fermata della navetta, leggendo Parken (con tanto di bella P bianca su sfondo blu) se ne esce con “ah! Siamo arrivati?” e mi cascano le braccia… Scesi finalmente alla fermata giusta, davanti alla stazione, non restava che cercare un qualcosa che somigliasse a una cartoleria, un tabacchino o simile che vendesse cartine. Con quella in mano le paure svaniscono. Ora non restava che impegnare il tempo da bravi turisti e immergerci nel Zentrum. E cosi che, seguiti da una nuvoletta fantozziana, ci aggiriamo tra la massa di gente passeggiante, negozi di boccali, tazze e corni (sigh), tra banchetti di asparghel bianchi e peruviani, per arrivare a MarienPlatz. Inutile dire che l’occhio mi casca sul draghetto appeso su di una facciata del palazzo cinquecentesco! Insomma, tra una foto curiosa e una turistica, si fa l’ora di pranzo, e visto che non siamo riusciti a trovare la fantomatica birreria (altro motivo per tornare a Monaco), ci infiliamo all’interno del palazzo abbagliati dai menù esposti fuori, e dai ricordi sbiaditi di Fabio. Entrando dentro rimango sbalordita. È un posto chichettoso! Tanto che in me si insinua il dubbio. I menu che avevamo visto erano stati aggiornati? Possibile mai che tutta quella gente in giacca e cravatta si facesse servire da camerieri vestiti di tutto punto wurstel e crauti? Quella che sembrava la direttrice ci chiede se siamo in due e ci intima a seguirla. Prima sala, seconda sala, terza sala…sto posto è immenso! E ci accompagna al tavolo. Quando arriva il cameriere, ci rivolge una domanda in tedesco, cerco di rispondere in inglese che ancora non avevamo scelto, chiedo a Fabio se avesse una mezza idea di cosa prendere e il cameriere impietosito: ”vabbè posso intanto chiedere cosa bevete?” Con l’arrivo della birra ordiniamo titubanti i piatti fotografati sul menu dai nomi impronunciabili. Ma siamo ancora vivi, quindi niente veleno nei piatti crucchi. Cerchiamo di restare il più possibile nel ristorante per evitare di vagare ancora per Monaco visto lo stato cadaverico che ci accompagnava e la stanchezza sulle spalle. Dopo il caffè, vedo tornare il cameriere, osservarci, e poi tornare indietro. Passato un quarto d’ora si rifà avanti, e alla nostra richiesta del conto lui ce lo porge direttamente dal taschino. Che voleva per caso mandarci via?? -_-‘ Ora dovevamo riempire il vuoto temporale. Troppo presto per raggiungere il locale, il vikingo, che avremmo ritrovato al locale, doveva ancora passare il confine. Soluzione? Prendersi una sedia osservare l’interno del palazzo e fingersi morti cercando di accaparrarsi quel poco sole che ogni tanto spuntava tra le nuvole. Il vento però non ci aiutava. Dopo aver contato le finestre, aver cercato le differenze tra un lato e l’altro del palazzo, dopo aver fatto con la mente il labirinto disegnato sul pavimento e, soprattutto, dopo aver capito di aver preso anche troppo freddo, decidiamo di alzare le chiappe e dirigerci al Backstage. Usciamo da Marienplatz e ci avviamo verso la stazione, dove avremmo dovuto prendere la metro, o il trenino, o quello che era, che ci avrebbe portato nelle vicinanze del locale. Scendiamo nel sottopassaggio e ci dirigiamo davanti alle macchinette automatiche per i biglietti. Piccolo problema. Io sono abituata alle metro romane, Fabio non è riuscito a farsi fare il biglietto giusto alla stazione di Bologna, e davanti a noi avevamo delle macchine infernali piene di tasti, tastini e codici. Lasciamo passare avanti chi aveva più confidenza con quelle cose, e lontano da sguardi indiscreti, ormai da soli, ci accingiamo a premere a casaccio i tasti sperando di trovare quello giusto. Il primo tentativo fallisce, ci da la possibilità di acquistare un biglietto per una tratta da 16 euro. Il secondo peggio ancora, ci da l’abbonamento giornaliero da 32. dopo aver capito che, troppi erano i tasti per sperare di trovare quello giusto, sapendo che il locale distava da li più o meno 5 kilometri, optiamo per il caro e vecchio taxi. Con 10 euro siamo li davanti! Finalmente! Nel frattempo il vikingo aveva oltrepassato il confine con i suoi compagni di viaggio, lo aggiorno su dove fosse il posto, e dopo essersi rifocillato, ci avrebbe raggiunti. Ci raggiunge uno dello staff e ci fa sapere che il Pagan Fest si sarebbe tenuto poco più giù e ci indica la strada. Beh ora eravamo dove dovevamo essere. Non restava che attendere l’apertura dei cancelli…
Post n°562 pubblicato il 23 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
-il giorno prima (venerdì)- Tutto cominciò venerdì. A dire il vero è cominciato tutto un po’ prima. Ovvero quando, parlando della nostra avventura in casa della Cianciulli velletrana, Anto, la Zimo ed io architettammo uno scherzetto da fare al povero Afbio. Ovvero fargli trovare una saponetta di quelle fatte in casa e portarlo poi in un luogo sconosciuto dove sarebbe stato accolto da costei con tanto di pentolone sul fuoco. Beh, le cose non sono propriamente andate cosi. Ma andiamo per ordine. Venerdì pomeriggio era programmato minuto per minuto. Alle 18 io e la Zimo saremmo dovute andare dall’assicuratore per permettere a costei un futuro salvadanaio, per poi dirigerci alla stazione tiburtina alle 20 e raccogliere lo sventurato. Da li avremmo dovuto raggiungere casa di Anto. E da qui cambiano già i programmi. Mia mamma voleva conoscere quello sciagurato che mi avrebbe seguito nell’impresa crucca, quindi posticipiamo la cena di mezz’ora. Alle 16 minuto più minuto meno mi arriva un sms. È Fabio. Dice di aver sbagliato treno. Dice di aver discusso col controllore. Dice dice…ma l’unica cosa che sa è che è su un eurostar senza posti a sedere. Giunte a Termini, cerchiamo uno straccio di parcheggio attendendo che l’essere si palesasse. Mentre studiavamo le modalità di parcheggio nipponico (due dementi cercavano di parcheggiare in modi a dir poco assurdi) ci mettiamo in doppia fila aspettando l’arrivo di un sms, o uno squillo, che ci dicesse che Fabio fosse arrivato vivo, sano e tutto intero a Roma. Ci facciamo coraggio, raccattiamo lo sventurato dopo svariate indicazioni (del genere “siamo davanti alla farmacia” “la croce verde lampeggiante?” “si Fabio quella è la farmacia”) e, avendo un buco di due ore da riempire, lo portiamo a comprare la spadina (mi assicurerò poi che la lasci a casa e non se la porti dietro fino all’aeroporto) e subito dopo a casa per posare borsa e cervello. Giunte alla destinazione designata dal TomTom, cerchiamo l’edicola descrittaci da Anto, e soprattutto cerchiamo lei. Fabio ahimè aveva capito tutto, altrimenti lo scherzo sarebbe riuscito alla perfezione vista la stradina da dover fare per raggiungere casa sua! Beh, che dire, entrati in casa siamo stati avvolti da un profumino che era tutto un programma. La Anto ci ha fatti sedere a tavola e nemmeno l’arrivo di Molly senior l’ha distratta, ha tirato fuori ogni ben di dio senza fermarsi un attimo. Con lo stomaco pieno fino all’orlo ha chiamato lei…ed è stato delirio puro. Ammetto di aver perso il filo del discorso, tra risate a non finire, i due molly che chiedevano di Micky, la Anto in preda a scenate di gelosia, ricordo solo che Afbio è stato definito peluche e quindi adottato da Anto e Micky, e che la Zimo per poco non risvegliava la voglia di distruzione scolastica in Molly junior. La serata si è spostata in salone, tra racconti chattaroli e non, tra dolce e spumante, e un giro fallimentare del divano per digerire.
Post n°561 pubblicato il 21 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
torno dal lavoro poco fa e trovo un messaggio sul cellulare, è di Fabio perchè devo mangiare al vapore?? -_-' non ne capisco il senso, accendo il cervello e vado a scorrere gli ultimi messaggi inviati cercando di ricordarmi cosa diavolo gli avessi scritto ieri e...sorpresa, trovo un mio ultimo messaggio "Devi mangiare al vapore!" non ricordo di averglielo mandato ieri sera, ne ieri pomeriggio, controllo l'ora. a quanto pare la devastazione in terra crucca ha dato i suoi frutti, questa mattina in piena fase risveglio dal coma, alle 6 e 20 ho spedito quel qualcosa di incomprensibile. mo va a capire perchè! tenterò di riprendermi e mettermi a fare il resoconto crucco prima di resettare completamente il cervello...sto alla frutta!
Post n°560 pubblicato il 18 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
Monaco stiamo arrivando!! se disgraziatamente non dovessimo tornare vivi da li...beh sappiate che siamo morti felici (almeno io, Fabio mica lo so)
Post n°559 pubblicato il 18 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
è noto che, dove ci sia un pubblico, il più delle volte pagante, a cui si richiede un opinione (che poi dovrebbe essere il contrario, toccherebbe essere pagati per dare un'opinione anzichè pagare per dire la propria), si prendono toppe incredibili. basti vedere la finale del grande fratello palestinese, tra il signor Barabba e il signor Cristo Gesù, conduttore della diretta il signor Pilato Ponzio. c'è anche da dire che il pubblico giustiziatore, da sempre, piuttosto che basarsi sui fatti, si basa sulle voci dello scandalo. prima li mandano alla forca, poi li fanno santi...e si sa, da morti, pure il peggiore dei delinquenti diventa "era un cosi bravo ragazzo" e poi, diciamola tutta, al popolo gregge di pecoroni, gli hippies che professano pace amore e liberta non sono mai piaciuti! (nella foto il conduttore palestinese, come la nostra Marcuzzi, col giocatore perdente al televoto) tutto questo delirio è dovuto al divagare su Gesù...tutto questo è dovuto alla canzoncina messami in testa da questi due esserini. ma dico io, si può partire con una canzoncina su Gesù, Julio iglesias che canta "se mi lasci non vale" e le corfiatone????
Post n°558 pubblicato il 14 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
Post n°557 pubblicato il 12 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
sono dovuta uscire con mia mamma questo pomeriggio, e sulla via del ritorno, palesandomi davanti agli occhi un parcheggio, ho deciso di fermarmi con lei al seguito. in pratica ho portato mia madre QUI (chi c'è stato lo sa, chi non c'è stato può immaginare che un negozio che vende metal può essere solo che tutto nero, con omini tutti vestiti di nero e con vari gingilli e disegni particolari). dopo che due clienti-vikinghi squadrano mia madre, dopo che chiedo quali dischi volessi, mia madre se ne esce cosi: "però! guarda che bello quel tatuaggio! molto particolare" l'omino alla cassa (alias spacciatore2, gia rimasto shockato la prima volta che misi piede li dentro) guarda me, guarda mia madre, e dallo sguardo gli si leggeva chiaro e nitido la domanda su chi delle due fosse matta, risponde "beh non è quello che mi si dice di solito, grazie" per intenderci pusher2 ha un tatuaggio bello (per i miei gusti), particolare sul gomito. un pentacolo con delle croci, che non saprei come spiegare qui, ma a me piaceva. e credo sia normale... la cosa assurda è che piaceva a mia madre! [l'ho rassicurato dicendogli che ormai mia madre è abituata a vedere immagini simili...]
Post n°556 pubblicato il 11 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
uscite dal cinema, dopo due orette passate piacevolmente in compagnia di Juno, tra le varie considerazioni che si fanno post film, esce fuori quella del gergo giovanile usato, marcato, non marcato, un po' esagerato, giusto... ma non è questo il problema. qualche giorno fa, al lavoro, un ventenne se ne esce con "no perchè, quello m'ha blastato!" e li mi sono girata chiedendogli spiegazioni... insomma, gira che ti rigira, il tipo ha provato a spiegarle cosa significasse il termine blastare, ma senza risultati.
insomma, non c'ho capito un'h! cosa cazzo significa blastare??? PS: la chicca l'ho trovata qui:
Post n°555 pubblicato il 10 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
eyes guarda un po' cosa c'è in rete... ora la domanda nasce spontanea però... che tizianuccio nazionale si stia ravvedendo e abbia deciso di utilizzare la voce per qualche canzone che non sia la solita hit del momento o i linea 77, presi dal successo mtvttiano, abbiano bisogno di più gente ai concerti e più gente che compri i loro dischi? la canzone non è malvagissima... ma guai a chi me lo chiama metal questo!
Post n°554 pubblicato il 08 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
ei fu e so due! lo strazio riprenderà a maggio, cercherò di tornare subito dopo amsterdam cosi da non rendermi conto di quello che il dentista starà per fare [appena avrò un pochino di tempo, giurin giurello che posto tutti i messaggi]
Post n°553 pubblicato il 06 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
a quanto pare libero non ha capito che io li non ci voglio finire! e ovviamente, tra svariati patetici messaggi e aggiunte alla lista amici che, ripeto, IO NON HO E NON VOGLIO AVERE, non poteva mancare questo: insomma... come cazzo si fa ad evitare di finire li? non tanto per i messaggi che sarebbe inutile ripostare di nuovo, ma almeno per evitare lo sfottò di questa essera! PS: ammetto che i messaggi che arrivano alla Zimo di rimando a codesto post mi gratificano...vendetta! muahahahahah
Post n°552 pubblicato il 05 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
e fanculo la febbre, la polmonite, la bronchite, il mal di denti, le gambe rotte, il cervello per terra, le saponette e gli ossi di morto! 19 aprile 2008 Pagan Fest - Monaco 1-4 maggio 2008 Amsterdam (con costei) 27-29 giugno 2008 Gods of Metal - Bologna 11 e 12 luglio 2008 Evolution Festival - Milano 26 luglio 2008 Rockin' Field - Adro 9 agosto 2008 Agglutination Festival - Potenza 14-16 agosto 2008 Summer Breeze Open Air - Dinkelsbuehl (con annesso giro panoramico di mezza italia, un pezzetto di Cruccolandia e Dinkelsbuehl, paesino medievale) Adro non è certo al 100% ma giurin giurello che ci provo, per il resto, cascasse il mondo, sti appuntamenti non me li perdo, manco se crepo in uno di essi!
Post n°551 pubblicato il 03 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
c'è che mi sono letteralmente rotta. sarò nervosa, incazzata, intrattabile, ma i nervi sono andati
c'è che mi sono veramente rotta i coglioni
Post n°550 pubblicato il 01 Aprile 2008 da CacciatricediSangue
e non è un pesce d'aprile come il simpaticissimo libero non manca di ricordare e uno è andato, il primo passo verso la dentiera. e non basta pensare al fatto di non aver mai avuto giudizio, perchè quel gniiiic gniiic gniiiiiiic straapp che fa mentre l'affare metallico te lo strappa lo senti, e non è frutto della mente! adios primo fottutissimo dentaccio, e dire che mi stavi pure sul cavolo! tiè PS: posso ancora appellarmi al topolino dei denti e sperare, visto il dentone, in qualcosa? PPS: qualcuno sa spiegarmi perchè se cerco tra le immagini di google "dente del giudizio" saltano fuori immagini dei toRkio hotel???
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Inviato da: naturaseitulamiadea
il 30/04/2017 alle 11:03
Inviato da: naturaseitulamiadea
il 30/04/2017 alle 10:46
Inviato da: naturaseitulamiadea
il 30/04/2017 alle 10:35
Inviato da: taban puanlar
il 13/12/2016 alle 04:38
Inviato da: en güzel oyunlar
il 01/12/2016 alle 00:50