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Messaggi di Luglio 2008

 

...intervallo...

Post n°591 pubblicato il 28 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

prometto che scriverò quanto prima l'ultima parte del resoconto, ma tra il rientro al lavoro, le burracate notturne, la paella, le spese folli, la cassa da morto e il portapacchi che manco da Gucci sarebbe costato così tanto c'è stato catapultato un imprevisto...

e il bello è che stavolta non è nemmeno colpa mia ma di mio padre...

 
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Evolution Fest 2008 - L'inizio della fine day 1

Post n°590 pubblicato il 21 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

Personaggi (oltre ai già citati):

Ø      Mr. Kaos

Ø      Mr. Nidho

Ø      La proff.

Ø      Mr. Gallette

Ø      Tally

Ø      Mr. Slow

Ø      Paolo (quello vero)

Ø      Giancoso

Ø      Ornella

Sono ormai le 8 passate quando da fuori la tenda si sentono voci conosciute e i passi felpati di persone nelle vicinanze. Dentro non si respira, e con la Zimo decidiamo di uscire. Il tempo di aprire la zanzariera per notare che Giordano non parlava col suo amico immaginario, bensì con Kaos, redivivo dal Gods, armato di liquidi e sicuramente meno vestito.
È mattina, siamo parzialmente svegli, c’è il sole, un venticello d’accompagno…ed è ora di colazione.

Tiriamo fuori tutto il necessario. Tavolino, sedie, cibarie, ombrellone. Kaos prontamente ci presta la sua ruota di scorta ed ecco che l’ombrellone è in piedi. Nemmeno il tempo di apparecchiarci che una pettorina arancione ci viene a ricordare che ci siamo appropriati di un posto adibito a parcheggio.
A niente sono valse le lamentele, il tentativo di tenere il parcheggio per i dormiglioni che vengono da Bologna. Spostiamo il tavolo e attendiamo.

Sarà una giornata lunga. La prima telefonata arriva dalla Prof. Stefania. E in pochi minuti è li. Ora mancano 3 persone all’appello. Alessio, che aspettiamo per le 11, visto che viene col treno, Fabio e Vera, che sappiamo partono da Bologna, ma non abbiamo idea di dove siano, se sono partiti, se sono arrivati, se si sono persi. Mentre attendiamo loro notizie, Daniele si appresta a montare la sua tenda. Ha sulle spalle Wacken ed Evolution e ci onora della sua presenza a modo suo. Una stecca dello scheletro è rotta. Soluzione? Pareggiare rompendone un’altra. Risultato? Tenda budino spiaccicato. Ci guardiamo attorno preoccupati ma Kaos ci tranquillizza. “Non ci dormo mica là dentro, dormo in macchina.” Nemmeno facciamo in tempo a proporgli un’alternativa che ci tarpa le ali cosi! La tenda servirà per tenere il posto ai Bolognesi, dato che comincia ad esserci un certo movimento. Accanto a noi un’altra Quechua fa Swwoop e Giordano riesce ad attaccar bottone col il proprietario (effetto calamita, ormai è stato infettato anche lui). Cosi dopo aver discusso, noi col caffellatte, il tipo con una bottiglia di ceres in un formato gigante mai visto… ecco che arriva la prima telefonata di Fabio. Sono praticamente le 11 passate.
Cosi tra un’indicazione stradale e un messaggio, riusciamo a riunire tutta la ciurma. Alessio arriva in perfetto orario. Lorenzo idem. Fabio…ehm…questa volta non ha preso il treno ma è riuscito ugualmente ad impicciarsi con le strade di Segrate. Arriverà al nostro cospetto quando ormai i parcheggi davanti a noi saranno già occupati e un pane e merda sarà già attivo. Non resta che parcheggiare più in fondo, sbaraccare e mostrare a tutti il lancio della Quechua.
Quando questo accadrà saranno passate le 12 da un pezzo, Kaos sarà già dentro (il venerdi aveva l’obbligo fotografico di presenziare a tutte le esibizioni) e ci aggiornerà sui movimenti del pubblico. Ed ecco il momento. Sbaracchiamo la tenda di Kaos (i suoi resti copriranno l'auto piena di cibarie dal sole) Fabio stende il telo. Lo ritira su. Lo ristende. Lo stende nuovamente. Lo tira a destra. Lo tira a sinistra. Lo riprende, lo stende per l’ennesima volta. Il tempo impiegato per stendere il telo sarà lo stesso del picchetto anteriore della tenda. Mr. Slow non è Mr. Slow a caso! Il tutto mentre i Dark Lunacy cominciano a suonare. Ma non è ancora il nostro momento. Dopo ci saranno i Sadist, che vorremmo evitare almeno questa volta visto che ce li ritroviamo ad ogni festival metal. Le ultime parole famose. Dopo un paio di panini e un bicchiere di idromele made in Nightmist, riusciremo ad entrare proprio mentre i Sadist si stavano esibendo. Ma il richiamo del bagno è stato troppo forte da poter evitare altrimenti.

Mi guardo intorno, l’idroscalo del Gods 2007 è visibilmente diverso dall’idroscalo dell’Evolution. C’è più erba, meno fango, meno gente, più stand e prezzi decisamente più abordabili.
Cerco di assaltare un paio di stand musicali, e verrò prontamente redarguita dalla Zimo. Sono drogata. Non posso farci nulla. E tra uno sguardo a un cd, e uno allo stand della birra, notiamo dei ceffi particolari aggirarsi tra lo stand delle maglie. Sono i Korpiklaani. Scatta la foto di rito, ovviamente in apnea, visto che il cantante puzzava di alcool in un modo assurdo.
I Sadist finiscono, noi ci riprendiamo, un paio di scatti furtivi a personaggi particolari (foto ormai di rito ai festival) e ci avviciniamo al palco.
È l’ora dei finnici Korpiklaani. Dopo averli visti all’Evo 2006, dopo averli solo sentiti al Pagan Fest, in posizione dormiente, è giusto seguirli come meritano. Anche perché non c’è la calca, quindi si riesce tranquillamente ad arrivare vicino alle transenne. Con loro il metal diventa una festa. Folk e metal si sposano. Non venitemi a chiedere la scaletta che la ignoro completamente. Sappiate però che con Beer Beer richiesta dal pubblico e con l’omonima Korpiklaani si è creato il delirio. Tra balletti, pogo e polvere, ci allontaniamo a fine esibizione contenti e soddisfatti.
Tra mezz’ora suoneranno gli Evegrey. Lasciamo Bologna e dintorni ad attendere gli svedesi. Noi, con una notte in tenda, anzi una notte in viaggio e un paio d’ore in tenda, preferiremo una pausa ristoratrice alla tenda.
Scattano i primi braccialetti. E siamo fuori. Posiamo gli acquisti in auto, pausa birretta e i minuti passano in fretta. Rientriamo quando gli Evergrey finiscono (ad orecchio non mi sono parsi granchè).

Manca poco, veramente poco. Abbandono il resto del gruppo e seguo Stefania. Ci addentriamo tra il pubblico e ci posizioniamo in terza fila facilmente. Un ultimo controllo agli strumenti e i Dark Tranquillity sono sul palco.

Sono passati nove mesi dall’ultima visita in Italia e l’emozione per poterli rivedere mi sovrasta. Inizieranno con Terminus. La gente non è molta, ma si fa sentire. Stanne ringrazierà i presenti come solo lui sa fare. Nothing to no one e Wonders at your Feet seguiranno l’acclamata Lost to apathy con un pogo selvaggio. Il polverone che si alza non ci scoraggerà. Restiamo immobili davanti al palco seguendo ogni singolo movimento della band. Hedon e Inside the particle Storm, poi a seguire The endless feed. Il bassista Martin Brändström incita il pubblico a cantare. Focus Shift ipnotizza l’idroscalo. Misery’s Crown aprirà le danze e Punish my heaven porterà al follia. Dopo Damage Done Stanne ringrazierà ancora il pubblico ricordando le date autunnali, e soprattutto, ricordando che a Milano registreranno il prossimo DVD live, invitando cosi ragazzi, fan, parenti, amici, nonni zii e nipoti a partecipare all’evento. Un pezzo speciale poi viene proposto dagli svedesi. There in, pezzo raro live. Inutile dire la commozione provata. Lethe, My negation gli ultimi pezzi prima di chiudere una scaletta perfetta con Final resistance.
Michael e compagni, autentici animali da palco che riescono a interagire col pubblico, a farli divertire e a divertirsi, salutano. Scaletta perfetta, ma se ci fosse stata un’altra ora oltre gli 80 minuti proposti sarebbe stato ancora meglio. Visibilmente provate, io e Stefania raggiungiamo la ciurma avvicinatasi al palco. Ci vorrà un po’ per smaltire l’emozione, la contentezza e quel sentirsi a due metri da terra. E ci vorrà qualcosa in più per mandare giù l’incazzatura per aver lisciato la bacchetta di Anders Jivarp fregatami dal tipo dietro di me (bastardo!).

Finito il live degli svedesi, allo stand di Metal Hammer (mi pare, ma forse mi sbaglio) incontro Paolo (quello vero) da cui cerco di carpire qualche indiscrezione su Stanne e compagni. Ovviamente Stanne girerà per il festival quando io e Stefania saremo già fuori, e ovviamente, lo verrò a sapere solo al mio rientro a Roma. Ma sto andando fuori tema.
Di li a poco avrebbero suonato i Sonata Artica. Già visti qualche tempo fa, valuto l’opzione “li seguo dal prato” e vado a sbragarmi letteralmente sull’erbetta.

Fabio e compagnia decidono di seguire i Sonata da più vicino, io imperterrita lotto con le zanzare, ma non mi sposto dalla postazione.

Mentre soggetti vicini di prato si esibivano in un live show, con la Zimo decidiamo di andare a prendere un paio di pizze per il gruppo visto che gli stomaci cominciavano a brontolare e la grigliata era ancora lontana.Tralasciando la calamita che si è fatta viva prima durante e dopo l’acquisto delle margherite, tralasciando il ristorante fighetto della Milano bene dove sono state acquistate, tralasciando l’omino della sicurezza che voleva controllarci le pizze, tralasciando varie ed eventuali, direi che tutto è filato liscio. La scelta delle pizze è stata azzeccata (a giudicare dalla faccia di Giordano mentre addenta). E mentre spizzichiamo, mentre Tony Kakko continua a presentarsi sul palco con quelle camiciole a mo di tovaglia da pic nic, si palesa davanti a me un essere conosciuto in precedenza, per la precisione al concerto dei Maiden un anno fa a Roma. Amico del Kimiko, amico di Iron, ma…sia io che la Zimo con un vuoto mentale da far paura, non riusciremo a ricordare il nome. Lo soprannomineremo Paolo. Con lui arriverà un soggetto zompettante.
Non farò in tempo a dire “lui ha una faccia conosciuta, l’ho già visto da qualche parte” che costui si presenterà dicendo “io avevo una missione…trovare voi due!

 

Panico! E mo chi è? “sono il ragazzo di Marta, Roberto” aaaahhh ecco dove avevo già visto la faccia! Solo che, alla parola Marta, partirà il nostro AAAhh di riconoscimento personaggio, che unito agli acuti di Tony Kakko, non ci farà sentire il nome. Soprannomineremo Paolo anche lui. Ma, visto che di Paoli ce n’erano parecchi (veri e finti), tal Roberto verrà chiamato Ornella per tutta la serata.

La pizza è stata divorata e già bella digerita. La luce del sole è calata, le zanzare si sono risvegliate dal torpore pomeridiano e capiremo che, se non vogliamo essere divorati (quelle del pomeriggio erano solo un assaggio) dobbiamo alzarci in piedi. Lasceremo un’esca a terra dopo esserci cosparsi, volenti o nolenti, di autan. L’esca sarà Fabio, provato dai Sonata, steso sul suo telo dormiente. I fratelli Cavalera salgono sul palco ed è già follia pura.
L’idea di poter vedere i nuovi Sepoltura mi alletta, ma un impegno gravoso incombe. Mi godo due, tre pezzi dell’esibizione, avverto Giancoso e Ornella dell’impegno post concerto, saluto gli altri, e con la Zimo e Vera ci dirigiamo verso l’uscita…
La brace doveva essere accesa...

   

 

[alcune foto sono mie, altre sono rubate a Paolo, altre a Fabio. il video "Sgommata Arctica" è rubato al forum]

 
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Evolution Fest 08 - Prologo

Post n°589 pubblicato il 18 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

Personaggi:

Ø      Mr. Ballette di semprevivi

Ø      Zimo

Ø      Cacciatrice

Materiale previsto:

Ø      Carne

Ø      Borsa frigo

Ø      Birra - Acqua

Ø      Sedie

Ø      Tavolino

Ø      Grill + carbonella

Ø      Tenda Quechua

Ø      Tenda d’accompagno

Ø      Borsa con cambio

Ø      Sacchi a pelo

Partenza programmata con C3 per le 19

Materiale imprevisto:

Ø      Altre due borse frigo

Ø      Altra birra

Ø      Schifezze varie per il viaggio (compreso pacco formato esercito di patatine)

Ø      Cibarie da colazione (latte, caffè, tè freddo, merendine, biscotti)

Ø      Da 4 a 6 sedie

Ø      Ombrellone

Ø      Varie ed eventuali

Ovviamente partenza con C3 rimandata a data da destinarsi
si usufruirà di Rav4 + cassa da morto aggiuntiva

Alle 17 e spiccioli la Zimo è da me. Giusto il tempo di portare fuori i cani per poi renderci conto che il materiale del campeggiatore previdente difficilmente potrebbe stare nella sua auto. Ma è tanto anche per Rav4.

Primo passaggio: recuperare il portabagagli a cassa da morto in cantina, sperare che ci siano le chiavi, capire come montarlo, issarlo su Rav4 e sperare che tutto l’armamentario ci stia.
Dopo esserci arrampicate sulla scaletta promiscua in cantina, dopo aver recuperato la bara, dopo aver controllato l’esistenza della chiave e dopo aver notato i ganci, scatta la prima telefonata. In grecia. Dove sono i miei in vacanza.
“Papà”
“che è successo?”
“come se monta la cassa da morto?”
“come la cassa da morto? Che cazzo ce devi fa? Ma che avete combinato? Ma nun siete partite? Guarda che la devi prenne in cantina..le chiav…”
“già fatto papà. Presa. Aperta. Solo che non capiamo qual è il verso. E sti cosi de plastica do vanno? Dentro o fuori?”
“allora, quelli davanti…bla bla…quelli dietro bla bla…” e mi spiegherà cosi come fissare la bara sul portapacchi, colorando ovviamente la conversazione con intercalare romani e parolacce varie. (scoprirò solo poi, al loro ritorno dalla grecia, che abbiamo rischiato di brutto dato che i fottuti pezzetti di plastica andavano messi all’interno e non all’esterno della cassa, ma questo gli altri due compagni di viaggio non lo sanno…ssshh)

Fissare i bulloni esterni, quelli più vicino agli sportelli per intenderci, è una passeggiata. Ma ne manca uno. Quello in fondo, proprio al centro del tetto dell’auto. La Zimo si arrampica modello giaguaro e cerca di fissarlo, lo stringerò io poi, quando lei andrà a prendere Giordano alla metro.

Sono le 19 passate e siamo ancora in alto mare. In tre facciamo avanti e indietro tra casa e parcheggio per portare i bagagli che sembrano non finire mai. È il momento della birra, mi distraggo un secondo e sento rumore di cocci. Una puzza di luppolo impesta la casa appena pulita, impesta l’androne del palazzo…e lascia drammaticamente una striscia di liquido modello pollicino dalla porta di casa alla Rav4. La Zimo inavvertitamente è riuscita a far fuori una bottiglia di birra.

A parte questo, dimostriamo la nostra abilità nel gioco del tetris incastrando tutto nell’auto in ogni buco (non in quello di Giordano, non era ancora il momento).

Ci vedranno cosi partire da Roma alle 20.15 con una cassa di birra tra le gambe della Zimo, bottiglie di acqua infilate in ogni pertugio, Giordano incastrato alla meglio nel sedile posteriore e tenda Quechua a chiudere il tutto, compresa la visuale alle spalle.

Cerchiamo di aggirare il raccordo il più possibile prendendolo dalla Tuscolana cosi da evitare qualche uscita in più ma servirà a ben poco. Solo alle 21.15 riusciremo a vedere il casello dell’A1.

È il momento di attaccare il TomTom resuscitato dopo il viaggio di Bologna. Non tanto per la strada ma per i famosi autovelox, di notte, per quanto possiamo ormai ricordarceli a memoria, si notano di meno.
“Zi’ appicca il TontTont va, li c’è il caricabatteria, li c’è l’accendisigari”
Cosi, dopo aver evitato che toccasse la famosa scatolina del Telepass, lo accende. Segnala batteria scarica. Eppure è attaccato all’accendisigari.
“Zi’ prova a sfilare e rimettere lo spinotto” ed ecco che nel levarlo esce fuori tutto l’ambaradam. Mancano i fili. Cazzo.

A quanto pare dovremo far a meno dell’accendisigari(scoprirò, sempre al ritorno dei miei dalla Grecia che esiste un altro accendisigari posteriore a quello non funzionante). Quindi niente caricabatterie del telefono da auto. Niente ricarica TomTom. Proseguiremo col navigatore spento. Lo accenderemo solo arrivati a Milano per raggiungere l’idroscalo.

L’ora passata sul raccordo doveva darci l’idea del tempo che avremmo impiegato per raggiungere la meta. Da Firenze sud sarà un tripudio di camion, lavori in corso, corsie ridotte da tre a una e i fottutissimi Men at Work. Le pause per sgranchire le gambe, per far rifornimento, per vedere l’ultimo bagno prima della distruzione al campeggio selvaggio saranno utilizzate anche come tentativo di pulire il parabrezza dai cadaveri fossilizzati di bombi e insetti vari. Ancora non ci spieghiamo come mio padre possa guidare con quelle patacche (roba da unisci i puntini della settimana enigmistica) sul vetro. A niente sono serviti spazzoloni, spugnette, scrostanti e via dicendo. Ormai i cadaveri sono inglobati nel parabrezza. La scena epocale fu all’ultima sosta prima di Milano.
Giordano è in dormiveglia. Ha lui il porta cd. E nelle ultime 3 ore di viaggio, mentre lui dormicchiava e la Zimo sonnecchiava, io mi sono sorbita tutto Watershed degli Opeth ad oltranza. Per carità, cd spendido, ma ripetuto a iosa dopo un po’ stanca. Tanto che ero arrivata a far zapping per le radio di Milano e dintorni scoprendo che non c’è niente che possa somigliare alla lontana a RadioRock. Cosi decido di fermarmi. Sveglio i due cadaveri provati dal viaggio (non quelli sul parabrezza). Mi armo di bottiglia d’acqua e scottex e tento di levare i cadaveri (in viaggio sembrava fosse nebbia, ma erano solo i resti di interiora di bombi sparsi). Osservando alla luce del lampione il parabrezza, salendo con lo sguardo, mi cade l’occhio sulla parte anteriore della bara. Sembrava di vedere una pagina di un libro in braille dalle bestie morte attaccate sopra.

Erano quasi le 2 di notte. Mancavano solo un’ ottantina di km alla meta. L’ultimo sforzo. Entriamo in tangenziale est e accendiamo il TomTom.
Allertata da Michela sui lavori stradali per raggiungere l’idroscalo, decidiamo di seguire le indicazioni. Arriveremo alla meta alle 3.15.

Oltrepassiamo i parcheggiatori dormienti. Controlliamo la zona. Notiamo una strisciolina di terra libera, una tenda già piantata, e davanti a noi, oltre la recinzione, il palco dell’ Evolution. Il posto è perfetto!

Nemmeno scendiamo dalla macchina che già il bbzzzzz delle zanzare ogm si paleserà. A poco servirà la fiaccola di citronella.
Tiriamo fuori le tende dall’incastro bagagli, prendiamo solo il necessario e cominceremo a picchettare alle 3 e mezza di notte fieri di essere i primi campeggiatori arrivati (l’altra tenda non può vantare il primato visto che veniva dalla svizzera).

SSWWOOOAAPP e la Quechua è in piedi. Nel mentre Giordano e la Zimo monteranno la Ferrino. Sacco a pelo in una mano, birra nell’altra. Brindiamo al nostro accampamento.
Solo dopo aver bevuto la birra ci ricorderemo dell’assenza di bagni (preoccupazione relativa per Giordano, visto che è un ometto). Io e la Zimo andremo a dormire evitando di pensare a quanto scappa. Non prima di esserci lavate i denti ovviamente sul ciglio della strada.

“oh ma do’ sorge il sole?”
“sicuramente de’llà, dall’altra parte”
“ah bella, quindi stamo tranquilli, domani non ce ritrovamo coi raggi sparati negli occhi”
“bella! Nnamo a dormi’”

Ultime parole famose. Il sole sorgerà di li a due ore, proprio sulle nostre capocce dormienti (problema relativo per me che dormo ovunque, tanto che non ho sentito nemmeno i vari camion, aerei e rumori vari durante le poche ore di sonno).

Il risveglio dei campeggiatori romani, e la consecutiva uscita dalle tende ufficiale sarà per le 9 di venerdi…

 
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Evolution Fest 2008 - il massacro

Post n°588 pubblicato il 15 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

partecipanti (attivi e non)

  • Zimo
  • Mr. Ballette di semprevivi
  • Mr. Slow detto Paolo
  • Mr. Gallette di riso detto Paolo
  • Mr. Kaos detto Paolo
  • La Profff.
  • Tally
  • Mr. Palermo in Mestre detto Paolo
  • Ornella detto Paolo
  • Giancoso detto Paolo
  • Dakkam alias Francesco detto Paolo
  • Paolo detto Paolo (quello vero)
  • vari fighetti e metallari ed eventuali personaggi visti aggiunti conosciuti non conosciuti spariti e via (tutti detti Paolo)

[attendo le restanti foto per cercare di fare un post un po' piu esplicativo del weekend milanese...quindi dateve na mossa!]

 
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Gods of Metal III° giorno

Post n°587 pubblicato il 15 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

Prima di andare a dormire puntiamo la sveglia quella mezz’oretta prima per evitare le cavallette, e c’è da dire che domenica si sono sbizzarriti. Il metallaro impigiamato a ogni cambio vassoio faceva scorte modello esercito, per poi fuggire visibilmente provato dal peso delle provviste accartocciate nei tovaglioli. Comunque, vista la scaletta della domenica avremmo avuto tutto il tempo, dopo colazione, di collassare in camera dal caldo e prendercela comoda per arrivare all’area concerti.

Gli altri due (Fabio e Lorenzo) si sono sorbiti il frate metallaro e tutto quello che c’era dopo. Io avevo la Zimo e Giordano in preda al delirio da caldo. Chi non si sentiva tanto bene da preciclo e chi era convinto di avere la febbre. Pezza fredda in fronte e via.
Dovevamo cercare qualcosa per il pranzo, magari evitando il ristorante del GOM, ma gira che ti rigira, erano le 14 e faceva troppo caldo. Tutto intorno a noi era chiuso.

Opzione ristorante dell’area concerti.

Obbligheremo Giordano a mangiarsi la carbonara.

“ma..è pesante” e via con i discorsi che si è pesante, si ti da sonnolenza, ma c’è l’ovetto, cotto per giunta quindi non rischi salmonella…

Passeremo le prossime due ore sotto al tendone. Accusando il caldo, la sonnolenza post pranzo, la pressione bassa e tutto il resto. Fabio e Lorenzo imperterriti seguiranno Enslaved e Obituary. Troppo caldo per star dietro alla loro follia.
Coi Morbid Angel però, dopo aver insegnato a Giordano, ripresosi un pochino, a giocare a burraco, ci alziamo, ci facciamo coraggio e tentiamo l’impresa.
Saranno vecchi, saranno passati, saranno quel che vuoi ma spaccano. Giordano zompetta qua e là sotto shock per conoscere cosi tanti pezzi.
E tra una doccia e una foto a maglie strambe, tra una botta di caldo e una di polvere il tempo passa ed è il momento di colui che io non reggo. Mi provoca sonnolenza più della carbonara. Orticaria più di 10mila punture di zanzare. Non ce la posso fa’. È più forte di me.

Il coatto Malmsteen se ne sta bello bello sul palco a schitarrare. Reggo un po’ in piedi insieme agli altri esaltati (Giordano ripara alle stecche del cantante) ma quando la ciecagna prende mi allontano e raggiungo il kimiko e compari sulla collinetta.
I commenti si sprecano. Non c’è niente da fare. O lo ami o lo odi, e sulla collina non è che stravedessero per il dio della chitarra. Si bravo, e pure tanto, ma troppo pesante!
Inutile star qui ad elencare i commenti quando a fine esibizione sfascia la sua chitarra. Roba dell’altro mondo… “va a sfascià la chitarra di guitar hero panzone!” il commento più comico.

Ci raggiungono i redivivi ancora entusiasti per ciò che hanno visto. La Zimo è uscita per raggiungere una sua amica.
L’ultimo sforzo, le ultime ore di un weekend di fuoco da tutti i punti di vista. All’appello mancavano Iced Earth e Judas Priest.
I primi, dopo una partenza un pochino lenta, hanno dimostrato di avere potenza, voglia di suonare e far divertire. I secondi, beh non sono io la persona adatta per parlarne poiché non li amo alla follia. Show spettacolare si, ma è stato piu che altro seguito dalla platea. Dato che noi, collinettari, eravamo col volto girato non verso il palco, ma ai lati del mixer dove, nel giro di pochi istanti, si è scatenato il putiferio. Metallari che picchiano quelli dello staff, quelli della crocerossa che lanciano cazzotti, metallare che si lanciano addosso a omoni grossi quanto armadi e vengono scaraventate giù con un calcio rotante alla Chuck Norris. Insomma, la “piccola scaramuccia” che si spostava dal mixer ai bagni ha colpito la mia attenzione più dei Judas. Non posso farci niente. Non mi piacciono. Amen.

La terza giornata del Gods è al termine, a mio parere la più massacrante. Un po’ per il caldo, un po’ per la stanchezza accumulata…un po’ per tutto il resto.

Resterà indelebile però il tentativo di videointervista a dei ragazzi che avevano campeggiato nella zona camping durante il gaypride [ovviamente non si vede e non si sente una mazza altrimenti non l’avrei chiamato tentativo] e soprattutto, dopo la grigliata, le calamite, Luppolo, Gesù Giuseppe & Maria, dopo tutte le scempiaggini, dopo la Carbonara Growl, rimarrà indelebile il ricordo della tipa dell’hotel che, oltre a non averci dato l’aria condizionata, voleva pure fregarsi l’acconto già pagato!

Insomma, un weekend da incorniciare sotto tutti i punti di vista, compresi i ritardi (nostri) sulla tabella di marcia, e gli anticipo (loro) sulla scaletta.

E questo sarebbe solo stato l’inizio…di li a poco ci aspettava Milano...sopravviveremo??

 
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HELP!

Post n°586 pubblicato il 10 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

allora, avrei dovuto postare la terza parte del gods ma non so se faccio in tempo.

il portazifa ufficiale ha fatto sentire il suo potere comparendo ieri sera...

il comune di segrate ha ritirato l'ok per il camping.

signori, si parte e si fa campeggio selvaggio. si tenterà di accamparci davanti l'ingresso. se non ce lo permetteranno ci accamperemo a Parco Forlanini.

CAZZO!

 
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Gods of Metal II° giorno

Post n°585 pubblicato il 09 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

Macchina carica, frigoriferi carichi, siamo pronti.

Arriviamo al parco nord, parcheggiamo le auto sull’erba e via. La calura già si sente. L’idea di sentirmi gli stormlord era bella che passata. Anche perché avevano finito da un pezzo. Non siamo ancora arrivati che siamo già accaldati e distrutti. Facciamo la nostra trafila per i bracciali e optiamo il rifugio ristorante per evitare il sole. La temperatura è di fusione del metallo, il tendone di plastica non fa passare l’aria e le luci sul soffitto sono accese 24 ore su 24. na bella pensata! Ma almeno non abbiamo il sole che ci picchia sulla testa.
In tutto quel marasma riesco a trovare la mia omonima che si aggiunge al gruppetto di cadaveri.
Vista l’impossibilità a far altro, prendiamo in considerazione l’idea di pranzare li. Maschi vs Femmine. Andiamo a turno. Partono prima loro, torneranno con dei vassoi di pietanze “fresche”. Insalata di riso e macedonia. A vedere quei piatti tutto si poteva pensare tranne che un qualcosa di commestibile. Andiamo noi. Pizza e carbonara.
Farà caldo. Sarà pure pesante. Ma non è quella roba che hanno preso loro. E il tempo ci darà ragione. Giordano avrà i peperoni che prenderanno l’ascensore fino a notte tarda. Lorenzo avrà fame quasi subito dopo aver finito il suo pasto. Fabio…Fabio non si lamenterà. Per il semplice motivo che riuscirà a dormire anche durante la giornata più rumorosa musicalmente del Gods!

Stanno per cominciare gli At the Gates. Dopo aver saltato dignitosamente i Between bury and me e i Dillinger Escare Plan per via un caldo che spezza le gambe, i due dell’ave maria (Fabio e Lorenzo) si dirigeranno nell’area concerto per seguire gli At the Gates. Non prima però di aver fatto rifornimento di ghiaccetti e acqua congelata. Noi resteremo li ad attenderli.
Cerchiamo di evitare l’aria calda come con gli appestati. Posizioni assurde sulle panche per rimediare un misero spiffero d’aria.

Ma sono quasi le 16, e visto che anche la scaletta della seconda giornata è in anticipo di buoni venti minuti, decidiamo di alzarci, farci forza, perché di li a poco avrebbero iniziato i Testament.
Di li a poco? Nemmeno facciamo in tempo ad uscire dal tendone che partono le prime note.
E che cazzo! Vabbè che di solito ai concerti si comincia in ritardo, ma porca miseria, se mi dai un programma con tanto di orari, cerca almeno di rispettarli un minimo o mi ritrovo comunque a perdere la metà delle esibizioni!
Se poi ci mettiamo pure i paracadutisti che con tutti i posti possibili e immaginabili devono atterrare proprio nell’area concerto…che cazzo centrano me lo sapete dire?
Vabbe’ tralasciamo anche il discorso che su 4 uno è atterrato dove doveva e gli altri tre si sono frantumati sulla folla.

Arriviamo tra il pubblico che i Testament hanno già iniziato. Non li avevo mai visti dal vivo. Ma fanno paura. Anche se il tecnico del suono, il fonico, o quello li insomma, probabilmente aveva preso un colpo di sole dato che si sentiva una merda, loro fanno impressione. Grandi! Giordano si esalta, la Zimo è ancora in preda a un colpo di caldo, io faccio la doccia in continuazione.
I personaggi che riempiono l’arena non sono gli stessi della giornata precedente. I fan dei maiden ci sono, ma non sono quanti il venerdi sera. Tanti nazi e tanti fasci. Ma era praticamente telefonata un’affluenza di un certo tipo visto il bill del sabato.
Dopo la strabiliante prestazione dei Testament, anche col fonico di merda, visto il caldo e il polverone che cominciava ad alzarsi, ci dirigiamo verso la collinetta. Non c’è ombra ma almeno ci si siede un po’.
Partono i Meshuggah. Non so se è stata la stanchezza, se il suono, se il caldo. Ma non mi hanno detto poi cosi tanto. Si bravi, ma niente di che. Pensavo meglio (comunque fonico, datte foco!).
E così, tra un brano e l’altro dei Meshuggah passiamo il tempo tra chiacchiere e foto di gente strana (a dire il vero ce n’era di più l’anno scorso).

Cominciamo a notare gente dormiente, chi con tanto di ombrellone e costumino era spalle al palco a leggersi il corriere della sera (che cazzo ce sei venuto a fa’?). c’è chi guarda le magliette degli altri concerti con invidia (me medesima) chi guarda le chiappe di qualche metallara svestita (Giordano), chi ha fame (Lorenzo), chi se ne sta buona buona in balia del suo autan (Zimo) e chi dorme (Fabio). Il tutto mentre lo striscione che glorificava Vasco imperava sulla collina. Il tutto mentre cominciano i Carcass.

Impressionanti. Con tanto di fonico di merda, fanno scintille sul palco. Belli, ignoranti, trucidi, metallari che più metallari di così non si può.

E Fabio continua a dormire. Ok che il suono non era il massimo, ma comunque qualcosa si sentiva. Ma cosa ci si può aspettare da uno che ha dormito più di me ai Korpiklaani (io ho la scusante che li avevo gia visti! tiè).
Il caldo appiccicoso e soleggiato comincia a darci tregua, anche se durante la giornata non si sono visti idranti e la fila al bagno diventava sempre più lunga.
La luce del giorno inizia a spegnersi, è l’ora degli Slayer.
Non amo alla follia il gruppo. C’è però da dire che sono dei maestri del genere. Spaccano. E di brutto.
Sta di fatto però che c’era un’incombenza. Se siamo tutti qui a sentire Araya, chi accende la brace?

E fu cosi che con la Zimo (che non va a pane e Slayer) ci dirigiamo verso l’uscita. Avevo detto che era il calamita day giusto? Ed ecco la prima calamita.

Il venerdi non c’erano problemi di entrata e uscita. Ma sabato, non si sa perché ne per come, l’uscita era dalle 13 alle 19. erano quasi le 22 ed ecco il primo soggetto. Una maglietta arancione dello staff. Finge di non farci uscire. Ci tiene li quei due tre minuti abbondanti da farci quasi girare i coglioni.
Riusciamo ad uscire ed ecco la calamita due. L’hobbit della birra.

Questo buffo omuncolo si mette tra me e la Zimo ed esordisce cosi: “ragazze. Io vendo birra. E… ho un’offertona per voi meridionali”
Ora, che non si offendessero i meridionali, non ho niente contro di loro, ma volevo levarmelo dalle palle, cosi gli ho risposto: ”meridionale ce sarai te, noi siamo del centro”

Non l’avessi m’hai fatto, il nano mi da della massiccia, della donna che sa rispondere. E continua il suo discorso. Che aveva un’offerta eccezionale, che doveva vendere birra, che era ubriaco…cosi che la Zimo: “senti ma se te la vendiamo noi la birra che abbiamo in macchina?”
Due secondi di silenzio. E l’hobbit riparte con la storia della sua vita. Sul fatto che gli avevano levato la patente, che doveva vendere birre per campare e bla bla bla. Sta di fatto che il signorino si è fatto tutto il viale dall’ingresso del Gods al parcheggio della nostra auto. Quasi giunte a destinazione tira fuori la perla. “io dovrei tornare o le birre finiscono senza che incasso…ma come faccio?- e noi con lo sguardo incredulo – come faccio ad andarmene via? Ma voi di Roma siete tutte cosi? Io mi sono innamorato”.

Eccola là. E te pare che tra tutti i metallari, i capelloni, proprio l’hobbit della birra ci si doveva appioppare co sta storia. Avesse avuto un metro in più e qualche capello di più magari ci si poteva fare un pensierino (manco con l’autoconvinzione riesco a prendermi seriamente). Beh, salutiamo l’ottavo nano Luppolo e ci dirigiamo all’auto.

La spostiamo vicino la recinzione del prato e cominciamo a sbaraccare. Apriamo il grill, ci sporchiamo le mani con la carbonella…e intanto vediamo uno strano movimento. Il concerto non è ancora finito ma ci sono delle navette che portano gente. Non sono metallari. Non sono nazi. Cazzo so travelli! C’è qualcosa che non mi torna. Come mai tutti i gay si stanno riversando a parco nord? Il gay pride con carri e via non era per il centro di Bologna?

A quanto pare il comune di Bologna, oltre ad organizzare gay pride nello stesso giorno della giornata tendenzialmente nazi del Gods of metal, ha ben pensato di allestire la festa gaya del dopo carri proprio nel bel mezzo dell’accampamento metallaro. Cominciamo a commentare l’abbigliamento tigrato di un ragazzo che passava di li quando il resto della ciurma ci raggiunge.

Il concerto è finito, i metallari sono stati liberati. Ora inizia lo scontro diretto.

Intanto la brace è pronta, il fumo si vede da miglia di distanza, ma non annulla i vaghi rumori discotecari che imperversano sulla tendopoli. Alzo lo stereo dell’auto e buttiamo la carne sulla griglia.

Le salsicce infilzate (così ho imparato a infilzarle e cosi le ho cotte), le costine e via…un vago sapore di diavolina ma la fame chiama. A quanto pare però anche l’odore chiama. I primi ad affacciarsi sono una coppia denominata poi Giuseppe e Maria con tanto di futuro Gesù. “ooohh io e te dobbiamo fare la foto” urla Giuseppe da dietro la recinzione rivolto a Fabio. Tutto questo perché Giuseppe e Maria portavano la stessa maglia di Fabio (master of puppets dei metallica per intenderci). Gli diciamo di venirsela a fare, ma lui cercava una birra. “ce l’abbiamo noi la birra”. Parole sante. Stava per lasciare Maria in dolce attesa e scavalcare tanto di filo spinato se Giordano non gli avesse fatto notare che eravamo a due passi dall’ingresso.

Detto fatto. Foto fatta. E cominciano le disquisizioni sul nome. “shilon” o qualcosa di simile. E comincia il totonome su come chiamare quella futura frugoletta metallara che ancora non riusciamo a credere abbia retto 3 giorni di metal e caldo senza voler uscir fuori.

E cosi passano i minuti, in un dialetto misto ad alcool e fumo (lei fuma e beve? Ma in gravidanza una volta non era vietato?). la serata però non era ancora finita. Mi godo la birra dal mio corno quando mi sento dire dall’altra parte della rete “tu sei una vichinga! Io a te t’ho già visto! Eri al bang your heads” e d’istinto gli rispondo un “Se! Magari!” la prossima volta farà la gnorri. Il gruppo di Genova si accorge della griglia, della carne ancora sul fuoco e uno di loro tenta di scavalcare. Aridaje. Ma che so tutti cosi? E cosi che, mentre gruppi di travelli e femminucci entravano per la festa del gay pride, uno dei genovesi, dopo averglielo fatto notare, ci raggiunge davanti alla braciolata.

Seguiranno un paio d’ore di discorsi incomprensibili da Giuseppe da Nazareth e il Genovese dove uno parlerà di una cosa e l’altro gli risponderà con tutt’altro argomento. Il tutto mentre il Genovese farà da cavia con le bistecche (erano fuori dal frigo da due giorni).

La serata terminerà con dei soggetti che aperto il bagagliaio dell’auto tireranno fuori dei tappetini e dormiranno a terra. Con la visione di una tenda camminare da sola spinta da bestemmie (i tipi se la sono caricata montata, bestemmiando per la disco del gay pride -  che poi dico, al Gods hanno fatto problemi per i decibel e sti qua avevano la disco a palla fino alle 5 del mattino...ma si può? - ). E con la Zimo che alle 3 di notte si lustrerà le scarpe nuove al lustra scarpe ustionandosi i piedi (la legge dell’attrito). Doccia e nanna.

Solo la mattina dopo scopriremo quanto lerciume avevamo addosso (basta vedere il bordo della doccia pieno di terra)…

PS: se volete un resoconto serio dei gruppi vi conviene leggere il blog di Paolo, che oltre a recensioni sere ha pure un bel po' di foto serie

 
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Camping!

Post n°584 pubblicato il 08 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

pare che il comune abbia acconsentito alla richiesta di una zona camping. sarà forse perchè hanno letto i vari messaggi di campeggio selvaggio?

comunque il campeggio verrà allestito nella stessa zona dello scorso anno durante il gods. ha sicuramente i bagni e probabilmente le docce.

copio direttamente il messaggio lasciato da chi già c'è stato

"allora, io ci sono stata lo scorso anno in quel campeggio, è molto vicino all' area concerti, ci sono molti alberi, tanta erbetta, i tavoli in legno con panche (è praticamente un parco) i bagni sono grandissimi ed erano sempre puliti, le docce sono poche e se non ricordo male c'erano sia le maschili che le femminili, ma per chi è stato al gods, sono anche troppe
ovviamente non è allestito come un camp vero e proprio, nel senso che non ci sono impianti per la corrente e simili, ma sarebbe davvero troppo.

a comunque, la zona è poco più in là rispetto all' area concerti appunto, basta seguire la recinzione per massimo cento metri credo, per la cronaca, basta seguire il viale con le varie bancarelle e furgoni, e c'è l' entrata sulla destra, è sempre nell'idroscalo"

l'accesso sarà consentito dal venerdi alle 10 del mattino, non so ancora se si dovà prenotare o se sarà a pagamento. però, per ora mi accontento!

**update**

il camping è gratis, non si possono parcheggiare auto all'interno e soprattutto si può sostare fino al mezzogiorno della domenica!

 
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Gods of Metal 2008 I° notte

Post n°583 pubblicato il 07 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

Arriviamo stranamente in albergo sani e salvi, e puzzolenti aggiungerei. Tanto che si fa la conta per la doccia. E mentre a turno si fa la doccia, ci si appresta a svuotare il minibar, e riempirlo con le nostre birre e soprattutto la carne per il giorno dopo. È mezzanotte passata. Saranno le due quando tutti e tre profumeremo di nuovo.

Ma ancora per poco.

Dopo aver appurato che la nostra pelle non aveva più quel non so che di appiccicaticcio, dopo esserci impigiamati, dopo aver cercato di respirare aria fresca inutilmente perché il condizionatore non ne voleva sapere…la Zimo attua il suo diabolico piano. Ucciderci anziché farci passare la notte indenni.
Dalla sua borsa tira fuori una potente arma chimicobatteriologicabucaozonoepolmoni. L’autan spray secco! PPFffffff PPPFFfffff e non contenta PPFFFFFFFF PPPFFFFFFFFFFfff ne spruzza talmente tanto che Giordano comincia a tossire, io comincio a soffocare. L’intimiamo a mettersi quel coso fuori dalla stanza. Cosi che la Zimo, impigiamata, esce dalla camera e appesta tutto il corridoio metallaro dell’albergo con la bomboletta. La vediamo passare zompettante davanti alla porta più di una volta. Poi si ferma. Fissa la porta della nostra stanza. Tiene ancora in mano la bomboletta assassina. E in men che non si dica spruzza una X gigantesca che soffoca sia me che Giordano.
“A Zi’ che cazzo fai?”
“Cosi non entrano in camera” e tutta felice si butta sul letto e crolla.
Non sapremo mai se il crollo fu dovuto all’autan respirato o alla stanchezza accumulata.

 

Gods of Metal II° Giorno – colazione

 

Siamo vivi, svegli e schifosamente accaldati. La mattina del sabato sarà quella delle scoperte. Ovvero la scoperta che la nostra stanza è illuminata a giorno anche con gli scuri tirati completamente. Che la nostra stanza diventa un forno crematorio alle 7 del mattino e soprattutto…che è ora di colazione e se non ci sbrighiamo ci chiudono le porte.

Con i tatuaggi delle lenzuola ancora stampati in volto scendiamo alla sala ristorante.

Prima missione, capire cosa c’è di mangiabile. Seconda missione, trovare un posto dove sederci. Terza missione, mangiare il mangiabile prima che le cavallette si spazzolino anche i vassoi.
Si perché in un albergo che offre la colazione a buffet, pieno di metallari che si apprestano a una 12 ore di fuoco, ovviamente ci sarà la lotta all’ultimo boccone.
La Zimo ha voglia di uova. Ecco quindi che cerca di dare al piatto vuoto una parvenza di colazione internazionale. Rimasugli di uova, pancetta e pane. Io vado sul dolce, raccatto quello che c’è. Giordano si limita a un succo di frutta e una frutta. Passo alla zona bevande per far scorta di succo di frutta per me e la Zimo. La voglia di caffè comincia a farsi sentire, ma la fila davanti alla macchinetta mi fa desistere. Rimedierò la mia dose di caffeina altrove.
Cerchiamo di rimpinzarci il più possibile con ciò che è rimasto, vedendo le ultime cavallette metallare in azione. È finito tutto. Potessero si porterebbero via i vassoi e le brocche dei succhi.

Decisamente satolli, facciamo un salto in camera per prendere l’occorrente.
Scopriamo che nella mezz’ora della nostra colazione sono riusciti a rifarci la camera. Fortuna ha voluto che nel rincoglionimento post sveglia si è pensato di riempire di nuovo il minibar con le bottigliette dell’albergo o si rischiava di dover pagare tutto.
Pronti per un’altra giornata massacrante. Ma prima…

Puntatina al centro commerciale per far razzia di provviste e soprattutto per un paio di scarpe nuove per la Zimo. Si perché venerdi, al parcheggio del Gods of metal, le scarpe da battaglia della suddetta l’hanno abbandonata perdendo pezzi sul prato.
Se ancora non c’eravamo fatti idea di come sarebbe stato l’andazzo della giornata, al centro commerciale abbiamo avuto la conferma che sarebbe stato il “Calamita Day”.

È ormai scientificamente provato della mia condizione di porta calamita. Ma non una calamita normale. Una calamita attira psicopatici e personaggi ben poco normali.

Il primo incontro con tal soggetti è avvenuto proprio al centro commerciale. Dopo aver fatto rifornimento di carne per la grigliata, spiedini per le salsicce, frutta per il mantenimento psicologico di Giordano e beveraggi vari, con i nostri cestelli ci avviciniamo alla cassa.
I passi di ognuno sono diversi dagli altri e i due cesti si trovano alla distanza di un paio di metri l’uno dall’altro. Il primo, capitanato da Fabio è sul rullo della cassa. Il secondo, capitanato da Lorenzo, è poco distante. Tra essi si infila un gentil vecchiardo. Mi infilo nel corridoio della cassa cosi da far capire al gentil vecchierello che siamo tutti insieme.

“Prego prego passate – ci fa – troia (in sottovoce)! Andate andate cosi fuggite e vi fate due chiacchiere” ormai sono già dall’altra parte della cassa a riempire una busta quando la cassiera mi guarda sconvolta chiedendomi se avesse sentito bene. Le do la conferma e ci faccio una risata su. Lo racconto alla Zimo mentre continuo ad imbustare. Paghiamo il conto e lei, gentil donzella, saluta la cassiera augurandole buona giornata, poi osserva il vecchio con lo stesso sguardo della sera prima con l’autan davanti alla porta e augura buona giornata anche a lui, con un pizzico d’ironia s’intende.

Questo era solo l'inizio. Quello che ci aspettava al varco dovevamo ancora scoprirlo...

 
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Gods of Metal 2008 - I°giorno

Post n°582 pubblicato il 06 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

Sveglia poco prima delle 6 del mattino (nemmeno per andare al lavoro), doccia, frigorifero caricato, Zimo caricata e via.
L’appuntamento con Mr.Garofano, ops Giordano, era alle 7.
Lo vediamo da lontano. Sotto al sole. Ascella alzata e pronto ad attraversare.C’è mancato poco che lo raccogliessimo al volo.

Il viaggio ha cosi inizio.
Macchina caricata, pieno fatto, telepass preso. Basta solo accendere il TontTont per evitare gli autovelox e arrivare sani e salvi all’albergo.
Ma…ho un flash quando, dopo aver chiesto di accendere il TomTom alla Zimo, glielo vedo in mano. Infatti lo ZioTom si illumina e ci comunica inserire mappe.

“Come sarebbe a dire inserire mappe? Dove le ha messe? Vabbe’ fa niente, tanto la strada ormai la conosco, e fino al parco nord ci so arrivare. Magari nei pressi di Bologna chiamiamo l’albergo e ci facciamo spiegare.”

Cosi, senza far toccare il Telepass alla Zimo, imbocchiamo il raccordo ed entriamo in autostrada.
Il viaggio tutto sommato fila liscio come l’olio. Temperatura quasi decente, traffico lieve (ci ha detto culo anche nel tratto tra Firenze sud e Firenze scandicci), sottofondo musicale adatto (a parte la pausa "telefonata" di Giordano, che ci ha eruditi su fiori, fiorellini, boccioli di rosa duri, crisantemi e mazzetti), giusto una pausa schifezze all’autogrill e via spediti coi diti alzati ad ogni autovelox che imperterrito attendeva le alte velocità (anche senza TomTom non mi avrete mai!).
Più o meno a una cinquantina di km da Bologna però, ci ritroviamo a dover fare una sosta obbligata alla stazione di servizio Aglio est.
Il motivo? Semplice! Qualche km prima abbiamo visto la morte in faccia. Per il semplice fatto che mentre io procedevo spedita sulla mia corsia di sorpasso per levarmi da davanti un camion, questo pensa bene di tagliarmi la strada immettendosi sulla mia corsia di punto in bianco, senza freccia senza niente, con i suoi schifosissimi 90 km orari perché davanti a lui, sulla corsia di sinistra, aveva un camio fermo. La fortuna ha voluto che quel tratto di strada è in salita, pieno di autovelox e con molte curve, quindi ero sui 120 km orari e ho potuto testare il funzionamento del mio abs.
I vari vaffa, accidenti e pestilenze al camionista omicida non sono serviti a scaricare la tensione. Siamo cosi entrati nel primo autogrill incontrato. Scesi dall’auto ci siamo resi conto che le gambe non reggevano. E con lo scoppio di una risata isterica noi tre sopravvissuti ci trasciniamo verso il bagno con una camminata degna di John Wayne appena sceso da cavallo.
Passato il momento, risaliamo in macchina pronti ad affrontare gli ultimi km quando arriva una telefonata nei pressi di Bologna.

È l’hotel, ci informa che la sera prima hanno avuto problemi con l’aria condizionata e stava avvertendo tutti i clienti. Colgo l’occasione per chiedere alla fantomatica Claudia, receptionist dell’hotel, indicazioni per raggiungere l’albergo. E lei gentilmente : “Non uscite subito a Bologna, ma proseguite per Padova. Uscite a Bologna Interporto, svoltate a sinistra, poi al semaforo a destra. Un paio di km e quando vedete le paraboliche noi siamo li, sulla sinistra

Cosi facciamo. Dopo 3 ore e mezza di viaggio, in perfetto orario sulla tabella di marcia, pregustando una doccia prima di raggiungere Parco Nord, usciamo dall’autostrada e già le cose non quadravano. Claudia aveva detto di girare a sinistra, ma Castel Maggiore era indicato a destra. Decidiamo di seguire le indicazioni, saprà meglio lei dove sia l’hotel no?
NO! Svoltato a sinistra proseguiamo su una strada in mezzo al nulla, senza indicazioni, senza niente che non siano campi di pannocchie (ci saremmo dovuti fermare per prenderne qualcuna) e attendiamo che si palesi davanti a noi un semaforo o qualcosa che gli assomigli.
All’indicazione Ferrara 5km fermo la macchina e decido di tornare indietro. L’idea della doccia in albergo stava lievemente sfumando.
Seguiamo le indicazioni per Castel Maggiore e fu la fine. Arrivati al centro chiamiamo l’albergo e, sempre Claudia, mi dice che da dove siamo non sa spiegarmi come raggiungere l’hotel, dovrei prima avvicinarmi alla zona industriale.
Ora io dico, in un posto dove è più facile trovare rotonde che i nomi delle vie, come cazzo faccio a trovare la zona industriale? Fermiamo una tipa per strada, non è di li. Proseguiamo, evitiamo di fermare le donnine e passiamo agli ometti. Il primo ci spiega che avremmo incontrato un po’ di rotonde (ma va?) e a quella più grande avremmo dovuto svoltare a destra.
Ho perso il conto delle rotonde passate, ma l’unica di dimensioni decenti, la svolta a destra non ce l’aveva.
Ne fermiamo un altro, nemmeno ci da il tempo di abbassare il finestrino che alza le mani in segno di resa e ci avverte di non essere della zona. Tentiamo lo stesso e ci indica sommariamente dove trovare la zona industriale.
Trovata questa però, dell’hotel Nettuno nemmeno l’ombra. E non c’è ombra nemmeno di un cristiano che a mezzogiorno e mezza cammini per strada con quella temperatura (39°). A forza di girare in tondo troviamo due ragazzi stranieri (santi subito) che, chiedendo informazioni sull’albergo, ci spiegano per filo e per segno dove andare, quanti metri percorrere, quali ponti attraversare e a momenti ci avrebbero pure potuto dire quanta benzina avremmo consumato. Odino li benedica, alla faccia di google map!
Scopriremo poi che l’hotel è segnalato sulla strada un po’ come da noi l’auditorium. Ovvero ovunque!

Al check in troviamo la nostra simpaticissima Claudia che ci informa di essere fortunati, in quanto la nostra camera è già pronta. Che culo direi! Ma evitiamo i commenti e ci precipitiamo su per scaricare armi e bagagli e raggiungere poi la zona concerto.
L’aria nella stanza è irrespirabile, il condizionatore fa rumore ma non fredda. Qui si prospetta la tragedia.

Sono ormai le 14 passate quando raggiungiamo Bologna, non ci facciamo mancare il giro di peppe per arrivare all’arena parco nord, parcheggiamo, scendiamo e veniamo colpiti in piena faccia dalla calura bolognese.

Biglietto in mano, ci apprestiamo a raggiungere soggetto1 e soggetto2 che erano li dalla mattina, prossima missione: trovare il soggetto3 e recuperare il braccialetto per l’uscita libera prima che li finiscano. Nel tragitto però non possiamo fare a meno di notare il camping allestito dalla Live per i metallari giunti da ognidove. La tendopoli si estende su uno spiazzo di terriccio e asfalto. Nessuna copertura naturale ne artificiale tranne che per qualche traliccio dell’alta tensione.
All’ingresso scopriremo che gli orari delle esibizioni erano in netto anticipo di buoni 20 minuti (mai successo prima), che la Live, come organizzazione, si conferma pessima, che i braccialetti ci sono si, ma tocca fare un percorso della madonna per averli.

Due omini all’entrata ti avvertono che devi avere il biglietto alla mano. Altri due ti controllano il codice a barre. Altri due ancora te lo strappano e gli ultimi due ti controllano lo zaino. a questi ultimi chiediamo i braccialetti, rispondono che li avremmo trovati dentro. Appena entrati troviamo Kaos. Inutile dire che la protezione utilizzata per ripararsi dal sole ha fatto sudare anche noi appena vista. Giusto il tempo di salutarlo per doverlo lasciar andare, era li per far le foto e quindi obbligato a seguire tutti i gruppi (si compreso il mignottino della Harris, si compresi gli Avenged) e ci dirigiamo al punto informazioni, chiediamo i braccialetti e ci mandano ai due ragazzi delle uscite. Questi ultimi ci mandano all’altra uscita dove finalmente vediamo delle striscioline di stoffa tendenti al rosa. Obbrobrio! Vista tutta la tiritera fatta, chiediamo se si può evitare di uscire dopo aver messo il braccialetto. La risposta? Ovviamente negativa.
E quindi rifai la fila, fatti ricontrollare lo zaino e tutto il resto. Tutto questo sotto al sole cocente e al caldo imperante.

Siamo finalmente dentro. Effettivi ed operativi.

Saltati a pie’ pari KingCrow e Blacktide per motivi temporali, Lauren Harris per motivi di orticaria e gli Airbourne per motivi tecnici della Live.
Dovevamo attendere gli Apocalyptica.
Che sia il caso di cercare un po’ d’ombra? Ironia latente. L’ombra non esiste. Nemmeno i bagni chimici ne hanno disponibile. Ci avviciniamo al palco, evitiamo la zona terriccio e veniamo attratti dagli splendidi luccicanti amorevoli idranti che sparavano acqua sulla folla accaldata. Questo è il posto giusto. Sul palco si intravedono i coreografici teschi. Certo però, con quel sole accecante, i poveri finlandesi dovranno non solo riuscire a stare sul palco senza sciogliersi, ma anche evitare i giochi di luce ed ombra (impossibili con quella luce) e intrattenere il pubblico con la sola musica.
Ma non c’è niente da fare, io li trovo stratosferici. Riescono con le corde a svegliare il pubblico cotto al sole, passano dalle cover dei Metallica (esemplare Nothing else matter e Seek and Destroy) ai pezzi del nuovo album. Nessuna voce. Solo il pubblico cantante. E, sebbene Lorenzo [te l’ho già detto non ci capisci un cazzo di musica, abbi pazienza!] non sia rimasto contento, credo che i finnici abbiano dato prova di saper stare su un palco più che degnamente, vista anche la situazione, l’attesa per gli headliner e quella luce del cazzo! [ovviamente se volete una recensione un po’ più accurata basta leggere qui.

Finito lo show degli Apocalyptica, tra una doccia sotto l’idrante e un pieno ai rubinetti dei bagni (evitiamo lo stile pisciasotto dei miei pantaloni) gli stomaci romani cominciano a borbottare. Optiamo per la soluzione “sfruttiamo il braccialetto”.
Salutiamo Kaos costretto a star li per le foto, avvertiamo i due soggetti che saremmo andati alla macchina per rifocillarci e ci saremmo poi incontrati nuovamente davanti al mixer per seguire le restanti esibizioni.

Giunti alla macchina, il richiamo dell’ombra ha fatto da padrone. Tirate fuori le sedie, ci accampiamo sotto l’unico alberello sparuto dell’arena, in compagnia di tedesconi beventi e ruttanti. Passa il tempo e ci dimentichiamo dei Rose Tattoo (ma chi sono poi? Ma chi li vuole sentire?) e dopo un’oretta buona decidiamo che è cosa buona e giusta tornare nella zona da suicidio di massa sperando che la canicola diminuisca. Anche perché eravamo scomparsi da un bel po’ e forse era il momento di farci vedere vivi e vegeti, anziché sciolti dal sole.

Giunti davanti al mixer, giusto il tempo di salutare il Vikingo Jovan (che ringrazio dell’avvertimento, altrimenti mi sarei dovuta fare avanti e indietro tra la macchina e l’ingresso dato che i corni non li facevano entrare) e radunare il gruppo.
Ma … “Kaos dov’è? Calcolando che stanno per iniziare gli Avenged Sevenfold probabilmente è sotto al palco per far le foto.”

Inizia la tortura. Ditemi quel che volete, ma un gruppo del genere, anche che l’han voluto i Maiden (vorrei ricordare che i Maiden vogliono pure la Harris – motivi di dna – e non centra un cazzo con la loro musica) dovrebbe suonare solo alle feste di paese. Si si proprio quelle dove ci sono gruppetti che si cimentano in cover.

Ovviamente molti aspettavano i Maiden, e molti di loro, non hanno ben gradito la scelta di un gruppo spalla simile.
Gli Avenged quindi, si sono risentiti, se la sono presa, e sono andati a frignare tra le braccia di mammà…non dopo però averci distrutto le orecchie con una cover di Walk dei Pantera tagliata a metà (eresia, quanto eresia è stato sentire il pubblico cantarla…cazzo come sono labili gli spettatori, basta far partire Walk che son tutti contenti). Mentre mi dispero per gli spaccatimpani, mi trovo un sms sul cellulare. È il soggetto4, che non avrei mai pensato di trovarlo al Gods conoscendo la sua avversione per i live.

Non so se sia colpa loro, colpa della calca, del caldo, della stanchezza, o di tutto l’insieme ma a me scoppia un mal di testa allucinante.

Credo che anche gli altri fidi compagni siano in pessime condizioni, tanto che decidiamo di raggiungere il Kimiko sulla collinetta per seguire i Maiden dall’alto.

Sui Maiden niente da dire, c’è sempre il soggetto5 (da cui ovviamente ruberò alcune foto), anche lui riuscito a beccare per pochi istanti per via della schiavitù fotografica, che ha già raccontato meglio di me cosa hanno proposto.

Aces High in apertura, 2 minutes to Midnight a seguire…e poi Revelation, The Trooper, Wasted Years, The number of the beast in un tripudio di gente cantante. Ma lo show non si ferma, con un palco stile egiziano (l’avevano promesso) seguono Can i play with madness?, Rime of the ancient mariner, Powerslave, Heaven can wait, e Run to the hills che fa ballare chiunque. Con Fear of the dark, la luce solare è svanita, l’arena parco nord è piena e illuminata dai cellulari che filmano e fotografano. la gente è fin sopra i cassonetti.Immancabile il fantoccio di Eddie durante Iron Maiden, Moonchild e The clairvoyant prima della chiusura con Hallowed be thy name.
Alla fine il sor Bruce ci ha regalato due ore di Musica con la M maiuscola. Impossibile trovare una pecca a quel buffo ometto sugli anta che zompa come un grillo sul palco. Pagherei oro per arrivare cosi alla sua età, ma sono marcia dentro ahimè.

Ma Kaos? Giungono notizie via sms, tra Rose Tattoo e Avenged la calura ha colpito anche lui e un suo amico. Portato al pronto soccorso per un controllo, ucirà da li solo alle 3 del mattino. Noi siamo cotti, accaldati, appiccicaticci, lerci, pieni di terra, puzzosi, sudati, unti e bisunti, e domani il massacro ci attendeva al varco. L’unica cosa da fare era uscire dall’arena, raggiungere l’auto e ritrovare l’albergo per litigarci la doccia e meritarci un sonno ristoratore. quindi, giusto il tempo di uno scatto ai pisciatori da festival e...

 
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AH EHM

Post n°581 pubblicato il 04 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

piccola parentesi dato che la questione è di vitale importanza.

QUI [leggetelo tutto]

viene segnalato un "piccolo problema" [come volevasi dimostrare, ci mette zampino la live e i problemi fioccano]

ora la questione è particolarmente importante. per il semplice motivo che non si potrà campeggiare liberamente come si è fatto all'evo degli scorsi anni.

ciò significa "chi prima arriva mejo alloggia" indi, se ci si vuol trovare su con tenda picchetti e tutti gli impicci vari, sarà il caso di organizzarsi prima e tentare l'occupazione del suolo pubblico milanese gia da giovedi notte?

noi ci saremo (Zi' ho sistemato il TontTont), chiunque riesca a salir su il giovedi notte sarebbe d'aiuto per tenere i posti.

[eeeeh quando lo dicevo io che la Live intasca intasca e alla fine il bordello lo combina...]

 
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Gods of Metal 2008

Post n°580 pubblicato il 01 Luglio 2008 da CacciatricediSangue

io c'ero...

ma ovviamente non ero tra questi...

[il tempo di riprendermi da una pseudo congiuntivite, dal caldo passato e dal sonno e posterò tutto per filo e per segno, ovviamente tutto prima dell'evolution]

 
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