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Parlami d'amore

Post n°273 pubblicato il 04 Marzo 2008 da Kastania
 

Sasha è nato sotto una cattiva stella.

Lui è un giovane parquettista, figlio di nessuno (i genitori tossicodipendenti lo hanno abbandonato da ragazzino, il padre passando a miglior vita, la madre scappando chissà dove), idealista e poco avvezzo alla praticità della vita, innamorato da quando aveva 8 anni di Benedetta (Carolina Crescentini), bambina che trascorreva le giornate con lui in comunità, oggi maledettissimo angelo e figlia dell'uomo che ha affidato a Sasha il pavimento della sua lussuosa villa. Ma la vita, si sa, "è prepotente: non tiene conto della volontà degli uomini", e allora ecco che una notte la macchina di Nicole (Aitana Sánchez-Gijón) - quarantenne francese rifugiatasi in un matrimonio che le regala sicurezza senza amore - travolge quella di Sasha: le loro ferite, la solitudine, le paure, finiranno per unirli in un'amicizia che non potrà non trasformarsi in altro. Prima, però, i fantasmi del passato e le vecchie abitudini (il ragazzo è un asso del poker...) dovranno essere sconfitti.


Se si esclude il fatto che metà della sala era lì per vedere pettorali nuovi di zecca di Muccino e sbavarci su, mentre l'altra metà era lì per vedere i pettorali nuovi di zecca di Muccino e distruggerli con commenti sarcastici, devo dire che mi sento soddisfatta per ciò che ho visto.

Intenso, doloroso, profondo, anche se ovviamente non possiede lo stesso impatto emotivo del libro. Grandiosa la Sanchez, francamente patetica la Crescentini.

Avevo letto delle critiche feroci, e a dire il vero sono rimasta perplessa. Avendo letto il libro un anno fa, l'ho persino recentemente riletto, giusto per sincerarmi di non aver scordato nulla.

Sono sempre più numerosi i film tratti da un libro. E qui mi si scatena un problemino.

Se il libro non piace, è ovvio che non piaccia nemmeno il film. Ma è poi così ovvio?

Penso al Paziente Inglese, oppure a Ritorno a Cold Mountain. Libri lunghi e dispersivi, che hanno messo a dura prova la mia pazienza, e che mi hanno invece catturato nella versione cinematografica.

Via col vento. Un libro magnifico, un film altrettanto significativo. Ma la bravura di regista, attori, sceneggiatori & co. sarebbe bastata, se la storia non fosse stata così bella?

Insomma, non dico che il libro/film di Muccino diventerà una pietra miliare nella storia del cinema. Ma l'ho trovato comunque più interessante e ben fatto di tanti film italiani di ultima generazione.

Ciò che mi disturba è che il talento registico che comunque è stato dimostrato venga inquinato dal giudizio sulla trama. Se la trama non piace, non si può comunque bollare d'infamia la regia.

Quanti miei coetanei, al primo film, sanno citare con tanta grazia disinvolta Godard, Bertolucci.. perfino un film difficile come Il portiere di notte! Ecco, già solo per questa scelta coraggiosa meriterebbe un plauso.

Ma forse i critici di cui sopra non hanno nemmeno colto, i riferimenti. Troppo culturali.

 
 
 
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