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Il Fantasma dell'Opera

Post n°413 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da Kastania
 

Avendo consigliato a Jane, questa mattina, l'acquisto del dvd del
"Fantasma dell'Opera"di Joel Schumacher, nel pomeriggio non ho
resistito e me lo sono riguardato. Per l'ennesima volta, che tradotta in
cifre realistiche potrebbe voler dire la centesima, dal momento che
solo al cinema l'ho visto ben tre volte.

Da adolescente ho amato appassionatamente il libro di Gaston Leroux,
cupo, tenebroso, gotico e disperato al punto giusto.
L'ho amato al punto di comprare Il Fantasma di Manhattan, seguito di
Frederick Forsythe,lo stesso giorno della pubblicazione. O al punto di
leggere il Phantom di Susan Kay,da noi mai tradotto, in lingua originale.

Ho amato pressochè qualunque versione cinematografica (perfino quella splatter di
Dario Argento, nobilitata almeno dalla presenza lunare e per me magnetica del meraviglioso Julian Sands).

E poi, ovviamente ho adorato il musical di Webber, forse il più bel musical di tutti i tempi, specialmente nella versione in cui Christine era interpretata dalla divina Sarah Brightman.

Sono tuttora eccitata dall'idea che a breve (fine 2009,probabilmente) Webber ci servirà su un piatto (o un palcoscenico) d'argento la seconda parte di questa storia immortale: Phantom:love never dies.

Più che naturale quindi che conosca pressochè a memoria questa versione,
in cui il tormentato Erik, musicista sfigurato che vive nei sotterranei
dell'Opera Garnier di Parigi,è interpretato da uno dei miei attori preferiti in
assoluto (e detto fra noi, non soltanto per l'impeccabile interpretazione!):
Gerard Butler, affascinante come non mai.

La storia è semplice, quasi banale: un classico triangolo, in cui il genio
deforme ama la ragazza ingenua,a sua volta però invaghita e ricambiata
dal damerino di turno. Figuratevi un po' come va a finire.

Naturalmente,con la mia ben nota passione per i personaggi drammatici
e dal cattivo carattere,non potevo non innamorarmi del temibile Fantasma
assassino,e in almeno un paio di occasioni avrei preso volentieri a schiaffoni l'innocente Christine, che prima illude il suo mentore per poi scappare col
giovanotto bello,titolato e guarda caso pieno di grana.
Il Visconte poi, con le sue maniere affettate e la sua malcelata stupidità,
l'ho sempre detestato al punto che con le amiche lo avevamo ribattezzato il
Carciofo, vedete un po' voi. E in effetti, avendo scritto nella mia vita
innumerevoli racconti (o fanfiction, per meglio dire) che ripartivano proprio
dal punto in cui gli eventi si interrompono alla fine dell'opera di Leroux,
puntualmente facevo fare al damerino una fine spaventosa, affinchè
l'amore fra Erik e Christine sbocciasse incontrastato.

La vera protagonista dell'opera in ogni caso è la musica, potente e
sensuale, spaventosa e carezzevole.

Canzoni come Phantom of the Opera, Music of the night, All I ask of
you
o la meravigliosa Point of no return hanno praticamente segnato la
mia vita: non potrei mai farne a meno. Una specie di romantica droga da
cui è impossibile disintossicarsi.

Peccato che, come la maggioranza dei cine-musical in Italia (con poche
eccezioni stile Mamma mia) non faccia fortuna: e questo nonostante la
pellicola sia stata impeccabilmente tradotta e interpretata da ottime voci
provenienti dal panorama del musical di casa nostra.

Insomma, una piccola perla trascurata da critica e pubblico. Ma che vale assolutamente la pena recuperare.

 
 
 
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