Creato da tobias_shuffle il 31/05/2013

Incursioni

Il blog di chi non dimentica

 

 

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Post n°266 pubblicato il 28 Gennaio 2017 da tobias_shuffle










Le speranze sono fornite da cavi sotterranei

Sedia,
dammi una finestra lurida,
e drammi per un'esistenza vivida
fornisci la stessa pustola di sole
per me e i miei amici
ma non dove sono cresciuto,
1200 chilometri più a nord,
dintorni di Wannsee
chierica di sole nell'Europa,
crea
con i ghirigori che traccio con le dita
racconti umorali
e un leggero sfinimento,
reggimi mentre s'appesantisce
il cervello e, al tempo stesso, evapora,
avete mai provato questa sensazione?
Il mondo su un treppiede
e le stanze scure più dentro,
mappe di un dentista suicida
lasciatemi in eredità,
un uomo che straparlava
 ma volava volentieri
fino a essere abbattuto dal fuoco amico
a bassa quota.
Procurami questa quiete
né vicino né lontano dai bagnanti
(ho molti libri e nessun editore),
non scuotermi perché
sarei di troppo agli abeti che mi cingono,
per il momento m'affabulo solo,
più tardi mangerò crepes
innaffiati da quel dolcificante
che sta a metà tra la frustrazione 
e l'erba medica.












 
 
 

*

Post n°265 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da tobias_shuffle










La metamorfosi del Dottor Popper

Sto uscendo
pasticche,
pastiglie,
polvere,
cristalli,
erba,

Spaziosi tratti di una via su carovane cenciose

Rapide incursioni nei pochi minuti
di sollievo, o nell'ampia fissità,
lenire la terzana del mondo
efficiente,
mescolarsi in un po' di feccia
era meglio, prima, stingersi
nel frullare di quelle tante sostanze
efficienti nella saracinesca

sul dolore

mentre sulla schiena il babbuino
strepitava, la scimmia crepitava,
ora
si placa, il cavallo galoppa
e i tre soli che avevo ridotto a uno
tornano a girare,
pongo l'unica stella al mio centro

Sfruculio gli occhi attoniti,
un tempo sbarrati,
e dal sarcofago risalgo, pena su piena
con l'accento nel Verbo "Agire"











 

 
 
 

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Post n°264 pubblicato il 21 Gennaio 2017 da tobias_shuffle










Solo dal Male nasce il ricordo

Galleggiavi sparuta
fra il fondovalle e la schiena,
ti carezzavo come si fa con un gatto
ma avevi le pupille incavate e un tremito
alla base di tutto

non so cosa fare tranne portarmi in cielo
e scrivere,
non so quando parlarti senza offenderti
e i miei artigli non tagliano, sono solo unghie
ma i tuoi discorsi fluttuano e non lasciano il segno

Sei stata bruciata molto tempo fa
e ti rassegni a ritornare
ti ostini a sconvolgermi le carte
e a interrompere i miei sonnellini,
a stracciarmi i pensieri

Vegeti e dai fogliame come Ofelia,
Maledizione,
potessi metterti una pietra sulla pancia
e affondarti
ma  gli incubi sono fatti di materiale impalpabile

Solo quando sogno mi sembri esistere,
ma è solo un sogno e sbarcando nella radura
delle mie creazioni
ti vedo ancora là,
a triturare odio
a spegnermi il riverbero










  

 
 
 

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Post n°263 pubblicato il 17 Gennaio 2017 da tobias_shuffle











Non avrai altro Dio all'infuori dell'estate

Aveva uno straccio il Messia
col quale dipingeva ceste ricolme
di frutta e preghiere
era un piccolo proprietario,
un borghesuccio

Lo avevano preso in trappola
quando ancora viveva con la moglie
e lo avevano strangolato con i debiti,
da allora
aveva fatto voto di incoerenza
e mi insegnava da mane a sera
come sfuggire alle scuole
viveva ritirato
simile alla lucertola
nel suo ansimare al sole,
potenziava i muscoli della vita
aggrappandosi con una sola mano
alle sporgenze di qualche tempio
diruto

Mi urlava contro spesso e scassinava
i tramonti che ci si ficcavano in gola,
poteva essere il Peloponneso, ricordo,
Lui si arricchiva con niente
e con nulla viveva,
si dissolveva poco alla volta
nel pulviscolo delle tele,
godeva dei riflessi
come un bambino
e mormorava scontroso: "Arte!"

Io vivo adesso dello scrivere
ma ricordo bene le sue figure,
non nego (attendendo che il gallo canti)
che mi abbia pavimentato il percorso,
e tutte le opere che sforno hanno
il sapore salato del bagnasciuga,
del suo testone dalla criniera
selvaggia,
del suo stupore ogni volta

Ora batto sul computer
ma sempre confondo la nuvola
con la pioggia

Restituisco al ricordo quello che gli è dovuto
e ubriaco tocco le pietre
che devono essere lì da un tempo ancestrale,
da esse traggo un liquore dolce
e mi avvicino alla fine con sollievo misto
a slancio
poiché nessuno è veramente morto
se non quando gli si offusca la visione
delle parole selvagge
per gli uomini saggi









 
 
 

*

Post n°262 pubblicato il 13 Gennaio 2017 da tobias_shuffle










Clodia

Hai un corpo?
Una coda?
Uno spirito?
Un fuoco?

Mi lustro gli occhi e sento la pelle ogni mattina
Ti specolo facendo il buffone
e l'eroe

Dammi corda, intensificami e bacia
quest'uomo grave
bacialo

Devi inumidire la bocca per sillabare le parole
e farlo affondare,
inonda la stiva
mentre la nave è di prora
annusa le vele

Spargo anelli di fumo dal petto
e carico la bilancia,
penderà sempre da una parte
ma avrà ragione quando, onusta di spossatezza
non misurerà più nulla
tranne l'Amore









 
 
 

°

Post n°261 pubblicato il 11 Gennaio 2017 da tobias_shuffle










Ercole

Eccomi qui
un filo arrotolato
a un rasoio

Soia sulla terra,
micragnoso
raggio di sole
sputato dal cielo

Spuntato
all'ombra degli olmi
dove nemmeno vanno a cadere
i ricordi 











 

 
 
 

:***

Post n°260 pubblicato il 05 Gennaio 2017 da tobias_shuffle










Scusatemi con il cuore.
Ma non riesco più a creare.













I Miei sogni sono ancora
Tutti là...






 
 
 

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Post n°259 pubblicato il 03 Gennaio 2017 da tobias_shuffle








Tresor (Berlin)

L'Amore, dicevamo
Friedrichshain, Kreuzberg, Mitte, Prenzlauer Berg
sono stato a Berlino e il cuore adesso mi sanguina
non mi trovo bene dove sono,
sono una rada sconvolta dalla bufera
un falco senza falconiere
un agave.
vorrei muovermi e continuare a farlo,
odio il silenzio
l'immobilita
la pestilenza del quotidiano
l'ovvio;
voglio calciare il sole mentre cala
ribellarmi ai lacci alle ginocchia
non pagare il fio delle stazioni di approdo
inastare il teschio e le due ossa incrociate
camminare i suburbi
pedalare e sorbirmi i tesori della metro
dimagrire fino
ad essere talmente esile da scacciare
il proverbiale cammello
che passa per la cruna dell'ago.
Vorrei.
Ho portato un oceano di visioni,
ho acquistato
e pure adesso indosso il prussiano
selvaggio
ma la Terra è piccolissima,
un petardo
nuvole da club
superstar
muri scrostati
apparati post-industriali,
pugni e sorrisi
gente che va e non viene
mitici flaneurs
leggendarie drag-queens.
Lo so, non apparteremo a nessuno
ma nemmeno ci pagheranno
per condurre a termine questa vita,
scamperemo giusto al terzo incrocio
e poi via verso un sole talmente confuso
da non sapere di essere unico,
oppure sulla luna
lasciando l'impronta
che scopriranno i nostri figli
nemmeno nati.
Ecco, lasciatemi così,
in maglietta e jeans
a piombare echi dal tetto di Berlino
ripiegato sul mio cuore
e feroce, feroce
solo quanto può esserlo chi
non ha trovato il martello per il tipo giusto di chiodo,
gioioso e morto
con la convinzione
che i funerali si fanno a ritmo di tatuaggi,
e le litanie a misura d'uomo.
Inutile, certo, ma splendidamente
bello.










 
 
 

*

Post n°258 pubblicato il 28 Dicembre 2016 da tobias_shuffle










Tropicalia

Alberi, che d'una coscienza attorcigliata
a ruderi traete linfa e la mia storia,
bacche, voi strappate l'orlo dei miei
vaneggiamenti
Asteria, tu bordeggi e vellichi un ombelico di cielo

Frazione per frazione ho diviso il cammino
e sperduto mi sono ritrovato
nel plesso di quella terra chiamata madre,
gocce grosse quanto limoni, inondazioni
torrenti che trascinano ramaglia

E piedi di giara, amuleti contratti
nelle fattezze e nella magia,
terra battuta nei villaggi
che s'odono di fenditura in valle
che placidi rantolano

Masticare la foglia di coca non mi serve
per lo sballo
è come rompere un legnetto o suonare
un filo d'erba
sul sentiero sottile come una striscia

Tropici d'agave si rinserrano e mi lasciano
ciondolare al vuoto, non spacco il segreto
di quei visi di terracotta,
ottengo solo d'infestare i sogni
con fantastici nei d'arborea









 
 
 

**

Post n°257 pubblicato il 23 Dicembre 2016 da tobias_shuffle










Buon Natale

Ed era questa che era luce
sospiri, attimi
care amiche
mi donate quello che perdevo
in ogni lettera frantumo il numero
ed estraggo la radice

Ma senza di Voi sono un baccello vuoto
e prima ero un tasso
a percorrere lande
e smuovere terra

E se sono adesso un cuore
è grazie al vostro battito








 
 
 

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