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Messaggi di Gennaio 2015

Je suis..... ancora non si sa

Post n°3371 pubblicato il 12 Gennaio 2015 da ninograg1
 

innanzitutto:


un pò pochini e quanta distanza dal popolo; poi il selfie opportunity con ... "imbucato":

.. infine l'atroce dilemma della sinistra italiota:

e dal contropelo di radiocapital (pubblicato su facebook)

I sotterranei di Parigi

Nell’ultima puntata di Homeland un luciferino Dar Adal capo delle operazioni segrete della Cia, che nella realtà è Murray Abrahms di origini siriane di fede nestoriana, lascia a bocca aperta Saul Berenson ex direttore della CIA, che nella realtà è Mandy Patinkin un ebreo, spiegandogli perchè si è messo d’accordo con il capo dei talebani che ha appena fatto una strage all’ambasciata americana. “Begin ha ucciso 91 persone al King David e poi è diventato premier di Israele”. Non posso pensare ad un commento migliore a quello che è accaduto a Parigi, al groviglio di amici, amici dei nemici, nemici dei nemici in cui siamo avvoltolati almeno dal 1967. All’orrenda confusione geopolitica, su cui si spalma la dabbenagine feroce dei combattenti di civiltà, la ferocia babbea della bestia umana, il bel pensiero dei benpensanti che ritrovano nel sangue di Charlie Hebdo ragioni per fare gli stati uniti d’Europa e gli speculari della chiusura delle frontiere europee per terroristi francesi che agiscono in Francia. Cioè un commento migliore ce l’ho, ma è attribuita a Voltaire. Quelli che riescono a farvi credere delle assurdità possono farvi commettere delle atrocità.

p.s.

le foto sono prese da facebook così come il resto.... come non essere d'accordo?

 

 
 
 

Elezioni Grecia: il difficile compromesso di Tsipras

Post n°3370 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da ninograg1
 

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 9/1/2015 a firma di Fausto Corvino

La breve campagna elettorale di Alexis Tsipras si sta rivelando un attento esercizio di dosaggio politico. Su un piatto della bilancia ci sono gli elettori, quelli che tra meno di venti giorni dovranno materialmente inserire la scheda nell’urna. Dall’altra ci sono gli investitori, quelli che influiscono sull’andamento dei mercati, e che possono far crollare le borse, creando così paura e incertezza nel Paese, e spostando una parte dell’elettorato dalla scommessa Tsipras verso la certezza Samaras.

Il giovane leader della sinistra greca vuole tenersi buono il suo elettorato, cercando di incrementare, o forse, più realisticamente, di conservare i tre punti percentuali di vantaggio che i sondaggi gli concedono sul Premier uscente Samaras. Per fare ciò deve ovviamente continuare a prospettare un’inversione a U sul binario della programmazione economica. Ribadire a gran voce la volontà di sedersi a un tavolo e ridiscutere tutte le condizioni sottoscritte negli ultimi 4 anni dai governi precedenti in cambio dei vari prestiti salva stato. E attaccare, a muso duro, le istituzioni finanziarie internazionali. Secondo le anticipazioni dell’Huffington Post, in un libro/intervista in prossima uscita in Italia, il leader di Syriza definirebbe gli uomini della Troika come dei “funzionariucci di medio livello, con una cultura economica mediocre, che, nell’ambito di un’impresa privata, potrebbero solo avere l’autorizzazione necessaria per accendere e spegnere il computer”.

Al contempo però Tsipras non può lasciare che la sua campagna elettorale, giocata all’attacco, getti nel caos i mercati. E infatti non dimentichiamoci che una delle prime dichiarazioni del politico greco, ancora prima che iniziassero i tre turni delle presidenziali, è stata quella in cui affermava in modo chiaro ed inequivocabile la volontà di rimanere nell’euro. Poi ha recentemente aggiunto che la politica economica proposta da Syriza è compatibile con la linea Draghi, secondo cui occorre “fare tutto il possibile per salvare l’euro”.

Tsipras cerca di mantenere un equilibrio delicato. Galvanizzare l’elettorato senza innervosire troppo gli investitori. O almeno non così tanto da prestare il fianco a Samaras, che sul rischio del default e dell’allontanamento dalla zona euro gioca tutta la sua partita. Il problema però, come molti notano, è che per Syriza sarà davvero difficile realizzare alcuni punti cardine del suo programma elettorale restando nel perimetro della moneta unica. E mi riferisco, tra le altre cose, all’incremento del salario minimo, allo stop dei tagli alla spesa e alle riassunzioni pubbliche.

Pochi giorni fa il Der Spiegel calcolava che a Tspiras occorrerebbero più di 10 miliardi di euro per tenere fede alle sue promesse elettorali. Soldi che al momento la Grecia non ha, e che certamente non riuscirebbe a prendere in prestito dai mercati. Inoltre, ha aggiunto il settimanale tedesco, se nel 2012 era necessario mantenere Atene nella zona euro per evitare la distruzione della moneta unica, oggi non è più così. La teoria del domino, secondo cui la Grecia, in un eventuale tracollo finanziario,  si sarebbe trascinata dietro gli altri Stati dell’Europa mediterranea, è stata messa da parte. Ora alla Germania farebbe più comodo che la futura Grecia guidata da Syriza si allontani dall’euro, ponendo fine ai continui attacchi politici contro i programmi di riforma economica. Ed evitando così di soffiare vento sulle vele dei partiti euroscettici di Spagna, Francia e Italia.

Non dimentichiamoci infatti che in Spagna Podemos ha forzato il sistema bipartitico attestandosi come seconda forza politica del Paese, capace di raccogliere il consenso di uno spagnolo su quattro. In Francia Marine Le Pen sembrerebbe avere doppiato in popolarità il Presidente Hollande. Ed anche in Italia i partiti euroscettici hanno dimostrato di poter raccogliere un considerevole consenso elettorale.

Un governo guidato da Tsipras potrebbe forse causare più danni alla Germania dall’interno dell’Eurozona, piuttosto che dal di fuori. Per questo oggi la “Grexit” non è più un tabù per i partner europei, come due anni fa. A dire no a questa eventualità sembrerebbero però essere proprio i Greci, cui in un recentissimo sondaggio commissionato dal giornale Eleftheros Typos è stato chiesto se desiderino che Atene resti o meno nell’euro. Una percentuale altissima degli intervistati, il 74 per cento, ha risposto “sì” o “probabilmente sì”. L’11 per cento in più rispetto all’anno passato.

p.s.

insomma Tsipras concorda con draghi che l'euro va salvato e che la Grecia rimanga dentro: quasi l'opposto di quello che veniva detto a bassissima voce qualche anno fa: cosa è cambiato? Che l'euro può fare a meno della Grecia grazie alle manovre dei politici greci che hanno riportato indietro i debiti facendoli pagare ai greci e quello che non hanno riportato è andato nelle mani di squali che non aspettano altro che spolpare definitvamente il popolo greco di quel pochissimo che gli è rimasto. Mi sarei aspettato una maggir coraggio da parte di Syriza; ma si sa che una cosa è parlare a vanvera dall'opposizione e un altra governare...... ora che finalmente vedono lo scranno governativo cambiano tono e linea, chissà perchè mi ritornano alla mente alcune parole del saggio "shock economy" della Klein laddove, parlando della caduta delle tigri asiatiche, provava provava che chi ha avuto il coraggio di dire no ai poteri istituzionali e finanziari internazionali si è trovato, non senza sacrifici sia chiaro, meglio di chi si è inchinato al loro diktat! Un pò di coraggio, suvvia.....

 
 
 

Presi!!!!

Post n°3369 pubblicato il 09 Gennaio 2015 da ninograg1
 

Mia è la vendetta, disse qualcuno millenni fa........ oggi  è accaduto ancora che questo precetto è stato rispolverato: i due terroristi sono stati beccati e uccisi e con loro altri due o tre disperati che avevano tentato una sorta di sequestro per chiedere poi il rilascio o la sola cattura dei primi: così non è stato, tutti uccisi (non senza vittime fra gli ostaggi e le forze speciali).

Siamo soddisfatti: i buoni hanno vinto, i cattivi uccisi, possiamo dormire il sonno dei giusti. Ma, già da stamani, qualcuno in giro per la rete ha cominciato a riflettere su alcuni aspetti non completamente chiari; vogliamo vedere?

  1. la rivista satirica francese non aveva preso di mira "solo" gli islamici ma le sue graffianti vignette ce l'avevano anche con ebrei, potenti della finanza, ecc.... dice nulla la parola "false flag (fonte wikipedia: dicesi false falg una tattica segreta condotta nell'ambito di operazioni militari o attività di spionaggio, condotte in genere da governi, servizi segreti, e agenzie d'intelligence, progettata per apparire come perseguita da altri enti e organizzazioni, anche attraverso l'infiltrazione o lo spionaggio di questi ultimi)"? Vuoi vedere che, come per le torri gemelle, fra qualche tempo verrà fuori qualcos'altro del tipo che gli utili idioti erano solo strumenti di vedette altrui che non ha nulla a che vedere con i cattivi di turno?
  2. veniamo al "filmato (peraltro ben presto sparito da youtube)" dell'uccisione del poliziotto, peraltro maghrebino, ucciso dai due tipi. Bene. Non vi sembra strano che questi scendono dalla macchina e corrono in puro stile marines (non so se avete mai visto un film sull'addestramento di questo corpo) ossia al trotto e si avvicinano al poliziotto sparandogli da vicino, presumibilmente alla testa, poi continuano la corsa per farmarsi all'angolo dare un occhiata e tornarsene bellamente alla propria macchina sempre al trotto con l'ak47 al petto e fermandosi anche a raccogliere a terra un .... (pare) documento o qualcosa di simile? Cioè: siete appena stati protagonisti di un eccidio spietato e siete così freddi da farsi una corsetta per finire un poliziotto ferito per poi dare un occhiata all'angolo e tornarvene bellamente alla macchina dopo aver raccolto da terra quel che sembra essere un documento o, come sostengono alcuni, un ... caricatore? Suvvia.. siete freddi e spietati a tal punto o la stessa adrenalina non vi fa invece schizzare via e far fare tutto di corsa? Questo, pur essendo dei reduci, non erano professionisti ma combattenti volontari, ben altra cosa e tempra!!!!!!
  3. Sempre dal filmato, guardate questa foto

e ora guardate questo video qui.... (si apre solo con il programma con quick time e dura pochissimi secondi) dove si vede a circa metà della clip uno sbuffetto un decimo di secondo dopo l'esplosione del colpo ........ peccato che lo sbuffetto del colpo sia almeno un metro più avanti della direzione presunta del colpo... forse il terrorista era strabico o c'era un altro cecchino da qualche altra parte? Se guardate la foto è chiaro come il sole che anche prima di sparare, in corsa, il tiro e la mira erano errati!!!

      4. sempre dalla foto e dal clip sorge ancora un altra domanda: dov'è ilsangue?       Dov'è il contraccolpo della testa? Se avete mai visto un film o giocato a uno sparatutto sapete di cosa parlo......

      5. questi se ne sono andati in giro per la città e decine di migliaia di poliziotti, forze speciali, servizi segreti non hanno idea di dove siano? Solo quando arrivano nel villaggio "vengono avvistati"?

     6. I blitz. Secondo voi è naturale che dei professionisti della sicurezza tentino dei blitz mettendo a repentaglio gli ostaggi e se stessi? Oppure l'ordine era: uccideteli a qualunque costo?

      6. guardate questa altra foto......  le frecce rosse indicano due personaggi: uno dei capi dell'isis ma a destra c'è... si ancora lui: John McCain, senatore americano e ... cosa? Ambasciatore presso i combattenti anti-Assad?

Tutto quanto sopra sono solo riflessioni non certezze. Sono solo impressioni di un qualcosa che sembra sfuggito ai media ufficiali, francesi e non, ma in rete e sui social network sta girando da ore. Il sottoscritto non ha fatto altro che metterle insieme ..... come per l'11/9 solo  fra alcuni decenni sapremo, forse, la verità!!!!

Complottismo? voler cercare il pelo nell'uovo e vedere la trave e non il pelo? Può darsi ma non era Andreotti (il Divo) che diceva sempre  che a pensar male si fa peccato ma spesso CI SI INDOVINA.... fate voi.

Buon week end

 

 
 
 

Charlie Hebdo, a chi serve questa guerra?

Post n°3368 pubblicato il 08 Gennaio 2015 da ninograg1
 

Fonte: il Fatto Quotidiano del 8 gennaio 2015 a firma di Ascanio Celestini

I terroristi entrano nel telefono di Jean Louise mentre mangiamo in un Bar del Marais a Parigi. Le notizie ormai ci raggiungono ovunque. Non è indispensabile comprare un giornale di carta o accendere la televisione.

“Hanno ammazzato dodici persone” dice Jean Louise leggendo sullo smartphone. “Giornalisti di un settimanale satirico sono stati ammazzati a colpi di kalashikov” dice “ma sembra che gli assassini siano scappati e non li hanno presi”.

Allora ci facciamo i calcoli sulla strada che faremo per tornare a casa. Jean Louise e Patrick devono prendere il treno per tornare a Liege e a Bruxelles, Paolo va a Belville e io all’aeroporto di Orly.
Gli sparatori sono ancora in giro, chi li incontrerà?

All’aeroporto mi sequestrano lo sciampo. Niente di tragico, era una bottiglietta presa in albergo tanto per non buttare nel water un goccio di sapone, ma in un giorno come questo i controlli sono più severi.

I terroristi (si chiamano così) non riusciamo a capirli, sparecchiano la nostra tavola rovesciando tutto in un solo colpo.

Ma chi ha inventato questa guerra che dalle trincee di cento anni fa arriva fino alla porta di casa nostra? Penso alle trincee perché da un anno si parla della prima guerra mondiale. Si pubblicano e ripubblicano libri. Escono film e si fanno trasmissioni televisive sulla grande guerra. In molti ricordano l’attentato di Sarajevo. Gavrilo Princip uccise l’erede al trono austro-ungarico in una giornata che ebbe un andamento grottesco. A scuola ci dicevano che la guerra scoppiò dopo quel fatto, ma era solo una semplificazione. L’Europa si preparava già da dieci anni e tutti i paesi avevano interesse a spararsi addosso. L’Austria cercava un pretesto per mettere le mani sui Balcani e presentò un ultimatum alla Serbia senza aspettare la risposta, la Russia voleva uno sbocco sui mari caldi, la Germania pensava all’egemonia continentale ma anche all’espansione coloniale, l’Inghilterra non voleva un paese egemone nel continente europeo, la Francia non poteva non intervenire davanti ad Austria e Germania che si muovevano, l’Italia temporeggiò per un anno poi prese al volo l’invasione del Belgio per cambiare schieramento e mettersi in trincea contro gli austriaci.

E poi tutti avevano paura del socialismo. La guerra avrebbe fermato la rivoluzione. In Russia successe il contrario: fu la rivoluzione a scoppiare grazie alla guerra, ma queste due anime furono comunque legate l’una all’altra anche in quel caso. Queste cose le sappiamo dopo anni di studi e pubblicazioni, ma cento anni fa i nostri nonni avevano a disposizione una versione completamente diversa.

La storia ci ricorda che gli avvenimenti sono soltanto la punta visibile di un iceberg che si scopre solo col tempo e con lo studio. Dunque: qual’è l’iceberg che sta sotto ad un attentato come questo? Cerchiamo di scoprirlo iniziando col porci un’altra domanda: a chi serve questa guerra?

p.s.

Ehm, ci sono domande?

 
 
 

pessime notizie per l'impero...

Post n°3367 pubblicato il 07 Gennaio 2015 da ninograg1
 

Portare la guerra in casa. Ecco l'imperativo, puntualmente attuato. In Francia oggi alle 13.48 è cambiata la storia. Quelle guerre viste in tv sono arrivate sotto casa; lo strumento si è dato vita propria e ha morso la mano di chi l'ha prima foraggiato. Quell'impero delle potenze occidentali che, nonostante i tanti ipocriti propositi di autodeterminazione e diritti umani ecc. ecc., continuano a giocare al Dr. Stranamore oggi hanno visto l'orrore dei mostri creati dal sonno della ragione da loro stesse indotte.... con oggi, il processo autoditruttivo iniziato nel 2001 con le le torri gemelle, l'alibi è definitvamente caduto: la globalizzazione ha generato quei mostri che, nel suo intento conformistico di uniformare i pianeta, doveva esorcizzare. ricordatela questa data perchè sarà da aggiungere ai tanti segnalibri che la storia dell'occidente ha al proprio attivo nella sua sanguinaria storia.

La chiamano multnicità ma in realtà è segregazione; la chiamano integrazione ma in realtà è schiavitù economica; la chiamano società affluente ma in realtà ha creato caste vischiose verso l'alto........ è chiaro che la realtà cambia a seconda da quale angolo si guardi: Beck, da poco deceduto, c'ha provato a spiegare il lato democratico del mercato globalizzato e la sua, tutta presunta, forza dirompente verso la democrazia e la libertà ... ma erano, e sono, solo parole svuotate del loro reale significato; nella realtà quel che conta è il profitto, la riduzione dei costi e la ricerca della risorsa a qualunque costo: sia che si tratti di stati nazionali che di società....... accadeva ai tempi dell'impero romano e accade oggi. E come allora la lezione non è stata imparata nè tantomeno compresa: a volte il burattino prende vita autonoma e si rivolta contro il suo creatore.

 
 
 

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