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Messaggi di Febbraio 2015

Riforme: mena pure, tanto la colpa è di Grillo

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 15 02 2015 a firma di

Neanche fa più notizia che, nella politica italiana da sempre capovolta, il Parlamento cacci chi grida “Onestà, onesta!”. In fondo è la colpa più grave, quella più imperdonabile: un po’ come andare da Rocco Siffredi e pretendere castità. Regola aurea, per larga parte dei media, è che la colpa ricada a prescindere sul Movimento 5 Stelle: il capro espiatorio perfetto, che sia effettivamente criticabile (e spesso lo è) o che abbia come macchia quella di mostrarsi alterato di fronte ai soprusi (alla Costituzione, mica a loro). Il Parlamento è uno strano microcosmo: dentro si può fare di tutto, l’importante è che lo si faccia col sorriso. Sfasciare ogni cosa va bene, però con educazione. Al contrario, se qualcuno scopre che gli hanno appena rubato la macchina e per questo si arrabbia un po’, giocoforza il colpevole diventa lui: troppo maleducato. Funziona così, e funziona forse al contrario.

La fredda cronaca degli ultimi giorni (e notti) alla Camera mostra un quadro d’insieme scarsamente avvincente. Regole minime sventrate. Presidenti e vicepresidenti oltremodo parziali. L’evanescente Boschi che assurge a madrina costituente (esce Calamandrei, entra Maria Elena: come sostituire Pelé con Muntari). Una gestione delle minoranze e delle opposizioni appena illiberale. Canguri, sedute fiume, insulti. “Dissidenti” che abbaiano ma non mordono. La Boldrini che ormai imbarazza pure Sel. Una perdurante involuzione democratica, di fronte alla quale però buona parte dell’informazione italiana – non per nulla al 73 esimo posto per libertà di stampa, giusto tra Moldavia e Nicaragua – soprassiede. Molto meglio raccontare con dovizia la reunion tra Al Bano e Romina: è più facile, è più redditizio. Un tempo, quando c’era da demolire la Costituzione, si sceglieva agosto perché la gente era al mare. Oggi si sceglie Sanremo, perché la gente al mare non è ma ha comunque il cervello in vacanza. Così anche l’importanza da dare agli avvenimenti si capovolge: il problema non è che una ghenga arrivista – composta da nominati, eletta con legge incostituzionale – proceda come un bulldozer per trasformare il Senato in un dopolavoro inutile su cui spiaggiare consiglieri regionali spesso indagati e di colpo protetti da immunità, ma che l’opposizione alzi i toni.

Anomalia anche questa, del resto, se fino a ieri l’opposizione erano i Violante (di cui la veemenza è nota) e D’Alema (di cui il berlusconismo è noto). Accusare l’opposizione di opporsi troppo è come rinfacciare a Tyson di aver picchiato troppo Donnie Long: magari era vero, ma Tyson faceva il pugile. Mica l’impiegato al catasto. È tornata la Dc, una Dc 2.0 allegramente impreparata e spensieratamente autoritaria, garbata nei modi e carnivora nei contenuti. Renzi sta a De Mita come Carlo Conti a Bongiorno, e guai a chi non si adegua alla melassa normalizzatrice e restauratrice. Chi non ci sta – politici e intellettuali, giornalisti e cittadini – è un gufo. Un disfattista. Un eversivo da punire con l’espulsione dall’Aula, ma più che altro dall’informazione. Tipo i 5 Stelle, “fascisti” per antonomasia. Anche se hanno appena proposto una sorta di alleanza part-time a Syriza (noti fascisti) e Podemos (noti nazisti), esigendo che le Alba Dorata (noti democratici) girino al largo. Anche se avrebbero interrotto l’ostruzionismo alla Camera se solo fosse stato accettato il referendum senza quorum, un’idea che un tempo pareva piacere anche al Pd. Anche se a scazzottarsi sono stati quelli di Pd e Sel, e prima quelli di Ncd e Lega, e già che c’erano pare anche quelli di Forza Italia (si picchiavano tra loro: così, per ricordarsi di essere vivi). La narrazione capovolta impone che sia “colpa dei grillini”. Sempre. Il Pd ha picchiato Sel? “Colpa dei grillini”. L’Italia è uscita dai Mondiali? “Colpa dei grillini”. La carbonara è scotta? “Colpa dei grillini”. Com’è bella questa informazione, e questa politica, tutta al contrario. Così bella che, se ti adegui a guardarla a rovescio, perfino l’anomalia odierna sembra quasi una nuova forma di democrazia.

p.s.

ecco il punto: "una nuova forma di democrazia"......... altro che Atene e il discorso di Pericle del V° decolo A.C. qui si scrive la storia, sempre se sapete leggerla a rovescio!

 
 
 

Naomi Klein, la rivoluzione: perché il capitalismo non è sostenibile

Fonte: dal Fatto Quotidiano del 14 02 2015 a firma di

 

L’ultimo libro della scrittrice e attivista canadese Naomi Klein, Una rivoluzione ci salverà, è un’utile lettura per riflettere sulla più pericolosa crisi che l’umanità sta vivendo: quella ecologica. Come la stessa autrice ha ammesso, solo di recente ha compreso come sia prossimo il limite ambientale. Un limite che se superato può farci precipitare in un baratro da cui la nostra specie non potrebbe più sollevarsi.

Il problema è che se un’attivista impegnata come la Klein, solo da qualche anno ha compreso che i gas climo-alteranti immessi nell’atmosfera hanno cucito una coperta termica che sta facendo lievitare le temperature e di conseguenza fondendo i ghiacciai e desertificando sempre più terreni, figuriamoci il cittadino medio tenuto volutamente all’oscuro.

Il testo della Klein non è particolarmente originale. A chi analizza certi fenomeni, molte delle tesi espresse risulteranno pleonastiche, tuttavia per un lettore esordiente in materia è una lettura consigliata. Specie per un lettore americano, Paese dal quale ancora gran parte di una classe politica nega persino l’esistenza del surriscaldamento in atto che invece è asserito dalla totalità del mondo scientifico. Del resto proprio dagli Usa viene elargito dai responsabili dell’alterazione climatica un miliardo di dollari all’anno per far affermare a giornalisti, politici ed economisti che il cambiamento climatico è una chimera.

Nel nostro Paese agli slogan ambientalisti del governo poi seguono leggi in linea al pensiero unico della crescita. Si pensi allo Sblocca Italia che permetterà nuove estrazioni di petrolio, nuovi incenerimenti di rifiuti e nuove colate di cemento.

Il libro della Klein è un assist da cui possono scaturire riflessioni più articolate in materia economica. Ma non solo, può essere anche un’occasione per un’auspicabile autocritica sulle scelte fatte dal frastagliato mondo ambientalista. Gli economisti di diversa estrazione, ma tutti devoti al dio della crescita, in Tv come dei bravi conduttori di una televendita cercano di piazzare il loro anacronistico paradigma di una crescita infinita in un pianeta finito. I neoliberisti tentano di piazzare Von Hayek, Friedman e i Chicago boys, i keynesiani, John M. Keynes e il gruppetto di marxisti sopravvissuti, Karl Marx. Tutti fautori di modelli economici e di visioni politiche nate nel secolo scorso che hanno in comune il miraggio della crescita. Una crescita che oggi, a prescindere dall’impatto ambientale, potrà essere solo effimera perché gonfiata da bolle monetarie. Inoltre, persino gli studi finanziati da multinazionali (le principali responsabili dell’attuale sfascio ambientale) indicano che nei prossimi anni, puntando ancora sulla crescita e quindi sullo sviluppo della tecnica, l’occupazione umana decrescerà in maniera esponenziale. In occidente crescita non è sinonimo di occupazione.

La Klein opportunamente fa notare come il movimento ambientalista sia spesso subordinato o usato per gli interessi di coloro che a monte causano i disastri ambientali. Un esempio italiano è il sinistro accordo tra il centro di ricerca Rifiuti Zero di Capannori e McDonald’s. Ad un ambientalismo che si fa strumentalizzare dalle multinazionali per farsi dare una pennellata di verde, si affiancano delle frange autoreferenziali che accettano la partecipazione solo di coloro che possiedono la medesima tessera ideologica.

La rivoluzione propugnata dalla Klein si può avere solo aprendosi a tutti, avendo come unico obiettivo la consapevolezza dei più in grado di farsi Stato. Lo Stato si deve riprendere le chiavi di quel potere esecutivo donato da una politica impavida a corporation che hanno come unico fine il profitto. Un profitto che pur di realizzarlo ha permesso di esternalizzare i costi inquinando l’aria, l’acqua, la terra e i nostri corpi sempre più vittime di malattie nefaste. Solo uno Stato efficiente, libero dalle cricche ed aperto a tutti i cittadini può sovvertire questo paradigma creato a vantaggio di pochi.

La storia è colma di esempi di rivoluzioni a cui sono seguite controrivoluzioni e restaurazioni. Una rivoluzione ci salverà solo se prima si realizza una rivoluzione personale. Una rivoluzione che libera da quella brama di potere e di visione elitista che a volte coincide tra chi contesta e chi causa i disastri ambientali ed economici. In altri termini serve una conversione. Una conversione che poi sia anche ecologica come propugnava l’indimenticato Alexander Langer.

p.s.

amo leggere la Klein e ho quasi tutti i suoi saggi ma non posso non prendere atto che l'editorialista del Fatto ha ASSOLUTAMENTE ragione: troppo spesso si scopre che qualcuno ha inventato una stalla per tenere dentro i buoi.... ma la "scoperta" avviene dopo che i buoi sono, da anni, scappati e quindi si prende atto che ormai, che dolore, la stalla non serve più!!!! Una cosa che, se rapportata agli ultimi 20 anni, potrebbe essere la nostra storia italiana: quanta gente dice che le riforme servono perchè non si può fare altrimenti perchè ormai è troppo tardi per fare marica indietro? E se pensiamo alla Grecia... idem

 
 
 

Baphomet

questo week end qualcosa di ..... esoterico. Il Baphomet. La rappresentazione fra le più classiche del male e della sua personificazione che colpisce, o dovrebbe colpire nell'intento di chi la da in pasto alla massa, la mente collettiva. In verità della creatura qui sopra rappresentata ce ne sono diverse rappresentazioni nel corso della storia ma questa è quella che, diciamo, ha fatto "storia". Ma cosa realmente rappresenta? Ecco alcune spiegazioni (Fonte: Wikipedia):

  1. il sufismo ritiene che sia il "padre dell'ignoto";
  2. Eliphas Lévi propose che il termine fosse composto da una serie di abbreviazioni lette al contrario: "Tem. ohp. ab". che prendono origine dal latino Templi omnium hominum pacis abhas, con il significato di "padre della pace universale tra gli uomini". Una lettura alternativa potrebbe essere tem. o. h. p. ab. per templi omnium hominum pacis abbas. La traduzione in questo caso è abate del tempio della pace dell'umanità, forse in riferimento ai Templari stessi (Templari che pare ne usassero l'idolo per i propri riti d'iniziazione cosa che fu una delle accuse che provocarono la loro persecuzione e messa al bando...).
  3. Dalle parole greche Baphe e Metis. Le due parole insieme significherebbero "battesimo di saggezza"[3], anche interpretabili come "tintura di saggezza".
  4. Una corruzione del termine ebraico Behemoth (letteralmente "Bestie", pluralia tantum di "behemah"), citata nel libro biblico di Giobbe (40:15) e di Ezra (6:49 e 6:51).
  5. Se tradotto secondo il cifrario di Atbash (scoperto dallo studioso Schonfield), l'origine del termine sarebbe Sophia, la parola greca per "saggezza".

 Avete notato che nessuno parla in senso stretto di "male"? Solo con il cristianesimo si è cominciato a fare "identificazioni" di questo genere: chissà perchè... e già così ce ne sarebbe abbastanza, vero? Ma, in realtà, non è tutto e per completezza ritengo sia necessario darne un altra, molto più, diciamo, laterale e antica. Già perchè pare che questa sia un immagine codificata del ... creatore dell'Adamu, l'uomo con una piccola variante: al stella a cinque punte dev'essere rivolta verso il basso...  se in quasi tutte le intepretazioni "ufficiali" (di cui parlo prima) tutto a poco, o quasi, a che fare con il male come lo intendiamo noi in realtà la figura a molto a che fare con tre parole: saggezza, conoscenza, umanità.. dice nulla tutto ciò? Se analizziamo la figura, secondo queste correnti di pensiero (che risalgono all'esoterismo sumero-accadico-babilonese) il baphomet sarebbe una immagine codificata del Signore dell'Ab.Zu, ossia del mondo di sotto (meglio noto alle cronache come il Din.Gir En.Ki) se ha le 5 cinque stelle rivolte verso il basso; altrimenti (cone le 5 cinque stelle rivolte verso l'alto) sarebbe la sua controparte ossia il signore del cielo il Din.gir En. lil l'entità che scagliò il diluvio universale, nella cosmognia pre-semita, perchè vide che grande era la corruzione degli adamu e vedeva come errata l'unione dei Figli degli dei (i nephilim, o angeli caduti) con le donne degli adamu; e che, sempre secondo alcuni sarebbe il "dio" che a tutt'oggi adoriamo e per identificarlo l'immagine riporta la stella a 5 punte rivolta verso l'alto.

Analizziamo la figura, o meglio, decodifichiamola.

  1. La gestualità: le mani indicano due lune; ebbene il gesto rappresenterebbe il collegamento fra i due mondi (di sotto, per noi gli inferi, e di sopra, per noi il paradiso o cielo......).
  2. La fiamma sulla testa e il simbolo delle cinque stelle. ebbene rappresenta la luce, la conoscenza che si vorrebbe negare, nel caso di En. lil, o donare, nel caso di En.ki, all'adamu, noi..... d'altronde in quasi tutte le cosmogonie esoteriche questa dualità è sempre presente così come è sempre presente la ricerca della conoscenza o meglio la ricerca del bene o del male come capacità di scelta dell'essere umano che qualcuno vorrebbe negare a altri, per propri piani per noi inconoscibili, donare....
  3. L'essere androgino. il principio unificato del generi che all'inizio era unificato per poi essere scisso in due, maschio femmina ma anche giorno/notte e bene/male. L'essere dal quale tutto nasce e si sviluppa. E' lunga la trattazione sulla dualità e tutte le civiltà l'hanno affrontata fin dalla notte dei tempi perchè questo principio dualistico è la vera fonte della storia della nascita crescita delle stesse.
  4. L'elica. Il Dna, la base della vita o i suoi mattoni fondanti. Nell'esoterismo, anche quello più antico ha sempre rappresentato la vita nei suoi caratteri fondanti: non è un caso che parte dal basso ventre dove sono collocati gli organi genitali. Un'aspetto fondamentale visto che in tutte le religioni monoteiste il controllo della sfera sessuale ha sempre significato il controllo sociale stretto..... essa rappresenterebbe anche l'immagine di colui che, nascosto dietro la figura del capro, ha dato la vita all'adamu e alla sua compagna: nati dallo stesso dna.
  5. Le gambe “caprine”. Sono, o sembrano essere il collegamento fra il genere umano e la natura, la terra madre e matrigna...... e secondo alcuni sarebbe attraverso questo simbolismo a rappresentare meglio il passaggio dall'essere primordiale all'adamu.

Insomma questa figura e il suo significato recondito, nascosto, nasconderebbe il codice della creazione dell'uomo.... e poco avrebbe a che fare con il male e le sua varie rappresentazioni: verità o fantasia per quanto mi riguarda vale sempre l'idea che alla base dei miti, anche quelli più astrusi, c'è sempre un fondamento reale.. dagli studi e dalle ricerche che ho potuto consultare mi convinco sempre di più che alla base del tutto non c'è tanto un principio o una fine ma una, come dire, serie di incroci nella nostra storia che ci hanno portato all'oggi: una cosa che ha molto più a che fare con la teoria quantistica del multivero e del princpio di indeterminazione di Heisenberg che la linearità perenne di un singolo universo statico nell'aspetto e fermo nella sua evoluzione

Buon week end e spero di aver stimolato la vostra fantasia........

 

 

 

 

 
 
 

Libertà di stampa, Italia giù al 73° posto: “Intimidazioni da criminalità e politica”

Post n°3394 pubblicato il 12 Febbraio 2015 da ninograg1
 

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 12/ 2 / 2015

L’Italia crolla nella classifica mondiale della libertà di stampa, realizzata come ogni anno da Reporter senza frontiere. Nel 2014 scendiamo al 73esimo posto, tra la Moldavia e il Nicaragua, perdendo ben 24 posizioni dall’anno precedente. La ragione, secondo il rapporto di Rsf pubblicato oggi, sono le sempre più frequenti intimidazioni che i giornalisti subiscono, da parte da parte di organizzazioni criminali e non solo. “La situazione dei giornalisti è peggiorata nettamente nel 2014″, si legge nel report, “con un grande incremento di attacchi alle loro proprietà, specie le automobili”. Rsf conta 43 casi di aggressione fisica e 7 casi di incendi ad abitazioni e vetture solo nei primi dieci mesi dell’anno. Ma non è solo la violenza fisica a limitare la libertà d’informazione nel nostro Paese. Il rapporto conta 129 cause di diffamazione “ingiustificate” contro i cronisti, sempre nei primi 10 mesi del 2014, mentre nel 2013 il dato si era fermato a 84. La maggior parte delle cause di questo tipo sono intentate da personaggi politici, e “costrituiscono una forma di censura“. I ricercatori citano la mafia italiana tra gli “agenti non statali” che soffocano l’informazione, insieme all’Isis, Boko Haram e ai cartelli della droga latinoamericani.

In generale, il World Press Freedom Index segna un peggioramento globale nel 2014: “Sotto attacco dalle guerre, dalle crescenti minacce di agenti non statali, da violenze durante manifestazioni e dalla crisi economica, la libertà dei media è in ritirata in tutti e cinque i continenti”, si legge nel report. In cima alla classifica della libertà d’informazione si accomodano, come di consueto, i paesi nordici: prima la Finlandia, seguita da Norvegia e Svezia. In fondo, anche qui senza sorprese, Turkmenistan, Corea del Nord e, fanalino di coda, l’Eritrea. La Francia guadagna una posizione fino al 38° posto, gli Usa ne perdono tre e vanno al 49°, il Giappone ne perde due e scende al 61°. Da segnalare il balzo in avanti del Brasile, che guadagna 12 posizioni e sale al 99° posto. Tra le altre nuove potenze, la Russia perde ulteriori 4 posizioni e scende al 152° posto, cioè nella fascia bassissima della classifica che contempla 180 posizioni in totale. Ma sempre meglio della Cina, che riesce a perdere una posizione sprofondando al posto numero 176. Stabile l’Iran al 176° posto.

Il peggioramento globale è “incontestabile”, scrivono i ricercatori di Rsf, che dal 2002 elaborano la classifica in base a una griglia di criteri che vanno dal pluralismo al numero di abusi e aggressioni ai danni della stampa registrati in un determinato Paese. “Nel 2014 c’è stata una drastica caduta della libertà d’informazione. Due terzi dei 180 Paesi censiti hanno avuto un risultato peggiore rispetto all’anno scorso”.

Tornando all’Italia, Rsf cita l’organizzazione Ossigeno per l’Informazione, che nel 2014 ha conteggiato 421 minacce a giornalisti, con un aumento del 10% rispetto al 2013. “Le  minacce di morte sono comuni e sono di solito recapitate sotto forma di lettere o simboli, come croci dipinte sulle automobili dei cronisti o proiettili inviati via posta”. Tra i casi citati, quello di Guido Scarpino del Garantista, la cui auto è stata data alle fiamme in provincia di Cosenz, “una roccaforte della ‘ndrangheta”. L’organizzazione criminale calabrese è annoverata da Reporter senza forntiere tra i “predatori della libertà di stampa”.

p.s.

ehm.... W la libertà; anche laddove asservita, in seguito al finanziamento pubblico all'editoria, non fa il suo mestiere ma si adegua.

p.s.

il giornale ha pubblicato anche due diagrammi che invito a legere cliccando qui F.Q.

 
 
 

come e perchè......

Post n°3393 pubblicato il 11 Febbraio 2015 da ninograg1

stasera libero mi fa i capricci e non so perchè il post lo trovate sull'altro mio blog che è sulla piattaforma di google...... "nuovomedioevotialiano", buona lettura

 
 
 

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