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Messaggi di Marzo 2015

“Ben venga una coalizione per il lavoro e la dignità” (Salvatore Cannavò).

Post n°3420 pubblicato il 15 Marzo 2015 da ninograg1
 

Fonte: triskell182

Prete antimafia Don Luigi Ciotti.

Maurizio Landini l’ha indicato come uno degli interlocutori della sua “coalizione sociale”. Don Luigi Ciotti, una vita di impegno nel sociale a fianco dei più deboli, non si tira indietro anche se precisa il ruolo esatto di Libera. Oggi, presso la Fiom, si terrà la prima riunione per costituire la Coalizione, un primo tentativo di mettere insieme associazioni, personalità e soggetti diversi. E non a caso Landini proporrà che un primo momento di iniziativa pubblica, prima della manifestazione del 28 marzo, sia la giornata Contro le mafie indetta da Libera per il 21 marzo a Bologna.   Don Ciotti, qual è l’emergenza sociale del nostro Paese e perché?   La disoccupazione e la povertà non solo più relativa ma assoluta. Ma l’emergenza, prima che economica, è etica e culturale. È un’emergenza dei diritti e dunque delle responsabilità. Perché i diritti si fondano sull’impegno di tutti   – a partire da chi ha responsabilità pubbliche – per il bene comune.

Si vede spesso il contrario: l’uso del potere a fine personale o di pochi.   Come giudica l’operato del governo Renzi da   questo punto vista?   Premesso che su alcuni temi stiamo collaborando, come abbiamo fatto con altri governi in trasparenza e autonomia di giudizio, non vedo in generale una grande attenzione alle fasce deboli. E credo che una politica tesa a dare speranza debba ripartire proprio dagli esclusi, dai più fragili. Il bene comune si costruisce attraverso l’inclusione. Ora c’è questa riforma del lavoro. Ci viene detto che ridurrà il precariato e indurrà le imprese ad assumere. Ce lo auguriamo di cuore. L’importante è che non vengano smantellati i diritti dei lavoratori.   Cosa rimprovera e cosa invece apprezza del governo?   È apprezzabile la determinazione, la voglia di rinnovamento. Meno il fatto che a volte questo porti a soluzioni non condivise, oppure – quando la controparte è determinante per mantenere un assetto di potere – a un eccesso di mediazioni. Così buone iniziative come il ripristino del falso in bilancio o la riforma della prescrizione per i reati di corruzione, strada facendo vengono annacquate per la necessità di accontentare questo o quello.   Dal punto di vista della lotta alla povertà e alle ingiustizie vede un ruolo nuovo della Chiesa   con il papato di Francesco?   Direi che è sotto l’occhio di tutti. Con una politica titubante e in molti casi latitante, Papa Francesco è una delle poche voci che parla della povertà come un problema che va affrontato non solo con la solidarietà e l’accoglienza, ma rimuovendo il vuoto di diritti – e di dignità – che crea disuguaglianza. Questo papato rappresenta uno scossone per una politica che spesso si limita a certificare l’esistente, e un’economia che ha perso di vista i bisogni e le speranze delle persone.   Libera è attivamente impegnata socialmente. Ci spiega le vostre iniziative principali?   Libera e il Gruppo Abele, che quest’anno compie 50 anni di impegno nel sociale, attualmente investono molte energie in iniziative per la riduzione delle disuguaglianze – come la campagna “Miseria ladra” ( http://www.miserialadra.it  ) e contro la corruzione con “Riparte il futuro” ( http://www.riparteilfuturo.it  ). Sono due temi cruciali e strettamente correlati.   Lei pensa che Libera possa svolgere una funzione di unità delle forze politiche sul piano del reddito minimo perché davvero diventi legge?   Quella per un reddito di cittadinanza o minimo, che per noi è una questione profondamente legata alla dignità umana, è la prima proposta del manifesto che abbiamo redatto in conclusione di Contromafie, gli “Stati generali dell’antimafia”, proprio per sottolineare la relazione fra lotta alle mafie e impegno per la giustizia sociale. All’epoca abbiamo inviato a tutti i capogruppo in Parlamento le nostre proposte, corredate da studi e approfondimenti. I primi a rispondere sul tema del reddito sono stati i 5Stelle e subito dopo Sel, che hanno presentato le loro proposte di legge. Abbiamo registrato anche dichiarazioni pubbliche favorevoli da parte di diversi esponenti del Pd. Ciò detto, Libera non aspira a svolgere nessuna “funzione” rispetto alle dinamiche dei partiti: fa delle proposte come chiunque senta la responsabilità di partecipare alla vita pubblica. Se poi una o più forze politiche le accolgono e s’impegnano a realizzarle senza snaturarle o strumentalizzarle, ben venga. Ciò che conta è la proposta, non chi la fa.   Lei ha incontrato Beppe Grillo: qual è il suo   giudizio e cosa pensa che si possa fare con il M5S?   Come detto, i 5Stelle sono stati i primi a farsi vivi e ci è parso giusto e rispettoso accogliere il loro invito a incontrarci. L’obiettivo è promuovere, ciascuno nel proprio ruolo e coi propri mezzi – e possibilmente con altre realtà   – una misura necessaria a ridurre il peso insostenibile della crisi e ridare alla politica il senso di servizio al bene comune.   Con quali obiettivi Libera vuole costruire una   Coalizione sociale con soggetti come la Fiom o Emergency?   Libera non può aderire alla coalizione essendo un coordinamento di associazioni, oggi più di 1600, ciascuna autonoma nel costruire i suoi percorsi e nello scegliere i suoi riferimenti. Detto questo, ben venga questo collaborare insieme per rappresentare con maggior forza la richiesta di dignità, di lavoro, di giustizia sociale. Il nostro Paese – Libera lo ripete da vent’anni – ha bisogno di una robusta iniezione di “noi”, cioè di condivisione e corresponsabilità. E io sono molto contento di trovarmi in sintonia su questo con Gino Strada e Maurizio Landini, persone di grande spessore umano per le quali nutro stima e amicizia.   È fiducioso sul futuro dell’Italia?   Sono preoccupato. Ma ci risolleveremo imparando a essere più solidali e soprattutto più responsabili.

Da Il Fatto Quotidiano del 14/03/2015.

p.s.

temo farà la fine di tutti gli esperimenti precedenti.. un ballon d'essais e tanti che si son illusi che lo saranno una volta di più. Non tanto perchè le persone che ci stanno lavorando non siano degne di nota, anzi lo sono e lo provano le loro vite ma perchè tutte giocano nello stesso schema che ci ha ridotti così: mentre è invece fondamentale romperlo; creare una "frattura socio-politica" che porti fuori la società e le istituzioni dal ruolo predefinito che hanno ora nel grande gioco della redistribuzione della ricchezza che si chiama UE, ora, e TTIP poi....... questo sistema è basato su teorie del 1700!!!! nel frattempo son avvenute moltissime cose di cui però ci siam dimenticati: è da questo che si dovrebbe ricominciare e non riporoporre la stessa minestra stantia di oltre 200 anni. Ecco perchè fallirà o se va bene si ritroverà un proprio orticello con cui negoziare. L'Italia non è pronta per una cosa del genere, tutto qui. Stiamo vivendo la stessa situazione che si avverò 150 anni fa quando il paese fu unificato sotto i piemontesi: serviva una colonia da usare come puro mercato di braccia e di consumo di prodotti, quindi:

  1. via l'economia locale basata sul commercio e su una prima nascita di industrie ivi localizzate;
  2. introduzione delle tasse piemontesi di un 15% almeno più alte di quelle locali;
  3. ridimensionamento delle potenzialità dei porti di Napoli e Palermo;
  4. patto con i poteri locali, che furono corrotti in base ad un accordo che prevedeva che nulla della precedente situaiozne di privilegio sarebeb stata toccata.. il gattopardo;

lo sapevate che ancora nel 1914 i buoni del tesoro del regno delle due sicilie valevano molto di più di quelle del neonato regno d'italia?

Quello che avvenne allora ora sta avvenendo a livello di intere nazioni: il sud dell'europa; la storia non si può ripetere è vero ma se blocchi un sistema allora le possibilità si restringono alla sua ripropoisizione perenne....

Fonte: l'economia italiana dal 1861 al 1894 di luzzatto edizioni einaudi.

 
 
 

Kolbrin: la Bibbia Parallela che Annuncia 'il Distruttore'

Post n°3419 pubblicato il 13 Marzo 2015 da ninograg1
 

A cura di Anticorpi.info

Esistono diverse versioni della Bibbia, le quali in un modo o nell'altro sono riuscite ad attraversare i millenni e giungere fino a noi. Tra esse abbiamo i Rotoli del Mar Morto rinvenuti in Israele; la Biblioteca di Nag Hammadi (Egitto); il Kebra Nagast (Africa); la Bibbia Bee cinese (ancora osservata dai cristiani ortodossi orientali); gli Scritti ed Insegnamenti del Buddha Issa (Gesù) originari del Tibet; ed infine la bibbia Kolbrin - di cui stiamo per parlare - originaria della Gran Bretagna. 
Ciascuna di esse contiene un punto di vista differente degli stessi eventi.
Il Kolbrin è più significativo di una mera lezione di storia religiosa. E' il primo documento giudaico/cristiano che collega la nostra comprensione scientifica dell'evoluzione umana con il creazionismo ed il disegno intelligente. I principi matematici enunciati nel Kolbrin riflettono l'antico interesse druidico verso astrologia, matematica e studio degli eventi catastrofici.

Il Kolbrin narra inoltre del ritorno del (pianeta) Distruttore, una stella oscura che in un remoto passato causò una catastrofe, e che sarebbe destinata a causarne una anche in futuro. 

Si tratterebbe di una raccolta di documenti (Bronze Book) portati in salvo nel 1184 dC, dal rogo con cui Edoardo I Plantageneto (Longshanks) distrusse l'Abbazia di Glastonbury in Inghilterra, e per 850 anni custoditi da gruppi segreti, tra cui i Culdians (Culdiani?), i quali avrebbero deciso di renderlo pubblico nel 1992. 

Eduardo cercò di distruggere il Kolbrin in quanto lo riteneva un rivale eretico della Sacra Bibbia ed una potenziale minaccia per la sua personale affermazione come legittimo re d'Inghilterra.
A quel tempo i 1.920 ettari di Glastonbury erano considerati un dono sacro alla famiglia di Gesù e trattati da nazione sovrana, non sottoposta alle tasse della corona. Erano un luogo pieno di mistero e misticismo. 

Esistono due versioni ufficiali del Kolbrin: quella americana e la versione neozelandese, ma si rinvengono altri esemplari isolati in Libano, Inghilterra, Vaticano ed altri paesi in tutto il mondo.

Le Dieci Tribù Perdute
La Gran Bretagna riveste un ruolo significativo nella saga biblica e in alcune vicende della vita di molti dei suoi personaggi più significativi.

I Romani definivano l'antica fratellanza druidica della Gran Bretagna col nome di Magi. Tale congrega influì profondamente sui faraoni egiziani, gli imperatori nell'antica Cina, i reali indiani e tutti i cesari di Roma.

Tali 'Wisemen' (Saggi) erano maestri di 9 corsi di studio tra cui Astronomia, Matematica, Oratoria, Medicina e Religione. Molte di tali conoscenze sono contenute nel Kolbrin. 
Le mummie dei Wisemen sono state rinvenute sulle rotte commerciali della seta in Cina; le loro figure raffigurate in tanti dipinti e storie; inoltre si segnalarono come consiglieri di molti governanti mondiali. Grazie alla loro conoscenza delle stelle e agli insegnamenti tramandati dai loro antenati, furono il primo gruppo internazionale a riconoscere Gesù come il messia delle profezie che ne avevano anticipato la nascita.

Stonehenge e altre simili strutture della Gran Bretagna erano usate come strumenti di studio nelle loro scuole. Il teologo Benjamin Jowett stima che all'epoca di Gesù le scuole della Gran Bretagna fossero frequentate da una media di 60.000 studenti, tra cui molti futuri notabili come Ponzio Pilato (Lucius Spagna), il suo patrono Lucio Seiano, prefetto pretorio di Tiberio Cesare ed un significativo gruppo della élite romana.

Perfino Costantino fu educato in Gran Bretagna e molto probabilmente studiò il Kolbrin. La stessa parola Brit (Great BRITain - n.d.t.) non deriva dall'inglese ma dall'ebraico, e significa Alleanza. Gli inglesi si consideravano il popolo dell'Alleanza, in quanto collegati alle dieci tribù perdute dopo la conquista assira della Giudea nel 8° secolo aC. La parola 'sassoni' indica i figli di Giacobbe. 

Le dieci tribù perdute non sarebbero mai del tutto scomparse. Il Kolbrin potrebbe essere chiamato la Bibbia Perduta delle dieci tribù perdute. Durante la conquista dei babilonesi del 600 aC Geremia il profeta fuggì in Etiopia e poi in Gran Bretagna, dove fu sepolto. Attualmente la sua tomba si trova in Irlanda. Portò con se la figlia del re Sedechia della casa di Davide, illustre antenato di Gesù. Ecco perché S.Anna, nonna di Gesù, era nata in Bretagna. Ecco perché i sopravvissuti dopo la crocifissione migrarono in Francia ed in Inghilterra (Glastonbury) dopo la morte di Gesù.

Costoro avevano un ramo di famiglia ed altri alleati in Europa occidentale. Conoscevano e avevano compreso gli insegnamenti del Kolbrin già molto tempo prima che la nostra Bibbia fosse compilata nel 325 dC da Costantino al Concilio di Nicea. 

Nel Kolbrin è narrato un episodio che ebbe luogo durante l'Esodo dall'Egitto al tempo di Mosè. La principessa Scota, figlia di Ramases II e vissuta al tempo di Mosè, sposò un nobile ebreo che la condusse in Gran Bretagna. La Scozia prende il nome da lei. 

Qual'è il Contenuto del Kolbrin?
Il Kolbrin è uno dei più eleganti racconti sulla Creazione e la saga biblica. Di colpo la storia di Atlantide e Lemuria e le leggende sull'Eden e sulla catastrofe provocata dalla malvagità, destinata a ripetersi, si fondono in un'unica narrazione.

Il Kolbrin è composto da dieci libri, ognuno dei quali suddiviso in capitoli e paragrafi. Di seguito, un elenco dei libri.

Il Libro della Creazione (Grande Libro dei Figli del Fuoco).
Il Libro di Spigolature (Trascrizione di antichi testi culdei parzialmente distrutti in tempi antichi).
Il Libro delle Pergamene (Precedentemente chiamato Il Libro dei Libri o Il Libro Minore dei Figli del Fuoco).
Il Libro dei Figli del Fuoco (Ciò che resta delle Sacre Scritture un tempo contenute nel Grande libro dei Figli del Fuoco).
Il Libro dei Manoscritti (Contenente Il Tesoro della Vita compilato con scritti conservati da Amos, un egiziano; Claudio Linus, un romano; e Vitico, un gallo).
Il Libro della Morale e dei Precetti (Precedentemente chiamato Il Libro delle Elite, terzo testo del Grande libro dei Figli del Fuoco).
Il Libro delle Origini (autorizzato dal Conclave di Venedase e compilato attingendo da tre libri della tradizione britannica che formavano il Koalbook, precedentemente chiamato Hiferalt).
Il Libro dei Ramo d'Argento (un tempo conosciuto come Il Libro delle Sacre Scritture), raccolta di scritti conservati per mano di Gwinder Apowin.
Il Libro di Lucio (ristesura del Libro dei Pemantris, di origine ignota).
Il Libro della Sapienza (revisione e fusione di due libri che quando furono aggiunti agli originari Bronzebook formarono il Kolbrin con la trascrizione avvenuta nel XIX secolo).

La prima parte del Kolbrin contiene la storia della creazione, la quale si presta ad una duplice chiave di lettura, sia religiosa che scientifica. Gli ultimi due libri sono dedicati a Gesù e sono una sorta di biografia come fu insegnata nelle antiche scuole britanniche.

Il Kolbrin contiene gli insegnamenti morali che erano ritenuti fondamentali nella società. Ma è anche il più antico libro di storia britannica. E' il solo documento giudaico/cristiano che narri tutta la storia della creazione umana, e nel suo racconto comprende anche le persone che si trovavano sulla terra da prima della venuta di Adamo ed Eva, alle quali allude la Sacra Bibbia. Il termine 'angeli caduti' presente nel libro della Genesi non si riferisce ad esseri spirituali ma ad altri uomini che sposarono le figlie di Adamo ed Eva, procreando dei figli.

Una precedente linea storica che raggiunse elevati livelli scientifici e spirituali, per poi essere spazzata via da una catastrofe e tramandare se stessa grazie ai pochi superstiti che si salvarono nascondendosi nelle caverne. Costoro si autodefinivano i Figli di Dio (v. correlati). La metafora degli Angeli Caduti si riferisce al fatto che dopo avere raggiunto alti livelli spirituali, la loro civiltà fosse diventata sempre più malvagia, conducendoli ad un cataclisma. 

I Figli di Dio profetizzarono il verificarsi di un nuovo immane cataclisma provocato da ciò che definivano: 'Il Distruttore' -  seguito da 1000 anni di pace che avrebbero preparato il ritorno del Dio Sole, proprio come i profeti ebrei predissero il Millennio e la venuta del Messia prima del Giudizio finale di Dio.

Il Distruttore
Libro delle Spigolature, capitolo 4 (Il Diluvio), paragrafo 24
Poi, con l'alba, gli uomini videro uno spettacolo impressionante. A cavallo di una nuvola nera giunse il Distruttore, comparso dai confini delle volte del cielo, che infuriava sui cieli perché era il suo giorno del giudizio. La bestia con la sua bocca aperta eruttò fuoco e pietre calde ed un fumo vile. Esso coprì tutto il cielo e il luogo di incontro del cielo e della terra non poté più essere visto. In serata i luoghi delle stelle cambiarono, e poi le acque del diluvio vennero. Le cateratte del cielo si aprirono e le fondamenta della terra furono spezzate. Le acque inondarono la terra e si infransero sui monti. Tutto fu sollevato dai venti delle tempeste e poi scagliato sulla Terra. Nelle acque brulicanti e ululanti del Galles tutti gli edifici furono distrutti, gli alberi sradicati e le montagne crollarono. Vi fu un momento di grande calore e poi giunse un freddo pungente. Le onde sulle acque non salivano e scendevano, ma ribollivano e ruotavano, e sopra di esse si alzò un suono terrificante.
Altri quattro passi a fine capitolo descrivono come Il Distruttore giunse e passò, lasciando dietro di se un diluvio di sette giorni.
Libro dei Manoscritti, Capitolo 5, Paragrafo 1
Il Doomshape, chiamato il Distruttore in Egitto, fu visto da tutte le terre. In colore era luminoso e ardente, in apparenza mutevole e instabile. Si contorceva come una serpe e ribolliva come acqua termale gorgogliante, e tutti gli uomini ne furono spaventati. Non era una grande cometa o una stella cadente, era più simile a un corpo di fuoco.
Paragrafo 4
Si dice che quando il Doomshape appare nei cieli, la terra si spacchi dal calore come una noce al fuoco. Poi le fiamme schizzano in superficie e saltano come demoni su sangue nero. L'umidità viene prosciugata, campi e pascoli ​​consumati dalle fiamme e gli alberi diventano ceneri bianche.
Nei capitoli dal 6 al 31 è descritta una massiccia sollevazione incoraggiata dal caos provocato dal passaggio del Distruttore, al termine della quale molti schiavi riuscirono a fuggire.

Poi, sul futuro: 
Libro delle Pergamene, capitolo 3 (Il Distruttore), paragrafo 1
Gli uomini dimenticano i giorni del Distruttore. Solo il saggio sa dove è andato e che giungerà il giorno in cui sarà di ritorno all'ora stabilita.
Paragrafo 3
Con il passare dei secoli alcune leggi operano sulle stelle nel cielo. Esse cambiano, c'è movimento e irrequietezza, e non sono più costanti e una grande rossastra luce appare nel cielo.
Paragrafo 4
Quando il sangue scorrerà sulla terra il Distruttore apparirà e le montagne si apriranno ed erutteranno fuoco e cenere. Gli alberi saranno distrutti e tutte le cose viventi inghiottite da acque bollenti.
Secondo il Kolbrin tutto ciò accadrà nuovamente quando:
"Gli uomini voleranno nell'aria come uccelli e nuoteranno nel mare come pesci"
"Le donne saranno come gli uomini e gli uomini come le donne" (ecc.)

Sintesi di due articoli in lingua inglese.
Link diretti:

http://www.zetatalk.com/index/blog0803.htm 

Traduzione e sintesi a cura di Anticorpi.info

p.s.

non sono un creazionista nè tantomeno un credente ma mi ritengo un viaggiatore della conoscenza; parto sempre dal presupposto che se incontri  un ostacolo non sempre la via migliore è quello di saltarlo, a volte basta girargli intorno!

E' troppo facile uscirsene con alzate di spalla o scetticismo di maniera così com'è facile, troppo facile, fare come fa la storia e l'archeologia ufficiale che nemmeno prende in considerazione queste cose: gli arroccamenti non servono e ricordano tanto gli atteggiamenti inquisitori della chiesa. Studiosi, come Hancock, Biglino, Stichin e tanti altri non possono aver preso tutti un abbaglio.... limitandosi a tradurre e spiegare LETTERALMENTE testi che raccontavano a loro volta storie già per gli estensori antiche: qualcosa ci può esser stato e chiudere gli occhi è negativo oltre che stupido!

niente quiz stavolta, ma mito che nasconde .. cosa? Sappiamo bene che in realtà sono racconti ma quasi sempre i "racconti" nascondono qualcosa che può essere storia o solo leggenda ma in ogni caso varrebbe sempre la pena esplorare e chissà che forse si riesce a far luce sul famoso anello mancante, chissà........

Buona lettura e Buon wek end a tutti

 
 
 

Datagate, CIA al cracking di Apple

Post n°3418 pubblicato il 12 Marzo 2015 da ninograg1
 

Fonte: Punto informatico del mercoledì 11 marzo 2015  a firma di Alfonso Maruccia


Roma - Stando agli ultimi documenti riservati forniti da Edward Snowden e consultati da The Intercept, le agenzie di intelligence statunitensi (e la CIA in particolare) hanno una vera e propria passione per i gadget Apple. Al punto da dedicare anni e anni di studio al tentativo, non è dato sapere quanto riuscito, di comprometterne la sicurezza per spiare, intercettare e controllare tutto e tutti.

Lo sforzo dei ricercatori della CIA rivelato da The Intercept si è in questi anni focalizzato su diverse iniziative Apple-centriche, come ad esempio il tentativo di compromettere le chiavi crittografiche usate sui gadget mobile di Cupertino oppure l'ideazione di un metodo per compromettere Xcode, l'ambiente di sviluppo integrato usato da Apple per creare le app iOS e OS X.

Il lavoro della CIA e delle altre agenzie di intelligence USA è proseguito per anni, come emerge dai documenti di Snowden, e ha anche visto la partecipazione di ricercatori ed esperti di sicurezza privati chiamati a raccolta tramite la conferenza (ovviamente segreta) "Jamboree".
Tra i metodi presentati durante i meeting tra spioni spiccano Strawhorse, un lavoro di ricerca a opera di Sandia Labs e focalizzato su una versione compromessa di Xcode con cui installare backdoor remote su OS X, rubare tutti i dati presenti su iPhone e iPad, oppure una presentazione su un updater per OS X modificato con cui installare impunemente software keylogger su sistemi Mac.Non ci sono conferme, nelle nuove rivelazioni del Datagate, che CIA e altre agenzie a tre lettere abbiano avuto successo nei vari tentativi compiuti di compromettere i gadget della Mela. Traspare invece l'ipocrisia delle autorità USA, che si lamentano delle backdoor solo quando a volerle installare nei gadget sono i produttori cinesi.

I continui scoop del Datagate evidenziano ancora e ancora come gli Stati Uniti siano poco meritevoli di fiducia su questioni come cyber-sicurezza e integrità degli apparati elettronici, ambito in cui non a caso in Germania - uno dei paesi europei più controllati e spiati dalla NSA - le autorità che usano il servizio di posta elettronica De-Mail possono ora contare su comunicazioni crittografiche protette da PGP.

Alfonso Maruccia

p.s.

e se non fosse per quelli che ritengo cittadini coraggiosi come Snowden e Assange noi non ne sapremmo assolutamente nulla..... parafrasando un famosissimo motto: più conosco gli USA ....più amo la libertà e la democrazia, quelle vere!

 
 
 

Agenzie di rating, rinviati a giudizio a Trani otto manager di S&P e Fitch

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 28/10/2014

[la notizia è datata lo so ma indovinate un pò...... il programma il geco e la farfalla di radio capital (Gruppo espresso) l'ha data stamani associandola all'assoluzione di mr. B, perchè? Le ipotesi possono essere tante: una quella che all'alleanza pd/pdl una associazione del genere può far comodo perchè spinge nella mente, debole, delle persone comuni che tutto è stato un vile complotto per far fuori uno dei due pilastri del riformismo in salsa italiota; un altro è una mano tesa per l'alleato di destra populista da partre della destra economica; un altra interpretazione può essere che le due fazioni opposte che si combattono per il potere hanno... fatto pace; infine la più perfida è che il potere salva sempre se stesso mentre con i comuni mortali fa la faccia feroce! Fate voi... per quanto mi riguarda vale sempre quel motto letto fuori un circolo anarchico di napoli, anni '70, che spiegava, ante litteram, la situazione di questo paese: " i caxxi cambiano ma il cxxo è sempre lo stesso....", chiaro, no? Bene detto ciò vi (ri)propongo l'articolo sulle agenzie di rating (la'ltro è notizia di oggi quindi immagino che ne sappiate o almeno ne avrete sentito parlare visto che ne hanno parlato per tutto il giorno).
Oops ultima considerazione: HSBC, e altre banche d'affari, hanno pagato alla SEC americana fior di miliardi di $ per aver "Falsato" il mercato dei titoli e dei tassi fregando i comuni consumatori di quasi tutti i paesi del mondo occidentale: in pratica s'erano messi d'accordo per falsare l'euribor e il tasso di scambio interbancario per creare profitti da dove non dovrebbero essere spremuti, noi..... direte: e i controllori? Erano d'accordo o meglio erano "distratti" e il loro sguardo era altrove; in pratica controllori e controllati erano d'accordo, e sicuri di non andare in galera, fra loro per fare soldi a scapito degli utenti variando i due tassi di cui sopra a danno dei cittadini. La branca italiana? Eccola ma dal 2014 non se ne sa più nulla: tutto quel che ne rimane è quest'articolo, buona lettura]

Sei tra manager e analisti di Standard&Poor’s e altri due dell’agenzia di rating Fitch sono stati rinviati a giudizio dal gup di Trani Angela Schiralli per intenzionale manipolazione del mercato finanziario, aggravata dal fatto che è stata commessa ai danni dello Stato italiano e dall’ingente danno patrimoniale provocato. I rinvii a giudizio, che riguardano anche le due società, si riferiscono a report emessi tra il 2011 e il 2012 sull’affidabilità del sistema creditizio italiano, a “indebiti annunci preventivi” sull’imminente declassamento dell’Italia e al taglio del rating del nostro Paese deciso nel gennaio 2012. Decisione che ha provocato un terremoto sui mercati e un’impennata del differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi (lo spread).

Il gup ha dunque accettato la richiesta di rinvio del pm di Trani Michele Ruggiero, avanzata già nel 2012 e ribadita a settembre durante l’udienza preliminare a porte chiuse, per Deven Sharma, presidente mondiale di S&P Financial Service dal 2007 al 23 agosto 2011, Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa-Londra, gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer e David Pearce, legale rappresentante di S&P-Londra, a cui è contestata la responsabilità amministrativa della società. Per Fitch andranno invece a giudizio David Michael Willmoth Riley, capo rating sovrano della sede di Londra, e il responsabile legale Trevor Pitman, per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.

S&P dopo la decisione ha diffuso una nota in cui spiega di “credere fermamente che queste accuse siano completamente infondate e non supportate da alcuna prova”. “Abbiamo sempre svolto il nostro ruolo con coerenza, fornendo una opinione indipendente sul merito di credito dell’Italia in linea – spiega la società – con le nostre metodologie internazionali, con i nostri standard di qualità e integrità, e con la regolamentazione europea”. “Il merito di questa causa sarà ora esaminato da un tribunale nel pieno contraddittorio tra le parti. Siamo fortemente convinti che, quando questo avverrà, saremo pienamente assolti da ogni accusa.”

In entrambe le udienze si sono costituite parte civile una decina di consumatori e l’Adusbef, mentre Bankitalia partecipa come parte offesa ma per ora ha deciso di non costituirsi parte civile.

 
 
 

Il mito della Magna Charta

Post n°3416 pubblicato il 10 Marzo 2015 da ninograg1
 

Fonte: Megachip a firma di Franco Cardini

Redazione
domenica 8 marzo 2015 10:28

Grande anno di celebrazioni, questo 2015: centenario, o cinquantenario, o pluridecennale o comunque anniversario di un sacco di cose. Un tempo si diceva che la «storia per anniversari» era roba per assessori: oggi si comincia forse quasi a rimpiangere quel tempo felice nel quale politici e amministratori avevano talora un occhio per la storia. Il 15 giugno prossimo si celebrerà l'ottavo centenario di un documento dal nome solenne e un po' ingannatore, Magna Charta Libertatum , attorno al quale aleggia ancora una specie di mito, garante del quale è la grande letteratura dell'Ottocento romantico inglese: quello di sir Walter Scott, del suo Ivanhoe , dell'immaginario «Ritorno del re giusto» rappresentato dal buon re Riccardo «Cuor di Leone» reduce dalla crociata.

Peccato solo che Riccardo I Plantageneto, peraltro coraggioso guerriero, non fosse per nulla un «buon re», sotto alcun punto di vista; e che dalla crociata (la «terza») rientrasse in effetti in Inghilterra nel 1194, ma vi si trattenesse soltanto poco tempo prima di trasferirsi al di qua della Manica, nel suo ducato di Normandia, dove in quanto tale era vassallo del re di Francia Filippo II Augusto, suo compagno d'arme nella crociata e suo avversario storico. Dal continente non sarebbe più tornato: una freccia che lo colse durante una modesta scaramuccia lo fece uscire, appena quarantaduenne, dalla scena della storia.

Che ne è quindi delle vecchie care storie di Walter Scott, quelle che hanno fornito materiale a tanti film da «medioevo in calzamaglia» - da Errol Flynn a Sean Connery - con il brigante-gentiluomo Robin Hood «che ruba ai ricchi per dare ai poveri», in realtà spirito folclorico dei boschi a suo tempo decrittato da Eric Hobsbawm e del quale ha poi finito con l'impadronirsi il solito Walt Disney? Fu l'Inghilterra della regina Vittoria e di re Giorgio V, la Grande patria liberale, imperiale e colonialista della democrazia costituzionale europea, a comporre i differenti episodi della sua storia in un trionfale cammino teso verso la libertà moderna e a stabilire su ciò un longevo mito paradigmatico. All'interno di esso, la Magna Charta rifulgeva di luce propria come documento ed episodio fondatore di un lineare cammino di liberazione scandito dalla Gloriosa rivoluzione di Guglielmo d'Orange, dalla Costituzione americana, dalla nostra democrazia.

Se accettassimo questa persistente e rassicurante affabulazione parastorica, tutto sarebbe chiaro e coerente. Ma le cose non stanno esattamente così; Max Weber, impartendoci la dura ma salutare lezione del «disincanto», ci ha insegnato a guardar bene dentro il passato per liberarlo da equivoci e contraddizioni. La Magna Charta Libertatum fu un documento promulgato dal re d'Inghilterra Giovanni I detto «il Senzaterra», fratello di Riccardo (erano entrambi figli di Enrico II e della grande Eleonora d'Aquitania), il quale - «graziosamente» e «spontaneamente», sul piano formale - limitava le prerogative regie nei confronti dell'aristocrazia feudale. In realtà si trattò del risultato di un braccio di ferro durato a lungo, di una duplice sconfitta - militare e politica - del sovrano e di un compromesso tra la corona e l'aristocrazia che fondò la vera e propria «monarchia feudale».

La vicenda affonda i suoi presupposti non tanto nella storia inglese, quanto in quella francese. Nel corso dei decenni centrali del XII secolo il re capetingio Luigi VII aveva lavorato al consolidamento del potere della monarchia. La sua opera fu continuata dal figlio Filippo II Augusto (sul trono dal 1180 al 1223), che riformò la cancelleria e la corte e dette ulteriore impulso sia alla riorganizzazione amministrativa della corona, sia al rapporto fra questa e i ceti mercantili, che si sentirono privilegiati e protetti. Era comunque per lui prioritario risolvere il problema costituito dal fatto obiettivo che il re d'Inghilterra, suo vassallo in quanto duca di Normandia, conte d'Anjou e del Maine, duca d'Aquitania e di Guascogna nonché conte del Poitou, era signore effettivo di gran parte del territorio francese: a lui guardavano tutti gli aristocratici che, in un modo o nell'altro, intendevano svolgere una politica autonoma rispetto al loro re.

In Inghilterra, intanto, il regno di Enrico II aveva posto fine a un periodo di torbidi, che tuttavia ripresero alla sua morte (1189): la situazione si andò deteriorando con i suoi figli e successori Riccardo «Cuor di Leone» (1189-99) e Giovanni «Senzaterra» (1199-1216). I due, d'indole entrambi labile e ombrosa e per giunta in discordia tra loro, si erano già ripetutamente ribellati al padre. Giovanni, che aveva prima tentato di usurpare il potere del fratello e gli era poi succeduto nel 1199, condusse una politica scriteriata che gli inimicò al tempo stesso la nobiltà laica e le gerarchie ecclesiastiche: giunse addirittura a confiscare i beni ecclesiastici attirandosi per questo la scomunica di papa Innocenzo III; dopo di che, intimidito dalla reazione, corse ai ripari prestando omaggio feudale al pontefice (il che peraltro rinnovava una consuetudine normanna dell'XI secolo).

Filippo Augusto di Francia colse l'occasione della debolezza e dell'incapacità del suo vassallo Giovanni e, sfruttandone la fragilità, nel 1202 lo dichiarò colpevole di «fellonia» (il delitto del quale si macchiava il vassallo infedele) e lo privò formalmente di tutti i suoi diritti feudali, Aquitania esclusa. La risposta di Giovanni, dopo lunga incertezza, fu l'alleanza con il suo congiunto Ottone IV di Braunschweig, pretendente alla corona reale di Germania e concorrente del candidato favorito del Papa, Federico di Svevia (il futuro Federico II). Si configurò dunque una guerra europea franco-anglo-germanica che vide la coalizione tra Giovanni e Ottone scontrarsi con quella tra Filippo Augusto e Federico. Le sorti si decisero il 27 luglio 1214 nella battaglia di Bouvines, una località franco-settentrionale poco distante da Lille. Fu, quella, la celebre Domenica di Bouvines celebrata in un indimenticabile libro di Georges Duby (Einaudi).

Sconfitto sul campo, Giovanni fu costretto a prestare di nuovo omaggio feudale al re di Francia e a piegarsi ai suoi baroni ch'erano guidati dall'energico Stefano Langton, arcivescovo di Canterbury, riconoscendo tutte quelle prerogative e quei diritti (le libertates) sia della Chiesa, sia della nobiltà feudale laica, che aveva tentato di violare. In particolare dovette rinunziare al diritto d'imporre nuove tasse senza il consenso dei suoi nobili riuniti in un Magnum Consilium (dal 1242 definito Parlamentum) e di consentire che essi, in caso di processo, venissero giudicati da una corte di loro pari.

Va da sé che la Magna Charta non fu evidentemente intesa come uno strumento di «modernizzazione»: al contrario, sotto il profilo giuridico essa rappresentava il ristabilimento di antiche consuetudini poi cadute in disuso. Mentre la corona francese, con la sua forte spinta all'accentramento dei poteri, poneva le basi dello Stato moderno, quella inglese non faceva che piegarsi dinanzi ai diritti tradizionali che la feudalità aveva sempre rivendicato e che essa aveva cercato di strapparle.

Ecco il paradosso che ci sfugge. In sé, il celebrato documento - considerato dal punto di vista «moderno» - fu un «passo indietro» sulla strada che avrebbe condotto allo Stato assoluto e quindi alla democrazia. Esso affermava comunque libertates che poi sarebbero state rivendicate dalle borghesie urbane. Ci sarebbe voluto ancora quasi un mezzo millennio: ma da lì sarebbe scaturita quella libertà britannica, madre dell'americana, nella quale noi riconosciamo una radice della democrazia. Sennonché, si trattava - e si tratta - della democrazia «aristocratico/oligarchica» delle libertà (al plurale), quella di Edmund Burke: non lontanissima sotto molti aspetti dall'ordine auspicato dai tradizionalisti de Maistre e Donoso Cortés, e ben diversa comunque dalla democrazia egalitaria della Liberté , quella di Jean-Jacques Rousseau, madre della Rivoluzione francese, ma anche dei totalitarismi.

(15 febbraio 2015)

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p.s.

lo potremmo definire il grande inganno se non fosse che da secoli ci mentono dicendo che lì con quell'atto è nata la democrazia..... non è così: in Sumer, oltre 5 mila anni fa, c'erano istituzioni che potremmo definire democratiche; in Atene c'era, durante il V° secolo a.c. c'era una sorta di democrazia; ecc. invece la storia vien piegata in modo diverso; ci sarebbe da chiedersi perche? Ma una riposta entrerebbe richiederebbe l'esplorazione di campi che da tutti non sono compresi, volutamente o meno, e non è questo l'obiettivo dell'articolo del Prof. Cardini.... quel che posso dire è che noi oggi stiamo vedendo le esalazioni finali di un regime che, come sostiene tanta parte della politologia (non tutta di sinistra), prima ha proclamato principi egualitari e onnicomprensivi ma poi, raggiunto lo scopo, ne ha distrutto l'essenza primaria svuotando completamente il significato primario per un "altro" potere che ne ha solo l'apparenza ma in realtà è solo, e concordo con Rodotà, "DEMOCRATURA": un ibrido che, come tutti gli ibridi, è e, sempre sarà, STERILE!

 
 
 

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