Creato da bimbadepoca il 16/03/2005

Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Il cummenda

Post n°7 pubblicato il 19 Marzo 2005 da bimbadepoca
 
Foto di bimbadepoca

A gennaio dello scorso anno, mi contatta un uomo decisamente interessante, un messaggio garbato ma non privo di originalità, una scheda molto simpatica.
Rispondo e cominciamo così una piacevolissima relazione epistolare.
Lui ha 47 anni ed è lombardo, mi lascio prendere come sempre dalla curiosità ed accetto di sentirlo telefonicamente.

Il dialetto lombardo mi ha sempre messo in soggezione, fa tanto cummenda e chissà perchè io lui lo immagino proprio così, nella mia fantasia lo vedo proprietario di una bella fabbrichetta, mi emoziona il suo accento e balbetto come una stupida.

Ma la telefonata, lo scambio epistolare continuo, gli sms poi rafforzano quella che è la mia sensazione di aver trovato finalmente l'uomo giusto per me.

Decidiamo di scambiarci le foto, io mando sempre la stessa che tanto successo ha riscosso tra gli uomini di questa comunità, ed anche in questo caso non mi sbaglio, subito mi invia un sms "Se non abitassi così lontano, sarei già sotto casa tua a supplicarti di sposarmi".

Lui mi manda la sua foto e ehm...già quella è la prima delusione, una faccia da scemo come ce ne sono pochi in giro.
La foto lo riprende mentre esce dal bagno di casa sua, lo so perchè l'ho ingrandita e ho notato le mattonelle, non mi chiedo chi e perchè gli abbia scattato quella foto, però comprendo un pò di più la faccia come dire, di beata liberazione.

A fine febbraio lui mi dice che va a Parigi per lavoro, wow il mio cummenda è un uomo internazionale, chissà che lavoro interessante è il suo, mi propone di raggiungerlo per il fine settimana.

Ci vado, non mi lascerei mai sfuggire un'occasione come questa, un week end romantico a Parigi con il mio cummenda, e poi  avendo già visionato l'articolo sono tranquilla, avviso le mie amiche e mi faccio consigliare da loro posti da vedere e abiti da portare.

Subito Isabella si propone come consulente moda, sarò a Parigi  venerdi 5 marzo e rientrerò a Napoli il lunedi 8, festa della donna, mi fa portare 4 abiti per il mattino, 4 abiti per il pomeriggio, 4 abiti per la sera, 1 abito da gran sera,4 camicie da notte, decine di accessori (scarpe, borse, foulard, cinture)coordinabili tra loro, un impermeabile chiaro, uno spolverino primaverile, due soprabiti invernali, devo lottare con tutte le mie forze per non farmi mettere pure la pelliccia in valigia.
Insomma per solo tre notti io parto con due valigie grandi, un beauty case ed una valigia a mano.

Per i posti da vedere mi dicono di stare tranquilla, ogni angolo di Parigi è uno spettacolo indimenticabile " Vedrai che il tuo cummenda saprà bene dove portarti" mi fa Anna con una delle sue belle risate. 

Parto, dio come sono emozionata, ho dei torcimenti alla pancia  per tutta la durata del viaggio in aereo, ma finalmente arrivo " Paris c'est moi ".

Mi viene a prendere all'aereoporto, ma non è vestito come il classico cummenda, non c'è la macchina con autista che ci aspetta, ha una camicia di flanella a quadri, i jeans , un giubbetto di finta pelle con il collo in pelliccia.
In taxi mi spiega di essere un allevatore, venuto a Parigi per il salone internazionale dell'agricoltura ed è lì che siamo diretti...un allevatore ecco ora mi spiego ,  mi è venuto a prendere con tutte le sue capre, perchè quello è l'odore che emana.

Lasciamo le mie cose in albergo, non l'arbeghetto d'atmosfera d'antan sul lungo Senna come immaginavo, ma un albergo moderno in periferia e subito ci fiondiamo al salone, ma chi l'ha detto che i francesi sono raffinati,  li dentro c'era un  campionario di buzzurri mai visto prima in vita mia e vacche, pecore, capre, maiali, galline, sementi e mangimi.

La prima sera in albergo, dopo avergli  fatto fare opportunamente una doccia con tutti i miei bagnoschiuma, shampoo e balsami, inutilmente tra l'altro perchè l'odore di stalla persisteva sulla sua pelle, diamo avvio alle grandi manovre.
WOW è una mandria scatenata, il dio Pan in persona, mi carezzava come gli avevo visto accarezzare le sue pecore, con la stessa espressione, inutile dire che preferiva prendermi alla pecorina e ho seriamente temuto che mi chiedesse di belare.

Solo la domenica mattina ho deciso di non accompagnarlo di nuovo al salone, non ne potevo più di stare chiusa lì dentro ad assistere alla premiazione della mucca più bella.
Ho preso la metro, sono scesa prima a Concorde, ho fatto un giro sotto i portici, comprato le cartoline per le mie amiche, a tutte ho scritto la stessa frase "Cosa dire di Parigi...be, be, be, be, be, be".

Poi sono scesa a Pigalle, ho fatto un giro nei sexy shop, ho comprato una cosina per l'ultima sera.
Ognuno di noi ha di Parigi un ricordo diverso, chi la torre Eiffel, chi il sapore del camerbert, chi la follia del can can, per me Parigi sarà per sempre una mutanda commestibile alla fragola!!!!!

 
 
 
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