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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Il diritto d'invecchiare...

Post n°234 pubblicato il 30 Settembre 2008 da bimbadepoca
 

Qualche giorno fa, mentre aspettavo che mia figlia uscisse da scuola, confuso tra la folla dei genitori, ho notato un uomo che non avevo mai visto prima. Confesso che l’ho trovato particolarmente affascinante, nonostante qualche filo grigio tra i capelli e insolenti rughe agli angoli degli occhi. Mi sono ritrovata a riflettere su come i miei gusti fossero mutati con l’età della ragione, questo semplice pensiero ha preso strade diverse; si sa, i pensieri cominciano sempre in linea retta e poi si aggrovigliano nei labirinti della mente.

Mi sono ritrovata a rimuginare sulla palese ingiustizia che fa la differenza tra i due sessi. E’ inutile negarlo, una donna con le rughe sul viso e fili bianchi tra i capelli è, senza rimedio, sciatta e vecchia. E nella nostra evoluta società la vecchiaia non è più sinonimo di autorevolezza e saggezza, ma deve essere nascosta, poco esibita, quasi cancellata.
Lo testimoniano i volti artefatti delle donne di spettacolo, assurde replicanti tutte uguali, vittime sacrificali della più grossa bugia della storia: la chimera dell’eterna giovinezza.
Sono proprio loro, questi manichini dai visi gonfi e senza espressione, il modello di riferimento per commesse, impiegate e casalinghe. Donne comuni cui è negato il lusso d’invecchiare senza vergogna. Umanità cristallizzata nell’illusione della gioventù e dimentica del proprio futuro.

Gioventù innaturale come i cibi che mangiamo. Gioventù fittizia come i valori nei quali crediamo.
Madri che somigliano, sempre più spesso, alle loro stesse figlie. Donne in competizione l’una con l’altra, in una patetica e infinita gara di bellezza, come se fosse l’unica virtù femminile.
Dobbiamo metterci in testa che finché saremo schiave di questi cliché, non saremo mai libere, perché una donna è tale nella sua interezza, corpo, cuore e cervello. La parità non si conquista imitando i peggiori comportamenti maschili, vestite e truccate da giovani baldracche, per compiacere gli uomini. Dobbiamo rivendicare il diritto di sentirci belle e attraenti anche con le rughe, perché invecchiare è un processo naturale, negarlo equivarrebbe a negare il corso della vita.


No, il botulino non potrà mai restituirci gli anni che abbiamo vissuto, non è morale cancellare il segno di tutti i sorrisi che hanno illuminato i nostri giorni. Il bisturi non potrà mai sostituire lo charme che solo l’età regala, perché era mille volte più bella una donna come Katharine Hepburn, seducente anche da vecchia, che una qualsiasi delle attuali donne di spettacolo, veline comprese.

Ma quello che trovo ancora più sconcertante è vedere gli uomini, da sempre avvantaggiati dallo scorrere inesorabile del tempo, rincorrere lo stesso frivolo inganno. Come se davvero bastasse spianare una ruga per ritrovare la felicità che abbiamo perduto, le emozioni che non siamo più capaci di provare, e dimenticare la paura di vivere che ci portiamo addosso, tutti quanti.

In campo maschile sono gli stessi governanti a dare il cattivo esempio. Lungi da me l’idea di dare una valutazione morale sull’operato di questi signori, il giudizio su di loro sarà scritto nella Storia di domani, ma non posso esimermi dall’esprimere la pena che provo quando li vedo ritratti sui giornali.
Miseri vecchietti incapaci d’invecchiare, talmente ingenui da non comprendere che non basta una mano di stucco per nascondere le crepe nel muro portante, specchio perfetto di una società che non sa più guardare al proprio futuro.

 

 
 
 
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