Sogno e realtà
Quando è il momento opportuno tutti siamo in grado di realizzare i nostri sogni
ARRESTATECI TUTTI
Chiudetemi il blog, mandatemi in cella perché eventuali multe io non le pagherò per nessuan ragione, fatemi qualsiasi altra angheria, ma la mia voce urlerà sempre il suo dissenso allo scellerato operato di certi governanti.
Le parole che seguono sono di Concita De Gregorio, io ne sottoscrivo ogni virgola.
Molto più di un bavaglio
Quel che sta accadendo in Italia è qualcosa che riguarda il mondo intero. Si sta scrivendo una legge che impedisce il lavoro d'indagine, che favorisce le mafie, che imbavaglia la stampa. Confinarla ad una sacrosanta rivendicazione del diritto di cronaca ed accontentarsi di qualche modifica in favore di editori e giornalisti è un errore. Non si tratta solo di mantenere intatta la possibilità di raccontare crimini e malaffare: si tratta prima ancora di non impedire il lavoro di chi indaga. Lasciare la libertà di parola e limitare gli strumenti di lotta al crimine otterrebbe alla fine lo stesso risultato: silenzio. E' una legge che mette in pericolo il Paese che ci è stato consegnato da chi ci ha preceduto a prezzo di enormi sacrifici. Abbiamo il dovere di conservarlo per chi verrà dopo di noi, il dovere di disobbedire. Fate pure la vostra legge: noi non la rispetteremo.
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Tratto dal libro "E' Francesc@ e basta"
di Milena Portolani e Luigi Vittorio Berliri
Da: Luigi Vittorio, Alessandra Chiara e Caterina
A: Milena
Oggetto: è per Francesca: il regalo prezioso
Data: martedì 31 marzo 1998 15.57
Roma, 29 e 30 marzo 1998
Cara Francesca,
stasera voglio scrivere a te. Non so se e quando leggerai questa lettera. Ma mi piace l'idea di scrivere una lettera tutta per te. Scusa la confidenza, nemmeno mi conosci. Ma sei una bambina molto piccola (mentre scrivo non hai ancora diciotto mesi!), e questo un po' giustifica il tono confidenziale. E poi io ti conosco bene, la tua mamma mi ha parlato molto di te. Sai, credo di aver capito che le hai scombussolato la vita. Non se l'aspettava proprio!
Provo a spiegarti: se a Natale, Babbo Natale non ti porta il regalo che avevi chiesto, ma magari uno molto molto più bello... tu che fai? Già ti immagino: punti i piedi, no, avevo chiesto quell'altro regalo! e lì per lì neanche lo guardi, il regalo. Pianti, strilli e ti domandi: "cosa ho fatto di male? ci deve essere stato un errore". E non senti ragioni. Poi, passata la rabbia, quando tutti sono usciti dalla stanza, ti immagino che pian piano apri il pacco... che meraviglia... Ma io devo fare la parte di quella che si è arrabbiata... vabbè, non mi vede nessuno, posso guardarlo meglio... sai che è proprio bello? Però non voglio dare soddisfazione, non lo dirò che mi è piaciuto. Poi passano gli anni, e quel bel regalo diventa una cosa normale, poi ancora altri anni, e quel regalo diventa la cosa più bella che tu possa mai aver ricevuto.
Ti ho raccontato questa breve storiella per dirti come -secondo me- la mamma ti ha accolto, e come ti sta accogliendo. Sei un regalo prezioso, tutto diverso da quello che la mamma si aspettava.
Sei ancora così piccolina... Mi sei molto simpatica sai? Pensa che grazie a te io e la mamma ci siamo conosciuti. Anche io ho una bambina della tua età. È nata proprio tre mesi prima di te. Le voglio tanto tanto bene. Ti ha visto in una foto, e le devi stare molto simpatica (siete strani voi bambini) la vuol sempre vedere quella foto. Ti chiama "bimba, bimba" e poi dice: "Bimba, bua, bua". Forse per quella piccola cicatrice, o forse, chissà, si deve essere accorta di qualcosa di diverso... Le altre persone che ti hanno visto nella foto non si sono accorte dei tuoi occhi a mandorla, delle mani paffute, delle guanciotte, e di tutti quei piccoli segni della sindrome di Down. Ma Caterina sì. Forse perché avete quella spontaneità e quella capacità di vedere l'essenziale. Lo dice anche quando ti vede in quella foto con il vestitino azzurro, ti sorride e dà un bacino alla foto. E siccome la foto è sullo schermo del computer dà un bacino sul monitor.
Chissà cosa penserai quando leggerai questa lettera, da grande: che retrogradi, il computer! Ma a noi sembra una cosa così moderna: pensa che quando ho finito di scrivere questa lettera faccio un click e dopo pochi secondi appare sul computer di mamma!
Insomma, ti dicevo che ci siamo conosciuti grazie a te: io ho mandato un messaggio su un gruppo di discussione (si chiamano newsgroup) in cui ero molto arrabbiato con una brutta pubblicità dell'Anffas. Una associazione che dovrebbe occuparsi delle persone come te... La mamma mi ha risposto senza sapere chi c'era dall'altra parte del computer: uno dell'associazione, un genitore di persona con handicap, una persona in sedia a rotelle, o uno senza rotelle... Sarei curioso di sapere cosa ha pensato, cosa immaginava. Sta di fatto che mi ha scritto una bella lettera, in cui di te mi diceva: "Lei non è venuta male, lei è perfetta così com'è, lei è Francesca e basta!"
Sei Francesca e basta! Che bella risposta, mi è piaciuta, e ho risposto alla mamma, raccontandole qualcosa in più. E così ha fatto di nuovo la mamma. E racconto dopo racconto è passato qualche mese. Tu sei cresciuta, non solo fisicamente, ma anche ai suoi occhi.
***
Sai, in questo momento sono al lavoro, qualche volta capito in turno la notte. E quando tutti dormono mi metto qualche minuto davanti al PC. Stasera, fino a poco fa ho giocato con Dario a Tetris: lui dice di vincere sempre, in effetti arriva sempre per primo in cima... (e quindi in teoria perde!) Dario è un ragazzo con la sindrome di Down, come te. È quasi un signore perché, come me, tra poco compie trent'anni. Ma chissà perché tutti continuano a dire ragazzo. Non che la cosa mi dispiaccia a trent'anni, è che lo fanno fino a cinquant'anni! Sono un po' puntiglioso, ma credo che il nome identifichi le cose. E così un conto è dire handicappato, già meglio è dire persona con handicap, o con disabilità. Più bello di tutti è dire diversamente abile. Non perché mi faccia paura chiamare le cose per nome, ma semplicemente bisogna partire dal presupposto che uno è Persona, POI ha abilità o difficoltà. Qualche volta però si esagera, e magari si fa attenzione a dire nero invece di negro (ma lo sai che invece si dovrebbe proprio dire negro?) o non-vedente invece di cieco o operatore ecologico invece di netturbino. Mah! A me allora dovrebbero chiamare "Luigi Vittorio, operatore socio-sanitario", così quando hanno finito di chiamarmi sono già a casa!
Ciao piccola Francesca, ti ho detto un po' di stupidaggini e un po' di cose serie. Impara presto a usare il computer (il mio amico Dario ci ha messo molto meno di mia madre e mio padre...) e quando sarai più grande mi risponderai, spero. Per ora aspetto una risposta da tua mamma.
Luigi Vittorio
da CORINA A FRANCESCA
Cara piccola Francesca, queste parole non ti saranno recapitate, ma mi piacerebbe che il destino ti permettesse di leggerle. Non ho la gioia di conoscerti, mi farebbe molto piacere, voglio solo dirti che ho letto le lettere della tua mamma e di Luigi Vittorio tanto tempo fa.
Sai leggendo quelle lettere ho pianto.
In questo mondo, in cui tutti cercano nomi altisonanti per descrivere le cose, la semplicità della tua mamma è stata un esempio di grandezza.
FRANCESCA è Francesca e basta!
La più grande verità.
Ti ho voluto bene da quel momento perché ho capito che eri davvero quel dono speciale, ma non solo per lei, lo saresti stata per tante persone che leggendo l'amore della tua mamma, come di ogni mamma, avrebbero capito quanto esclusivo, unico e speciale è il legame di una mamma col suo bambino. Lo è dal primo momento di vita.
Quando la mamma sente la presenza del suo bimbo sa di essere speciale, sa che da quel momento la sua vita cambierà totalmente perché ci sarà sempre quell'esserino da proteggere.
Ci sarà sempre per lei la Persona più importante del mondo, ci sarà sempre in vita e oltre la vita.
La tua mamma, Francesca ha avuto il coraggio di urlarlo al mondo intero.
Dai un bacio alla tua mamma per me.
Ti voglio bene da tanto tempo, ti bacio
Corina
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