Sogno e realtà
Quando è il momento opportuno tutti siamo in grado di realizzare i nostri sogni
ARRESTATECI TUTTI
Chiudetemi il blog, mandatemi in cella perché eventuali multe io non le pagherò per nessuan ragione, fatemi qualsiasi altra angheria, ma la mia voce urlerà sempre il suo dissenso allo scellerato operato di certi governanti.
Le parole che seguono sono di Concita De Gregorio, io ne sottoscrivo ogni virgola.
Molto più di un bavaglio
Quel che sta accadendo in Italia è qualcosa che riguarda il mondo intero. Si sta scrivendo una legge che impedisce il lavoro d'indagine, che favorisce le mafie, che imbavaglia la stampa. Confinarla ad una sacrosanta rivendicazione del diritto di cronaca ed accontentarsi di qualche modifica in favore di editori e giornalisti è un errore. Non si tratta solo di mantenere intatta la possibilità di raccontare crimini e malaffare: si tratta prima ancora di non impedire il lavoro di chi indaga. Lasciare la libertà di parola e limitare gli strumenti di lotta al crimine otterrebbe alla fine lo stesso risultato: silenzio. E' una legge che mette in pericolo il Paese che ci è stato consegnato da chi ci ha preceduto a prezzo di enormi sacrifici. Abbiamo il dovere di conservarlo per chi verrà dopo di noi, il dovere di disobbedire. Fate pure la vostra legge: noi non la rispetteremo.
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NOTE LEGALI
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Amir e Hassan, il figlio del Padrone e il suo amico/servo, cresciuti nella stessa casa, dividendo tante ore liete sulla collina. Amir, etnia pashtun, che frequentava i ricchi di Kabul, aveva il posto d’onore nella società e Hassan che amava quell’amico al punto di fare ogni sacrificio per lui. “ Per te questo ed altro”, Hassan che corre a prendere l’aquilone della vittoria per metterlo nelle mani del suo amico. Hassan che paga la sua etnia, hazara, e la dedizione ad Amir, anche con la violenza subita in silenzio. Amir che vede quello che accade e si volta dall’altra parte, per avere l’attenzione di quel padre che sembra rimproverargli la morte della madre in ogni azione quotidiana.
Due facce dello stesso dramma. Quello di un padre che non ha mai avuto il coraggio di rivelare ai ragazzi che erano fratelli.
Il senso di colpa tormenta Amir, quel passato adombra ogni cosa, lo tiene per sé ricordando sempre il suo amico Hassan tradito vilmente. Hassan avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, Amir lo ha ripagato con tanto dolore. Con quel silenzio che assorda nella sua mente, col rosso dei melograni tiratigli contro nella speranza di una reazione che lo punisse, mai arrivata. Così quel passato oscuro ha continuato a perseguitarlo, di fronte alla confessione del misero errore della moglie, ha provato quasi invidia per quella grande Donna che apriva il suo cuore con umiltà, ma lui ha continuato a nascondere quel segreto che bruciava l’anima.
Le mele erano ancora acerbe, avrebbe detto il piccolo Sorhab, doveva ancora passare tanto tempo, avrebbe visto la distruzione della sua patria passata sotto ogni avversità.
Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan – il ragazzo dal viso di bambola, il cacciatore di aquiloni – è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul, ma Amir non ha dubbi quando arriva quella telefonata, non ha dubbi.
Tanti anni di silenzio e poi la chiamata del destino che forza uno dei protagonisti a scavare nel proprio passato per riabbracciare l'adorato compagno di tante avventure, seppur non di persona. Il destino gli offre la possibilità di perdonare sé stesso.
Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C’è una scoperta sconvolgente, in un mondo violento e sinistro dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più.
La vita offre sempre una seconda possibilità. Non è mai tutto perduto. “ esiste un modo per tornare ad essere buoni”
E Amir ce la farà a tornare ad essere buono, ascoltando da Rahim Khan la verità sul passato di suo padre, sul suo e su quello di Hassan.
"Per te questo ed altro " aveva detto Hassan ad Amir prima di correre a caccia dell'aquilone a Kabul.
"Per te questo ed altro" disse Amir a Sohrab prima di correre a caccia dell'aquilone a Fremont.
La narrazione è un incantesimo che strega il lettore, incollandolo alle sue pagine e facendogli vivere in prima persona i travagli interiori di Amir, sentendo fischiare i proiettili russi prima e talebani poi sopra alla propria testa, ritrovandosi il viso rigato di lacrime al primo sorriso che Sohrab gli rivolge.
Qualcuno ha visto il film tratto da questo romanzo? Il finale nella versione cinematografica ha lo stesso effetto di occhi in lacrime del libro?
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