Sogno e realtà
Quando è il momento opportuno tutti siamo in grado di realizzare i nostri sogni
ARRESTATECI TUTTI
Chiudetemi il blog, mandatemi in cella perché eventuali multe io non le pagherò per nessuan ragione, fatemi qualsiasi altra angheria, ma la mia voce urlerà sempre il suo dissenso allo scellerato operato di certi governanti.
Le parole che seguono sono di Concita De Gregorio, io ne sottoscrivo ogni virgola.
Molto più di un bavaglio
Quel che sta accadendo in Italia è qualcosa che riguarda il mondo intero. Si sta scrivendo una legge che impedisce il lavoro d'indagine, che favorisce le mafie, che imbavaglia la stampa. Confinarla ad una sacrosanta rivendicazione del diritto di cronaca ed accontentarsi di qualche modifica in favore di editori e giornalisti è un errore. Non si tratta solo di mantenere intatta la possibilità di raccontare crimini e malaffare: si tratta prima ancora di non impedire il lavoro di chi indaga. Lasciare la libertà di parola e limitare gli strumenti di lotta al crimine otterrebbe alla fine lo stesso risultato: silenzio. E' una legge che mette in pericolo il Paese che ci è stato consegnato da chi ci ha preceduto a prezzo di enormi sacrifici. Abbiamo il dovere di conservarlo per chi verrà dopo di noi, il dovere di disobbedire. Fate pure la vostra legge: noi non la rispetteremo.
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C’era Mario il fornaio dal bianco cappello che aspettava i bambini che andavano a scuola per dar loro le focacce dolci, c’era Luigino all’angolo della strada col suo banchetto da ciabattino che raccontava le vecchie storie di quando era giovane, c’era Marcella la bidella che aiutava a portare la cartella. Vivevano felici perché si sentivano come una famiglia, andavano tutti, grandi e piccini, in giro a piedi cantando, saltellando e ridendo.
Tutti avevano il pezzetto di terra, uno piantava il grano e ne dava una parte al fornaio per quelle focacce, un altro aveva le capre e dava una parte del latte alle massaie che avevano i bambini piccoli, tutti dividevano quel che avevano con tanta gioia.
Sentendo le storie della felicità di quel paese alcuni del paese vicino volevano rubare il segreto di quella gente e decisero di studiare quelle persone per capire come mai nessuno si arrabbiasse.
Allora uno di questi andò dal contadino per metterlo alla prova cercando di litigare per i prezzi e gli disse:” Quanto vendi il tuo grano?” Al contadino quella domanda sembrò curiosa e si mise a ridere:”Non lo vendo mai. Il mio grano è per i bisogni della mia famiglia, ma siccome il cielo mi vuole bene, manda l’acqua quando serve e il grano cresce rigoglioso più di quello che mi serve ed io ringrazio il cielo regalandolo a Mario il fornaio così potrà trasformarlo anche per la sua famiglia”.
All’udire che il contadino non vendeva i suoi prodotti pensò che fosse pazzo, chi mai lavorerebbe per gli altri? "Mah!" disse tra sé proviamo col fornaio e siccome il suo amico non gli aveva creduto volle che ci andassero insieme.
“Buongiorno signor fornaio, siamo nel vostro paese perché vorremmo capire il segreto della felicità, possiamo farle qualche domanda?” disse il secondo straniero.
Il fornaio sempre col sorriso li fece accomodare e gli offrì un panino appena sfornato scusandosi che non avesse nulla per companatico, i due uomini volevano rifiutare, ma il fornaio disse che non sarebbe mai accaduto che un forestiero arrivasse in casa sua senza essere trattato degnamente, così accettarono e mentre addentavano quel pane fragrante chiesero “ Perché signor Mario lei ogni mattina regala le focacce, non sarebbe meglio che se le facesse pagare, potrebbe avere una vita più bella no?” il fornaio rispose:” Io non ho i soldi per comprare il grano, ma la provvidenza non me lo fa mancare mai, vede Martino il contadino ogni anno mi porta questi sacchi e mi chiede solo di farne un buon uso per regalare qualche sorriso, può esserci un sorriso più bello di quello di un bambino? Avete mai provato la gioia che vi regalano quegli occhietti che si illuminano di felicità? E’ il dono più bello che io possa ricevere, è la luce della mia giornata”. Anche in questo caso rimasero sbigottiti, perché loro vedevano quei sorrisi solo ai loro bimbi quando portavano i doni a natale, quel fornaio che sembrava poco intelligente godeva di quella visione ogni mattina. Ancora poco convinti del motivo della felicità di quegli abitanti, andarono al banchetto del ciabattino. Luigino era un vecchietto curvo, provato da una vita di lavoro ma rimaneva col suo banchetto sempre là nonostante i suoi 90 anni e i dolori che affliggevano le sue ossa stanche. “ Salve sig. Luigino, giornata afosa eh?”
-” Buongiorno a voi, ogni tempo serve. Questo sole aiuterà a seccare i fichi e le donne ci faranno i dolci per le feste”
- "Ci hanno detto che lei è molto saggio, che sa tante storie e riesce a fare lo spettacolo qui davanti al banchetto, ma non crede che se lo facesse nella sua casa e chiedesse un soldo per entrare potrebbe lasciare questo lavoro manuale che le ha deformato le mani?” Luigino li guardò incredulo e disse “ sa questo lavoro manuale mi ha dato tanta gioia, pensate che un giorno la regina stessa è venuta qui perché mi voleva conoscere e ascoltare una mia storia, poi sono venuti dei giocolieri e saltimbanchi, sono venuti da ogni dove per ascoltare le mie storie mentre sistemavo i sandali, ma quello che ricordo con più piacere è un Maestro che è venuto da me. Quel giorno io ero scalzo perché il mio vicino doveva partire per un lungo viaggio e non aveva i sandali così gli avevo regalato i miei, lui arrivando mi regalò il sorriso più soave che avessi mai visto in vita mia, mi strinse le mani e in quel momento vidi trasformarsi quell'uomo vestito di stracci, i suoi occhi erano una fonte di Luce e mi disse : "per ogni buona azione che farete avrete il centuplo quaggiù e l’eternità”, poi mi lasciò le mani e sparì, quella sera arrivò qui in paese un lontano parente del mio vicino e mi portò il cuoio per fare le scarpe, ne uscirono quanto bastavano per tutti gli abitanti del paese. Lavorai giorno e notte e il giorno di Natale tutti i bambini avevano le scarpe nuove fatte secondo il loro disegno. Marilina ebbe quelle con la coccinella, Flavio quelle con i buchi a forma di occhi, Angiolina quelle col fiocco... ed io ebbi la più bella ricompensa: la gioia di aver fatto qualcosa di buono per tutti” A quel punto gli studiosi capirono che avrebbero potuto chiedere a tutti gli abitanti del paesino e tutti avrebbero risposto che il segreto della felicità è il cuore, perché col cuore si vince sempre.
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