Sogno e realtà
Quando è il momento opportuno tutti siamo in grado di realizzare i nostri sogni
ARRESTATECI TUTTI
Chiudetemi il blog, mandatemi in cella perché eventuali multe io non le pagherò per nessuan ragione, fatemi qualsiasi altra angheria, ma la mia voce urlerà sempre il suo dissenso allo scellerato operato di certi governanti.
Le parole che seguono sono di Concita De Gregorio, io ne sottoscrivo ogni virgola.
Molto più di un bavaglio
Quel che sta accadendo in Italia è qualcosa che riguarda il mondo intero. Si sta scrivendo una legge che impedisce il lavoro d'indagine, che favorisce le mafie, che imbavaglia la stampa. Confinarla ad una sacrosanta rivendicazione del diritto di cronaca ed accontentarsi di qualche modifica in favore di editori e giornalisti è un errore. Non si tratta solo di mantenere intatta la possibilità di raccontare crimini e malaffare: si tratta prima ancora di non impedire il lavoro di chi indaga. Lasciare la libertà di parola e limitare gli strumenti di lotta al crimine otterrebbe alla fine lo stesso risultato: silenzio. E' una legge che mette in pericolo il Paese che ci è stato consegnato da chi ci ha preceduto a prezzo di enormi sacrifici. Abbiamo il dovere di conservarlo per chi verrà dopo di noi, il dovere di disobbedire. Fate pure la vostra legge: noi non la rispetteremo.
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Da Macerie
19 luglio
Ve lo ricordate il recluso asmatico cui la Croce Rossa di corso Brunelleschi somministrava medicinali scaduti? Si chiama Habib, e dall’ora di pranzo è sul tetto del Centro: già, perché non solo gli han fatto passare quasi sei mesi dietro le sbarre – con il trattamento e la cura che sapete –, ma ora gli hanno annunciato che sta per partire per la Tunisia. Eppure, un paio di giorni ancora e sarebbe uscito, essendo scaduti tutti i termini del suo trattenimento. Gli ordini di Maroni, però, sono chiari: nessun tunisino deve rimanere dentro ai Centri, né tanto meno essere liberato.
Così Habib ha chiamato i solidali che conosce in città e si è arrampicato sul tetto: è lì da mezzogiorno, e adesso che sono le cinque e mezza non ha ancora dimostrato alcuna intenzione di scendere. I solidali che si sono radunati sono una trentina, e si stanno organizzando per un presidio lungo: battono, urlano e si portano da mangiare.
La libertà di Habib è legata alla sua determinazione, e a quella di chi gli sta vicino da oltre il muro: se riesce a perdere la nave oggi, e pure domani, è fatta. E per Maroni sarebbe un bello schiaffo: non perdete l’occasione di contribuire a tirarglielo, e raggiungete i compagni in corso Brunelleschi.
(Eccovi pure i consueti numeri del Cie e della Croce Rossa, per rompere l’anima a chi tiene chiuso Habib e tutti gli altri: centralino 011.5588778- 011.5589815 – Croce Rossa Provinciale e Militare 011.2445497- 011.8959719)
Intanto, un piccolo aggiornamento da Gradisca d’Isonzo. Dopo la rivolta della notte tra sabato e domenica, i reclusi sono stati tutti rinchiusi nei cameroni, e la polizia non apre le grate neanche per lasciar fare le pulizie. Il cibo viene passato da sotto le porte, ma in molti hanno cominciato lo sciopero della fame. Guarda alcune foto scattate nel Centro all’indomani della rivolta che stanno circolando in rete:
Intanto, Miloud Shabouti, il recluso che si era ferito durante la rivolta è stato fatto rientrare dall’ospedale: ha ustioni sul 20% del corpo, e nonostante questo i dirigenti del Cie si ostinano a tenerlo prigioniero. Chi volesse chiedere spiegazioni al direttore del Centro può farlo allo 0481955811.
Aggiornamento ore 24. Habib è ancora sul tetto, determinato a non farsi portare via. Ora i solidali oltre le mura sono una quarantina, e pure loro sono determinati a fare il possibile a non farlo portare via. Non sarà facile: la scadenza dei termini di trattenimento è venerdì, e questo vuole dire quattro giorni di resistenza. Oltre ad Habib, a rischiare la deportazione c’è Maher: è in isolamento e, se si riesce a non farlo portare via, giovedì dovrebbe uscire. Chi volesse dare una mano a loro due e non può raggiungere il presidio può farsi sentire con i consolati tunisini di Milano, Genovam Roma, Napoli e Palermo…
Consolato generale della Tunisia a Milano
Viale Bianca Maria n°18
Telefono : (+39) 068603060 / 068603068
Fax : (+39) 0686218204
E-mail : ambtun@tin.it
Consolato della Tunisia a Roma
Indirizzo : Via delle Egadi n°13, 00141, Roma, Italia.
Telefono : (+39) 0687183159 / 0687188060
Fax : (+39) 0687188002
E-mail : ctsictom@tin.it
Consolato della Tunisia a Palermo
Indirizzo : Piazza Ignazio Florio n°24, Palermo, Italia.
Telefono : (+39) 091321231/ 091321090
Fax : (+39) 0916111733
E-mail : constuni@imaginenet.fr
Consolato della Tunisia a Genova
Indirizzo : Via XX settembre 2/13, 16121, Genova, Italia.
Telefono : (+39) 0105702102 / 0105702091
Fax : (+39) 0105708117
E-mail : cotuge@tin.it
Consolato della Tunisia a Napoli
Indirizzo : Centro direzionale - Isola F10, 80134, Napoli, Italia.
Telefono : (+39) 0817345161 / 0817345171
Fax : (+39) 0817345163
E-mail : cotunap@tin.it
20 luglio
Una nuova giornata sul tetto per Habib (Sabri, secondo i registri del Centro), il recluso di corso Brunelleschi che si sta giocando il tutto per tutto per non farsi espellere. E fuori, insieme a lui, continuano a farsi sentire i solidali, che si stanno dando il cambio – da ieri pomeriggio e per tutta la notte e tutto oggi ancora – per sostenerlo e per vigilare che non lo portino via. Alcuni se ne stanno sotto gli alberi di corso Brunelleschi, altri vegliano di fronte all’ingresso. La battitura è pressoché continua, e intanto fioriscono le discussioni su come organizzarsi e su quel che si deve e si può fare.
La nottata, nel Centro, non è stata una nottata tranquilla. Intorno all’una si sente un gran baccano provenire dall’area gialla: battitura e sbarre che tremano. È un tentativo di evasione collettiva, che viene sventata dalla polizia che pesta uno degli aspiranti fuggiaschi. In mattinata, invece, la polizia porta fuori dal Centro un recluso. Alcuni provano a mettersi di mezzo con le biciclette per evitare la deportazione, ma la macchina della scorta li dribbla e se ne va per la sua strada. Anche ieri la Questura era riuscita a far portare via un prigioniero.
Intanto Maher, l’altro recluso che dovrebbe essere liberato a giorni se riesce a non farsi portare via dal Centro, è ancora in isolamento: stamattina si è tagliato su tutto il corpo, e ovviamente la Croce Rossa non l’ha curato. Nonostante la preoccupazione iniziale, pare non stia troppo male.
La testimonianza a Radio Onda Rossa
Intanto, la solidarietà ad Habib-Sabri, a Maher e a tutti gli altri reclusi che nell’ultima settimana hanno raccolto il guanto di sfida lanciato da Maroni si sta allargando: per domani è previsto un presidio di fronte al consolato tunisino di Firenze.
Ricordo, inoltre, che giovedì mattina inizia il processo agli immigrati per la rivolta del 3-4 giugno, il 22 presidio a Roma in piazzale Clodio perché è disumano processare il desiderio di libertà.
informazioni dettagliate all'indirizzo seguente
http://www.ondarossa.info/eventi/presidio-solidarieta-con-chi-si-ribella-nei-cie
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