Sogno e realtà
Quando è il momento opportuno tutti siamo in grado di realizzare i nostri sogni
ARRESTATECI TUTTI
Chiudetemi il blog, mandatemi in cella perché eventuali multe io non le pagherò per nessuan ragione, fatemi qualsiasi altra angheria, ma la mia voce urlerà sempre il suo dissenso allo scellerato operato di certi governanti.
Le parole che seguono sono di Concita De Gregorio, io ne sottoscrivo ogni virgola.
Molto più di un bavaglio
Quel che sta accadendo in Italia è qualcosa che riguarda il mondo intero. Si sta scrivendo una legge che impedisce il lavoro d'indagine, che favorisce le mafie, che imbavaglia la stampa. Confinarla ad una sacrosanta rivendicazione del diritto di cronaca ed accontentarsi di qualche modifica in favore di editori e giornalisti è un errore. Non si tratta solo di mantenere intatta la possibilità di raccontare crimini e malaffare: si tratta prima ancora di non impedire il lavoro di chi indaga. Lasciare la libertà di parola e limitare gli strumenti di lotta al crimine otterrebbe alla fine lo stesso risultato: silenzio. E' una legge che mette in pericolo il Paese che ci è stato consegnato da chi ci ha preceduto a prezzo di enormi sacrifici. Abbiamo il dovere di conservarlo per chi verrà dopo di noi, il dovere di disobbedire. Fate pure la vostra legge: noi non la rispetteremo.
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NOTE LEGALI
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CaterinaBavaglio ai blog, da domani in piazza "Il nostro controllo? Sono i lettori"
Appuntamento a piazza Montecitorio per una protesta no-stop di 24 ore. Parla il blogger Fabio Chiusi: "il governo non tiene conto delle differenze tra giornalismo tradizionale e noi". Slitta al 29 la decisione sul calendario del provvedimento.
ROMA - In piazza per 24 ore. Una protesta non stop contro il Bavaglio alla Rete. Si parte mercoledì. Appuntamento a mezzanotte in Piazza Montecitorio, a Roma. Una "veglia" animata dal "Comitato per la libertà e il diritto all'informazione e alla conoscenza", il 'cartello' che riunisce le forze protagoniste della manifestazione del primo luglio contro il ddl intercettazioni. Obiettivo: arrivare alla modifica del comma 29 del decreto Alfano, la disposizione che prevede per i blog l'obbligo di rettifica entro 48 ore. (leggi tutto l’articolo su Repubblica)
Imporci la rettifica entro 48 ore è costringere molti di noi a chiudere battenti, capitano sicuramente a tutti i “blogger per caso” dei periodi di grandi impegni lavorativi, familiari ecc. per cui non si trova il tempo neppure per leggere la posta per cui difficilmente leggerebbe le eventuali richieste di rettifica con conseguente multa della “modica cifra” di 12500 euro per guadagnare i quali una come me deve lavorare un anno intero. E’ decisamente iniquo.
Iniquo chiedere a noi la garanzia di correttezza mentre loro si fanno perfino i decreti interpretativi per ovviare alla correttezza, iniquo pretendere da un cittadino comune un’informazione corretta mentre un fede in malafede può permettersi senza obbligo di rettifica di dire agende rosse comuniste in diretta su un tg e un minzolini sostituire termini come assoluzione con prescrizione.
Io ho il sospetto che in una fase decadente dell’impero la parola della gente comune faccia più paura delle firme giornalistiche.
La mia voce può far paura. La vostra fa paura perché è quella che esce dal vissuto e che grida soprusi subiti in prima persona. Qualcuno ancora si ostina a parlare di montature giornalistiche, di toghe rosse, ma quando è Corina, Lucia, Annibale, Cristina, Salvatore, Gloria, Fabrizio, Diana, Caterina, Gianna... a dire “ io ho subito questo torto perché il mio diritto è stato usurpato da un potente” nell'amico che ascolta il seme del dubbio entra nella mente.
Facciamo paura.
Noi raccontiamo, spesso tra queste pagine, il nostro quotidiano, che può essere il nostro familiare a cui non si riconosce un diritto alla cura gratuita perché un altro amico dell’amico viene sempre prima di lui nelle liste d’attesa, o può essere l’amica precaria che si vede accusata di diffamazione quando accusa un suo potenziale datore di lavoro per ricatti fatti passare per goliardiche “proposte indecenti”.
Facciamo paura noi che accusiamo lo stato italiano di condanna a morte presunta mentre raccontiamo di una ragazza di 23 anni espulsa dal nostro paese e rimpatriata nel suo paese d’origine e arrestata appena giunta con un processo con probabile condanna a morte perché nella sua terra non è riconosciuta la legittima difesa.
Noi che raccontiamo di collusione con la mafia da parte di esponenti politici perché abbiamo saputo che un pc di Falcone è stato formattato al ministero.
Noi che parliamo di pestaggi nelle questure da squadristi senza scrupoli, noi che chiamiamo col loro nome gli assassini di Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi ecc.
Noi che non vogliamo sentirci complici delle torture nei lager moderni (CIE) e ci permettiamo di diffondere tramite i blog delle atrocità che i funzionari pubblici compiono in quei luoghi nascosti dalla complice omertà degli altri.
Noi che siamo stanchi di doverci vergognare dell’operato altrui che si ripercuote irrimediabilmente sulle nostre vite, perché gli attacchi alla democrazia, costituzione e stato sociale non sono concetti astratti, sono le nostre vite. La Costituzione e la democrazia sono sotto attacco, e noi siamo stanchi. Perché non sono concetti astratti, sono le nostre vite sacrificate per gli interessi della cricca contro quelli della collettività.
Noi che diamo a cesare quel che è di cesare (l'ignominia, l'infamia, l'alterigia, la megalomania...)
Noi che le multe non le pagheremo mai perché preferiamo finire i giorni in una cella piuttosto che assuefarci a uno stato repressivo e indegno della sua storia e della civiltà di cui si fregia.
L'evento a cura del popolo viola su facebook
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